Chiedere a qualcuno di leggere 630 pagine di libro nei giorni della tecnologia non è un’impresa da poco. Ci siamo abituati così tanto a 140 caratteri, piccoli video d’intrattenimento e gif animate, che l’idea di sedersi per studiare e riflettere su di un libro complesso sembra quasi una tortura.
In passato le persone erano tanto emozionate da un nuovo libro.
Circa un centinaio di anni fa, un uomo di nome Parley Pratt ha ricevuto una copia del Libro di Mormon e disse: “lessi tutto il giorno; mangiare era un peso, non avevo voglia cibo; quando scese la notte dormire divenne un peso poiché preferivo leggere piuttosto che dormire”.
Mi chiedo se Parley sapesse che sarebbe stato la descrizione di ogni adolescente con un cellulare nel ventunesimo secolo.
E se non avesse letto il Libro di Mormon
Sono davvero poche le persone che sanno cosa si cela all’interno delle pagine del Libro di Mormon. Non riesco ad immaginare cosa ne sarebbe stato della mia vita se, tra una sessione di surf e l’altra e da buon ventunenne punk, non mi fossi preso il tempo di leggere quelle pagine. Non riesco a immaginare tutte le cose che mi sarei perso.
Pensa un po’ che il primo versetto di quel libro si apre parlando dell’importanza che ha avere buoni genitori; come se ora più che mai non fosse proprio ciò di cui c’è bisogno. Quel versetto non doveva nemmeno essere lì eppure, dopo una serie di eventi, han finito per essere le prime parole di tutto il libro.
Continuando a leggere ho scoperto di un ragazzo di nome Nefi che obbediva completamente ai genitori; li onorava e sopportava. Ma noi viviamo in un mondo dove i ragazzi comandano i genitori e mancano di rispetto verso gli adulti.
Proprio l’altro giorno ho dovuto fare da sicurezza ad una gara di nuoto ed impedire ad alcuni ragazzi di entrare in un’area specifica; mentre un ragazzo cercava di entrare l’ho gentilmente avvertito che l’area era chiusa.
All’inizio mi ha ignorato e poi mi si è avvicinato al volto dicendo: “Non ti azzardare a parlarmi più in questo modo”. Quel ragazzino di undici anni avrebbe potuto essere completamente differente se avesse imparato da Nefi, piuttosto che dalla suo cantate preferito, o da un tv show.
Spero che un giorno possa anche lui leggere il Libro di Mormon.
Per quel che mi riguarda, da Nefi ho imparato che devo tenermi strette e vicine le scritture in modo che così facendo mi condurranno attraverso il vociare e la nebbia fino a quell’albero che è di Cristo, e che una volta che avrò mangiato di quel frutto, che è l’amore di Cristo, non avrei mai dovuto lasciarlo andare.
Ho imparato di più su Gesù Cristo
Ho imparato che “il colpevole trova arduo dire la verità” e che “con i piccoli mezzi il Signore può realizzare grandi cose” (1 Nefi 16: 29). Ho imparato che Dio non toglie le difficoltà dalla mia vita, ma che se osservo i comandamenti Egli mi “nutre, mi rafforza e fornisce i mezzi con i quali riesco a realizzare ciò che mi sono posto”.
Ho imparato che c’è sicuramente opposizione in tutte le cose, ma che ognuno di noi è qui sulla terra per poter infine provare “gioia”.
Ho imparato che attraverso il nostro libero arbitrio scegliamo la libertà o la schiavitù, che siamo liberi di scegliere da noi stessi; queste scelte sono ciò che ci rende felici o miserabili.
Ho imparato che Gesù non ha solo espiato per i miei peccati, ma che ha anche preso su di se ogni problema fisico, mentale ed emotivo che abbia mai provato.
Ho imparato che è giusto essere “colti” ed intelligenti e prendere le cose con intellettualità, ma solo se sto anche osservando i comandamenti di Dio.
Dal fratello minore di Nefi, Giacobbe, ho imparato a non lasciare mai che un “tesoro” diventi il mio Dio, che se voglio inseguire le ricchezze del mondo, allora dovrei farlo con l’intenzione di usarle per il bene degli altri.
