In questi giorni di vacanza, ho la fortuna di poter passare del tempo con la mia piccola nipotina di neanche 4 anni. Una delle sue cose preferite è ascoltare le favole.

Chiede sempre che qualcuno le racconti una favola e dopo averlo fatto, ne chiede un’altra ed un’altra ed un’altra ancora. Non smetterebbe mai di ascoltarle.

Le piacciono moltissimo. Mentre leggevo il discorso tenuto da Anziano José A. Teixeira, all’ultima Conferenza Generale di Aprile de La Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, mi sono venute in mente alcune delle favole che le racconto e che lei ascolta sempre molto volentieri.

Il discorso si intitola: “Ricordate la strada per tornare a casa”.

Egli parla di come possiamo agire e di 4 punti fondamentali da ricordare per poter tornare a casa, alla nostra dimora celeste. “Tornare”: ovvero andare in un posto da cui ci si è allontanati.

Un posto, in questo caso, di cui abbiamo un ricordo non razionale, non chiaro, ma fatto di sensazioni e sentimenti che riconosciamo e che provengono da lì e da nessun altro posto al mondo.

Un po’ come quando il profumo di un fiore che annusavamo da bambini, ci riporta indietro, facendoci provare una sensazione familiare, anche se non ricordiamo esattamente il “dove” e il “quando”.

1 – Per tornare a casa, dobbiamo ricordare chi siamo

Quando qualcuno si perde, generalmente un bambino, ma anche una persona che, per qualche motivo, non riesce a riconoscere il luogo in cui si trova, una delle prime domande che viene fatta è chiedere quale sia il suo nome.

Per tornare a casa, dobbiamo ricordare chi siamoChi sia e, nel caso di un bambino, chi siano i suoi genitori, i loro nomi.

Un po’ come nella favola di Cappuccetto Rosso, che ho dovuto raccontare tante volte (e che ancora racconterò, nei prossimi giorni), la bimba con il cappuccio rosso sa perfettamente di essere identificata con questo nome e con la caratteristica dell’indumento che indossa.

Chiunque la veda sa chi ella sia, chi sia sua madre e sa anche che la sua nonnina vive al di là del bosco.

Da un punto di vista spirituale, ognuno di noi ha un’identità condivisa con tutti gli altri esseri umani, eppure individualmente speciale ed unica, con un significato profondo ed importante: siamo figli di Dio.

Egli è nostro Padre. Anziano Teixeira, nel suo discorso, dice:

“Rammentate a voi stessi questo retaggio.

Dedicate regolarmente del tempo a rinforzare il vostro sistema immunitario spirituale ricordando le benedizioni che avete ricevuto dal Signore.

Confidate nelle indicazioni che Egli vi ha dato, invece di rivolgervi unicamente al mondo per misurare il vostro valore personale e per trovare la vostra strada”.

Nei momenti difficili, come in quelli di dubbio di fronte alle decisioni da prendere, dovremmo sempre ricordare chi siamo.

Soprattutto in questo momento storico, in cui molti ragionano dividendo l’umanità in due, è importante ricordare che ogni essere umano esistente al mondo, che sia mai esistito e che mai esisterà, è un figlio di Dio.

Avere ben chiara la nostra natura e quella degli altri, influenza le nostre scelte ed anche il nostro stato d’animo.

Mette tutto in prospettiva e ci aiuta ad affrontare anche le situazioni peggiori, perché ci da il conforto di sapere che quello che viviamo qui è passeggero e che, una volta ritornati al nostro Padre Celeste, ogni cosa vissuta qui si perderà nell’eternità.  

2 – Per essere protetti, dobbiamo costruire su solide fondamenta

Quando racconto la storia dei tre porcellini, mia nipote si diverte sempre tantissimo.

costruire su solide fondamentaImito il lupo che, con un soffio, fa volare via la casa di paglia del primo porcellino (Timmy) poi, con due soffi, quella di legno del secondo porcellino (Tommy) ed, infine, una volta arrivato di fronte alla casa di mattoni di Jimmy, l’ultimo dei porcellini, va via sconsolato, dopo aver soffiato e soffiato e soffiato, senza che la casa mostri un po’ di cedimento.

Perché una casa di mattoni, si sa, ha solide fondamenta e solidi muri ed al suo interno si è protetti ed i tre porcellini trovano un riparo sicuro al suo interno.

Allo stesso modo, da un punto di vista eterno, anche noi dobbiamo costruire delle solide fondamenta per non lasciar entrare il pericolo spirituale nelle nostre vite.

Ed il nostro Padre Celeste ci ha detto cosa dobbiamo fare: seguire i comandamenti, perseverare e restare fedeli fino alla fine, anche se tutti coloro che abbiamo intorno non lo fanno.

