Alcuni anni fa, mi venne chiesto di preparare una lezione per un’attività alla quale sarebbero state presenti delle persone non appartenenti alla chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni.

Avrei dovuto parlare delle prove archeologiche riguardanti la veridicità del sogno di Lehi, come raccontato nel Libro di Mormon.

Il sogno di Lehi è un chiaro esempio di ciò che avviene (o non avviene) quando si vive il Vangelo in modo scrupoloso.

Avevo davanti a me alcune settimane per poter fare le ricerche di cui avevo bisogno, quindi mi misi subito al lavoro raccogliendo documenti e contattando alcune persone che conoscevano l’argomento di cui avrei dovuto parlare.

Feci delle scoperte davvero interessanti, e mi appassionai molto a quello che stavo studiando, soprattutto per il profondo significato spirituale dei versetti che si trovano in 1 Nefi 8:5-28:

“…E vidi che mi trovavo in una landa oscura e desolata… E… vidi un campo vasto e spazioso. E avvenne che vidi un albero, il cui frutto era desiderabile per rendere felici.

E avvenne che andai innanzi e mangiai del suo frutto, e vidi che era dolcissimo più di ogni altro che avessi mai assaggiato prima.

Sì, e vidi che il frutto era bianco, da superare ogni candore che avessi mai visto.

E come mangiai del frutto, esso riempì la mia anima d’una immensa gioia; pertanto cominciai a desiderare che anche la mia famiglia ne mangiasse; poiché sapevo che era desiderabile più di ogni altro frutto.

E… vidi un fiume d’acqua; e scorreva là accanto… e ne vidi la sorgente poco distante… E vidi una verga di ferro, e si estendeva lungo la sponda del fiume, e conduceva all’albero…

E vidi pure un sentiero stretto e angusto, che costeggiava la verga di ferro… ed esso conduceva pure… a un campo largo e spazioso, come se fosse stato un mondo.

E vidi una schiera innumerevole di persone, molte delle quali si spingevano innanzi… si avviarono sul sentiero che conduceva all’albero.

E avvenne che sorse una bruma tenebrosa… tanto che coloro che si erano avviati sul sentiero perdettero la via, cosicché vagarono lontano e si perdettero.

E avvenne che ne vidi altri che si spingevano innanzi, e avanzarono e afferrarono l’estremità della verga di ferro; e si spinsero innanzi attraverso la bruma tenebrosa, tenendosi stretti alla verga di ferro, sì, finché ne giunsero fuori e mangiarono il frutto dell’albero.

E dopo che ebbero mangiato del frutto dell’albero, volsero lo sguardo attorno, come se provassero vergogna… e vidi, dall’altra parte del fiume d’acqua, un edificio grande e spazioso… ed era pieno di gente, vecchi e giovani, maschi e femmine, e i loro abiti erano di foggia bellissima; ed erano nell’atteggiamento di chi beffeggia e puntavano il dito verso coloro che erano arrivati e avevano mangiato del frutto.

E dopo che questi ebbero mangiato del frutto, si vergognarono a causa di quelli che si burlavano di loro; e si sviarono su cammini proibiti e si perdettero”.

Significato del sogno di Lehi

Libro di Mormon

Lehi’s dream Painting by Damir Krivenko

Ognuno di noi fa parte del sogno di Lehi, ed esso contiene tutto quello che dobbiamo sapere per comprendere la vita e le prove che affrontiamo. Ci sono degli elementi che si riconoscono immediatamente:

  • L’albero della vita, il cui frutto è dolce e desiderabile
  • Una bruma tenebrosa
  • La verga di ferro che permette di attraversare la bruma senza perdersi
  • Un sentiero che passa accanto alla sorgente
  • Un edificio grande e spazioso
  • Le persone presenti ed il loro atteggiamento

L’albero della vita rappresenta l’amore di Dio (1Nefi 11:22). Ognuno di noi anela a quell’amore e

lo insegue, perché solo con la Sua presenza nella nostra vita possiamo essere davvero felici. E quando lo sentiamo, desideriamo che anche coloro che sono intorno a noi possano sentirlo.

