“Abrahamo, Isacco e Giacobbe”. I tre nomi rotolano fuori dalle nostre labbra uno dopo l’altro, come quando diciamo “Pietro, Giacomo e Giovanni”, che a malapena distinguiamo.

Sembra quasi siano una persona unica. Ma non lo sono. Abrahamo, Isacco e Giacobbe sono persone con personalità abbastanza distinte e, dei tre, è Isacco quello che tende a perdersi.

Ma qual è l’importanza di Isacco?

Conosciamo, pensiamo e parliamo molto della figura imponente di Abrahamo, “l’amico di Dio” (Isaia 41:8;2, Cronache 20:7, Giacomo 2:23), venerato dagli Ebrei, dai Cristiani e dai Musulmani allo stesso modo.

E Giacobbe, che si guadagnò anche il nome di “Israele”, viene ricordato come il padre di un popolo che prese quel nome, così come il nome di un antico regno e di un moderno stato-nazione.

Ma Isacco? In una certa misura, è quasi un segnaposto tra due giganti: figlio di uno e padre dell’altro.

Isacco non è quasi mai il protagonista delle storie che lo riguardano

Importanza di Isacco e Abrahamo

Abraham and Isaac before the Sacrifice, Jan Victors, 1642

Anche le storie per le quali Isacco è noto, tendono a coinvolgere altre persone almeno quanto lui. A volte, non è tanto il protagonista della storia quanto uno dei personaggi secondari.

Una, per esempio, riguarda la sua nascita miracolosa e divinamente annunciata a Sara ed Abrahamo, nella loro avanzata vecchiaia (Genesi 21). Qui, è la fedeltà di Abrahamo e di Sara che figura in primo piano e al centro della storia.

Un altro racconto riguarda il suo quasi sacrificio sul monte Moria, raccontato in Genesi 22. La “legatura di Isacco”, come viene talvolta chiamata, è chiaramente una similitudine del futuro sacrificio del figlio di Dio.

E, forse ancora più chiaramente, la sostituzione con l’ariete catturato in un vicino boschetto come vittima sacrificale, prefigura il sacrificio espiatorio di Cristo per nostro conto.

Ma la storia fornisce anche un’illustrazione drammatica della fedeltà di Abrahamo al Signore. E Dio benedice Abrahamo per la sua disponibilità a offrire il figlio che aveva tanto atteso:

“Io giuro per me stesso, dice l’Eterno, che siccome hai fatto questo e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unigenito, io certo ti benedirò e moltiplicherò la tua progenie come le stelle del cielo e come la sabbia che è sul lido del mare; e la tua progenie possiederà la porta dei suoi nemici.

E tutte le nazioni della terra saranno benedette nella tua progenie, perché tu hai obbedito alla mia voce” (Genesi 22:16-18).

In una famosa storia (raccontata in Genesi 24), Isacco sposa una parente, Rebecca, nipote di Abrahamo. Lo fa su insistenza di suo padre, e con l’aiuto e l’attenta supervisione del suo servitore, identificato come Eliezer di Damasco.

Questo matrimonio, all’interno del gruppo di parenti di Abrahamo, può essere visto, dal punto di vista dei Santi degli Ultimi Giorni, come equivalente al matrimonio con un compagno di fede nel vero Dio e, quindi, al matrimonio all’interno dell’alleanza.

È essenziale per il compimento della promessa di Dio ad Abrahamo riguardo alla sua posterità: Rebecca, ci è stato detto, alla fine sarà “la madre di migliaia di milioni” (Genesi 24:60).

L’importanza di Isacco: uomo fedele e coraggioso

Importanza di IsaccoNaturalmente Isacco ebbe delle esperienze spirituali personali notevoli. Una di queste è raccontata in Genesi 26. Anche qui, però, è Abrahamo che sembra essere la stella della storia.

