Verso la fine del suo ministero, Nefi dichiarò: “Devo parlare riguardo alla dottrina di Cristo”. Poi parlò e scrisse di fede, pentimento, battesimo, dono dello Spirito Santo e perseveranza fino alla fine, principi ed ordinanze che identificò essere la dottrina di Cristo.

Anche io oggi sento di dover parlare della dottrina di Cristo. Ma parlerò, tuttavia, di una dottrina ancor più fondamentale dei principi e delle ordinanze identificati da Nefi. Parlo della convinzione fondamentale secondo cui deve esserci un Cristo.

Questo è ciò che intendo quando uso la frase “dottrina di Cristo”. E naturalmente, se deve esserci un Cristo, allora la Sua identità è importante quanto la Sua stessa esistenza.

La dottrina di Cristo                                                  

La dottrina di Cristo

Come seguaci di Gesù Cristo, è nostro dovere aiutare coloro che ne hanno bisogno.

Nelle Scritture leggiamo come questa dottrina di Cristo sia stata contestata, dibattuta e difesa nel corso dei secoli. Le persone tra le quali Gesù insegnò durante il Suo ministero terreno non rigettarono la dottrina di Cristo.

Credevano in un Messia e in un Liberatore. Non erano anti-Cristo: erano anti-Gesù. Al contrario, ai tempi del Libro di Mormon, le persone non andavano necessariamente contro la persona di Gesù.

Raramente riconoscevano la Sua identità. Esse rifiutavano l’idea stessa di un Cristo, non riconoscendo la necessità di un Messia o Redentore. Erano anti-Cristo.  

Come sapete, oggi molte nazioni della terra hanno iniziato ad identificarsi come “post-cristiane”. Questi crociati anticristiani stanno cercando di “abbattere ogni potere e autorità che viene da Dio”, proprio come fecero i Nefiti alla vigilia della loro distruzione.

E gli argomenti contro la dottrina di Cristo sono quasi sempre lusinghieri e allettanti.

Nel dicembre 2017, l’anziano D.Todd Christofferson ha tenuto un discorso di Natale, dal titolo “Perché abbiamo bisogno di Gesù Cristo”, durante il quale ha portato la sua testimonianza riguardo alla necessità di avere un Cristo.

Voglio aggiungere la mia testimonianza e le mie osservazioni mentre cerco di esplorare e rispondere a ciò che Amulec chiese: “la grande domanda è… se ci sarà un Cristo”.

“Se non ci fosse Cristo”

Il simbolo della croce_3Nel classico di Natale del 1946 di Frank Capra, “La vita è meravigliosa”, George Bailey vede come sarebbe stato il mondo senza di lui e questa esperienza è commovente e convincente, anche se spaventosa.

Per alcuni istanti, potremmo considerare anche noi una spaventosa possibilità: “E se non ci fosse un Cristo?”. Apprezzo la risposta dell’anziano Christofferson a questa domanda. Egli ha detto: “Beh, per cominciare… c’è questa piccola questione della morte”.

Se non c’è Cristo, allora non c’è risurrezione. E se non c’è risurrezione, la morte è la fine. O, in altre parole, la morte non ha fine. Coloro che rifiutano la dottrina di Cristo abbracciano l’idea dell’estinzione, il destino della morte senza fine.

Il loro motto si concentra sull’immediato ed è quasi sempre simile ad un “‘mangia, bevi e sii allegro’, perché questo è tutto”. La buona notizia del Vangelo è che la nostra vita è per sempre e la risurrezione è reale perché c’è un Cristo.

Se non c’è Cristo, allora non c’è guarigione dai nostri dolori, nessun sollievo, nessuna speranza di liberazione. C’è chi sostiene che “il tempo guarisce tutte le ferite”. No, non è vero! Il tempo non guarisce nulla. Gesù, con il tempo, guarisce tutte le ferite.

Ricordate: la fede in Gesù Cristo accelera e amplifica ogni guarigione. Se non c’è Cristo, non c’è guarigione, non c’è liberazione dalla sofferenza, non importa quanto tempo possa passare. Se non c’è Cristo, non può esserci alcun cambiamento; non ci può essere scelta.

Invece, c’è un Cristo e tramite la Sua espiazione il nostro libero arbitrio è stato preservato, inclusa la nostra capacità di scegliere di pentirci, di cambiare permanentemente in meglio grazie a Lui.

