I quattro Vangeli del Nuovo Testamento incentrano buona parte della narrazione della vita di Gesù Cristo sulla Sua ultima settimana, chiamata spesso “settimana della Passione”, in cui compì l’espiazione nel Giardino del Getsemani.
I Vangeli di Marco, Matteo e Luca sono tutti stati scritti seguendo il modello delle biografie antiche.
Nelle biografie antiche, i compilatori si preoccupavano maggiormente di ritrarre le caratteristiche chiave più emulabili, lodevoli e rappresentative della vita dell’eroe.
In genere, le antiche biografie non riportavano i dettagli della vita dell’eroe, piuttosto si concentravano su pochi eventi chiave, specialmente quelli che conducevano alla sua morte.
I Vangeli del Nuovo Testamento seguono questo schema, in particolare Marco, Matteo e Luca.
La maggior parte delle loro parole si concentra sull’ultima settimana di vita di Gesù, con particolare attenzione al modo in cui è morto e alla sua inaspettata e trionfale risurrezione.
Ognuno dei quattro Vangeli riporta che Gesù soffrì dolori atroci nel Giardino del Getsemani. Perché soffrì così tanto in quel luogo? Che cosa possiamo imparare su Gesù e sul Suo amore per noi dalla scelta del luogo in cui soffrì?
Perché soffrire in un giardino?
Quando Dio creò la terra e dichiarò che ogni cosa fosse buona, pose Adamo ed Eva in un giardino, con il comandamento di prendersene cura e non mangiare il frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male (Genesi 1-3).
Come tutti sappiamo, Adamo ed Eva, ingannati dal diavolo, mangiarono il frutto proibito e vennero scacciati dalla presenza di Dio, rimossi dal giardino e mandati a faticare e soffrire in un mondo decaduto.
Dopo la caduta, Dio strinse delle alleanze con i Suoi profeti (come Abrahamo) e con il Suo popolo scelto (i figli d’Israele) per preparare questi ultimi ed il mondo ad essere redent dagli effetti dell’allontanamento dalla presenza di Dio nel giardino santo.
Queste alleanze divine venivano spesso strette o rinnovate sulla cima delle montagne (templi simbolici) o nei templi (giardini simbolici) per rappresentare il ritorno alla condizione paradisiaca nel giardino che Dio aveva creato al principio.
Poiché non saremmo mai potuti tornare nel giardino di Dio da soli, avevamo bisogno di un mediatore, un costruttore di ponti, un guardiano del giardino che possedesse le chiavi per aprirne le porte, che ci portasse al Giardino e ci facesse entrare.
Gesù soffrì in un giardino affinché potesse ricondurre tutti a QUEL giardino, alla presenza di Dio.
Perché il Giardino del Getsemani?
Di tutti i giardini in cui avrebbe potuto soffrire, e ve ne erano molti attorno a Gerusalemme e nella terra d’Israele, perché Gesù scelse il Getsemani?
Vi sono molte ragioni meravigliose e simboliche. Ne citeremo alcune di seguito.
Primo: sappiamo che Gesù sarebbe sceso al di sotto di tutte le cose.
Il Giardino del Getsemani era situato alle pendici della valle tra la città santa di Gerusalemme e il monte degli Ulivi, da cui Gesù in seguito ascese in cielo.
Simbolicamente, il giardino del Getsemani era un punto basso vicino Gerusalemme.
Secondo: nelle vicinanze scorreva il ruscello Kidron.
Questo ruscello veniva usato per lavare via il sangue degli animali sacrificali dal tempio (uno degli scarichi del tempio potrebbe essere arrivato in questo punto).
Gesù, in qualità di vero agnello sacrificale, potrebbe aver lavato parte del suo sangue al ruscello Kidron, vicino al Giardino del Getsemani.
Durante la Pasqua ebraica, migliaia di agnelli sarebbero stati sacrificati al tempio.
Il sangue e l’acqua che scendevano dal tempio avrebbero creato un ruscello scuro e torbido. Infatti, la parola “Kidron” significa “essere scuro”, forse a causa del sangue sacrificale che scorreva nel suo corso.
Terzo: il significato della parola Getsemani è “frantoio”, altamente significativo e simbolico dell’Espiazione di Gesù Cristo.
Il Giardino del Getsemani è il luogo in cui le olive venivano spremute per ricavarne l’olio. L’olio d’oliva, a mio avviso, è il miglior simbolo materiale per rappresentare il sangue espiatorio di Gesù Cristo.
Nel Giardino del Getsemani, Gesù è stato “spremuto” sotto l’estrema pressione delle sue sofferenze per tutti noi, tanto che, come le olive trasudano l’olio in gocce, così Gesù trasudò gocce di sangue da ogni poro.
Quando le olive vengono pressate con estrema pressione, l’olio che ne fuoriesce è di un colore rossastro, simile al sangue.
Il processo di spremitura delle olive come simbolo delle sofferenze di Gesù
Imparai per la prima volta questo fatto sorprendente quando ero uno studente del Centro BYU di Gerusalemme alcuni anni fa.
Avevamo raccolto le olive dagli ulivi del Centro e ci eravamo preparati a fare l’olio che avremmo potuto consacrare come olio sacerdotale per le unzioni.
Il giorno della spremitura delle olive per l’estrazione dell’olio, mi recai alla stazione di spremitura. Le olive venivano schiacciate tra una vite a pressione e la bellissima pietra calcarea bianca di Gerusalemme.
Quando mi avvicinai, mi mancò il respiro. Mi sembrò di vedere del sangue che colava sulla roccia calcarea bianca, come se una vittima sacrificale stesse dando la vita.
Ero esterrefatto. Non avevo idea che l’olio delle olive venisse fuori di color rosso sangue prima di diventare del bel verde dorato che conosciamo bene.
Il Giardino del Getsemani è il Frantoio in cui Gesù spremette il sangue della Sua Espiazione. In un istante, la realtà simbolica dell’olio d’oliva mi rimase impressa nell’anima.
Compresi perché re e regine, profeti e profetesse, sacerdoti e sacerdotesse nell’antichità (e ancora oggi) venivano unti con l’olio.
Cosa più importante, compresi immediatamente perché usiamo l’olio nelle benedizioni del sacerdozio: abbiamo fede che il sangue espiatorio di Gesù ci guarisca spiritualmente e fisicamente.
Il simbolo del Suo sangue espiatorio è posto sul nostro corpo come promemoria e invito reale, presente e fisico a fidarsi di Lui e a confidare nel Suo sangue salvifico.
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Gesù avrebbe potuto soffrire ovunque, ma scelse il meraviglioso e simbolicamente significativo giardino del frantoio, il Getsemani, per invitarci e preparare la via affinché possiamo tornare nel regno celeste di Dio.
Questo articolo è stato originariamente scritto da Taylor Halverson ed è stato pubblicato su ldsliving.com, intitolato Stunning Symbolism Behind the Garden of Gethsemane. Italiano ©2023 LDS Living, A Division of Deseret Book Company | English ©2023 LDS Living, A Division of Deseret Book Company.
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