L’amore è la forza più potente del mondo. È la forza vincolante nei rapporti familiari e nel rapporto con il nostro Padre celeste. Anche se spesso pensiamo all’amore in termini di San Valentino e di rose, il vero amore è una devozione più profonda che si manifesta in tutto ciò che facciamo.
E quando ciò che facciamo viene fatto per amore, questo cambia i cuori e le vite, perché l’amore è l’essenza del Vangelo.
Ad esempio, molti anni fa, ho iniziato una tradizione per il giorno di San Valentino: regalavo ad ognuno dei miei quattro figli un piccolo animale di peluche e delle caramelle a forma di cuore, con dei dolcetti.
Ogni anno, anche al liceo, i miei figli attendevano con impazienza questa tradizione. Sono sicura che gli piacessero le caramelle, ma cosa più importante, si sentivano amati.
Il Salvatore insegnò che i due più grandi comandamenti sono amare Dio con tutto il nostro cuore e amare il nostro prossimo come noi stessi (vedere Matteo 22:36-40). Il presidente Thomas S. Monson disse:
“Non possiamo amare veramente Dio se non amiamo i nostri compagni di viaggio, in questa vita mortale. Allo stesso modo, non possiamo amare pienamente i nostri simili se non amiamo Dio, il Padre di tutti noi… L’amore è l’essenza del Vangelo e Gesù Cristo è il nostro Esempio”.
Il Salvatore ci ha dato l’esempio in ogni cosa, compreso come esprimere amore. Tutto ciò che ha fatto, incluso il Suo sacrificio espiatorio, è stato per amore nostro e del Padre celeste. Quindi l’amore è veramente l’essenza del Vangelo. Mi spiego delineandone 5 modi:
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L’amore porta alla fiducia
Con quattro figli, ho sentito la domanda “Perché devo farlo?”, più volte di quanto mi sarebbe piaciuto. A volte, sono riuscita a spiegare le cose con loro soddisfazione, ma altre volte no.
Tuttavia, quando capiscono che ciò che chiedo loro di fare, o di non fare, è per amore loro, il più delle volte sono ricettivi ai miei consigli. È lo stesso con il nostro Padre celeste.
Quando capiamo chi siamo e conosciamo il Suo piano per noi, siamo più aperti a Lui e ai suoi insegnamenti. L’anziano L. Tom Perry ha insegnato:
“Ci sono due scopi alla vita mortale. Il primo è che possiamo acquisire esperienze che non potremmo ottenere in nessun altro modo. Il secondo è ricevere tabernacoli di carne e ossa.
Entrambi questi scopi sono vitali per l’esistenza dell’uomo. Veniamo messi alla prova per vedere se faremo tutte le cose che il Signore ci ha comandato di fare.
Questi comandamenti sono i principi e le ordinanze del Vangelo e costituiscono il vangelo di Gesù Cristo. Ogni principio e ordinanza ha un’incidenza sull’intero scopo della nostra prova, che è prepararci a tornare al nostro Padre celeste e diventare più simili a Lui”.
Il piano del Padre celeste è una manifestazione del Suo amore per noi, i Suoi figli. Quando comprendiamo chi siamo e il Suo amore per noi, confidiamo che il nostro amorevole Padre celeste sappia di cosa abbiamo bisogno.
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L’amore è obbedienza
Una vetrata del Tempio di Nauvoo mostra Giovanni il Battista che battezza Gesù Cristo. Cristo ha mostrato il Suo amore per il Padre celeste obbedendo ai comandamenti.
Confidare nel nostro Padre celeste e nel Suo piano per noi ci porta all’obbedienza alle Sue leggi. Il Salvatore insegnò: «Se mi amate, osservate i miei comandamenti» (Giovanni 14:15).
Egli insegnava non solo con la parola, ma anche con il suo esempio. Dopo essere stato battezzato, Gesù Cristo digiunò e pregò nel deserto per 40 giorni in preparazione del Suo ministero terreno.
Alla fine del digiuno, Satana cercò di tentare il Salvatore. Ma il Salvatore resistette e rimase fedele ai comandamenti. Gesù Cristo rimase fedele per tutta la sua vita, anche nel Giardino del Getsemani e sul Golgota. L’anziano Robert D. Hales ha spiegato:
“…Avrebbe potuto chiamare legioni di angeli per deporlo dalla croce, ma ha fatto la Sua scelta di sopportare obbedientemente fino alla fine e completare il Suo sacrificio espiatorio, anche se ciò significava grande sofferenza, persino la morte”.