Superare peccati ed ingiustizie

le amorevoli braccia di Gesù CristoAllo stesso modo, se non ci fosse Cristo, nessun torto potrebbe mai essere annullato. I torti che abbiamo commesso e subìto e i loro effetti rimarrebbero per sempre. L’ingiustizia di questa vita si perpetuerebbe incontrollata.

Siamo stati tutti feriti o offesi da qualcun altro. Non ce lo meritavamo. Alcuni di noi hanno perso prematuramente una persona cara per negligenza o incoscienza di un altro.

Alcuni hanno sperimentato dolori e ferite paralizzanti, condizioni debilitanti e infermità immeritate della mente e del corpo. Tutte queste cose persistono per sempre se non c’è un Cristo.

Ci viene insegnato che per coloro che non si pentono, è come se non ci fosse stata alcuna redenzione. Per coloro che si pentono veramente, è come se nessun peccato fosse mai stato commesso.

“Io, il Signore, non li ricordo più”, dice il Padre Celeste e, nel suo mondo eterno, tutto è passato, gli effetti del peccato sono cancellati, tutto viene annullato. Il presidente Boyd K. Packer ha insegnato:

“L’Espiazione di Gesù Cristo non lascia tracce. Ciò che risolve è risolto… e ciò che guarisce rimane guarito”.

E che dire dei torti e delle ingiustizie che subiamo e che non meritiamo? In questo, la Sua giustizia è tenera come la Sua misericordia ed entrambe si uniscono in perfetta unione e collaborazione, per il nostro bene e la nostra gioia.

Leggi anche: L’Espiazione di Gesù Cristo non riguarda solo il peccato: ecco perché ne abbiamo sempre bisogno

Come il profeta Giacobbe, vi invito a “preparare le vostre anime per quel giorno glorioso in cui la giustizia sarà amministrata ai giusti”. In quel giorno, ogni torto sarà riparato, ogni ingiustizia sarà annullata, come se non fosse mai accaduta.

Ma ricordate: se non c’è Cristo, non c’è tenera misericordia, nessuna tenera giustizia, solo una giustizia fredda, calcolata e inflessibile per i nostri peccati e la fredda, casuale ingiustizia di un mondo caduto.

Deve esserci un Cristo

eterna alleanza

Fonte: LDS.org

Per rafforzare la vostra convinzione che ci deve essere un Cristo e che Gesù è il Cristo, Vi invito a leggere di nuovo il discorso finale di re Beniamino e gli eventi circostanti, come riportato in Mosia 1–6.

Osservate come re Beniamino insegnò la dottrina di Cristo stabilendo con brutale candore il disperato bisogno del popolo di essere salvato, e parlando di Gesù, che è il Cristo:

O figli miei, io vorrei che vi ricordaste che queste parole sono vere, ed anche che questi annali sono veri. Ed ecco, anche le tavole di Nefi, che contengono gli annali e le parole dei nostri padri dal tempo in cui lasciarono Gerusalemme fino ad ora, sono vere; e noi possiamo sapere che sono vere perché le abbiamo dinanzi agli occhi.

Leggete quei capitoli. Sono una dissertazione sulla dottrina di Cristo. Mentre li leggete con una mente aperta e un cuore tenero, lo Spirito vi aiuterà a ricordare che il nostro potenziale va al di là delle nostre attuali capacità.

Non possiamo raggiungerlo nella nostra condizione attuale e non possiamo farlo da soli.

Abbiamo bisogno di aiuto. Abbiamo bisogno di un aiuto. Abbiamo bisogno di Gesù, che è il nostro aiuto. Quando riconosciamo di avere bisogno di questo aiuto, cominciamo a comprendere la dottrina di Cristo e a sviluppare fede nel Signore Gesù Cristo.

Se la fede è il primo principio del Vangelo, l’umiltà può essere l’attributo principale dei fedeli. Solo gli umili riconoscono il loro stato fragile e decaduto: il loro bisogno di aiuto, il loro bisogno di un Salvatore.

L’umiltà è un precursore e una lente d’ingrandimento della fede. Vi incoraggio a vivere umilmente.

La fede nutre la dottrina di Cristo

La fede nutre la dottrina di CristoMentre cercate di accrescere la vostra comprensione della dottrina di Cristo e la vostra fede nel Signore Gesù Cristo, vi ricordo due cose che Alma insegnò riguardo a questo processo.

