È già diventato un fenomeno mediatico negli Stati Uniti e tra qualche settimane uscirà nelle sale italiane. Heretic è l’ultima (ennesima) trovata di Hollywood, stavolta in chiave horror, che non perde occasione per ritrarre la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, le sue dottrine e i suoi giovani missionari in modo del tutto fuorviato e fuorviante, dietro il pretesto della finzione. 

In questo articolo, l’autrice racconta di un’esperienza vissuta in missione simile a quella del film e condivide la sua opinione sulla faccenda, rivelando i rischi reali che corrono i missionari di tutto il mondo.

Heretic: l’ennesimo film che parla di noi

“Heretic” (Eretico). Nel Medioevo, questa parola si riferiva a chi si rifiutava di conformarsi alle credenze e alle pratiche di una religione. Talvolta un pioniere del libero pensiero, altre volte un un oppositore della religione stessa. Oggi si riferisce a un famoso film horror che ha incassato finora oltre 52 milioni di dollari. 

Ma per me la fede e le sue sfide non sono né reliquie della storia né foraggio per Hollywood. Hanno acquisito un nuovo significato il 16 agosto 2020, quando un uomo si è introdotto nel mio appartamento di missione e ha accoltellato più volte me e la mia collega nel sonno.

Ci siamo svegliate e abbiamo lottato contro quell’uomo per circa 10 minuti, battendoci per avere salva la nostra vita. Questo tipo di esperienza è estremamente rara ed è stata così mirata e insolita da essere semplicemente imprevedibile.

Solo grazie alla misericordia di Dio, alla fine, siamo riuscite a chiamare la polizia e a fuggire.

Ho riportato 9 ferite da taglio. Avevo 19 anni ed erano trascorse solo 10 settimane dall’inizio del mio servizio missionario a tempo pieno che sarebbe durato 18 mesi. La mia area di servizio si trovava appena a nord di Houston, in Texas, e ci trovavamo nel pieno della pandemia da COVID-19.

Quando ripenso a quella notte, a distanza di oltre quattro anni, la considero la notte più sacra della mia vita. Ogni ferita, ogni urlo, ogni respiro, ogni preghiera è stata la realizzazione di un miracolo e mi ha portata più vicino a Dio di quanto potessi immaginare.

Tuttavia, con l’occhio della mente, posso ancora vedere e sentire il terrore di quella notte.

Il sangue aveva impregnato la moquette e macchiato le pareti come nella escape room a tema zombie che avevo fatto con gli amici alle superiori.

Eravamo intrappolate nella nostra stessa casa a lottare per la libertà, contro un uomo che aveva attento alla nostra innocenza e vulnerabilità nel sonno: un inquietante parallelismo con l’ambientazione di Heretic.

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Io che sanguinavo sul pavimento con una pugnalata allo stomaco – la mia collega con una al collo – è stato un paragone sorprendente con il finale di Heretic per le immaginarie Sorelle Barnes e Paxton.

Quando ho sentito parlare per la prima volta di questo film, mi ha sorpreso sapere che aveva come protagoniste due sorelle missionarie della mia stessa fede.

Pensavo che forse l’industria dell’intrattenimento si stesse finalmente muovendo verso una rappresentazione più accurata della Chiesa, dopo tentativi occasionalmente divertenti, ma certamente stravaganti, come il musical The Book of Mormon, Under the Banner of Heaven (In nome del Cielo), o il più recente del canale Hulu, The Secret Lives of Mormon Wives (La vita segreta delle mogli Mormoni).

Non avrei potuto sbagliarmi di più. Sebbene i registi e gli attori di Heretic abbiano mostrato un marcato sforzo per migliorare la rappresentazione in molte aree, nulla potrebbe giustificare le conseguenze emotive e fisiche mirate che i membri della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni potrebbero subire da questo film.

È quasi come se gli sceneggiatori avessero costruito un cavallo di troia di interviste felici, mostrando la loro buona fede nel costruire un guardaroba accurato, nel fare ricerche sul Libro di Mormon e nell’imparare il gergo missionario, mentre nel profondo del film c’era un attacco che, in modo intenzionale o involontario, poteva danneggiare in modo significativo i membri, i missionari e gli investigatori della fede.

Si giustificano dicendo che si tratta di un film di fantasia, ma questo perché non hanno sentito la mia storia.

Fin dal primo giorno ho descritto la scena fisica come un vero e proprio film dell’orrore. Molte persone mi hanno contattato dopo la mia guarigione, suggerendomi bonariamente che un giorno si sarebbe potuto fare un film.

Ma quattro anni fa sapevo che una cosa come quella che avevo vissuto non avrebbe dovuto essere trasformata in un film, almeno non si sarebbe mai potuto tentare di mostrare ciò che era realmente accaduto in quell’appartamento.