Parlando di Isacco, il testo biblico dice:

“E l’Eterno gli apparve e gli disse: “Non scendere in Egitto; dimora nel paese che io ti dirò.

Soggiorna in questo paese, e io sarò con te e ti benedirò, poiché io darò a te e alla tua progenie tutti questi paesi, e manterrò il giuramento che feci ad Abrahamo tuo padre, e moltiplicherò la tua progenie come le stelle del cielo, darò alla tua progenie tutti questi paesi, e tutte le nazioni della terra saranno benedette nella tua progenie, perché Abrahamo obbedì alla mia voce e osservò quello che gli avevo ordinato, i miei comandamenti, i miei statuti e le mie leggi” (Genesi 26:2-5).

I primi versetti di Genesi 25 descrivono gli atti finali della vita di Abrahamo e ne registrano la morte. Isacco è ora il patriarca. Le sue decisioni sono solo sue. E qui, nello stesso capitolo, inciampa.

Dei suoi due figli, Esaù e Giacobbe, preferisce Esaù, l’indegno figlio maggiore. Genesi 27 racconta come sua moglie Rebecca intervenga con uno stratagemma (poiché Isacco ora è cieco), per fargli dare la benedizione migliore al figlio più giovane, contro la sua volontà.

Ancora una volta, qualcun altro sta guidando Isacco nella giusta direzione.

E, quando giunge il momento in cui Giacobbe deve scegliere una moglie, è su sollecitazione di Rebecca che Isacco ordina a suo figlio di sposarsi all’interno della loro famiglia allargata per ricevere “la benedizione di Abrahamo” (vedere Genesi 27:46; 28:1-5).

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Isacco continua a vivere fino agli ultimi versetti di Genesi 35. Sorprendentemente, tuttavia, dal capitolo 27 al 35 non se ne parla. E mentre è in vita, è suo figlio Giacobbe che figura come attore principale della narrazione biblica.

Quindi, dovremmo forse guardare Isacco dall’alto in basso? Affatto.

La tradizione rabbinica sostiene che Isacco avesse trentasette anni al momento del suo quasi sacrificio, e che si sottomise volontariamente a ciò che sia lui che suo padre, Abrahamo, credevano essere la volontà di Dio.

Certamente il racconto biblico lo descrive come qualcuno abbastanza grande da allontanarsi dalla madre per diversi giorni e abbastanza forte da portare la legna per l’olocausto.

Tali considerazioni suggeriscono che Isacco fosse un uomo sia fedele che coraggioso.

Qual è l’importanza di Isacco?

Importanza di Isacco_1Ma, forse, dovremmo anche vedere in Isacco una figura con cui possiamo identificarci molto più facilmente che con il suo titanico padre, Abrahamo, e il suo famoso figlio, Giacobbe o Israele.

Durante la Conferenza Generale della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni dell’ottobre 1972, l’anziano A. Theodore Tuttle (1919-1986), che allora era membro del Primo Consiglio dei Settanta, pronunciò un memorabile discorso basato su Genesi 26:25 ed ispirato dal patriarca Isacco:

“E vi costruì un altare ed invocò il nome del Signore e vi piantò la sua tenda e là i servi di Isacco scavarono un pozzo”. “Altare, tenda e pozzo”, ripeté l’anziano Tuttle, sottolineando queste tre parole.

“Isacco non è diventato un Abrahamo o un Giacobbe. Non raggiunse le vette di Abrahamo, chiamato il “padre dei fedeli”.

Né era come suo figlio Israele, padre delle dodici tribù. Eppure, Isacco era amato e venerato. Adorava Dio, si prendeva cura della sua casa e perseguiva il suo lavoro. Viene ricordato semplicemente come un uomo di pace.

L’eloquente semplicità della sua vita e la sua capacità unica di dare importanza alle cose comuni, lo hanno reso grande.