Tutti noi ci troviamo su quel sentiero che porta all’albero, ma le difficoltà, le prove che affrontiamo nella vita, le distrazioni che troviamo lungo il cammino (la bruma tenebrosa) rischiano di farci perdere la strada, a meno che non ci aggrappiamo saldamente al vangelo di Gesù Cristo (la verga di ferro).

L’edificio grande e spazioso è forse, ad oggi, la più grande prova che dobbiamo superare: il mondo ed il suo atteggiamento nei riguardi di coloro che vogliono vivere una vita retta facendo le giuste scelte.

Oggi viviamo in un’epoca molto particolare: l’avvento di internet ha accorciato le distanze, e possiamo essere presenti, seppur virtualmente, nelle vite di amici che vivono a migliaia di km di distanza.

Le informazioni viaggiano libere in rete e tutti possono accedervi. La conoscenza è diventata di pubblico dominio.

Allo stesso tempo, però, siamo costantemente distratti da social network, cellulari, persone che ti dicono quali mode seguire e quali cose fare, indossare, comprare.

Quel palazzo ben delimitato nel sogno di Lehi, è diventato un luogo indefinito, senza più confini. Ognuno può esprimere la propria opinione, e vedere come essa raggiunga anche chi non si conosce.

E ogni volta che proviamo ad esprimere un nostro pensiero su un social network, soprattutto quando si tratta di argomenti spirituali, c’è qualcuno che commenta mettendo in ridicolo ciò che diciamo, oppure attaccandoci, facendoci quasi sentire in colpa per ciò che sentiamo e proviamo, per quello che siamo e facciamo, proprio come coloro che, dopo aver mangiato il frutto dell’albero, venivano derisi.

Ciò che è buono, ciò che è migliore, ciò che è eccellente

Il sogno di Lehi_2Nel 2007, anziano Dallin H. Oaks, ha tenuto un discorso che parlava proprio di tutto quello che possiamo fare, nella nostra vita, per seguire il sentiero del Vangelo.

Viviamo in un’epoca in cui c’è poca pace, in cui un rumore di fondo costantemente presente nelle nostre vite, ci distrae dalle cose più importanti.

E spesso, le cose che ci distraggono, non sono necessariamente negative o cattive. Possono essere anche cose buone che, però, ci tengono lontani da cose ancora più meritevoli.

Il tempo che abbiamo a disposizione per compiere le nostre azioni è limitato, e decisamente inferiore rispetto al numero di cose buone che potremmo fare.

Ecco quello che ha detto anziano Oaks:

“Se analizziamo le nostre scelte, dovremmo ricordare che non è sufficiente che una cosa sia buona. Altre scelte sono migliori, tuttavia ve ne sono altre che sono eccellenti.

Anche se una particolare scelta è più costosa, il suo valore la rende di gran lunga la scelta migliore di tutte.

Prendiamo in considerazione l’uso del nostro tempo nelle scelte che facciamo quando guardiamo la televisione, giochiamo ai videogame, navighiamo su Internet o leggiamo libri e riviste.

È certamente buono intrattenere sane attività ricreative o ottenere informazioni interessanti; ma non tutto vale la porzione della nostra vita che diamo in cambio per ottenerla.

Certe cose sono migliori e altre sono eccellenti …Certi utilizzi del tempo individuale e familiare sono buoni, altri sono migliori.

Dobbiamo rinunciare a delle cose buone per poterne scegliere altre che sono migliori o eccellenti perché sviluppano la fede nel Signore Gesù Cristo e rafforzano la famiglia”.

Questo è quanto avviene costantemente nelle nostre vite.

Abbiamo tante cose buone da fare, ma spesso ci perdiamo e non abbiamo il tempo di fare le cose eccellenti, che ci aiutano a progredire, imparare, aiutare gli altri nelle loro vite, salvare la nostra anima ed aiutare i nostri fratelli e le nostre sorelle a fare altrettanto.

Veniamo distratti e perdiamo di vista la meta, come coloro che camminano nella bruma tenebrosa del sogno di Lehi.

