Una storia di Natale sul tempio Mormone. Jean Mathews e suo marito John, hanno servito una missione al Tempio di Manila, nelle Filippine, dove questa storia ha luogo.
Il dono in un bambino
Il giorno prima di Natale, mio marito stava supervisionando il battistero [del tempio di Manila, nelle Filippine] con il mio aiuto. Eravamo entrambi molto impegnati, ma mio marito sentì uno strattone alla manica della sua giacca bianca del vestito.
Guardò verso il basso – è alto 1,92 e sovrasta la maggior parte dei Filippini – e vide un ragazzino che sembrava avere 9 anni. Non era sorpreso, perché molti dei dodicenni di quella zona hanno la stazza dei bambini di 8/9 anni degli Stati Uniti.
Questo ragazzino era vestito con dei jeans ed un maglietta consumati ma puliti e stava tenendo in mano un pezzo di carta lacerato. John si piegò per poter vedere dentro ai suoi grandi occhi tristi e marroni.
“Come ti posso aiutare,” chiese
“Posso essere battezzato per mio papà?”
“E’ morto?” Chiese John con empatia.
“Si, due anni fa. Mia madre mi ha detto di essere battezzato per lui, oggi”.
I pensieri di John vennero subito riempiti di preoccupazioni sul fatto che la richiesta del ragazzo non potesse essere realizzata senza le informazioni necessarie, quindi gli chiese: “Sai il suo nome completo, la sua data di nascita e dove è nato?”
Il ragazzo gli porse di nuovo il pezzo di carta. “Mia madre ha scritto tutto su questo”.
Li, su quel pezzo di carta logorato e sporco che teneva con tanta cura nella sua tasca, c’era il nome di suo padre con la data ed il luogo di nascita.
Sperando che il ragazzo sapesse ogni altra informazione aggiuntiva che gli sarebbe servita, John indicò l’ufficio del tempio.
“Una delle signore li ti aiuterà. Poi torna con il foglietto di carta azzurro che ti darà, e ti battezzeremo per tuo padre”.
Poiché John non poteva lasciare le sue responsabilità del fonte in pieno lavoro, guardò il ragazzo che si faceva strada verso l’ufficio.
Passò un’ora prima che John pensò di nuovo al ragazzo e si chiese dove fosse. Poco dopo, egli sentì un altro strattone alla falda della sua giacca, ed il ragazzino apparse tenendo in mano un foglietto di carta azzurro, che gli porse.
Trovarono un piccolo vestito bianco per lui. Dovemmo arrotolare le gambe dei pantaloni e le maniche.
Quando fu il suo turno di entrare dentro il fonte, fece una pausa ed annunciò con grande serietà, come se fosse la cosa più importante che gli fosse mai accaduta in tutta la sua vita, “sto per essere battezzato per mio papà”. Catturò la totale attenzione di tutti i presenti.
Dopo che venne immerso, gli venne dato un vestito asciutto e venne guidato verso la stanza delle confermazioni. Dopo essere stato confermato per suo padre, egli si avvicinò di nuovo a John. “Questo è tutto quello che devo fare per mio padre?”.
“No, c’è dell’altro che deve essere fatto. Prendo il fogliettino azzurro con il nome e troverò qualcuno che possa fare il resto delle ordinanze per lui, se aspetterai vicino al bancone. Quando tutto sarà finito, ti porterò questo fogliettino azzurro, e lo potrai portare a casa da dare a tua madre”.
Annuì ed andò a sedersi in una delle poltrone all’entrata del tempio. Dove aspettò stancamente ma pazientemente per due ore.
Una storia di Natale sul tempio Mormone (Chiesa di Gesù Cristo)
Quando la dotazione di suo padre venne completata, John trovò il ragazzo e si sedette al suo fianco, poi gli porse il foglietto azzurro. John guardo quegli occhi seri e marroni.
“Lo sai che hai appena dato a tuo padre il dono più meraviglioso che tu potessi mai dare a chiunque?” Il ragazzo sembrò un po’ confuso così John gli spiegò.
“Gli hai appena reso possibile di vedere Gesù, e quando tu e tua madre tornerete al tempio, potrete essere entrambi suggellati a tuo padre, e poi potrete essere una famiglia per sempre”.
Per la prima volta in quella lunga giornata, il ragazzo sorrise raggiantemente, probabilmente il più grande sorriso di tutta la sua vita. Mise con cura nella sua tasca il fogliettino azzurro, come se fosse un tesoro.
Poi scivolò giù dalla poltrona. Guardando in alto verso mio marito, surrurrò “grazie”. Poi, senza guardare indietro, corse con eccitazione attraverso la strada verso la casa degli ospiti del Tempio per condividere la buona notizia con i suoi amici.
Non ci ricordiamo il nome del ragazzino – se mai lo abbiamo saputo – ma lo sguardo nel suo volto era più che di soddisfazione, piacere o semplice felicità; era uno sguardo di gratitudine e di gioia per aver potuto offrire tale dono a suo padre.
Per noi, che possiamo rappresentare il messaggio della stagione di Natale- e per il tempio, che non dimenticheremo mai – che possiamo servire ed amare coloro che se ne sono andati per primi e che le famiglie possono essere insieme per sempre.
Jean Holbrook Mathews, adattata da “Ricordando la Gioia del Natale” di ldsliving.com
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