“Altare, tenda e pozzo: il suo culto, la sua casa, la sua opera. Queste cose fondamentali della vita stavano ad indicare la sua relazione con Dio, con la sua famiglia e con i suoi simili. E queste 3 cose riguardano ogni persona sulla terra”.

Un esempio per ogni uomo

Un esempio per ogni uomoArrivati a questo punto l’importanza di Isacco è evidente. Egli è un modello biblico per ogni uomo, compresi quelli tra noi, gente comune, che a volte hanno bisogno di un piccolo aiuto per fare le scelte giuste.

Potremmo non apparire mai nei libri di storia del mondo, ma il consiglio divino dato in Dottrina e Alleanze 64:33 si applica a noi come ad Isacco, che dimorava nella sua tenda con la sua piccola famiglia e il suo gregge, ai margini dell’arido deserto del Negev:

“Pertanto, non stancatevi di far bene, poiché state ponendo le fondamenta di una grande opera. E ciò che è grande procede da piccole cose”.

Siamo chiamati a tramandare l’eredità spirituale che abbiamo ricevuto, proprio come lo fu Isacco, figlio di Abrahamo. Ancora oggi, gli Ebrei devoti lo chiamano: “Isacco, il nostro antenato”.

L’anziano Tuttle ha continuato:

“Quanto poco sono cambiate, dai giorni di Isacco, le cose che contano davvero. C’è lo stesso Dio di Abrahamo, Isacco e Giacobbe, gli stessi ruoli familiari da ricoprire, lo stesso bisogno di lavorare. Altare, tenda e pozzo: queste cose sono essenziali.

Poste nella giusta prospettiva tramite la parola rivelata di Dio, sono la nostra più grande sfida e realizzazione”. Dobbiamo trovare il giusto equilibrio, o continuare a cercare di farlo, proprio come fece Isacco secoli prima della nascita di Cristo.

L’importanza di Isacco: Dio benedice ognuno di noi

Pochi di noi diventeranno personaggi storici del mondo. La maggior parte di noi prende alcune decisioni molto buone (spesso grazie all’aiuto e alla guida di coloro che ci circondano) e alcune cattive.

L’importanza di Isacco: Dio benedice ognuno di noiA volte, veniamo salvati dagli altri intorno a noi dalle peggiori conseguenze delle nostre decisioni sbagliate. Vogliamo essere bravi, ma vacilliamo più spesso di quanto vorremmo.

Prendiamo delle decisioni per essere migliori e, spesso, non le rispettiamo. Fatichiamo a bilanciare tutte quelle cose che richiedono il nostro tempo, attenzione ed energia.

Questa è l’importanza di Isacco: ci fa capire che il Signore ci benedice ed è pronto a farlo con cose incredibilmente buone, al di là dei nostri sogni più sfrenati. Isacco ha condotto una vita abbastanza semplice.

Non ha mai governato un impero. Tuttavia, è da sempre associato non solo ai nomi di Abrahamo e Giacobbe, ma anche alle promesse divine fatte loro. Ed anche a noi.

Le benedizioni del sacerdozio sono ora disponibili per tutti coloro che le riceveranno, uomini e donne.

E, se riceveranno queste benedizioni, ognuno di loro sarà

“santificato dallo Spirito a rinnovamento del suo corpo. Essi divengono i figli di Mosè e di Aaronne, e la posterità di Abrahamo, e la chiesa, il regno e gli eletti di Dio.

E inoltre, tutti coloro che ricevono questo sacerdozio ricevono me, dice il Signore; poiché colui che riceve i miei servitori, riceve me; e colui che riceve me, riceve mio Padre; e colui che riceve mio Padre, riceve il regno di mio Padre; perciò, tutto quello che mio Padre ha gli sarà dato” (Dottrina e Alleanze 84:33-38).

L’importanza di Isacco: c’è tanto altro da sapere su di lui è stato scritto da Daniel C. Peterson e pubblicato sul sito latterdaysaintmag.com. Questo articolo è stato tradotto da Cinzia Galasso.