Il vero nome del carcere di Liberty e 4 altre cose affascinanti che non conoscevi riguardo a questa prigione iconica. LDS Perspectives ha recentemente intervistato David W. Grua, editore storico e documentarista, sui documenti di Joseph Smith pubblicati nel recente progetto: “Documenti, volume 6”.

Il volume tratta di un periodo tumultuoso nella storia della Chiesa che va dal febbraio 1838 all’agosto 1839 ed include la cosiddetta guerra del Missouri-Mormon, il crudele “ordine di sterminio” del governatore Lilburn W. Boggs e l’esperienza di Joseph nel carcere di Liberty.

Oltre al Podcast di LDS Perspectives, ecco cinque fatti poco noti sul periodo trascorso dal Profeta nel carcere di Liberty.

  1. “Carcere di Liberty” non è il nome ufficiale.

Quando i funzionari del Missouri ordinarono che Joseph Smith ed altri cinque Santi degli Ultimi Giorni fossero imprigionati senza possibilità di cauzione, in base alle accuse di presunto tradimento durante il recente conflitto noto come la “Guerra dei Mormoni” nel Missouri, furono mandati nel carcere della Contea di Clay situata a Liberty, sede della Contea di Clay.

Anche all’epoca l’edificio era soprannominato “Carcere di Liberty”, ma era comunque una contea, non una città prigione. Il soprannome rimane tuttavia radicato nella cultura dei Santi degli Ultimi Giorni e questo è improbabile che cambi.

  1. I prigionieri quasi certamente non avevano bisogno di chinarsi all’interno del carcere.

Joseph Smith e i suoi compagni di prigionia rimasero più di quattro mesi in prigione durante l’inverno tra il 1838 ed il 1839, la maggior parte del tempo lo trascorsero nel carcere sotterraneo.

Pareti spesse circa un metro e venti centimetri fatte di legno pesante e pietra, li separavano dal mondo esterno. Una botola serviva da ingresso alla cella inferiore, mentre due fessure sottili nelle pareti fornivano l’unica luce naturale.

I piani architettonici della prigione originale non sono sopravvissuti, ma nel 1880 lo storico della Chiesa dei Santi degli Ultimi Giorni Andrew Jenson visitò la vecchia prigione della Contea di Clay e concluse che la prigione misurava circa un metro e novantotto centimetri dal pavimento al soffitto, fornendo spazio sufficiente a Joseph e gli altri per stare in piedi.

Il prigioniero Alexander McRae, che secondo quanto riferito era alto circa due metri, forse avrebbe dovuto piegarsi, ma nemmeno lui ne ha parlato nei suoi resoconti della sua esperienza in carcere.

Solo molto tempo dopo prevalse la storia che i prigionieri non erano in grado di stare in piedi mentre si trovavano in carcere.

  1. Agli amici e alla famiglia dei prigionieri fu permesso di visitare il carcere.

Emma Smith visitò Joseph tre volte prima della sua partenza per l’Illinois, a metà febbraio del 1839, e trascorse due volte la notte in prigione. Anche le mogli degli altri prigionieri visitarono i loro mariti.

I dirigenti della Chiesa fra i quali Edward Partridge e Heber C. Kimball si consultarono con i fratelli in prigione, così come gli avvocati dei prigionieri. Queste visite dettero loro molto sostegno emotivo.

  1. Joseph si affidava alle lettere per tenere unita la Chiesa.

Nonostante la separazione fisica dai Santi durante quell’inverno del 1838-1839, Joseph usava le lettere per mantenere i legami familiari e sostenere la Chiesa.

Joseph riteneva che fosse parte del suo dovere di marito scrivere ad Emma di proprio pugno e le uniche cinque lettere rimaste che le furono scritte mentre egli si trovava sotto custodia dello stato del Missouri, rivelano il suo amore e la sua preoccupazione per la sua famiglia.

Insieme ai compagni di prigione Alexander McRae e Caleb Baldwin che facevano da scribi, Joseph pubblicò tre epistole generali a tutta la Chiesa per dare attraverso di esse un senso alla recente catastrofe ed interpretare le afflizioni dei Santi durante la lunga storia di sofferenze del popolo di Dio.

Le lettere del profeta parlano anche di nuove rivelazioni ricevute proprio nel tumulto dei loro problemi e alcune parti delle lettere di Joseph sono state registrate alla voce “rivelazione”.

I membri della Chiesa dell’Illinois amavano queste epistole, come dimostrato dai loro sforzi di condividerle, copiarle e alla fine pubblicarle.

Nel 1870, l’Apostolo e storico della Chiesa Orson Pratt scelse le selezioni di due delle epistole generali da includere nell’edizione del 1876 di Dottrina e Alleanze.

I “Documenti Volume 6” contiene il testo completo di ciascuna delle lettere che Joseph pubblicò mentre si trovava sotto custodia nello stato del Missouri nel 1838-1839.

  1. I prigionieri cercarono di scappare tre volte, riuscendoci la terza volta.

Ansiosi di unirsi ai Santi nel loro esodo dal Missouri e dubbiosi sul fatto che avrebbero ricevuto un giusto processo, i prigionieri cercarono in tanti modi di ottenere la libertà.

Nel gennaio 1839, un giudice locale rilasciò Sidney Rigdon su cauzione, ma trattenne gli altri prigionieri in carcere.

Il 7 febbraio 1839, mentre era al piano superiore, Hyrum Smith cercò di scappare attraverso le porte esterne della prigione, ma fu rapidamente catturato. All’inizio del mese di marzo, i prigionieri cercarono di scappare scavando attraverso le mura.

Essendo riusciti con successo a scavare un buco nel muro, dovevano solo rimuovere il blocco di roccia esterna. Quando il loro strumento si ruppe, cercarono comunque aiuto dall’esterno e furono scoperti.

Infine, agli inizi di aprile i prigionieri furono fatti uscire dal carcere per essere processati.

Ricevettero un cambio di giurisdizione e mentre erano in viaggio verso un’altra contea, le guardie permisero loro di fuggire ed ottenere quello che Hyrum Smith chiamava “cambio di giurisdizione nello stato dell’Illinois”, dove si unirono ai Santi.

Questo articolo è stato originariamente scritto da LDS Perspectives ed è stato pubblicato su ldsliving.com, intitolato The Real Name of Liberty Jail + 4 More Fascinating Things You Didn’t Know About This Iconic Prison. Italiano ©2018 LDS Living, A Division of Deseret Book Company | English ©2018 LDS Living, A Division of Deseret Book Company.