Ieri la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni ha rilasciato una fotografia della pietra del veggente che fu apparentemente una di quelle che il Profeta Joseph Smith utilizzò come aiuto durante la traduzione del Libro di Mormon.
La pietra è stata negli archivi della chiesa per molte generazioni, ma pare non sia mai stata fotografata ne mostrata al pubblico.
La pietra ovale da colore del cioccolato venne tramandata dalla vedova di Oliver Cowdery, Elizabeth Ann Withmer Cowdery, a Phineas Young che lo diede a suo fratello Brigham Young.
La moglie del Presidente Young, Zina D. H. Young, ha trovato la stessa pietra nelle proprietà del defunto marito e lo diede alla chiesa. Da quel momento è sempre rimasta negli archivi della chiesa.
Ecco cinque cose da sapere riguardo a questa pietra del veggente.
Uno: sembra che Joseph Smith abbia trovato questa pietra mentre scavava un pozzo per un vicino di casa nelle vicinanze del municipio di Macedon, News York.
Anziano B. H. Roberts ha scritto: “La Pietra del Veggente cui si fa quivi riferimento era una pietra color cioccolato che aveva in qualche modo la forma di un uovo, che il profeta aveva trovato mentre scavava un pozzo in compagnia di suo fratello Hyrum, per un certo signor Clark Chase, vicino a Palmyra, New York.
Possedeva le qualità dell’Urim e Tummim, dal momento che per mezzo di essa… Joseph fu in grado di tradurre i caratteri incisi sulle tavole.”
Due: Joseph Smith ha utilizzato questa pietra del veggente mettendola nel fondo di un cappello ed infilando la propria testa nel cappello stesso per bloccare la luce esterna.
David Whitmer, uno dei tre testimoni delle tavole, spiega più volte l’uso della pietra del veggente nel processo di traduzione.
George Q. Cannon ha intervistato David Whitmer il 27 febbraio 1884 e scritto: “ parlando della traduzione ha detto che Joseph aveva la pietra in un cappello dal quale veniva esclusa la luce.
I caratteri apparivano nella pietra e sotto veniva la traduzione in inglese e questi rimanevano fino a che lo scrivano aveva copiato tutto correttamente.
Se avesse commesso un errore le parole sarebbero rimaste senza essere rimpiazzate da altre.
In un altro rapporto pubblicato nell’ “Araldo di Omaha”, il 10 ottobre 1886, il giornalista ha indicato che “la pietra… sfolgorava con le sue lettere di fuoco.
L’Urim e Tummim [sempre riferendosi alla pietra], in questo strano processo di traduzione, rifletterebbe un certo numero di parole in puro inglese, ed esse rimarrebbero sulla sua superficie fino a che la parte agente da scrivano le avesse scritte correttamente, e nella rara occasione in cui i caratteri rimanessero a lungo dopo essere stati trascritti sarebbe l’infallibile evidenza di un qualche errore nella traduzione del documento, e una comparazione ravvicinata porterebbe all’invariata rivelazione di questo fatto.
Una volta fatte le correzioni necessarie le parole sarebbero scomparse istantaneamente dall’Urim e Tummim [sempre riferendosi alla pietra] e delle nuove avrebbero preso il loro posto.”
Tre: le descrizioni data della pietra del veggente da David Whitmer sono compatibili con la fotografia rilasciata ieri.
David Whitmer ha dato svariate descrizioni della pietra del veggente tra le quali vi troviamo: “una piccola pietra ovale della forma di un rene” [iv] “una pietra opaca dal colore scuro” [v].
In uno dei suoi resoconti David ha detto che Joseph “aveva due piccole pietre dal colore del cioccolato, dalla forma simile a quella di un uovo,perfettamente liscia ma non trasparente…”
In alcune interiste, David Whitmer dichiara che dopo che Martin Harris ha perso le 116 pagine del manoscritto, Joseph non ricevette l’Urim e Tummim originale ma “che gli venne dato da un angelo un Urim e Tummim fatto di un materiale diverso, nella forma di un ovale o rene” [vii].
Il “Richmond Democrat” ha riportato nel gennaio del 1888, che dopo lo sfacelo del manoscritto, “venne presentata a Joseph Smith una strana pietra ovale dal colore del cioccolato, della misura più o meno di un uovo ma più schiacciato, promettendogli che essa avrebbe servito lo stesso scopo.”
Anziano Bruce R. McConkie ha reso chiaro che “il profeta avesse inoltre una pietra del veggente separata e distinta rispetto all’ Urim e Tummim, e che (detto in modo approssimativo) è stato definito da alcuni un Urim e Tummim.”
