Se avete letto l’articolo precedente in cui spieghiamo quale fu il ruolo di Brigham Young nel cosiddetto massacro di Mountain Meadows, potreste avere delle domande su cosa sia accaduto dopo.

In questo articolo cercheremo di rispondere ad alcune di esse.

I veri colpevoli del massacro di Mountain Meadows

Subito dopo il disdicevole episodio, i veri colpevoli cercarono di nascondere il proprio coinvolgimento dando la colpa ai nativi locali: i Paiutes. Quando il loro piano fallì, emersero molte storie contrastanti su quanto era successo. Cercheremo quindi di fare chiarezza.

Sebbene gli uomini che si resero colpevoli di tale crimine fossero dozzine, i pubblici ministeri che si occuparono del caso si concentrarono principalmente sui dirigenti, e non sui membri della milizia che “eseguirono gli ordini”.

Solo 9 uomini furono accusati, e solo uno di loro, John D. Lee, fu condannato e giustiziato.

Degli altri, alcuni si resero introvabili, uno se la cavò testimoniando contro i colpevoli, e altri furono arrestati, ma solo il caso di John D.Lee fu portato avanti.

Il suo primo processo, a distanza di anni dagli eventi, in realtà fu solo un processo di facciata che nascondeva una questione politica più ampia, quella dell’ammissione dello Utah agli Stati Uniti.

L’obiettivo reale era quello di dimostrare il coinvolgimento di Brigham Young nel massacro e colpire la Chiesa, ma alla fine John D. Lee fu condannato a morte già dopo il secondo processo.

Domande e Risposte

Perché l’accusa impiegò così tanti anni?

Nel 1858, dopo la “Guerra dello Utah,” il presidente degli Stati Uniti James Buchanan fece una proclamazione di amnistia generale, ossia un’estinzione o riduzione della pena per i tradimenti commessi fino ad allora per gli abitanti dello Utah che sarebbero stati sottoposti alla legge.

Pertanto, all’epoca dei fatti non era chiaro se il massacro di Mountain Meadows rientrasse nell’amnistia o meno. Mentre uno dei giudici cercava di capire come stessero le cose, scoppiò la Guerra Civile, che costrinse a rimandare il tutto a dopo il 1870.

Cosa accadde ai 17 bambini che sopravvissero all’attacco?

Inizialmente, vissero con alcune famiglie a Cedar City. Dopo uno o due anni, il governo federale li affidò ai parenti in Arkansas.

Fu Brigham Young ad ordinare l’attacco al convoglio di emigranti che passava per Mountain Meadows?

Le prove indicano che non fu lui ad ordinare l’attacco e che ne venne a conoscenza solo dopo la sua messa in atto. Ci sono prove certe che Brigham fosse innocente.

Ad esempio, c’è una copia della lettera originale che Brigham Young scrisse a Isaac Haight, che arrivò 2 giorni dopo il terribile evento. Qui leggiamo che Brigham diede istruzioni di “non interferire con [gli emigranti]” e di “lasciarli andare in pace.”

Perché nell’autobiografia di Lee, leggiamo che lui “credeva” che il massacro fosse stato ordinato da Brigham Young? 

Per quanto i cospiratori cerchino di dipingere Brigham Young come un assassino, citando le confessioni di John D.Lee, basterebbe guardare l’intero contesto: i pubblici ministeri offrirono a John D. Lee di risparmiargli la vita se avesse coinvolto Brigham Young. Lee, piuttosto, scelse la morte, a dimostrazione che Brigham fosse innocente.

È vero che poi nell’autobiografia di Lee, pubblicata dopo la sua morte, leggiamo che lui “credeva” che il massacro fosse stato ordinato da Brigham Young, ma ricordiamo anche che l’avvocato di difesa di Lee possedeva i diritti sull’autobiografia e, secondo molti studiosi, ne modificò delle parti.

Un giornale scrisse anche che l’autobiografia era “un po’ di Lee e un po’ dell’avvocato”.

Ci sono ulteriori elementi che scagionano Brigham Young?

Un uomo di nome Samuel Knight testimoniò e riportò una conversazione tra Isaac Haight e William Dame in cui “apprese che nessuno dei dirigenti della Chiesa aveva dato ordini di uccidere gli emigranti.”

Perché non furono incriminati più uomini?

Il giudice Jacob Boreman, che presiedette il processo a Lee, si concentrò sulla necessità di accusare i dirigenti, piuttosto che gli uomini che avevano ricevuto ordini di andare a Mountain Meadows.

Brigham Young cercò di coprire la verità su quanto accaduto?

Esistono resoconti contrastanti su quanto Brigham sapesse e quando lo venne a sapere. Lo storico e autore Thomas Alexander ritiene che quando John D. Lee riportò il massacro al presidente Young alla fine di settembre del 1857, secondo l’alibi inventato dai colpevoli, diede la colpa di tutto ai Paiutes.

