Quando ho incontrato Cecilia Panebianco in una piccola cappella a Roma, il suo volto radioso mi ha fatto capire che avesse una storia da raccontare.
Sebbene avesse viaggiato due ore in autobus per incontrarci, era la personificazione del calore italiano. Per ogni foto che scattavamo, esclamava con imbarazzo: “Oh, mamma mia!” e per ogni frase della sua storia, si scioglieva in lacrime.
La sua presenza era angelica, come lo erano i suoi capelli bianchi, e tutto di lei la contrassegnava come una discepola di Cristo.
Ci siamo informati su di lei, apprendendo che lei e la sua famiglia erano stati sostenitori nella fondazione della Chiesa in Italia, e la sua devozione è stata chiara fin dal primo momento in cui l’abbiamo vista.
Soddisfatta della conoscenza che aveva
Questo è ciò che rende l’inizio della sua storia così ironica: da adolescente, Cecilia camminava, ogni giorno, attraverso Piazza della Repubblica, quando usciva dalla sua scuola cattolica gestita da suore, passando davanti ai missionari Santi degli Ultimi Giorni, in camicia e cravatta.
Sebbene significasse camminare più a lungo, ella faceva il giro largo attorno alla piazza romana, per evitare di dover parlare con i missionari. Si sentiva soddisfatta. Conosceva la sua religione. Non cercava nulla di più.
Dopo nove mesi di lunghe deviazioni ed un anno trascorso a New York per studiare inglese, nel 1971 si ritrovò nuovamente in Piazza – questa volta con una sua cugina americana di 15 anni.
Come se non fosse passato del tempo, vide di nuovo i missionari lì in piazza, che provavano a parlare con gli sconosciuti di passaggio.
Dalla loro visuale più in alto, le due ragazze guardarono in basso verso i missionari. “Chi sono?” chiese sua cugina.
Cecilia rispose che volevano solo discutere di religione e che “se parlano di religione e sono americani, sicuramente non parlano della nostra religione.”
Con un fare persuasivo, la cugina di Cecilia la convinse ad andare a parlare con loro, nonostante la sua esitazione.
Guardando al passato, dopo così tanti anni, gli occhi di Cecilia si riempiono di lacrime, sapendo che l’unico motivo per cui sua cugina doveva essere lì a Roma in vacanza, era per portarla dai missionari.
Lei non avrebbe mai cambiato strada o parlato con i missionari, se sua cugina non fosse stata lì a persuaderla.
Anziano Balzotti, a cui lei si riferì come ad un “povero ragazzo”, salutò Cecilia e le parlò del Libro di Mormon. Egli disse che potevano prestarle il libro o venderglielo.
Ancora non convinta, ella rispose che l’avrebbe preso in prestito, senza pensarci troppo.
Mentre le due ragazze iniziarono ad andare via, Anziano Balzotti la chiamò dicendo: “Ehi! Per favore, se non sei interessata, non buttare via quel libro. Per favore, donalo a qualcun altro.”
Lo Spirito abbatte ogni muro
Il cuore di Cecilia sprofondò, quando ascoltò quelle parole, come se quel muro freddo che aveva posto tra di loro fosse crollato improvvisamente.
Anche se non lo diede a vedere al “povero ragazzo” – l’Anziano respinto – ella provò profonda vergogna e, quando arrivò a casa, le sue parole risuonarono nella sua mente. Si sentì in obbligo di aprire uno degli opuscoli che lui le aveva dato riguardo Joseph Smith, e leggerlo.
“Mamma mia! Ieri siamo andati sulla luna e adesso questo? Crediamo ancora in queste cose?”. Ella riflettè su tutta la storia di Joseph Smith e della sua visione e sembrava una bellissima fiaba.
Mentre Cecilia stava ripensando a questa storia, ci disse incredibilmente: “Ero cattolica ed andavo in chiesa tutte le domeniche. Credevo nei miracoli, tuttavia questo fu ciò che pensai”.
Nell’incredulità, le parole dell’Anziano continuavano a risuonarle nella mente, così decise di leggere anche l’opuscolo sull’apostasia.
A questo punto della storia, le emozioni di Cecilia la stavano prosciugando, mentre provava a continuare ad esprimersi.
Dopo aver evitato con successo i missionari così a lungo ed aver deciso di essere soddisfatta con quello che sapeva, era sbalordita da ciò che aveva appreso sull’apostasia.
Prese entrambe le mani ed incrociò le dita spiegandoci che non aveva mai neppure pensato a come la storia e la religione si fondino insieme.
Con questa conoscenza appena acquisita, si rese conto di non essere realmente soddisfatta. Improvvisamente, ebbe una lista infinita di domande, e la sua prossima fonte di informazioni sarebbe stata il Libro di Mormon.
Il giorno seguente, si recò dai missionari e pagò loro il libro prima di partire per un mese di vacanza.
Come il Libro di Mormon toccò il suo cuore
Mentre era via, disse a se stessa che avrebbe letto il Libro di Mormon per due ore, ogni sera. Quando arrivò a 3 Nefi 11, esclamò: “Sto leggendo del mio Gesù!”.
Ella credette, e mentre continuò a leggere di Gesù che visitò un nuovo continente, ella pianse ogni sera dalla gioia.
Appena rientrò a Roma, tornò in Piazza della Repubblica per raccontare ai missionari la sua testimonianza. Non riusciva a trattenere la sua emozione e chiese sorpresa: “Ma se queste cose sono vere, perchè non andate in TV? Perchè non andate alla radio a dire queste cose? Perchè non parlate ai capi religiosi e gli dite che Gesù è tornato ancora per far sapere che la Sua chiesa non era più sulla terra e questa è la vera Chiesa?”
