E’ stata una di quelle discussioni troppo belle, per essere dimenticate. Un’amica ed io stavamo pranzando, quando abbiamo sentito qualcuno, al tavolo accanto a noi, dire: “Non credo che dovremmo usare i cellulari, in chiesa“. Wow!
Questo inizio era davvero interessante. Ho smesso di masticare e ho atteso la reazione dagli altri, al tavolo. E’ stata una discussione appassionata, come potrete immaginare.
Sono stati citati dei discorsi. Sono stati fatti dei riferimenti al manuale della Chiesa. E sono stati condivisi aneddoti personali e osservazioni, sia a favore che contro l’uso del cellulare, in chiesa.
Sulla via del ritorno dal pranzo, rimuginavo sulla questione: dovremmo usare i cellulari in chiesa? Alla fine ho deciso che non è una questione di “noi”, in quanto membri collettivamente. E’ una questione di “me”, singolarmente.
Allora mi sono chiesta: dovrei usare il mio telefonino, in chiesa? E, a questa, è seguita un’altra domanda: Perché vado in chiesa?
Ho deciso che vado in chiesa per ascoltare la musica del Vangelo, ciò che l’anziano Wilford W. Andersen descrive come “la sensazione spirituale di gioia che proviene dallo Spirito Santo e porta un cambiamento di cuore”.
Quindi, usare il mio cellulare in chiesa, mi aiuta a sentire quel gioioso sentimento spirituale? Per me, la risposta era sì. Detto questo, non credo che sia una risposta univoca che vada bene per tutto.
Di seguito trovate tre domande che mi hanno aiutato a valutare le mie azioni e ad arrivare alla mia conclusione.
1. Mi aiuta nel rendere il culto?
C’è un proverbio che dice: “Quando cammini, cammina. Quando mangi, mangia”. In altre parole, concentrati su quello che stai facendo. Nel contesto della chiesa, potremmo dire: “Quando rendi il culto, rendi il culto”.
Quindi la domanda è: il mio telefonino mi aiuta a rendere il culto, quando lo faccio? Ci sono molte volte in cui mi aiuta a rendere il culto. Per esempio, riesco a cantare gli inni più spesso, perché non devo dare la caccia ad un innario.
Meglio ancora, di recente ero seduta dietro ad una famiglia che utilizza il proprio cellulare per aiutare i loro figli di 3 e 5 anni a rendere il culto. Ricordate i libri di stoffa, di un tempo?
Ebbene, questa famiglia ha creato la versione scorrevole sul proprio tablet. Hanno inserito le immagini del Salvatore e altre immagini del Vangelo, in un formato tale che i loro bambini possono scorrere. E grazie a domande sussurrate, del tipo: “Mamma, dove vive Gesù?”, questi bambini lo ricordano.
2. Mi aiuta ad impegnarmi?
Qualcuno, una volta, ha chiesto al presidente Kimball: “Che cosa fate, se vi trovate in una riunione sacramentale noiosa?”. Egli ci pensò per un momento, poi rispose: “Non lo so; non sono mai stato in una riunione noiosa”.
Sembra che il presidente Kimball avesse frequentato le riunioni, essendo “ansiosamente impegnato”. Ha capito il suo ruolo nella preparazione e nella partecipazione.
Se avete mai dimenticato le Scritture, allora sapete quanto diventi miseramente lunga la classe della Scuola domenicale. La vostra mente vaga, con brevi interruzioni per guardare l’orologio ogni 30 secondi. I nostri cellulari, ci possono aiutare, in questo.
Ci danno accesso alle Scritture, alle lezioni, possiamo prendere appunti e vedere anche i nomi delle persone del nostro rione, rendendo più facile l’essere un partecipante attivo. E, come presidente Kimball ha detto, troviamo più divertimento e significato, in chiesa, quando siamo impegnati.
3. Si vede che mi interessa?
Abbiamo avuto tutti l’esperienza di parlare con qualcuno che controlla il proprio telefono cellulare, ad ogni “ding” che arriva. E’ difficile non sentirsi come se ti avessero messo da parte, per qualcosa di più interessante. Ma quante volte diamo quegli stessi segnali al Salvatore?
Siamo in grado di amplificare qualsiasi rapporto, semplicemente essendo presenti, e questo vale anche per il nostro rapporto con il Salvatore. Essere presenti Gli dimostra che ci interessa. E questo ci porta ad una domanda che il presidente Russell M. Nelson ha fatto regolarmente a se stesso: “Quale segno voglio dare a Dio?”
Tale domanda vale soprattutto per le nostre azioni, durante l’ordinanza del sacramento, l’ordinanza che Egli ha stabilito per aiutarci a “ricordarci sempre di Lui.” Mentre l’anziano Ballard ha detto: “Non è possibile connettersi allo Spirito, durante la presentazione del sacramento, se guardiamo od inviamo un messaggio sul nostro cellulare o sul tablet.
Questo collegamento richiede la luce di Cristo, che si stabilisce nelle vostre menti e nei vostri cuori, tramite ardente amore e devozione”. Quando si pensa a questo, ci rendiamo conto che sono 10 minuti al di là dei 10.080 minuti che compongono una settimana, e che servono per mostrare e Lui che ci preoccupiamo, che lo amiamo, che ci ricordiamo di Lui e che siamo presenti a Lui.
Il vantaggio
Io cerco di controllarmi, seguendo l’adagio “Sii dove sei, quando ci sei”. E, in molti casi, il mio cellulare mi aiuta a farlo. So che le domeniche sono pienamente presente in chiesa, la mia fede si rafforza e il mio desiderio di fare meglio è fortificato.
Ho bisogno di più, di quelle domeniche, perché nel corso del tempo, attraverso l’atto di adorarLo, l’anziano Holland ha detto: “Abbiamo imparato a conoscerLo e Lo amiamo e sviluppiamo una maggiore volontà di seguirlo”. Il vantaggio è grande.
Questo articolo è stato scritto da Michelle Torsak e pubblicato sul sito lds.org. Questo articolo è stato tradotto da Cinzia Galasso.
Articolo molto interessante e chiaro: complimenti! Grazie di cuore all’autrice ed alla traduttrice