Non potevo immaginare che qualcun altro dovesse vedere o provare quella violenza, e sapevo che l’esperienza completa non avrebbe mai potuto essere catturata.

Una volta tornata a casa dalla missione, mi sono venuti i brividi quando mi sono resa conto di quante persone, ogni giorno, trovano intrattenimento nei film con scene di sangue e terrore. 

Eppure, per ogni spettatore affascinato dall’orrore, ci sono persone in tutto il mondo che vivono prigioniere dell’orrore nella realtà. Certo, si può dire che i film siano solo finzione, ma Heretic non è un mondo immaginario.

Gli sceneggiatori e i registi, Scott Beck e Bryan Woods, l’hanno realizzato prendendo spunto dalla vita reale: le vite di giovani adulti retti, virtuosi e laboriosi di tutto il mondo che si dedicano a portare speranza e salvezza agli altri.

La loro missione è salvare, eppure questo film, con veri abiti missionari, con le loro conversazioni, le loro targhette, i loro insegnamenti e le loro sacre chiamate, colpisce e danneggia il loro messaggio e i missionari stessi.

Sono la prova vivente che persone come il signor Reed esistono e che ci sono persone che cercano di fare del male ai missionari. Mi chiedo come i creatori del film giustifichino l’uso di volantini di “persone scomparse” come pubblicità negli aeroporti di tutto il mondo da cui ogni giorno partono giovani missionari.

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Mi chiedo cosa penserebbero i creatori se vedessero la paura che Heretic incute nei fratelli, nei padri e soprattutto nelle madri che mandano fedelmente i loro figli missionari in ogni angolo del mondo e pregano ogni notte per il loro ritorno.

Rabbrividisco al pensiero degli spunti che questo film potrebbe dare, al pensiero che un missionario possa vivere un’esperienza simile alla mia. Non deve mai accadere, ma questo rischio è vivo finché i media glorificano la violenza e la persecuzione religiosa, mentre i grandi produttori ne traggono profitto.

Inizialmente, ammetto di aver esitato a parlare di questo film a causa della mia vicinanza alla sua natura controversa. Ho deciso molto tempo fa che non avrei mai voluto che la mia storia fosse usata per qualcosa di diverso dalla promozione dell’amore e della fede in Dio.

Dopo un’attenta considerazione, però, non credo che questo sia contrario a questo scopo.

Da quando Dio mi ha salvato la vita, ho promesso che mi sarei schierata per Lui a ogni respiro, e non posso fare a meno di pensare che Lui piangerebbe nel vedere i suoi preziosi missionari ritratti con violenza e la sua sacra dottrina usata nel contesto dell’orrore per l’intrattenimento.

Se sommiamo la mia esperienza di missione ai miei studi universitari e agli inizi della mia carriera nel mondo del giornalismo e nella difesa della libertà religiosa, sembra quasi che Dio mi abbia dato un background fatto su misura affinché potessi dire la mia quando è uscito Heretic.

So che non tutti i Santi degli Ultimi Giorni e nemmeno tutti i missionari vedranno Heretic come lo vedo io. È importante notare che il team di A24 ha fatto uno sforzo per rappresentare correttamente alcune dottrine della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni.

Ho anche amici missionari ritornati che ritengono che Heretic porti nuova comprensione e compassione verso l’esperienza missionaria.

Pur riconoscendo tutto questo, la mia esperienza ha dimostrato che in questo caso il bene non supera il male, e sia i creatori che gli spettatori innocenti possono essere completamente ignari di ciò che un film come questo potrebbe promuovere.

Ho letto centinaia di recensioni che lodavano la recitazione e la magistrale fotografia – e continuavo a chiedermi: dove sono le persone disturbate dal messaggio di Heretic?

Dove sono i credenti che si uniscono per reagire e promuovere la fede? Dove sono i cani da guardia che fanno presente che qualcosa in questo film va un po’ troppo oltre?

Ho pensato che, continuando a scorrere, avrei sicuramente trovato un saggio sconosciuto su internet che condividesse le mie preoccupazioni, eppure gli unici commenti “negativi” che ho trovato erano quelli che definivano il film “lento” o noioso.

Quindi, in sua assenza, spero in buona fede di fare un po’ di luce e di parlare a nome della controparte: per contrastare la narrazione popolare e alzare una voce per i credenti, per i missionari e per gli insegnamenti della Chiesa di Gesù Cristo, che ritengo sacri.

La fissazione di Hollywood per i Santi degli Ultimi Giorni 

La Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni è stata a lungo una delle religioni preferite da Hollywood. Molti hanno definito la fede un bersaglio facile, con i suoi elementi misteriosi e sensazionali come visioni di angeli, templi moderni, “scritture aggiuntive”, abbigliamento intimo sacro e persino l’iconico duo di missionari che vengono utilizzati per catturare il pubblico.