Ma, gradualmente, arrivò la verità. “Entro la fine di giugno 1858, Young sapeva che i Mormoni erano coinvolti nell’episodio, anche se probabilmente non sapeva fino a che punto”.

Brigham Young chiese costantemente che fossere eseguiti un’indagine e un processo. Allo stesso tempo, voleva proteggere il suo popolo, e fece cose per cercare di raggiungere questo obiettivo.

A volte … non fu del tutto sincero, e per qualche anno incoraggiò Lee a evitare l’esposizione pubblica … Insomma, avrebbe potuto fare di più per portare i colpevoli davanti alla giustizia? Certamente.”

Quindi, penso sia chiaro che Brigham assolutamente non ordinò né autorizzò questo massacro, anche se potrebbe averlo trattato troppo alla leggera dopo i fatti.

Leggi anche: Il massacro di Mountain Meadows: come sono realmente andate le cose?

Ecco una raccolta di CITAZIONI e NOTE:

  • Chi erano i 9 uomini incriminati? “Gli uomini incriminati, con le loro posizioni rilevanti nella milizia e nella Chiesa e le loro residenze nel 1875, erano: (1) William H. Dame, colonnello della milizia della contea di Iron e presidente del ramo di Parowan; (2) Isaac C. Haight, tenente colonnello e presidente del ramo di Cedar City; (3) John D. Lee, maggiore, agricoltore per gli indiani e residente di Fort Harmony; (4) John M. Higbee, maggiore e consigliere nella presidenza del ramo di Cedar City; (5) Philip K. Smith [Klingensmith], soldato privato e vescovo di Cedar City; (6) William C. Stewart, secondo tenente e residente di Cedar City; (7) Elliot Willden, soldato privato e residente di Cedar City; (8) Samuel Jukes, soldato privato e residente di Cedar City; e (9) George Adair Jr., soldato privato e residente di Washington. Lee, Dame, Klingensmith, Adair e Willden furono notificati degli atti d’accusa e arrestati. Haight, Higbee, Stewart e Jukes fuggirono e rimasero nascosti per anni.” Fonte: “A Seething Cauldron of Controversy: The First Trial of John D. Lee, 1875,” di Robert H. Briggs. https://bit.ly/2R8EhHI
  • Il nuovo governatore non mormone (Alfred Cummings) estese l’amnistia presidenziale per includere “tutti i reati associati o derivanti dagli atti di sedizione e tradimento…” (Robert D. Crockett, A Trial Lawyer Reviews…). Probabilmente considerava il crimine da perdonare.
  • Anche dopo che Brigham seppe che uomini bianchi erano coinvolti nel crimine (in qualche forma o altra), riferì all’uomo che gli aveva dato il resoconto (Jacob Hamblin, nell’estate del 1858) di mantenerlo in segreto finché un’indagine federale non avesse chiarito la situazione. La storia ufficiale continuava ad essere che il massacro fosse stato un attacco dei Paiute. Ma dopo il resoconto di Hamblin, Brigham avviò la prima di molte indagini ecclesiastiche sulla questione (ricorda, non era più il governatore, era stato sostituito dal non mormone Alfred Cumming). Non è chiaro se Brigham avesse chiesto a Hamblin di mantenere il silenzio su alcuni dettagli per coprire la verità o semplicemente per evitare di diffondere voci finché i rapporti non fossero stati verificati. Comunque, Brigham viene comunque criticato per non essere stato completamente trasparente in altre occasioni. Ulteriori dettagli qui: https://bit.ly/3eEv0B3
  • Com’è andato il primo processo di John D. Lee? “…il processo di John D. Lee fu una pedina nella lotta politica tra i mormoni e i liberali per il futuro dell’Utah.” La questione dell’adozione dello stato era in gioco, e i liberali credevano che se l’Utah avesse acquisito lo status di stato, i Santi degli Ultimi Giorni avrebbero consolidato il loro controllo sull’Utah. Alcuni speculavano che, se ciò fosse accaduto, tutti i “Gentili” (cioè i non mormoni) sarebbero stati espulsi dallo stato (cosa che ovviamente non accadde). Comunque, il massacro di Mountain Meadows fu la causa su cui i liberali si riunirono per ostacolare l’ammissione dello stato. https://bit.ly/2R8EhHI
  • Cosa altro è successo durante il primo processo? “Lo storico Robert J. Dwyer concluse che l’obiettivo ‘poco velato’ dell’accusa era ‘estrarre da Lee una confessione che avrebbe fornito le basi per incriminare Brigham Young stesso.’ … Quando divenne chiaro che la confessione proposta da Lee non era sufficiente per soddisfare i pubblici ministeri, questi rifiutarono la confessione e ritirarono l’offerta di un patteggiamento. Invece, decisero di processare Lee per omicidio in relazione al suo ruolo nel massacro.” Fonte: https://bit.ly/2R8EhHI
