Chi di noi è sempre stato pienamente soddisfatto del proprio aspetto esteriore? E chi di noi riesce a vedere sé stesso nel modo in cui ci vede Dio?

A volte mi sono chiesta se ci sia qualcuno che non abbia mai desiderato avere un naso più fine, dei denti più dritti, una taglia in più o in meno, o qualche centimetro di altezza in più.

Quando ero un’adolescente, trovavo nel mio aspetto esteriore molti difetti. Ricordo, in modo buffo, quanto fossi fissata per le mie orecchie. Ero convinta che fossero enormi e trovavo ogni modo possibile per coprirle.

Ancora oggi mi chiedo come abbia fatto a sopportare le calde estati con i capelli perennemente sciolti!

Tuttavia, mi rendo conto che molte persone, soprattutto gli adolescenti, affrontano una simile sfida, senza rendersi conto che avere un’immagine negativa del proprio corpo potrebbe impedirci di sviluppare il nostro pieno potenziale.

Tutto quello che ho dovuto imparare è stato comprendere il valore che il mio corpo ha a prescindere dai difetti fisici. Non dico che sia stato un processo semplice, ma mi ha cambiato la vita.

Quanto siamo consapevoli del nostro valore?

Quanto siamo consapevoli del nostro valore?La nostra cultura tende ad oggettificare il corpo umano.

Ci insegna a vedere le persone prima come oggetti e poi propriamente come persone, e questo ci spinge a giudicarle e attribuirgli un valore secondo il modo in cui si presentano fisicamente.

Tutto questo porta ad una visione negativa del corpo perché lo vediamo come la cosa più importante e tendiamo a valorizzarlo esteriormente per sentirci felici.

Molti di noi si paragonano agli influencers e le celebrità che vedono continuamente sui social media e che rispecchiano i nostri ideali. Quello che non vediamo è quanto ci sia dietro, dall’editing digitale alla chirurgia estetica.

“Il New York Times, dopo aver intervistato un campione di ragazze e ragazzi in età comprese tra i 14 e i 19 anni, ha reso noto che essi si dimostrano consapevoli del fatto che la società, a dispetto della loro intelligenza e altre indubbie qualità, continui ad attribuire loro un qualche valore principalmente sulla base della loro capacità di apparire attraenti.

Gli studi in merito, quando vanno alla ricerca di riscontri più “oggettivi”, confermano appieno questa loro sensazione: se si tratta di assumere una donna, la prima cosa che un selezionatore va a guardare è il suo aspetto – secondo un esperimento condotto dall’University of the West Scotland – mentre questo non avviene quando il candidato è un uomo; quando l’oggetto della ricerca è il peso, scopriamo che, a parità di competenze, le persone con taglie forti sono discriminate nel mondo del lavoro”.1

“Tutti gli studi sull’argomento confermano un aumento nei media (video musicali, pubblicità, videogiochi, siti internet) di immagini sessualizzate e confermano che la stragrande maggioranza di queste immagini riguardano soggetti di sesso femminile.

Ricerche condotte sui video musicali, ad esempio, ci dicono che il 71% delle donne presenti, contro il 35% degli uomini, è abbigliato in modo provocante o è nudo; mentre le ricerche a proposito dei film ci dicono che, sebbene la maggioranza dei personaggi presenti nelle pellicole sia di sesso maschile, i nudi femminili superano i nudi maschili con un rapporto di 4 a 1.

Le ricerche sui video games ci dicono che sono pochissimi i personaggi di sesso femminile (14%) e la maggioranza di questi presenta un abbigliamento con profonde scollature.

La Sport England, agenzia governativa per lo sport, ha lanciato uno spot e una campagna per incoraggiare le ragazze a dedicarsi ad un’attività sportiva dopo che una ricerca aveva rilevato che il 75% delle donne intervistate sul perchè non praticava attività fisica, ha dichiarato che lo avrebbe fatto volentieri, ma che preferiva astenersi a causa della paura di essere giudicati per il proprio aspetto. […]

Chi insegna loro a darsi o non darsi il permesso di fare qualcosa sulla base del modo in cui rischiano di apparire agli occhi degli altri?

Perchè una percentuale tanto alta sceglie di rinunciare a giocare una partita di calcetto con le amiche o a frequentare una lezione di zumba pur di non mostrare una coscia troppo tornita, un addominale non ben delineato o i capelli fuori posto?” 2

Il vero valore del nostro corpo

Il vero valore del nostro corpoIl nostro corpo è un dono sacro del nostro Padre Celeste. Grazie al nostro corpo, il nostro spirito ha avuto un mezzo per venire su questa Terra a compiere un glorioso scopo. Grazie ad esso, possiamo gioire di questa vita.