Gli autori di Heretic non fanno eccezione. Con questo intrigo, la Chiesa è stata tenuta sotto stretta osservazione dell’occhio pubblico, dove Hollywood è riuscita a ritrarre praticamente ogni aspetto della Chiesa… eccetto la verità.

“Heretic” adotta un approccio leggermente diverso rispetto a quanto fatto in precedenza. Invece di ritrarre i membri della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni in un ruolo tipicamente stravagante (come i colonizzatori a bordo di un’astronave fantascientifica in “The Expanse”), i registi e gli attori hanno fatto notare i loro onesti sforzi per ritrarre i missionari in modo più accurato possibile.

Tuttavia, in un certo senso, la rappresentazione più realistica di questi missionari ha reso le inesattezze dottrinali e sociali più lievi e più difficili da identificare per chi non ha familiarità con la Chiesa.

Molti, che altrimenti potrebbero essere interessati alla Chiesa, non hanno motivo di non accettare tutto ciò che viene rappresentato come insegnamenti reali.

I fact-checkers (verificatori dei fatti) dei media, molto diffusi ai nostri giorni, verificano la storia, l’attualità e altro ancora, ma senza alcuna conseguenza Hollywood crea una falsa narrazione e presenta agli spettatori del cinema una percezione distorta del valore di 52 milioni di dollari, nascondendosi dietro la “licenza artistica” come spiegazione.

Il nostro attuale profeta, il presidente Russell M. Nelson, ha invitato i “media responsabili” a essere “comprensivi” nell’usare il nome corretto della nostra Chiesa, ma anche questi registi e attori che affermano di rappresentare accuratamente la Chiesa si sono riferiti ad essa con termini gergali, ignorando il focus centrale della religione su Gesù Cristo.

Queste imprecisioni si traducono in una semplice perpetuazione degli stereotipi preesistenti, e il travisamento religioso è una persecuzione religiosa fintanto che genera dubbi, incredulità, sfiducia o mancanza di rispetto nei confronti di qualsiasi religione.

Oltre a tali negligenti errori fattuali, il cattivo del film, il signor Reed, conclude che il fattore di fondo e l’unica vera forma di religione è il controllo. In particolare, il controllo misogino.

Questo tema sembra promuovere una preoccupazione molto di nicchia da parte degli ex membri della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, dove alcuni attaccano i dirigenti del sacerdozio o sostengono, come il signor Reed, che i membri siano accecati dalla storia della Chiesa o accettano gli insegnamenti solo perché è ciò che è stato loro insegnato per tutta la vita dalle figure di autorità religiosa. 

Come adulta praticante e donna dell’alleanza nella Chiesa di Gesù Cristo, respingo con forza questa affermazione.

Sebbene una controargomentazione completa a questa affermazione potrebbe riempire un intero articolo, è sufficiente qui dire che mi sono sentita amata e rafforzata dai dirigenti di entrambi i sessi all’interno della Chiesa e ho imparato che, sebbene naturalmente imperfetti, sono chiamati da Dio.

Questa conoscenza è avvenuta grazie alla testimonianza dello Spirito Santo, che è l’unico modo per trovare la verità su queste cose, e che tuttavia rimane un elemento completamente ignorato dagli scrittori di Heretic.

Il film che parla di Eresia non di un “Eretico”

Non mi aspetto che tutti credano in ciò in cui credo io, né mi oppongo a una discussione aperta, se questo è l’intento di Heretic. Dopo tutto, porre domande alla ricerca della verità è fondamentale per il Vangelo di Gesù Cristo.

Ma il modo in cui Heretic solleva le domande – mostrando violenza e mancando di rispetto alle sacre dottrine – non potrà mai creare ponti di comprensione. Serve solo a mettere in pericolo giovani uomini e donne fedeli che cercano di fare del bene e lo fa con la scusa del “dialogo religioso”.

Il momento forse più sacrilego è quello in cui una donna solleva la gonna di una sorella missionaria, esponendo il suo indumento del tempio, un’espressione di fede privata e sacra simile all’hijab musulmano o alla kippah ebraica.

I creatori del film non si sono fatti scrupoli a violare una giovane donna e questo aspetto intimo della sua fede.

Con dimostrazioni così dirette contro gli insegnamenti dei Santi degli Ultimi Giorni e gli elementi più sacri della fede, non posso fare a meno di chiedermi: qual è il limite? Martin Niemöller, un pastore protestante che visse durante il governo nazista, si tormentò per un destino che potrebbe diventare il nostro.

“Prima vennero per gli ebrei, e io non parlai, perché non ero ebreo. Poi vennero per i comunisti, e io non parlai, perché non ero comunista. Poi vennero per i sindacalisti, e io non parlai, perché non ero un sindacalista. Poi vennero per me ma non era rimasto nessuno che potesse parlare per me”.

