Pioniere Mormoni
5 Agosto 2015
Sono pronto. No, non sono pronto!
Sono pronto. No, non sono pronto!
Mi trovo a duemila metri di altezza, sul Sustenpass, e sto per affrontare un campeggio itinerante di dieci giorni. Sembrano tantissimi. Ma le difficoltà non finiscono qui:
1) In questi dieci giorni percorreremo 150 chilometri, di salite e discese, con strade trafficate, sassi, terra, erba, insetti, acqua, e chi più ne ha, più ne metta.
2) Dovremo spingere un carretto a mano pieni di zaini e roba varia, per tutto il tragitto.
3) Sarò a “capo” di un gruppo di otto persone, me compreso, insieme alla mia collega.
4) Fa caldo, molto caldo.
Ecco il Trek, in soldoni. L’ansia e la preoccupazione mi stanno attaccando, ma io mi faccio forza. Dopotutto, l’ho già fatto quattro anni fa. Però non avevo i ragazzi da guidare, perché io ero uno dei ragazzi..
Il mio cervello mi dice: “Ricordami perché stiamo per fare tutto questo.” Va bene, gli rispondo.
Il Trek, questo campeggio itinerante, è organizzato dalla mia Chiesa, la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni (a volte soprannominati mormoni), e più precisamente dai pali di Milano Est e Ovest (un palo è un’organizzazione territoriale simile ad una diocesi cattolica).
Parte della storia della Chiesa narra che i primi membri della chiesa (qui si parla del 1800) sono stati scacciati molteplici volte dalle terre in cui abitavano, e perciò sono fuggiti a ovest, dove adesso si trova lo stato americano dello Utah. Questi pionieri hanno percorso oltre duemila chilometri a piedi, con carretti a mano o trainati, con pochissime risorse.
Alcuni di loro sono stati costretti a partire vicino all’inizio dell’inverno. Provate solo ad immaginare come ci si sente a camminare a piedi nudi in pieno inverno nelle distese ghiacchiate del Wyoming. (Per chi non lo sapesse, si trova a 2300 metri di altezza: più alto del Resegone, alto solo 1875 metri).
Per commemorare il loro sforzo epico, che ha permesso alla nostra Chiesa di fiorire grandemente (partendo dai soli settantamila membri che hanno attraversato le pianure, ai 15 milioni di membri di oggi), la Chiesa al giorno d’oggi organizza dei “trek”, in cui i giovani spingono dei carretti a mano simili a quelli dei pionieri su un percorso di lunghezza e difficoltà naturalmente inferiore, però che aiutano tutti noi a capire una minima parte delle sofferenze di questi nostri antenati spirituali.
Tutti i giovani che partecipano sono divisi in “famiglie”, gruppi di 4-6 giovani capeggiati da un dirigente maschio e un dirigente femmina, che a volte sono coppie sposate, a volte sono semplicemente dei giovani adulti che collaborano insieme (come nel mio caso).
Ed è per questo principalmente che sono in ansia. Io non ho mai guidato nessuno prima, salvo rari casi, e adesso ho un gruppo di sei adolescenti da gestire. Ne sarò in grado? Bah…
6 Agosto 2015
Oggi abbiamo usato per la prima volta i carretti, perché ieri erano rimasti bloccati in dogana tra la Svizzera e l’Italia. Ah, sì, dimenticavo: il Trek si svolge in Svizzera, a partire dal Sustenpass (come ho menzionato sopra) ad arrivare a Zollikofen, poco sopra Berna.
In questo piccolo paese si trova uno dei luoghi per noi mormoni più importanti al mondo: il tempio. Qui dentro abbiamo l’opportunità di fare tante cose, tra cui effettuare il battesimo per procura.
In poche parole, noi crediamo che il battesimo sia necessario alla salvezza: perciò i giovani prestano il loro tempo per farsi battezzare a favore di tutti quelli che sono morti e non hanno potuto farlo (poi loro potranno scegliere se accettare o meno).
Ma scusate, sto divagando. Se volete saperne di più cliccate qui!