Noi dobbiamo essere una luce, un esempio, creare le nostre basi sicure e aiutare gli altri a creare le loro. Anziano Teixeira dice:

“Nel Libro di Mormon, Helaman insegnò ai suoi figli a ricordare che dovevano costruire le loro fondamenta su Gesù Cristo per poter avere la forza di resistere alle tentazioni dell’avversario.

I venti forti e le tempeste potenti di Satana si stanno abbattendo su di noi, ma non avranno il potere di trascinarci con sé se riporremo la nostra fiducia nel luogo più sicuro: nel nostro Redentore.”

3 – Per tornare a casa, dobbiamo pregare sempre

Qui, se penso a mia nipote, non mi vengono in mente le sue favole, ma mi viene in mente lei. Quando vuole aiuto per fare qualcosa, lei lo chiede.

Quando vuole che io giochi con lei o le legga delle favole, lei lo chiede. Se ha fame o sete, lo dice. Ringrazia ogni volta che le regalo qualcosa, che le dedico del tempo.

Elargisce baci ed abbracci e manifestazioni di affetto ad ogni membro della famiglia. Nella sua semplicità è un esempio perfetto di ciò che noi, figli di Dio, dovremmo fare con Lui.

Nel mondo in cui viviamo oggi, siamo portati a pensare di non aver bisogno di nessuno, a ringraziare poco e a dedicare poco tempo a coloro che amiamo e che, magari, avrebbero bisogno di sentirselo dire. In quest’ottica, non abbiamo tempo né voglia di rivolgerci a

Qualcun altro per chiedere o per ringraziare. Anzi, è molto più comune pensare che sia un comportamento sciocco o di cui vergognarsi quello di pregare, chiedere, ringraziare.

Eppure, il Signore ci dice:

“Prega sempre, e io riverserò il mio Spirito su di te”. Poi il Signore promette: “E grande sarà la tua benedizione — sì, più grande che se tu ottenessi i tesori della terra”.

Dio è pienamente consapevole di ognuno di noi ed è pronto ad ascoltare le nostre preghiere.

Quando ci ricordiamo di pregare, troviamo il Suo amore a sostenerci; e più preghiamo il nostro Padre nei cieli nel nome di Cristo, più portiamo il Salvatore nella nostra vita e meglio riconosciamo il sentiero da Lui indicato verso la nostra dimora celeste” (Anziano Teixeira – Ricordate la strada per tornare a casa).

Dovremmo avere tutti il cuore di un bambino che si rivolge al Padre per chiedere ciò di cui abbiamo bisogno in quel momento, ringraziare, mostrarGli amore.

Leggi anche: Come ho combattuto per tornare a Cristo

E questo possiamo farlo solo tramite la preghiera, in costante comunicazione con Lui.

4 – E servire il prossimo

Pensando alle favole che ho letto in questi giorni, credo che Biancaneve sia quella dove ho trovato un esempio di servizio al prossimo.

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Quando i nani trovano Biancaneve nella loro casa e la fanciulla racconta loro cosa le è accaduto, essi la invitano a stare con loro, dandole una casa e donandole la loro amicizia.

Come figli di Dio, ci viene richiesto di essere amorevoli e gentili gli uni con gli altri. In Levitico 19:18, leggiamo:

“Amerai il prossimo tuo come te stesso”.

Se ognuno di noi mettesse in pratica questo comandamento nella propria vita, dal mondo sparirebbero tutte le brutture e vivremmo tutti in pace, in completa armonia gli uni con gli altri.

Servire il prossimo, significa diventare più simili a nostro fratello Gesù Cristo e, quindi, essere in grado di tornare dal nostro Padre Celeste.

Per dirlo con le parole di anziano Teixeira:

“Quando ci adoperiamo per seguire Gesù Cristo tramite il servizio e la gentilezza verso gli altri, rendiamo il mondo un posto migliore.

Le nostre azioni possono benedire in modo considerevole la vita di coloro che ci circondano e anche la nostra. Il servizio amorevole aggiunge significato alla vita sia di colui che serve sia di colui che beneficia dell’atto di servizio.

Non sottovalutate il potenziale che avete di influenzare gli altri in modo positivo, sia tramite il servizio reso con le vostre azioni sia tramite il servizio reso con il vostro esempio.

Il servizio amorevole verso gli altri ci guida lungo il sentiero che porta alla nostra dimora celeste — il sentiero che porta a diventare come il nostro Salvatore”.

La strada è preparata, il modo per restare sul sentiero anche: adesso sta a noi fare un passo alla volta e tornare a casa.

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