I Santi degli Ultimi credono che non sia possibile entrare nel Regno di Dio senza aver prima accettato Cristo quale Salvatore e aver accettato di obbedire al Suo comandamento di partecipare ad ordinanze essenziali, come il battesimo.
Ma questi requisiti sollevano alcune domande per il semplice fatto che la maggior parte dell’umanità ha vissuto ed è morta senza aver avuto l’opportunità di imparare in merito a Gesù Cristo o essere battezzata.
Alcune persone credono che queste anime sfortunate siano semplicemente condannate.
I Santi degli Ultimi Giorni credono che non sarebbe giusto da parte di Dio escludere alcune persone dalla Sua presenza a causa di circostanze su cui non avevano alcun controllo.
Quindi, cosa succede a tutte queste persone che sono morte prima di aver sentito nominare “Gesù”?
Cosa dicono le scritture
Le scritture e la rivelazione moderna contengono una bellissima soluzione: I Santi degli Ultimi Giorni credono che dopo la morte le anime dei defunti non vengano immediatamente smistate tra paradiso e inferno, poiché credono che una distinzione definitiva secondo i meriti delle proprie azioni verrà fatta a seguito della Seconda Venuta del Salvatore e del giudizio finale.
Coloro che lasciano il mondo terreno attendono il giudizio finale in un luogo chiamato “mondo degli spiriti”.
A sua volta, il mondo degli spiriti è suddiviso in due parti: un luogo chiamato “paradiso” per gli spiriti retti che accettarono Cristo; e un luogo chiamato “prigione degli spiriti” che ospita tutti coloro che invece non lo accettarono.
Tuttavia, è importante notare che il mondo degli spiriti è un luogo di permanenza temporanea e che non coincide con il Paradiso o Regno di Dio, o comunque vogliate chiamarlo. È anche affascinante notare come la Bibbia ne parli.
Ecco alcuni esempi: Quando sulla croce Cristo si rivolse all’uomo che si trovava al suo fianco, gli disse: “Oggi tu sarai con me in paradiso”. Eppure, tre giorni più tardi, dopo la Sua resurrezione, Egli disse a Maria Maddalena: “Non mi toccare, perché non sono ancora salito al Padre”.
Quindi, sembra che durante quei 3 giorni Cristo sia stato in un luogo chiamato paradiso, insieme ad altri spiriti, ma un luogo diverso da quello in cui si trova Dio Padre. Dunque, cosa ha fatto in quei 3 giorni nel mondo degli spiriti?
In 1 Pietro 3:18-20 troviamo un indizio:
“Poiché anche Cristo ha sofferto una volta per i peccati, Egli giusto per gli ingiusti, per condurci a Dio; essendo stato messo a morte, quanto alla carne, ma vivificato quanto allo spirito; e in esso andò anche a predicare agli spiriti ritenuti in carcere, i quali un tempo furono ribelli…”
E nel capitolo successivo:
“Poiché per questo è stato annunziato l’Evangelo anche ai morti; onde fossero giudicati secondo gli uomini quanto alla carne, ma vivessero secondo Dio quanto allo spirito” (1 Pietro 4:6).
Il nostro progresso spirituale continua nel mondo degli spiriti
Dottrina e Alleanze insegna che Cristo
“organizzò le sue forze e nominò dei messaggeri, rivestiti di potere e di autorità, e li incaricò di andare a portare la luce del Vangelo a coloro che erano nelle tenebre, sì, a tutti gli spiriti degli uomini; e così il Vangelo fu predicato ai morti” (DeA 138:30).
Noi crediamo che il progresso spirituale delle anime di coloro che non sono più su questa terra non si arresti con la morte fisica ma che continui anche nell’aldilà, e che il lavoro missionario nel mondo degli spiriti continui ancora oggi.
Crediamo, infatti, che gli spiriti di coloro che si trovano nella condizione chiamata “paradiso”, e che quindi hanno accettato Cristo quale Salvatore in vita, predichino il Vangelo a coloro che si trovano nella “prigione”.