Grazie alla Sua obbedienza, il Salvatore vinse il mondo, permettendoci di ritornare alla presenza del nostro Padre celeste, se ci pentiamo e osserviamo i comandamenti.
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L’amore è insegnare la rettitudine
Una delle mie più grandi responsabilità come genitore è insegnare ai miei figli a camminare nei sentieri della rettitudine. Io e mio marito prendiamo molto sul serio questa responsabilità.
Insegniamo loro i principi del Vangelo, non per controllarli, ma perché sappiamo che questo è il sentiero che conduce alla felicità. Il nostro compito è insegnare loro i principi corretti in modo che possano governarsi da soli, come disse una volta il profeta Joseph Smith.
Insegniamo ai nostri figli studiando quotidianamente le Scritture in famiglia e pregando, partecipando regolarmente a tutte le riunioni della nostra chiesa e andando al tempio più spesso possibile. Lo facciamo non solo per dovere verso i nostri figli, ma anche per amore loro.
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L’amore è servizio
Alcuni dei nostri ricordi di famiglia più belli riguardano il servizio offerto agli altri. Molti anni fa, abbiamo iniziato una tradizione con diverse altre famiglie di fare opere di servizio la mattina di Natale, prima di aprire i nostri regali.
Il primo anno abbiamo pulito la casa di una coppia che tornava dalla missione. In altri anni abbiamo regalato dolci o altre prelibatezze alle famiglie del rione. Ogni Natale abbiamo rafforzato il legame che condividiamo con altre famiglie.
Durante due Natali diversi, abbiamo condiviso questa tradizione con i miei fratelli, mentre eravamo in visita per le vacanze. L’anziano M. Russell Ballard ha insegnato:
L’amore descritto dal Salvatore è un amore attivo. Non si manifesta attraverso atti grandi ed eroici, ma piuttosto attraverso semplici atti di gentilezza e servizio.
Il nostro servizio agli altri non deve essere grande e costoso. A volte basta solo dedicare il nostro tempo agli altri; o aiutare un bambino a fare i compiti; o anche giocare in famiglia. Come insegnano le Scritture:
«Quando siete al servizio del vostro prossimo, non siete che al servizio del vostro Dio» (Mosia 2:17).
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L’amore è perdono
L’amore non è né vero né sincero se ha delle condizioni. Quindi, per amare veramente gli altri, dobbiamo perdonarli. Il Salvatore insegnò questa legge superiore:
“Avete inteso che è stato detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: ama i tuoi nemici, benedici quelli che ti maledicono, fa’ del bene a quelli che ti odiano e prega per quelli che ti trattano con disprezzo e ti perseguitano” (vedere Matteo 5:43-45).
Viviamo in un mondo imperfetto, con persone imperfette. Ma ognuno di noi commetterà degli errori. Più e più volte. Il Vangelo ci insegna che possiamo pentirci ed essere purificati tramite l’espiazione di Gesù Cristo.
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Possiamo e dobbiamo sforzarci di fare meglio ogni giorno. Ma dobbiamo anche dare agli altri l’opportunità di fare lo stesso. Come ha insegnato l’anziano Dieter F. Uchtdorf:
“Il puro amore di Cristo può rimuovere le scaglie del risentimento e dell’ira dai nostri occhi, permettendoci di vedere gli altri nel modo in cui ci vede il nostro Padre celeste: come mortali imperfetti che hanno un potenziale e un valore ben oltre la nostra capacità di immaginazione. Poiché Dio ci ama così tanto, anche noi dobbiamo amarci e perdonarci l’un l’altro”.
L’essenza del Vangelo
L’unico vero cammino verso la felicità si trova quando amiamo Dio e il nostro prossimo. Il vero amore, di cui ha parlato il Salvatore, può cambiare il comportamento e portare alla vera felicità. Ecco perché è l’essenza del vangelo. Come ha detto il presidente Monson:
“Possiamo iniziare ora, proprio oggi, a esprimere amore a tutti i figli di Dio, siano essi i nostri familiari, i nostri amici, semplici conoscenti o perfetti sconosciuti. Quando ci alziamo ogni mattina, determiniamo di rispondere con amore e gentilezza a qualunque cosa possa capitarci”.
Questo articolo è stato scritto da Lisa Montague e pubblicato sul sito thirdhour.org. Questo articolo è stato tradotto da Cinzia Galasso.
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