Cooomunque, oggi abbiamo usato per la prima volta i carretti, e si vede la differenza tra ieri e oggi. Ieri eravamo tutti sparsi, senza gruppi; oggi invece la nostra famiglia (che porta il “cognome” di Rowley) è tutta unita, lavora insieme per spingere il carro e socializza. Si sta già creando un bel legame tra tutti noi, tra i “figli”, la “mamma” (la mia collega) e il “papà” (ovviamente io).
La cosa più bella però è successa stasera: abbiamo deciso, come famiglia, di dedicare ogni fine serata ad una persona specifica, e dirgli ciò che apprezziamo di quella persona. Hanno scelto di iniziare con me, e ogni ragazzo ha partecipato e detto qualcosa: si poteva dire che alla fine della cosa, l’amore regnava sovrano. Ed è solo l’inizio, questo!
7 Agosto 2015
Mamma mia, che mazzata! Abbiamo appena percorso 10 km circa, con una ciliegina sulla torta: una salitona di circa un chilometro e mezzo con dislivello di oltre 150 metri.
Abbiamo fatto ancora più fatica perché, per via delle macchine e di vari intoppi, abbiamo dovuto fermarci di continuo, con i ragazzi che non ce la facevano più. (Loro non sanno ancora cosa gli aspetterà, gli altri giorni..)
Può sembrare piacevole fermarsi spesso, così da riposare, ma in realtà era controproducente, perché ti abituavi a camminare e poi ti fermavi e poi dovevi riabituarti a camminare.. È stato molto faticoso.
Ma.. Un piccolo miracolo si è verificato. Appena arrivati in cima, dopo aver tirato un attimo il fiato, molti ragazzi sono scesi e sono andati ad aiutare gli altri carretti a spingere, per dare il cambio a chi stava spingendo.
Sono fiero di dire che anche alcuni dei miei ragazzi hanno fatto ciò. Nonostante tutta la fatica fatta, questi ragazzi hanno dimenticato loro stessi per un attimo, e hanno aiutato il loro prossimo. Scoglie il cuore, vedere eventi del genere. La prossima volta ci penserò due volte prima di dire che questa generazione è senza speranza!
12 Agosto 2015
Oggi è avvenuto un piccolo fatto increscioso, che si è poi tramutato in un altro piccolo miracolo. Uno dei miei ragazzi si è intestardito un po’, e ha cominciato a tirare superforte il carretto da solo.
Non è la prima volta che lo ha fatto, quindi tranquillamente ma fermamente, lo ho tirato, frenandolo, facendolo imbestialire non poco. Senza desistere, però, tenni fermo il carro, finché non mi fece spingere a me.
Fortunatamente poco dopo siamo arrivati al traguardo di quel giorno. Onestamente io avevo paura. Come faccio adesso a riappacificarmi?
Come faccio a parlargli? Insieme alla mia collega, abbiamo pregato, chiedendo aiuto al Signore per sapere cosa fare, e poco dopo abbiamo raccolto del coraggio e siamo andati da lui.
Ma non appena ci siamo seduti a parlare, ha iniziato a scusarsi subito, che mi portò a sorridere, e a volergli ancora più bene. Ci siamo riappacificati subito!
Questa sera abbiamo, per pura coincidenza, dedicato la “serata dei complimenti” a lui, e la “mamma” ha detto qualcosa che mi è piaciuto molto: “è vero che cozzate a volte, ma io ho visto che ogni volta che discutete, dopo che vi riappacificate siete più vicini di prima!”
Penso proprio che sia vero.
13 agosto 2015
Oggi… Mamma mia… siamo stanchissimi.
La giornata è iniziata bene, perché metà della tratta la abbiamo fatta attraversando il fiume Aar su dei gommoni, e ci siamo divertiti un mondo a fare arrembaggi e a navigare sul fiume.
La seconda metà, però..
Dopo che siamo arrivati a metà fiume, abbiamo accostato coi gommoni, e abbiamo aspettato metà della compagnia che arrivava con tutti i carretti. Poveracci, quanta fatica devono aver fatto..