Cristo sapeva che molte persone non avrebbero avuto l’opportunità di conoscere il Vangelo in questa vita, così gli ha dato questa possibilità dopo la morte.
Allo stesso modo, molte persone che non hanno avuto l’opportunità di essere battezzate in vita, riceveranno la possibilità di accettare il battesimo dopo la morte.
Ora, siccome non si può battezzare uno spirito, noi effettuiamo quello che chiamiamo “battesimo per i morti” per procura in fonti battesimali come questo, all’interno dei templi.
Ma come funziona? In pratica, il battesimo per i morti è molto simile al battesimo per i vivi.
La persona che viene battezzata, viene immersa completamente sott’acqua, ma piuttosto che essere battezzata per sé stessa, viene battezzata in vece e in favore della persona deceduta.
Sarà poi questa a decidere se accettare o meno quell’ordinanza nel mondo degli spiriti.
Da dove viene la dottrina del battesimo per i morti?
Questa dottrina fu restaurata tramite il profeta Joseph Smith nel 1840. Molte persone vogliono sapere se ci sia o meno evidenza biblica per il battesimo per i morti e, prontamente, facciamo riferimento alle parole di Paolo in 1 Corinzi 15:29:
“Altrimenti, che faranno quelli che sono battezzati per i morti? Se i morti non risuscitano affatto, perché dunque son essi battezzati per loro?”.
Il libro The Jerome Biblical Commentary spiega:
“Paolo allude ad una pratica della comunità corinzia come prova della fede cristiana nella resurrezione dei morti.
Sembra che a Corinto alcuni cristiani seguissero la pratica di essere battezzati in nome dei loro familiari e amici defunti non cristiani, sperando che questo battesimo per procura potesse assicurare loro una partecipazione nella redenzione di Dio.”
È ampiamente accettato dagli studiosi moderni che i battesimi per i morti ebbero luogo. Ad essere onesti, alcune fedi presumono che, invece di far luce su una pratica accettata, in realtà Paolo stesse condannando tale pratica. Siete liberi di interpretarlo come meglio credete.
Detto questo, la nostra dottrina non si basa solo su questa singola scrittura, ma anche sulla rivelazione moderna data al profeta Joseph Smith, accettata e confermata dai profeti successivi fino ad oggi.
Quindi, alcune domande a bruciapelo prima di concludere: le persone che vengono battezzate per procura, sono automaticamente considerate membri della nostra Chiesa?
Assolutamente no. Se accetteranno o meno il battesimo dipende totalmente da loro.
Come faremo a celebrare i battesimi per tutti coloro che sono morti?
Crediamo che avremo 1000 anni per metterci in pari durante il regno millenario di Cristo, con un po’ di aiuto dall’altra parte.
Non è offensivo celebrare il battesimo per quelle persone appartenenti a una fede diversa?
Per alcune persone sì, e la Chiesa si è mostrata sensibile a riguardo. Ad esempio, non celebriamo battesimi per celebrità o vittime ebree dell’Olocausto e, se la persona è nata negli ultimi 110 anni, ci viene chiesto di ottenere il permesso da parte del parente vivente più stretto a quella persona prima di celebrare il battesimo.
Il battesimo per i morti: cosa è davvero e a che serve? Per concludere
La Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni fin dagli albori si è adoperata per la salvezza di tutti i figli di Dio. È per questo che, come Chiesa mondiale, poniamo molta enfasi sul lavoro missionario organizzato e sulla condivisione del Vangelo a 360 gradi.
Poiché crediamo che Dio sia un Padre giusto che ama tutti i Suoi figli, e poiché crediamo anche che il nostro progresso spirituale non finisca con la morte fisica, tramite la rivelazione dei profeti moderni sappiamo che le ordinanze di salvezza sono a disposizione di coloro che non ci sono più, e ci impegniamo attivamente ad offrire e celebrare queste ordinanze per coloro che non possono farlo più per sé stesse dentro ai sacri templi del Signore.
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