Possiamo provare gioia e dolore, possiamo servire il nostro prossimo, edificarlo e farlo sentire di valore. Abbiamo una missione divina e unica da compiere sulla Terra e siamo stati benedetti con i talenti necessari per compierla.

Quando impariamo a vedere il nostro corpo alla maniera di Dio, ci rendiamo conto del suo valore infinito, un valore che va al di là di quella che viene giudicata essere la bellezza esteriore dalla società.

Sorella Marjorie Pay Hinckley disse:

“Non voglio arrivare all’ingresso del paradiso guidando una macchina sportiva sfavillante, indossando bellissimi abiti su misura, i miei capelli abilmente pettinati e con unghie lunghe e perfettamente curate.

Voglio salire su una station wagon con il fango sulle ruote per aver portato i bambini al campo scout.

Voglio essere lì con una sbavatura di burro di arachidi sulla camicia per avere preparato i panini per i figli del vicino ammalato.

Voglio essere lì con un po’ di sporco sotto le unghie per avere aiutato a togliere le erbacce dal giardino di qualcuno.

Voglio essere lì con i baci appiccicosi dei bambini sulle mie guance e le lacrime di un amico sulla spalla.

Voglio che il Signore sappia che ero davvero qui e che ho vissuto davvero.”

Adoro come sorella Hinckley abbia messo in risalto il vero valore del nostro corpo, come mezzo per servire gli altri, piuttosto che per attirare attenzione su noi stessi.

Tuttavia, non valutare il nostro corpo semplicemente come un mezzo di attrazione, non significa non avere il dovere di prendersene cura. Infatti, in quanto dono di Dio, abbiamo la responsabilità di trattarlo con amore, attenzione e cura.

“Non sapete voi che siete il tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi?… Il tempio di Dio è santo e questo tempio siete voi” (1 Corinzi 3:16-17).

Il giudizio della società non può e non deve eguagliare il giudizio di Dio. Satana vuole che siamo infelici a causa del nostro corpo (“Possiamo fare meglio ed essere migliori”, Russell M. Nelson, conferenza generale di aprile 2019). 3

Una visione corretta di chi siamo dipende da quali occhi usiamo per vedere.

4 suggerimenti per vedere noi stessi attraverso gli occhi di Dio

gli occhi di Dio

  1. Guarda il tuo corpo come uno strumento, non un ornamento. Pensa al tuo corpo come ad uno strumento per godere della vita nel modo che Dio vuole, non solo come qualcosa da essere ammirato. Concentrati su come ti senti e cosa puoi fare.
  2. Prova a fare una pulizia o un digiuno dai social media. Prova a prenderti una pausa dai social media e pianifica cosa avrai intenzione di guardare quando li riaprirai. Le immagini che vedi o i profili che segui ti fanno provare ansia o vergogna del tuo corpo? Tendono a sminuire le persone? Se è così, hai il potere di non seguirle più, rimuoverle e riempire la tua home con ciò che è buono.
  3. Prenditi la responsabilità dei tuoi pensieri e delle tue azioni. A prescindere da ciò che tutti gli altri indossano o fanno, tu puoi decidere di vederli come persone e non come oggetti. Rispetta la libertà degli altri di fare scelte diverse dalle tue e trattali con dignità.
  4. Unisci le forze con gli altri per fare meglio ed essere migliore. Chiedi ad amici e familiari di unirsi a te per respingere conversazioni e media che tendono ad oggettificare. Parla dell’importanza di vedere te stesso e gli altri come qualcosa di più di un corpo e confermalo attraverso il modo in cui parli di te stesso e degli altri.

L’anziano Jeffrey R. Holland, durante la conferenza generale dell’ottobre 2005 ha dichiarato:

“Vi supplico, giovani, di accettare di più voi stessi, con la vostra corporatura e il vostro stile, desiderando meno di assomigliare a qualcun’altro. Siamo tutti diversi.

Alcuni sono alti, altri sono bassi. Alcuni sono rotondi, altri sono snelli. Quasi tutti, prima o poi, desiderano essere ciò che non sono, ma ‘non potete vivere preoccupandovi che il mondo vi punti gli occhi addosso.

Quando lasciate che le opinioni della gente vi mettano in imbarazzo, avete gettato via il vostro potere… Il segreto per sentirsi [a proprio agio] è ascoltare sempre la propria coscienza, [il vostro vero essere]’”.

  1. https://ilricciocornoschiattoso.wordpress.com/2019/06/05/uniniezione-di-ottimismo/
  2. https://ilricciocornoschiattoso.wordpress.com/2016/01/22/ipersessualizzazione-e-auto-oggettificazione/
  3.  Come incoraggiato dal Presidente Russell M. Nelson: “La partecipazione delle sorelle al raduno di Israele”, conferenza generale di ottobre 2018.