Quattro: Joseph Smith stava usando una pietra del veggente per tradurre quando Martin Harris gli faceva da scrivano.
Secondo l’intervista di Edward Stevenson con Martin Harris, sembrerebbe che Joseph avesse la pietra del veggente già prima della perdita delle 116 pagine del manoscritto (il che non sarebbe consistente con il racconto di David Whitmer).
Qui vediamo un racconto molto interessante dell’interazione tra Martin Harris e Joseph Smith. Martin ha detto:
“ Il Profeta Joseph Smith… possedeva una pietra del veggente con la quale era in grado di tradurre, così come con l’Urim e Tummim, e per comodità lui utilizzava la pietra del veggente…
per quel che riguarda l’aspetto, la pietra del veggente differiva completamente dall’Urim e Tummim ottenuto con le tavole (formato da due pietre chiare all’interno di due cerchi e molto somiglianti a degli occhiali) …
dopo una continua traduzione eravamo spesso stanchi ed andavamo al fiume ad esercitarci nel lanciare pietre nell’acqua, ecc. nel mentre di fare ciò, in una certa occasione, ho trovato una pietra molto simile a quella utilizzata per tradurre e nel riprendere il nostro lavoro di traduzione ho messo la pietra con quella da me trovata…
il Profeta rimase stranamente in silenzio fissando intensamente nel buio… con mia grande sorpresa Joseph ha esclamato: ‘Martin! Che succede? È scuro come l’Egitto!’ Il mio volto mi tradì e il Profeta mi chiese perché mi ero comportato in quel modo.
Io risposi di averlo fatto per fermare le bocche degli stolti, che mi avevano detto che il Profeta aveva semplicemente sentito quelle frasi e che le stava semplicemente ripetendo…”
Cinque: Joseph Smith era in grado di vedere nel presente utilizzando la pietra del veggente.
In un resoconto dato da David Whitmer e Oliver Cowdery, Joseph ha utilizzato la pietra del veggente per vedere il viaggio di David Whitmer dalle cascate di Seneca (o Fayette) fino ad Harmony Pennsylvania (a più di mille miglia di distanza), dove venne a prendere Joseph e Oliver con un carro.
David disse a riguardo “ero a circa due giorni e mezzo di viaggio, dopo aver viaggiato quaranta miglia il primo giorno, e li incontrai nel terzo giorno alla testa del lago di Cayuga, nella contea di Seneca.
Oliver mi disse che sapevano quando ero partito, dove mi ero riposato per la notte e persino il nome scritto sull’insegna dell’hotel dove mi ero fermato ogni notte, e ciò perché aveva chiesto a Joseph di vedere nella pietra del veggente, perché lui lo aveva fatto e gli aveva riferito tutti quei particolari riguardanti il mio viaggio.
Oliver mi chiese, appena ci incontrammo, quando avevo lasciato la mia casa, dove mi ero fermato lungo la via ed il nome delle persone degli hotel.
Non sono stato in grado di dirgli i nomi, ma nel ritorno gli indicai le varie case dove mi ero fermato, allora lui tirò fuori il suo libro e scoprì che persino i nomi sulle insegne combaciavano con tutto ciò che si era scritto prima che ci incontrassimo.
Tutto ciò gli era stato rivelato dal Profeta e noi lo scoprimmo corretto in ogni particolare.”
Martin Harris scrisse un resoconto molto interessante sull’uso della pietra del veggente: “ero nella casa di suo padre a Manchester, due miglia a sud del villaggio di Palmyra, e mi stavo pulendo i denti con uno spillo mentre sedevo sulla staccionata.
Lo spillo mi si incastrò tra i denti e mi scivolò tra le dita e cadde tra trucioli e paglia.
Saltai giù dalle sbarre e cominciai a cercarlo… allora sorpresi Joseph dicendogli: 2prendi la tua pietra’. Non la avevo mai vista e non sapevo che la avesse con se. Lui la aveva nella tasca. La prese e la mise nel cappello, il vecchio cappello bianco, e vi mise anche la sua faccia.
Lo osservai da vicino per vedere che non sbirciasse di lato; allungò la sua mano al di là di me, sulla destra e mosse un piccolo pezzo di legno, fu li che vidi lo spillo che lui raccolse e mi tese.”
Il Signore usa mezzi miracolosi per portare alla luce la Sua Chiesa in questi ultimi giorni ed ora abbiamo il privilegio di vedere uno di questi mezzi in fotografia.
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