Il cuore di Cecilia era cambiato completamente e, invece di lanciare uno sguardo di incredulità sulle dottrine della Chiesa, adesso non poteva credere di non aver avuto prima questa conoscenza e che non fosse largamente conosciuta.
Poi gli Anziani le dissero qualcosa che non avrebbe mai dimenticato: “Non preoccuparti, un giorno l’Italia avrà un Tempio.”
Guardando indietro, Cecilia riesce a vedere che, in qualche modo, quella fu una profezia. Era esattamente ciò che gli Anziani stavano cercando di dire alle persone in piazza – un giorno, ci sarebbe stato un Tempio in Italia, ed avrebbero dovuto gioire di questa bella notizia.
Le sorelle missionarie iniziarono ad insegnarle, ma sua madre, cattolica, non approvava la sua ricerca religiosa.
Anche dopo aver partecipato ad un battesimo in Chiesa, e le lacrime sul volto di sua madre mostrarono chiaramente che avesse sentito lo Spirito, ella rimase ferma sul fatto che Cecilia non avrebbe dovuto battezzarsi.
Un giorno, dopo due mesi che le sorelle le insegnavano, sua madre disse loro che Cecilia si sarebbe potuta battezzare. La madre si unì a lei due mesi più tardi.
Ella non era più la ragazza che faceva della strada extra nella piazza, determinata ad evitare qualunque conversazione religiosa. Non solo ella ascoltò i missionari, ma ora sentiva fortemente di avere una missione da svolgere.
Il mondo intero aveva bisogno di conoscere la verità che lei, sua madre e sua sorella avevano conosciuto.
Chiamati a servirLo
Quattro anni dopo il suo battesimo, il Presidente di Missione invitò la sua famiglia a casa per cena. Abbiamo riso insieme, mentre ha ripensato al Presidente di Missione in cucina, con un grembiule, che cucinava la cena.
La Chiesa era così piccola ai tempi che il Presidente di Missione e sua moglie diventarono come una famiglia per loro. Alla fine della serata, egli divenne molto serio e chiese loro se potessero andare nel suo ufficio.
Quando tutti furono seduti, guardò la madre di Cecilia e disse: “Sorella Panebianco, voglio che lei sappia che il Signore ha chiamato una delle sue figlie a servire una missione. Cosa ne pensa?”. Cecilia ci ha descritto sua madre come una donna forte, ma dal cuore grande.
La madre di Cecilia guardò il Presidente di Missione e rispose semplicemente: “Si, quale delle due?”. Cecilia rimase sbalordita dalla risposta della madre. “Egli vuole che Cecilia vada”, rispose.
Rese chiaro che voleva che Cecilia andasse a casa, riflettesse e pregasse a riguardo per due giorni, e poi lo richiamasse. Ripeté questa cosa tre volte.
Ma ogni volta, Cecilia rispondeva tra le lacrime: “Presidente, come potrei dire di no? Dice che il Signore vuole che io vada. Come potrei dire di no? La mia risposta è sì già adesso”. Presto, ricevette una chiamata a servire a Milano, Italia.
L’Italia ha un Tempio!
Quell’ansioso desiderio di servire il Signore rimane la sua più sincera motivazione in tutto ciò che fa. I suoi quattro figli hanno tutti servito una missione e si sono sposati al Tempio.
Sua figlia maggiore, Sara, è la moglie di Anziano Dini Ciacci, un’Autorità di Area in Italia, e gli altri suoi figli servono in incarichi in Primaria, Società di Soccorso, Istituto e come segretario del Comitato del Tempio.
Cecilia ha pianto mentre esprimeva i suoi sentimenti in merito al Tempio di Roma e la benedizione che sarà per la sua famiglia.
E’ davvero reale ciò che l’Anziano le disse circa 50 anni fa! C’è un Tempio in Italia! Era così emozionata che il Tempio potesse pervadere tutta la sua vita.
Andare al Tempio in Svizzera era un’anomalia – una settimana di paradiso come pausa dalla “vita reale”.
Ora, sebbene il Tempio di Roma sia distante due ore da dove vive, lei si è posta l’obiettivo di recarsi al Tempio di Roma e sentire un pezzo di paradiso ogni giorno, portando quel pezzo di paradiso con lei durante la sua vita quotidiana.
Quando ci siamo salutate con un bacio sulla guancia e ci siamo separate, per me era chiaro che lei portasse già con sé, ovunque vada, un pezzo di paradiso.
Questo articolo è stato pubblicato sul sito www.ldsmag.com. Questo articolo è stato tradotto da Sara Mondelli.
bellissima questa testimonianza , ma quante persone , ancora oggi , cercano di evitar gli Anziani Missionari o le Sorelle Missionarie ? i Membri della chiesa e i missionario di Ramo o di Rione dovrebbero aiutare a svolgere questo lavoro , organizzando attivita’ o semplicemente facendo conoscere ai propri amici o conoscenti gli Anziani o le Sorelle Missionarie . E’ bello comunque notare la costante crescita della chiesa anche in Italia , anche se non adeguatamente supportati o aiutati gli Anziani Missionari e le Sorelle Missionarie continuano inesorabilmente a fare il loro lavoro ed e’ bello vedere, grazie alle loro missioni , sempre facce nuove in chiesa .