In Matteo 13:47-50 si legge la parabola della rete del Vangelo:

Il regno de’ cieli è anche simile ad una rete che, gettata in mare, ha raccolto ogni sorta di pesci;

quando è piena, i pescatori la traggono a riva; e, postisi a sedere, raccolgono il buono in vasi, e buttano via quel che non val nulla.

Così avverrà alla fine dell’età presente. Verranno gli angeli, e toglieranno i malvagi di mezzo ai giusti,

e li getteranno nella fornace del fuoco. Ivi sarà il pianto e lo stridor de’ denti.

Significato della parabola della rete del Vangelo 

Questa parabola paragona il giudizio finale ad una rete.

Come una rete da pesca, il Vangelo di Dio “raccoglie” uomini e donne di ogni tipo, buoni e cattivi, e di ogni nazionalità e razza. I pescatori, coloro che si impegnano a condividere il vangelo con tutte le persone in giro per il mondo, lo fanno instancabilmente e in modo totale, al fine di non lasciare escluso nessuno.

La selezione del pesce avviene dopo che la rete è stata portata a riva; e, come il pescatore scarta ogni pesce cattivo mentre salva il buono, così gli angeli che eseguono gli ordini del Figlio dell’uomo separeranno i giusti dai malvagi, preservando gli uni alla vita eterna e consegnando gli altri alla distruzione.

Sforzi incauti per portare l’applicazione della parabola oltre l’intento dell’Autore hanno suggerito la critica secondo cui i pesci, siano essi buoni o cattivi, muoiono. I buoni, tuttavia, muoiono per l’utilità, i cattivi per lo spreco totale.

Sebbene tutti gli uomini muoiano, non muoiono allo stesso modo; alcuni guadagnano una condizione di riposo, e usciranno nella risurrezione dei giusti; altri vanno in uno stato di dolore e di inquietudine, dove attendono con ansia e timore la risurrezione dei malvagi.

La somiglianza di applicazione nella presente parabola come in quella della zizzania è evidente nell’enfasi data alla separazione decretata dei giusti dagli ingiusti, e nel terribile destino di coloro che sono soggetti alla condanna.

Un ulteriore parallelismo si nota nel rinvio del giudizio fino alla “fine del mondo”, espressione con la quale possiamo intendere il compimento dell’opera del Redentore, dopo il Millennio e la resurrezione finale di tutti coloro che hanno avuto un’esistenza sulla terra.