“E se gli uomini vengono a me, mostrerò loro la loro debolezza. Io do agli uomini la debolezza affinché possano essere umili; e la mia grazia basta a tutti gli uomini che si umiliano dinanzi a me; poiché, se si umiliano dinanzi a me, e hanno fede in me, allora farò in modo che le cose deboli divengano forti per loro”. (Ether 12:27)

Come la grazia di Cristo ci aiuta a superare la debolezza?

In Ether 12, il profeta Moroni ha detto al Signore di essere preoccupato che il Libro di Mormon potesse non essere tanto buono quanto egli aveva sperato, a causa delle sue proprie imperfezioni e della sua debolezza nella scrittura. In risposta, il Signore disse a Moroni che “se gli uomini vengono a me, mostrerò loro la loro debolezza.

Io do agli uomini la debolezza affinché possano essere umili; e la mia grazia basta a tutti gli uomini che si umiliano davanti a me; poiché se si umiliano dinanzi a me, e hanno fede in me, allora farò in modo che le cose deboli divengano forti per loro”.

Capire questo versetto può aiutare tutti noi a sapere come accedere all’aiuto di Dio e permettere alla grazia di Cristo di sostenerci attraverso le nostre difficoltà nella vita (Per un’approfondita discussione di questo versetto, vedere Carolyn J. Rasmus, “Le cose deboli fatte forti nel quarto Nefi attraverso Moroni, da Sion alla distruzione”, ed. Monte S. Nyman e Charles D. Tate Jr., Provo, Centro Studi Religiosi, Brigham Young University, 1995).

Cristo ha detto a Moroni che se gli uomini fossero venuti a Lui, Egli avrebbe mostrato loro la loro “debolezza”.

Alcuni potrebbero supporre che Cristo ci mostrerà le nostre debolezze. Notate, tuttavia, che il Signore usa la parola debolezza, non debolezze. Infatti, gli autori del Libro di Mormon non hanno mai usato la parola “debolezze”.

Invece usano il singolare perché non parlano di una specifica debolezza che una persona può avere, ma della condizione dell’essere debole.

Helaman, per esempio, ha dichiarato che “Dio ci libererà, nonostante la debolezza dei nostri eserciti” (Alma 58:37). In questo passaggio, Helaman chiarisce che non si riferisce ad una specifica debolezza che hanno tutti coloro presenti nel suo esercito.

Piuttosto, si riferisce al minor numero di soldati del suo esercito rispetto alla dimensione dell’esercito lamanita. Questo concetto sembra essere ciò a cui Moroni si riferisce anche in Ether 12.

Moroni ha affermato che, rispetto agli scritti Jarediti, “quando scriviamo noi Nefiti vediamo la nostra debolezza e inciampiamo nel disporre le parole”.

Il Signore ha risposto: “Gli stolti si burlano, ma faranno cordoglio; e la mia grazia è sufficiente per i miti, cosicché non approfitteranno della vostra debolezza” (Ether 12:25-26) (Royal Skousen ha osservato che il versetto spiega che l’amore di Dio porta le persone a Cristo e le aiuta a superare la debolezza della mortalità.

Vedere “Analisi delle varianti testuali del Libro di Mormon: Parte 6, 3 Nefi 8 – Moroni 10, seconda edizione, Progetto di testo critico del libro di Mormon, volume 4, Provo, FARMS e BYU Studies, 2017).

Guardando Ether 12:27 con il versetto di Alma in mente, diventa chiaro che si sta parlando della debolezza che tutte le persone sperimentano nella mortalità, non delle debolezze specifiche che Dio ci dà.

Il Signore permette alle persone di sperimentare questa debolezza associata alla mortalità “affinché siano umili” (Ether 12:27). Il Signore allora chiarisce che questa umiltà è essenziale se vogliamo sperimentare la grazia nella nostra vita: “la mia grazia è sufficiente per tutti gli uomini che si umiliano davanti a me”.