In fondo, Heretic non è solo un film sui Santi degli Ultimi Giorni. Il film non si preoccupa se l’eretico sia un missionario che abbandona il suo vecchio credo o il signor Reed che attacca la sua educazione religiosa tradizionale, perché il singolo credente o la religione non sono mai stati il punto centrale della questione.

No, questo film non parla affatto di un eretico. Si tratta solo di eresia, di promozione dell’incredulità o di ostilità nei confronti della religione, e la cosa più inquietante è che gli attori e i registi si sono divertiti a generare questo dubbio e lo hanno fatto intenzionalmente.

Heretic: Il vero dialogo religioso parla a nome della verità

Come persona che ha vissuto una realtà molto simile a quella rappresentata, posso dire con certezza che Heretic manca completamente il bersaglio. Dagli attacchi dottrinali a quelli fisici, il film è stato progettato per suscitare dubbi.

Ma ho sentito quasi tutte le argomentazioni dottrinali sollevate dal signor Reed (e credetemi, non sarebbero una sorpresa per i veri missionari). Come missionario ho subito violenze estreme che potrebbero darmi ogni motivo per rivoltarmi contro Dio.

La mia fede è stata messa alla prova, quasi fino al punto di morire per essa, ma a differenza di questi personaggi di fantasia, ognuna di queste esperienze ha contribuito a rafforzare la mia fede.

Beck e Woods pensavano di fare un film per mettere in dubbio la verità assoluta, per mettere in dubbio persino l’esistenza di Dio, ma quello che non sapevano è che stavano ritraendo il mio percorso per conoscere la verità su Dio con assoluta certezza. 

In poche parole, ciò che Heretic ha sbagliato non sono tanto le imprecisioni dottrinali, quanto il potenziale mancato che questo film aveva di rappresentare finalmente la verità di un percorso condiviso da milioni di membri della Chiesa e da miliardi di credenti in tutto il mondo.

La testimonianza spirituale, i miracoli, il legame con il cielo: questa è la reale verità della religione.

La reale verità sulla Chiesa che avrebbero dovuto rappresentare è il messaggio missionario di pace e gioia attraverso Gesù Cristo, ora e nella vita a venire. La reale verità è che questo messaggio motiva migliaia di nobili giovani missionari a lasciare le loro case e a servire il prossimo.

La reale verità è che, sì, ci sono alcuni pericoli e rischi, ma i missionari li affrontano volentieri ogni giorno per amore del prossimo. Quando ci sono dei pericoli, la verità è che i missionari sono ben addestrati a rispondere a queste situazioni.

In effetti, la verità è che una delle uniche ragioni per cui sono sopravvissuta a un pericolo del tutto imprevedibile è che la mia collega si è ricordata e ha seguito le istruzioni che avevamo letto solo il giorno prima nel manuale missionario come parte del nostro studio quotidiano.

La verità è che il mio dirigente del sacerdozio si è sentito ispirato mesi prima a pronunciare una benedizione con protezioni minuziosamente specifiche che avrebbero salvato i miei organi vitali.

La verità è che qualsiasi missionario in punto di morte non avrebbe usato, come l’immaginaria sorella Paxton, i suoi ultimi respiri per negare la realtà della preghiera.

La reale verità è che Dio non le avrebbe mai abbandonate, come non ha mai abbandonato me, e che mentre lottavo nell’oscurità contro una forza della morte più grande di quanto potessi vincere, ho pregato con tutta l’energia della mia anima e sentito la presenza salvifica di Dio con la stessa chiarezza con cui l’avrei sentita se fosse stato davanti a me. 

La verità è che le persone come il signor Reed non vincono e che Dio protegge e provvede, sia in vita che nella morte, affinché possiamo testimoniare del suo amore e della sua misericordia.

Questa è la vera storia della nostra fede, il potere della fede. La testimonianza spirituale, i miracoli, il legame con il cielo: questa è la reale verità della religione, e nessun tentativo di rappresentare membri o missionari è completo senza di essa.

Questa è l’opportunità di una vera rappresentazione religiosa che Heretic ha perso e che i media perdono ogni volta che temono di promuovere la religione o negano i suoi buoni frutti per mancanza di prove tangibili. 

Ma se anche voi, come il signor Reed, cercate qualcosa di tangibile nel vostro esperimento di fede, iniziate dalla mia storia.

Perché io sono la prova tangibile che la tragedia e l’orrore, se combattuti con Cristo, costruiscono la fede, non la distruggono, e che con un vero dialogo religioso questa stessa storia può rendere chiunque un credente, non un eretico.

Questo articolo è stato pubblicato su Heretic in Real Life: A Missionary’s True Story of Survival and Faith. Questo articolo è stato tradotto da Ginevra Palumbo.