Vivere il Vangelo in modo scrupoloso

L'albero della vita

history.lds.org

Durante l’ultima conferenza, sorella Becky Craven, seconda consigliera della Presidenza Generale delle Giovani Donne, ha tenuto un discorso dal titolo “Scrupolosi o superficiali?” che mi ha colpito molto.

Ella ha detto:

“La visione dell’albero della vita ci mostra come gli effetti della superficialità possono allontanarci dal sentiero dell’alleanza.

Considerate che la verga di ferro e il sentiero stretto e angusto, ossia il sentiero dell’alleanza, portavano direttamente all’albero della vita, dove tutte le benedizioni offerteci dal nostro Salvatore e dalla Sua Espiazione sono a disposizione dei fedeli.

Nella visione, inoltre, era presente un fiume d’acqua che rappresentava la sozzura del mondo. Le Scritture dicono che questo fiume “scorreva là accanto” e tuttavia solo “vicino” all’albero, senza portare all’albero.

Il mondo è pieno di distrazioni che possono ingannare persino gli eletti, inducendoli a vivere con superficialità le proprie alleanze e conducendoli pertanto vicino all’albero, ma non ad esso.

Se non siamo scrupolosi nell’osservare con precisione le nostre alleanze, il nostro impegno superficiale alla fine ci porterà su cammini proibiti oppure dentro all’edificio grande e spazioso insieme a coloro che vi sono già entrati.

Se non siamo attenti, potremmo anche annegare nelle profondità di un fiume immondo.

C’è un modo scrupoloso e un modo superficiale di fare ogni cosa, anche di vivere il Vangelo. Se pensiamo al nostro impegno verso il Salvatore, siamo scrupolosi o superficiali?”

Ho letto diverse volte questo discorso. Ho letto e riletto le parole riguardanti il sogno di Lehi, l’albero della vita ed il simbolismo in esso contenuto, ed ogni volta mi sono chiesta: “Come vivo il Vangelo?

In modo superficiale o scrupoloso?”. Come molti, spesso mi perdo in ciò che è buono, rendendomi poi conto di non aver avuto il tempo di fare ciò che è eccellente.

Leggere un libro può essere una cosa buona, dedicare del tempo ad una sorella che ha bisogno di parlare perché sta attraversando un brutto momento, è una cosa migliore.

Mi rendo conto che siamo tutti sovraesposti a questa massiva comunicazione virtuale, e che riceviamo notifiche in continuazione dal pc, dal cellulare etc.

Intessiamo rapporti basati sui messaggi, senza più parlarci di persona, illudendoci di essere presenti nelle vite altrui, ma rendendoci poi conto di non esserci stati nei momenti davvero importanti.

Questa continua presenza di persone virtuali nella nostra vita è stancante. L’essere sempre raggiungibili assorbe le nostre energie ed abbassa il nostro livello di attenzione verso le cose migliori.

Perdiamo la nostra concentrazione, sopraffatti da troppe cose che invadono il nostro tempo in qualunque momento.

Quindi cosa possiamo fare? Personalmente, provo a scegliere le mie attività chiedendomi quali siano quelle migliori, quelle che possono darmi di più e dare di più a coloro che ho intorno.

Delimito il tempo durante il quale vengo “bombardata” dalle notifiche, impedendo così al mondo esterno di entrare nella mia vita, e nelle attività per le quali ho bisogno di concentrazione.

Provo a seguire i consigli dei dirigenti, senza se e senza ma.

Non è facile essere scrupolosi, perché siamo sempre pronti a trovare una scorciatoia, vivendo con un po’ di superficialità il Vangelo, ma questo non ci farà arrivare alla meta.

Tenerci saldi alla verga di ferro, camminare lungo quel sentiero, superare la bruma, non lasciarci cadere nel fiume che costeggia l’albero ma che non ci conduce ad esso, è difficile ed impegnativo.

Ma abbiamo Gesù Cristo dalla nostra parte. Abbiamo i nostri fratelli e le nostre sorelle.

E alla fine, per quanto sia difficile portare a compimento quel percorso, per quanti sacrifici questo richieda, ne varrà sicuramente la pena, perché donerà gioia alle nostre vite, a quelle di coloro che amiamo, e ci porterà verso la vita eterna, alla presenza del nostro Padre Celeste.