Innanzitutto, ricordate che paragonò la parola ad un seme e ci invitò a “fare posto, affinché questo seme sia piantato nel vostro cuore”. La fede non è il seme. La parola è il seme. La fede è ciò che nutre la parola o il seme.

Allora qual è la parola che siamo invitati a piantare nei nostri cuori? È la dottrina di Cristo.

Ed ora, fratelli miei, e sorelle, desidero che piantiate questa parola nei vostri cuori, e mentre inizia a crescere, la nutriate con la vostra fede.

E ricordate che il desiderio di credere è fondamentale. Segna la differenza tra coloro che arrivano a “sapere chi è l’unico vero Dio, e Gesù Cristo, che Egli ha mandato ” e coloro che ignorano le prove, rigettano la verità e la calpestano con i loro piedi e non ascoltano la voce del Santo di Israele né quella dei suoi servitori.

Non crederete mai a ciò a cui non volete credere. Per favore, proteggete e custodite il vostro prezioso, a volte fragile, desiderio di credere.

Gesù è il Cristo

Gesù il CristoNon importa quanto lontano o quanto in basso possiate essere caduti: Gesù è sceso al di sotto di tutte le cose. Durante la sua discesa, ha conosciuto il vostro dolore ed è stato ferito dalle vostre iniquità. Lo ha fatto volontariamente per riportarvi alla casa cui appartenete.

In uno scambio emozionante che troviamo nel libro di Matteo, Pietro ebbe l’opportunità di portare la Sua testimonianza di Gesù a Gesù stesso, un’opportunità che probabilmente ognuno di noi avrà un giorno.

In risposta alla domanda di Gesù: “Chi dite che io sia?”, Pietro testimoniò: “Tu sei il Cristo, il Figlio dell’Iddio vivente”. Gesù rispose, dicendo: “Benedetto sei tu, perché carne e sangue non te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli”.

Fermiamoci e consideriamo queste parole. Pensate a tutte le cose che Pietro vide o provò con Gesù. Vide guarire i malati, purificare i lebbrosi. Nella carne, Pietro vide gli zoppi camminare, i muti parlare, i sordi udire, i ciechi vedere e i morti essere riportati in vita. Aiutò Gesù a sfamare moltitudini.

Camminò sulle acque con Gesù. Tutte queste, e molte altre cose, Pietro le vide o sperimentò nella carne. Ma Gesù gli disse, in sostanza:

“Pietro, non è per questo che lo sai: non è così che sai che io sono il Cristo. Sai che sono il Cristo a causa dello spirito di rivelazione, lo Spirito Santo che conferma alla tua mente e al tuo cuore che io sono il Cristo, il Figlio dell’Iddio vivente”.

Con la stessa potenza, rendo testimonianza che Gesù è il Cristo, il Figlio dell’Iddio vivente. Per tutta la vita sono arrivato a vedere e capire il mio stato pietoso e decaduto. Ho sperimentato il peccato e il dolore, la sofferenza e le infermità della mente e del corpo.

Ho sperimentato ingiustizie a causa degli altri e della durezza della vita. Tutto questo e molto altro ancora mi ha dato una sicura consapevolezza che ci deve essere un Cristo. Ho cercato sinceramente, a volte disperatamente, sollievo, perdono, conforto e testimonianza.

E in Gesù li ho trovati. Tutto questo e molto altro mi ha portato ad una sicura conoscenza che Gesù è il Cristo.

Con tutto il cuore vi invito a “cercare questo Gesù”. Rendo testimonianza che Egli è vivo, in questo momento. Gesù sta salvando, aiutando, guarendo e perdonando anche ora. È veloce nel perdonare e lento all’ira.

È potente nel salvare e, a tal fine, è potente nel cambiare voi e me. Rendo testimonianza che la risposta alla “grande domanda” è questa: ci deve essere un Cristo e Gesù è il Cristo. Veniamo a Lui con umiltà e fede in modo da essere preparati quando Egli verrà a noi con potenza e grande gloria.

Questo è il mio invito e la mia preghiera, nel nome di Gesù il Cristo. Amen.

Questo articolo è un estratto del discorso di Anziano Kyle S. MacKay e pubblicato sul sito speeches.byu.edu. Questo articolo è stato tradotto da Cinzia Galasso.