Mi ricordo di essermi seduta con un’amica che una volta mi ha detto che non vedeva l’ora di sposarsi nel tempio, ma che sperava di stare con qualcuno che apprezzava il bere un bicchiere di vino ogni tanto assieme a lei.

Mi appoggiai allo schienale un po’ perplessa. Nella mia testa pensavo. “non è così che funziona”.

Dopo aver sentito il suo commento, mi sentii superiore per un momento. Questa ragazza non comprende il Vangelo come lo comprendo io. Questa ragazza non sa come funziona. Io capisco i comandamenti.

Recentemente ho riflettuto su due esperienze personali in preparazione di un discorso che ho tenuto settimana scorsa, e mi ha fatto rendere conto che mi sbagliavo rispetto al quanto io pensassi di aver compreso l’obbedienza ai comandamenti.

Le mie esperienze

La prima esperienza fu una gita attraverso il parco di Yellowstone. Le sezioni del parco che sono le più turistiche sono quelle con i geysers e le fonti di acqua bollente. Queste aree sono anche delineate con dei percorsi in cui viene richiesto ai visitatori di rispettarli per la loro sicurezza.

geysers-yellowstone

Mentre camminavo lungo il sentiero guardavo l’area attorno a me e pensavo: “ci sono un sacco di altri posti che potrei vedere ed essere tranquillamente al sicuro mentre cammino. Non so perché devo stare in questo percorso quando potrei divertirmi di più e stare bene lì”.

Alcuni mesi dopo, stavo guardando Facebook ed ho notato un articolo che parlava di una donna che si era convertita alla Chiesa e si era battezzata all’età di 96 anni. Il mio primo pensiero fu:

“E’ così ingiusto, ha potuto vivere tutta la sua vita come voleva e poi s’è ripulita giusto vicino alla fine!”

Entrambe le mie reazioni dimostrano una fondamentale incomprensione della natura di ciò che il Signore ci chiede di fare in questa vita che potrebbe essere distruttiva della crescita spirituale quanto sperare di poter godere del tempio di martedì e del vino rosso di mercoledì.

I miei nel parco di Yellowstone, i quali mi sono subito sembrati un po’ troppo familiari (probabilmente ho giù avuto quel pensiero da qualche parte in precedenza…) trascurando il fatto che il percorso è stato costruito da qualcuno che conosce i pericoli e conosce i sentieri meglio di me.

Molti si sono feriti severamente o perfino morti nel parco di Yellowstone perché pensavano di poter semplicemente fare attenzione al posto di accettare la guida di qualcuno che aveva il quadro completo.

La mia silenziosa gelosia della conversione di questa cara signora di 96 anni ignorando completamente il fatto che questa donna ha dovuto prendere tutte le decisioni importanti della sua vita senza il supporto o la pace dello Spirito Santo.

Ha assistito alla morte di amici e persone amate senza sapere se li avrebbe mai rivisiti di nuovo. Ha vissuto quasi un secolo senza sapere come poter accedere al potere dell’Espiazione.

I comandamenti non dovrebbero essere una scocciatura o un peso. Se da qualche parte dentro di voi pensate che sono soltanto dei cerchi da saltare o che quando le altre persone li ignorano e sembra che gli vada comunque bene, allora magari vuoi cercare di cambiare il tuo atteggiamento (sto lavorando per cambiare il mio).

L’Anziano L. Tom Perry ha detto:

Un modo utile di pensare ai comandamenti è quello di considerarli affettuosi consigli di un Padre Celeste saggio e onnisciente. Il Suo obiettivo è la nostra felicità eterna e i Suoi comandamenti sono la guida che ci ha dato per tornare a Lui”.

Non penso di essermi mai davvero seduta a pensare a questo.

Se qualcuno che è davvero fedele, onnisciente e completamente puro di intenti, venisse da voi e vi dicesse che il Suo desiderio più caro sarebbe quello che voi possiate trovare la gioia più incredibile di tutte e che poi dicesse:

“Questo è il modo per averla”. Di certo, faresti quello che Egli dice [felicemente e con gratitudine].

Osservare i comandamenti

Quindi perché molto spesso siamo così riluttanti nell’osservare i comandamenti? Perché a volte scegliamo quali comandamenti prendere sul serio? Perché ci riserviamo di sforzarci solamente nei giorni in cui “ce la sentiamo”?

Gesù Cristo e i bambini

Quando mio zio era un ragazzino, aveva un lavoretto nella consegna dei giornali. Immagino che all’inizio ne era molto felice, nel modo in cui ogni ragazzo è felice nell’avere il primo pezzetto di indipendenza e soldi in tasca.

Ma poi arrivò l’inverno e dovette pedalare nella neve, sul ghiaccio e nel buio.

Alla fine disse a suo padre (mio nonno) che voleva smettere. Voleva gettare la spugna. La risposta di mio nonno, che è diventata un mantra di famiglia, è stata:

“Puoi mollare durante l’estate quando è facile, ma non durante l’inverno quando è difficile”.