  • Qual è stato il risultato del primo processo di John D. Lee? La giuria del primo processo di John D. Lee era composta da 8 mormoni e 4 non mormoni. Tutti gli 8 mormoni e 1 non mormone (forse un “Jack-Mormon”) votarono per assolvere Lee. Il processo si concluse con una giuria indecisa. Alcune persone hanno cercato una cospirazione tra i giurati (dopotutto, non è troppo conveniente che tutti e 8 i mormoni abbiano votato per l’assoluzione?), ma il contenuto del processo rivela chiaramente che le parole finali dell’accusa, l’avvocato Robert Baskin, non miravano a attribuire la colpa finale a Lee, ma piuttosto al sistema teocratico mormone. Baskin insultò i mormoni, chiamandoli “vigliacchi codardi,” “criminali,” “serf,” e “schiavi.” Affermò che l’organizzazione della Chiesa aveva “distrutto la loro virilità,” tra le altre cose. Non c’è da sorprendersi che abbiano votato per l’assoluzione. E alla fine, Lee non era veramente l’oggetto di questo primo processo. Era certamente il volto di esso, ma era veramente la teocrazia della Chiesa ad essere sotto processo. Ci sono prove che suggeriscono che l’accusa non si aspettasse di vincere il caso, e che il loro vero obiettivo fosse indebolire la Chiesa nell’opinione pubblica, il che riuscì. Leggi le dichiarazioni di Baskin qui: https://bit.ly/2R8EhHI
  • Una delle sfide nell’approfondire la storia del massacro di Mountain Meadows è che molti di quelli coinvolti hanno dato resoconti contrastanti su ciò che è accaduto. Separare la verità dall’errore è estremamente difficile. Ad esempio, l’11 aprile 1877, un resoconto degli eventi fu pubblicato da John D. Lee nel Gardiner Home Journal in cui Lee cerca di dipingersi come in gran parte innocente negli eventi legati al massacro di Mountain Meadows. Nell’indagine più approfondita disponibile oggi sull’argomento, un gruppo di autori ha scritto, “Durante il viaggio verso i Meadows [per l’esecuzione di Lee], il ministro metodista George Stokes… accompagnò [Lee]. Secondo un giornalista, Lee fece una sorta di confessione, dicendo al reverendo Stokes ‘che uccise cinque emigranti e possibilmente sei.’ Questa fu l’unica cosa che Lee mantenne fino alla fine. Per anni, [Lee] ha sostenuto di essere corso ai Meadows come pacificatore e di aver fatto tutto il possibile per fermare l’uccisione. In una ‘confessione’ scritta nei suoi ultimi mesi di vita, aveva persino confuso le date per nascondere il suo ruolo nel primo attacco. Quella stessa ‘confessione’ affermava anche che aveva fatto una piena rivelazione a [Brigham] Young due settimane dopo il massacro. Ma allora aveva omesso dettagli importanti, inclusi quelli che ora diede a Stokes.” Fonte: https://amzn.to/3dLICKy
  • John D. Lee aveva una sorta di atteggiamento contraddittorio nei suoi resoconti su Brigham Young. Alcune delle sue confessioni ufficiali esprimono delle affermazioni molto forti su Brigham Young, che diventano citazioni molto appariscenti e impattanti per chi cerca di implicare Brigham. La seguente fonte illustra alcuni dei problemi con queste confessioni che rendono le sue dichiarazioni molto sospette: https://bit.ly/2yuGAya / https://bit.ly/2Vird4N
  • Per quanto riguarda l’ingerenza dell’avvocato di Lee nelle sue confessioni, un giornale scrisse che “Le dichiarazioni effettive di Lee sono state modificate e interpolate dallo scrittore, fino a coprire un terreno molto più ampio e a lanciare accuse più vaste di quanto il criminale condannato intendesse.” -Ogden Junction, 26 marzo 1877.
  • Da un’intervista con Richard Turley: “Penso che una delle grandi lezioni che abbiamo imparato sia che questo atto non è stato commesso da qualche grande villain che dettava le condizioni. È stato commesso da persone comuni in circostanze straordinarie, che si sono lasciate travolgere [dalla paura del tempo] e poi non hanno fatto nulla per fermarlo. L’hanno lasciato sfociare in un’atrocità.” Fonte: https://bit.ly/2wTVM7D
  • Quando iniziò l’indagine federale, “Young e altri leader prominenti della chiesa e della comunità offrirono sia assistenza fisica che monetaria per catturare e processare coloro che erano accusati di perpetuare il massacro. I loro sforzi per assistere le autorità federali responsabili dell’indagine fallirono, non perché i leader della chiesa fecero muro, ma perché il maresciallo e il giudice capo degli Stati Uniti dell’Utah li ostacolarono rifiutandosi di accettare l’assistenza offerta.”