Molti anni fa, viaggiando in aereo, mi trovai seduto accanto ad un uomo inglese, dall’aspetto molto distinto, il quale mi disse di essere stato un consulente familiare per più di quarant’anni.
In seguito a quanto ci dicemmo, imparai che è meglio non volere un matrimonio senza conflitti. Egli mi raccontò che in tutti gli anni in cui aveva esercitato la professione, aveva riscontrato soltanto tre tipologie di matrimonio in cui i coniugi non litigano mai.
Interessato, presi penna e taccuino e gli chiesi quali fossero. Ricordo che mi disse:
“Il primo tipo di matrimonio senza conflitti è quello in cui una delle due parti è totalmente dominante e l’altra è così sottomessa da non causare mai un disaccordo. Uno è al comando, e prende tutte le decisioni, l’altro si limita a seguirlo”.
Ciò mi scoraggiò alquanto, tuttavia nutrivo ancora delle speranze per gli altri due tipi di matrimonio di cui mi avrebbe parlato. “Il secondo tipo di matrimonio senza conflitti sta diventando molto comune di questi tempi.
Si verifica quando due persone sono unite in un matrimonio di convenienza. Vivono vite separate e hanno carriere e programmi separati quindi, in realtà, non hanno nulla su cui essere in disaccordo”.
A quel punto, ero impaziente di sapere quale fosse il terzo. “Il terzo tipo di matrimonio senza conflitti” disse “è quello in cui sia il marito che la moglie sono morti”.
Naturalmente possedeva quel buffo senso dell’umorismo tipicamente inglese, perchè lo disse rimanendo impassibile.
Non sapevo cosa rispondere, quindi mi limitai a fissarlo. Allora chiarì subito il suo punto di vista: “Quello che voglio dire” continuò “è che in tutti i miei anni di consulenza matrimoniale, questi sono gli unici tre tipi di matrimonio in cui non c’è mai stato un conflitto o una discussione.
Quindi, a meno che lei non voglia ritrovarsi in uno di questi matrimoni, le converrebbe misurare il successo del suo matrimonio con un metro diverso, senza basarsi su quella nozione idealistica secondo la quale bisogna sempre andare d’accordo”.
Ecco perché non vuoi un matrimonio senza conflitti
Mia moglie ed io abbiamo riflettuto e scritto molto in merito a quella breve conversazione nel corso degli anni, e siamo giunti alla conclusione che quell’uomo avesse ragione.
In effetti, il modo più efficace per misurare il successo di un matrimonio non è determinare la frequenza con cui si verificano dei disaccordi, piuttosto, verificare le modalità con cui vengono affrontate le differenze, e quanto si impari da esse. Come alcuni nostri buoni amici dicono:
“I momenti di crisi nella comunicazione possono apportare innovazione alla comunicazione stessa”.
Certamente “possono” è la parola chiave. Ci vuole uno sforzo reale per trasformare le differenze in sinergia. Durante i suoi ultimi anni di vita, l’anziano LeGrand Richards visse nel nostro rione.
Pensiamo spesso a questo nostro grande e saggio mentore. Aveva novantacinque anni quando gli chiedemmo il segreto della sua longevità. Ci pensò un attimo e poi disse: “Be’, quasi settant’anni fa, quando io e mia moglie ci sposammo, prendemmo il solenne impegno di non litigare o discutere mai tra le mura della nostra casa”.
Era una risposta interessante, ma pensammo che non avesse compreso la nostra domanda. Poi, con un luccichio negli occhi, continuò: “È per questo che ho vissuto così a lungo: ho passato tanto tempo all’aperto!”.
A prescindere dall’età o dal matrimonio in cui ti trovi, non scoraggiarti e non rimanere sorpreso se ogni tanto vi sono dei disaccordi. Piuttosto che cercare di non averne, preoccupati di risolvere le differenze in modo costruttivo.
E invece che preoccuparti di far sì che i tuoi figli non assistano alle vostre discussioni (sperando che queste non siano violente), fai in modo che vedano come le risolvete e come riuscite a sistemare le cose.
Può effettivamente essere un problema se i figli pensano che i loro genitori non discutano o non abbiano conflitti su nulla, perché da’ loro aspettative irrealistiche sul matrimonio.
È molto meglio che sappiano che i loro genitori sono individui, i quali a volte hanno delle divergenze, ma che lavorano per far funzionare il loro matrimonio ed imparano rimanendo sempre insieme.
Una volta, dopo aver tenuto un discorso, una giovane coppia ci si avvicinò e ci disse: “Ci deve essere qualcosa che non va nel nostro matrimonio, perché siamo sposati da un anno e abbiamo avuto la nostra prima discussione la scorsa settimana”.
Abbiamo detto “Wow, la prima? Dopo un anno? Sì, ci deve essere qualcosa di sbagliato se non avete avuto altre discussioni oltre a quella”.
Una ricerca dell’Istituto Gottman sulle coppie di successo, ha dimostrato che i matrimoni felici e duraturi, non raggiungono mai un pieno accordo nella maggior parte dei loro conflitti.
Pertanto, ogni volta che utilizziamo il termine “risoluzione del conflitto”, ci riferiamo sia ad un compromesso, sia alla capacità di comprendere e rispettare il punto di vista reciproco.
Le coppie di successo imparano a sostenere e persino a migliorare il loro rapporto matrimoniale, risolvendo le loro discussioni in modo chiaro ed onesto, tranquillizzandosi a vicenda poiché, così facendo, si impegnano ogni volta nei riguardi del loro rapporto.