Che bene può portare accumulare ricchezza se non si usa per benedire gli altri? Non aiutare gli altri nella nostra abbondanza significherebbe fare l’opposto di ciò che Dio fa con ognuno di noi nella Sua di abbondanza.
Ho imparato che circa mille anni di noiose e faticose incisioni su lastre di metallo avevano una motivazione di fondo: “affinché i nostri figlioli possano sapere a quale fonte possono rivolgersi per la remissione dei loro peccati” (2 Nefi 25: 26).
Ho appreso che si sarebbero venute a stabilire delle frodi sacerdotali per trarre profitto mediante la strumentalizzazione di Cristo con lo scopo di renderlo accettevole allo stile di vita delle masse.
Ho imparato che l’unico vero modo per essere in grado di conoscere Cristo e parlare nella lingua degli angeli è di banchettare con le Sue parole. Ho imparato che quando non mi sento di pregare, è il momento in cui dovrei pregare maggiormente e “senza timore”.
Ho imparato che non esiste modo, nella mia testa, in cui Joseph Smith possa aver inventato dal nulla i 77 versetti sulla complessa allegoria dell’olivo.
Ho imparato da un re di nome Beniamino che un buon leader serve sempre prima gli altri; e che servendo gli altri noi stiamo in effetti servendo Dio.
Ho imparato come essere un discepoli di Gesù Cristo
Ho imparato da Abinadi che non è poi così semplice essere un discepolo di Cristo. Un uomo che era un po’ troppo coinvolto nel mondo e che portava il nome di Alma ha imparato quella stessa lezione da Abinadi e questo gli ha cambiato la vita.
Anni dopo ho imparato dal figlio di Alma che il potere di Cristo è in grado di cambiare la nostra natura, anche se in passato non siamo stati delle brave persone, e che non è mai troppo tardi per tornare indietro; che persino i cattivi ragazzi possono diventare dei giganti nel regno.
Ho imparato che il vangelo ci cambia il cuore e che abbiamo l’immediato desiderio di andare e condividere questa conoscenza con gli altri, persino con i nostri nemici.
Ho imparato da alcuni soldati contriti (amici di Ammon) e da una manciata di madri fedeli, che mantenendo le proprie alleanze, 2000 tra i giovani più giusti di questo mondo abbia mai visto, sono stati in grado di combattere con fiducia le battaglie del futuro.
Ho imparato, da un uomo di nome Shiblon, che non importa dove serviamo, ma importa il fatto stesso che lo facciamo. Che ci sono degli “Shibloniti” ovunque e sono a “bassa manutenzione – membri della Chiesa ad alto rendimento”.
Shiblon mi ha insegnato che chiunque può essere una guida e che la stabilità, l’affidabilità e la consistenza sono alcuni degli attributi più importanti di Dio.
Ho imparato da un gran capitano di nome Moroni che dovremmo sempre essere preparati; che dovremmo riconoscere i nostri “punti deboli” per fortificarli, perché è proprio lì che attaccherà il nemico.
Ho imparato che una volta Cristo è andato nel continente Americano; che sta per tornare e che dovrei essere umile aspettando il suo ritorno.
In questo libro ho imparato che questi profeti hanno “visto i nostri giorni” ed ora, dopo averlo letto, so che hanno detto la verità.
Alla fine di questo libro ho imparato che pur vivendo in un mondo immerso nel caos, posso pregare per chiedere a Dio le risposte alle domande della mia anima.
Ma una delle cose che ho imparato più di tutto è che “le nostre vite sono passate come fossero un sogno”. Non riesco a credere a quanto in fretta sia passata la mia vita. Ero bambino… ed ora sono vecchio. Il tempo passa e noi speriamo di essere stati buoni a qualcosa in questo mondo, così come lo sono state le persone di cui si parla in questo libro.
Queste sono alcune delle cose che mi sarei perso se non avessi dato una seria possibilità al Libro di Mormon, ed ho a malapena sfiorato la superficie di ciò che ho davvero imparato da questo libro. Ho letto molti libri ma non ho mai visto un libro che contenesse una quantità di saggezza senza fine come in questo libro.
Indipendentemente dal fatto che vogliate unirvi o meno alla Chiesa Mormone che ha pubblicato questo libro, spero che ogni singola persona su questa terra lo legga almeno una volta. Potrebbe cambiare a voi la vita come la ha cambiata a me.
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