È significativo che il testo non dica semplicemente “la mia grazia è sufficiente per tutti”. La grazia di Cristo è solo pienamente efficace nella vita di tutti quelli che “si umiliano davanti a Lui”.

Il Libro di Mormon insegna che la grazia è condizionata dal fatto che l’individuo abbia l’umiltà di accettarla. Ad esempio, 2 Nefi 10:24 afferma: “Dopo che vi siete riconciliati con Dio, è solo per la grazia di Dio che sarete salvati”.

Ciò implica che gli uomini e le donne devono prima riconciliarsi con Dio umiliando sé stessi, per sperimentare la grazia di Cristo. Quando la gente si umilia davanti a Dio e ha fede in Lui, Cristo ha promesso che farà diventare “le cose deboli, forti per loro”.

Nell’Antico Testamento anche il concetto di grazia portò con sé l’idea di forza. Lo vediamo in Neemia 9:32 in cui la parola ebraica per “la grazia di Dio” viene usata in parallelo con “il grande, il potente e il terribile Dio”, sottolineando il potere e la forza come parte della grazia di Cristo (vedere Isaia 40:6, dove la parola “carità” si riferisce alla forza dell’erba: il versetto successivo osserva che l’erba non ha alcuna forza).

Si può anche vedere questo Concetto in Giacobbe 4:6-7, che afferma che coloro che hanno fede adeguata “possono comandare nel nome di Gesù e perfino gli alberi ci obbediscono, o i monti o le onde del mare”.

Così, quando Moroni afferma che le cose deboli possono diventare forti per mezzo della grazia, questo avviene perché la grazia stessa è associata alla forza.

Dottrina e Principi

Gesù Cristo camina coi bambiniQuando comprendiamo che l’uso della parola “debolezza” nel Libro di Mormon indica la condizione di essere deboli più di quanto vorremmo essere, una condizione che tutti noi sperimentiamo nella vita, Ether 12:27 assume un nuovo significato.

Tutti noi sperimentiamo la condizione di debolezza che fa parte dell’essere umano e questo è un invito all’umiltà. Nella nostra umiltà, riconosciamo che la nostra condizione debole e caduta apre la porta alla grazia di Cristo nella nostra vita (Bruce C. Hafen, “Grazia”, Enciclopedia del Mormonismo, ed. Daniel H. Ludlow, New York, Macmillan, 1992).

In ultima analisi, “quando veniamo a Lui nella fede, il Salvatore ci rafforza per sopportare i nostri oneri e compiere compiti che non potremmo fare da soli”.

Se ci umiliamo e veniamo a Cristo, Egli ci aiuterà a superare la nostra “debolezza” attraverso la Sua grazia e la Sua potenza.

Poiché la grazia è così strettamente connessa alla forza, possiamo tutti essere rafforzati dalla grazia di Cristo ed avere fede che noi, come “cose ​​deboli”, possiamo diventare forti (M. Catherine Thomas, “Un modo più eccellente – libro di Mormon Parte 2: da Alma 30 a Moroni”, ed. Kent P. Jackson, Salt Lake City, Deseret Book, 1988).

La condivisione di un rapporto di alleanza con il Signore ci dà accesso a delle abilità oltre le nostre proprie capacità, grazie alla Sua forza e alla Sua misericordia.

Come ha affermato l’anziano David A. Bednar: “Così l’aspetto abilitante e rafforzante dell’Espiazione ci aiuta a vedere, a fare e a diventare buoni in modi che non potremmo mai riconoscere o realizzare con la nostra limitata capacità mortale.

Voglio testimoniare che il potere abilitante dell’Espiazione del Salvatore è reale” (David A. Bednar, “Nella forza del Signore”, Liahona, novembre 2004, pag. 77).

Questo articolo è stato pubblicato sul sito knowhy.bookofmormoncentral.org e tradotto da Cinzia Galasso.