Questo scambio autentico dimostra che la fiducia che viene dall’amore è più potente del bisogno di risolvere ogni disaccordo in modo definitivo. Tale potere è dimostrato e rafforzato nel crogiolo del conflitto, se gli individui all’interno della coppia si trattano reciprocamente nel modo giusto di fronte ai disaccordi.
Miti sul matrimonio
- MITO: una buona misura della qualità della tua relazione o del tuo matrimonio viene data da quanto siete simili e quanto raramente siete in disaccordo o discutete.
VERITÀ: i matrimoni migliori e più entusiasmanti sono quelli tra persone forti, che apprezzano le loro differenze, e non le temono; ognuno di loro ha le proprie opinioni e può non essere d’accordo, può dibattere e può imparare dall’altro. “Come risolvete una discussione” è un metro di misura migliore per valutare la qualità di un matrimonio rispetto a “quanto spesso discutete”.
- MITO: È importante “non lasciare che il sole tramonti su un disaccordo”, poiché ogni conflitto deve essere risolto.
VERITÀ: Se state perdendo il controllo di una discussione, è meglio metterla da parte e portare avanti il motto: “Non far passare mai il fine settimana senza parlare e capire eventuali preoccupazioni”. Le relazioni amorevoli ed impegnate possono comunque andare avanti, nonostante le differenze irrisolte.
- MITO: Desiderare che il mio coniuge “mi completi” è una speranza realistica per un matrimonio.
VERITÀ: dovresti lavorare per sentirti completo come individuo e sostenere il tuo coniuge nella stessa ricerca personale.
- MITO: più non siete d’accordo, peggiore sarà il vostro matrimonio e minore sarà la probabilità di entrare in sintonia con l’altro.
VERITÀ: la risoluzione dei conflitti coniugali e la comprensione reciproca sono processi continui, e costituiscono delle abilità acquisite nell’arco del tempo, ed è questo che crea la sintonia.
- MITO: i figli non dovrebbero mai vedere i loro genitori in disaccordo.
VERITÀ: i figli devono sapere che i loro genitori sono due individui separati, che a volte hanno opinioni diverse. Va bene se vi vedono in disaccordo, ma hanno anche bisogno di vedere che risolvete i conflitti nel modo giusto.
Andare d’accordo è una cosa buona ed essere in disaccordo è una cosa cattiva?
La maggior parte di noi crede, almeno all’inizio della propria relazione, che i disaccordi e le differenze siano una cosa cattiva, e che invece andare d’accordo ed essere simili sia una cosa buona.
Ma l’intero concetto è un mito. La compatibilità è un’abilità che si acquisisce e, anche se due persone sono volenterose e motivate, non è sempre un percorso facile.
E quando pensiamo che l’unica strada per arrivarci sia diventare l’uno il clone dell’altro, e avere la stessa visione del mondo, non solo ci stiamo prendendo in giro, ma stiamo sminuendo noi stessi e sottovalutando il potere, lo scopo e il piacere di essere diversi. Spesso, essere diversi porta a trovare una terza via che è migliore delle prime due.
Ci imbattiamo in tantissime coppie che pensano che l’obiettivo sia essere uguali ed andare sempre d’accordo. Tuttavia, questo è un mito che porta allo scoraggiamento e al senso di colpa e che mina la felicità.
Infatti, entrambi questi criteri potrebbero essere il modo peggiore per misurare la felicità di un matrimonio. Ecco alcuni parametri di progresso che valgono molto di più:
- Il tuo coniuge è felice?
- State crescendo entrambi?
- Ti senti sempre amato?
- Ti senti accettato per quello che sei?
- A chi ti rivolgi per le tue necessità emotive? Chi è il tuo migliore amico?
- Puoi essere completamente onesto e completamente te stesso con il tuo coniuge?
- Quanto è profondo il tuo impegno?
- Riesci ad essere in disaccordo senza essere minacciato e costruire su quei disaccordi in armonia?
- Riesci ad essere diverso dal tuo coniuge senza provare preoccupazione o un senso di fallimento e costruire insieme il vostro matrimonio a partire da quelle differenze?
Quindi, iniziamo cambiando il nostro modo di misurare l’efficacia di un matrimonio ed impariamo ad apprezzare la nostra diversità e le nostre differenze.
I migliori matrimoni si hanno quando i partner continuano a progredire in ciò che sono; in effetti alcune differenze potrebbero addirittura ingrandirsi, dando ancora più spazio alla possibilità di lavorare in sinergia.
Le differenze che si combinano e si completano a vicenda danno molto di più, a due persone, che il cercare di clonarsi a vicenda. Se tu e il tuo coniuge foste perfettamente uguali, non vi sarebbe alcuna tensione dinamica, nessun bisogno di discutere o risolvere o stare insieme, e poco divertimento.
In tutti i veri matrimoni ci sono dei disaccordi: ciò che conta è come risolviamo i conflitti e cresciamo grazie ad essi. L’unità non implica una totale assenza di differenze o opinioni personali.
In effetti, sono le differenze, affrontate in armonia, a rendere il matrimonio interessante ed proiettato verso la crescita. Un matrimonio ha successo in base al modo in cui tali differenze vengono utilizzate, affrontate e risolte.
E la misura migliore di un buon matrimonio non è la frequenza con cui non si è d’accordo, ma il modo in cui i disaccordi vengono risolti e quello che si impara grazie alle differenze.
Ecco perchè non dovresti volere un matrimonio senza conflitti è stato scritto da Richard Eyre e pubblicato sul sito latterdaysaintmag.com. Questo articolo è stato tradotto da Cinzia Galasso.
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