Se il vangelo è vero nei giorni in cui “ce la sentiamo”, allora è ancora vero nei giorni difficili.

Infatti, sto iniziando ad imparare i modi in cui i comandamenti forniscono una struttura con la quale possiamo tenere la nostra vita equilibrata continua – formare delle abitudini che ci rendono più simili a Cristo – abitudini che possiamo continuare ad avere anche in quei giorni in cui ci sentiamo lontani dallo spirito.

Se si leggono le scritturo ogni singolo giorno, anche quando non ti senti felice di farlo, troverai che la tua testimonianza ha un terreno molto più fertile sul quale crescere rispetto a quando aspetti solo che faccia effetto l’ispirazione.

E’ l’abitudine che ti porterà lo Spirito, non lo Spirito che ti porterà l’abitudine.

C.S. Lewis lo ha detto in un altro modo.

Nel suo libro, Le lettere di Berlicche, un diavolo anziano ha una corrispondenza continua con suo nipote riguardo ai metodi migliori per poter tentare e intrappolare gli umani.

La lettera che mi è sempre rimasta in testa è quella in cui parla di questo fenomeno della vita umana che è piena di estati e di inverni.

Pensereste che questi diavoli avrebbero maggiore possibilità quando un umano è al punto più basso, ma Berlicche avvisa suo nipote che questo potrebbe non essere il caso:

È durante tali periodi di elevazione, che la creatura diventa di quel genere che Egli desidera che sia. Donde le preghiere offerte in uno stato di aridità sono quelle che più gli sono gradite.

Noi possiamo trascinare i nostri ammalati con una continua tentazione perché noi li destiniamo solo alla tavola, e maggiori saranno le interferenze con la loro volontà e meglio sarà.

Egli non può “tentare” alla virtù come noi tentiamo al vizio.

Egli vuole che essi imparino a camminare, e perciò deve tirar via la mano; e purché ci sia veramente la volontà di camminare, Egli sembra gradire perfino il loro inciampare. Non ingannarti, Malacoda.

La nostra causa non è mai in maggior pericolo di quando un essere umano, senza più desiderio ma ancora con l’intenzione di fare la volontà del nostro Nemico, si guarda intorno e scorge un universo dal quale ogni traccia di Lui sembra essere svanita, e si chiede perché è stato abbandonato, e tuttavia continua a ubbidire.

Se in quei momenti di confusione, di pigrizia, o di disillusione o dubbio scegliamo ancora di venire al Signore in Preghiera, abbiamo mostrato al diavolo dove giace la nostra lealtà – con Colui il quale è possente nel salvare.

Dio è immutabile. Siamo noi quelli che siamo mutabili. Ma con il Suo aiuto, possiamo cambiare e diventare di più, come Lui, e probabilmente una versione più felice di noi stessi.

Anche L’Anziano Hugh B. Brown, un apostolo del Signore, ha provato questi periodi di picco spirituale. Lui ci ha detto:

“A volte ho dovuto prendere me stesso per mano ed ordinare alle mie ginocchia di piegarsi, alla mia testa di chinarsi, al mio spirito di essere contrito.

Ma di questo io porto testimonianza, che ho potuto vedere prospettive più distanti mentre ero inginocchiato che mentre stavo in piedi ben dritto.

In qualche modo il piegare le ginocchia sembra aver aperto gli infissi dell’anima e di mettere le lenti della fede a fuoco”.

Quale conforto è il sapere che il bisogno di prendervi per mano e di comandare alle vostre ginocchia di piegarsi non capita solo a voi. E’ parte e fa parte del pacco di tutta l’esperienza mortale.

E’ in quei momenti che diventiamo la persona che il Signore vorrebbe che noi fossimo.

C’è qualcun altro che arrivò in un momento della Sua vita in cui “si guardò intorno in un universo in cui ogni traccia di Suo padre sembrò essere svanita” e chiese perché Egli era stato abbandonato.

Poiché egli scelse di obbedire in quel momento, nessuno di noi dovrà mai affrontare quell’universo vuoto.

Mentre il mondo attorno a noi sembra diventare sempre più scuro, le domande che affrontiamo sembrano diventare sempre più complicate, ma le risposte rimangono le stesse.

Sappiamo dove possiamo andare per avere conforto e sappiamo cosa abbiamo bisogno di fare. Quell’ipotetico amico perfettamente fedele, onnisciente e completamente puro di intenti che non vuole altro per voi se non la gioia più profonda e duratura? Non è ipotetico.

Il Signore ci ha offerto la chiave per una vita intera di felicità e pace, conforto e gioia. Ci sta cercando ed è pronto a darci queste cose, se ci voltiamo, accettiamo e realizziamo che ciò che ci sta chiedendo non è una scocciatura ma una benedizione.

Mariah Proctor di ldsmag.com