Ma adesso tocca a noi. Cinque famiglie hanno preso controllo di dieci carretti e sono ripartite alla volta della tappa successiva. Io, avendo fatto il trek quattro anni fa, pensavo di sapere quanto durava e tutto… Invece dato che hanno cambiato la destinazione, non ne avevo idea.
C’era una salita in più che non conoscevo.. e appena è arrivata la salita, ha iniziato a piovere, dopo aver fatto un forte vento di testa per una buona mezz’ora.
Il pensiero era comune: “perfetto, dopo tutti ‘sti giorni di sole cocente, pure la pioggia..” Non finiva più.. Siamo arrivati alle 10 di sera stremati, pronti a dormire.
Però, i miracoli più grandi sono avvenuti oggi, secondo me.
Un ragazzo si è messo a fianco a me, senza chiedere, e ha iniziato a spingere con me (ed era solo uno: tutti ormai ci eravamo distribuiti dovunque, ad aiutare chi aveva bisogno). Mentre spingevamo il nostro carretto, insieme, ha iniziato a cantare inni della Chiesa, a bassa voce, e io l’ho seguito.
Poi mi fa:” perché secondo te mi viene da cantare inni?” Io gli risposi:” Non lo so, forse perché portano lo Spirito…?” E poi, dopo averci pensato, lui mi ha risposto:” Secondo me è perché mi distraggono, mi aiutano a lodare il Signore, e mi tirano su il morale”.
Questo è il motivo per cui facciamo il trek. Perché i giovani diventano più vicini a Dio, servendo e faticando.
14 agosto 2015
Oggi è il gran giorno.
Camminiamo, camminiamo… Piove, giusto per prenderci un po’ in giro.. arriviamo all’ultima salita, la più tosta, ovviamente, ma è molto corta, e finisce com’è iniziata.. E poi lo vediamo.
Il tipico angelo Moroni in cima alla guglia più alta del tempio, una statua d’oro che risplende nel cielo svizzero, viene scorta da tutti i giovani, che ora esultano come non mai.. attraversiamo il bosco dietro..
E arriviamo alla piazza del tempio, trionfanti, circondati da persone che ci fotografano, ci filmano, ci applaudono, cantano, gridano, ci sorridono. Arriviamo e parcheggiamo, e ci abbracciamo, ci stringiamo, piangiamo tutti insieme.. Bellissimo.
Dopo dieci giorni di fatica, ce l’abbiamo fatta. Ora potremo finalmente riposare, come meritiamo, e godere della pace e della gioia che solo dentro al tempio si può provare.
15 agosto 2015
Anche oggi entreremo nel tempio. Ieri non ne ho avuto la possibilità, per via di altri incarichi, ma oggi ho avuto l’onore di partecipare alle ordinanze del tempio. Non appena sono entrato, ne ho sentito la pace.
Ero un po’ contrariato per via di alcune cose successe nella mattina, ma grazie allo spirito che si sente dentro, mi è passato tutto. Ho avuto l’onore di fungere da testimone ai battesimi (per assicurarci che il battesimo venga effettuato nella maniera corretta), tra le tante cose.
E purtroppo oggi si torna a casa. Ma tutti noi torneremo cambiati, e torneremo con nuovi amici e nuove esperienze che resteranno sempre nel nostro cuore.
All’inizio il mio cuore era pieno di angoscia, e anche onestamente un po’ di scetticismo, ma ora ho visto il potere del Signore in questi giorni nell’ispirare ed aiutare tutti noi.
Siamo ancora imperfetti, ma dall’inizio del trek a oggi abbiamo imparato che un passo alla volta si possono fare tante cose: percorrere 150 kilometri, spingere carretti per dieci giorni, raggiungere mete ambite, aiutare gli altri, e cambiare il proprio cuore.
Sono grato di aver partecipato, e so che Dio è stato con noi ogni giorno, che è con noi ogni giorno che lo vogliamo, e che ci aiuterà ogni volta che glielo chiediamo (e a volte anche di sua iniziativa!).
Stefano Nicotra
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