Mentre ero seduto a seminario, a giugno, ho ascoltato a raffica dai primi 3 oratori la stessa dichiarazione: “Gesù è mio fratello maggiore”.

C’erano 4 oratori in tutto: i primi tre erano una giovane donna laureata, un giovane laureato ed un insegnante di seminario. Il quarto oratore, il presidente di palo, non ne fece menzione.

Dato quello che so sulla mancanza di scritture sull’argomento, mi sono chiesto: “Qual è la motivazione di queste dichiarazioni praticamente irrilevanti?

Perché tanta enfasi su questo argomento non presente nelle scritture? C’è qualcosa nel programma del seminario che lo enfatizza?

Vi è anche un’altra conseguenza (negativa) a questo principio: se Gesù è il nostro fratello maggiore, lo è anche Satana.

Non confonderei l’idea che Gesù, il Figlio di Dio, condivida lo stesso DNA spirituale (se esiste una cosa del genere) con voi e me.

Dirò piuttosto che tra le due relazioni familiari di cui parliamo riferendosi a Lui, la rivendicazione di fratello maggiore ha un significato molto diverso rispetto alla sua paternità e può essere una distrazione che può portare all’apostasia.

Gesù è il mio fratello maggiore

L’affermazione “fratello maggiore” non deriva dalle Scritture, ma dall’inferenza logica che viene meglio spiegata nel documento “Un’esposizione dottrinale della Prima Presidenza e del Quorum dei Dodici Apostoli”.

Fondamentalmente, il documento conclude:

“Non è improprio, quindi, parlare di Gesù Cristo come il fratello maggiore del resto del genere umano” ma “non è improprio” non equivale necessariamente ad essere utile e può comunque risultare problematico.

La mancanza di utilità e persino la presenza di eventuali problematiche nate dal riferirsi a Gesù come al nostro fratello maggiore può essere enfatizzata rivedendo diverse scritture che, almeno per il loro valore nominale, si trovano in disaccordo con la nozione di fratellanza di Gesù.

Per esempio, un passo delle Scritture che irrita i membri convinti del paradigma di Gesù = fratello maggiore (ma non solo loro) si trova in Mosia 15:1-4.

1 Ed ora Abinadi disse loro: Vorrei che comprendeste che Iddio stesso scenderà fra i figlioli degli uomini e redimerà il suo popolo.

2 E poiché dimorerà nella carne, egli sarà chiamato il Figlio di Dio, ed avendo sottomesso la carne alla volontà del Padre, è il Padre e il Figlio —

3 Il Padre, perché concepito per il potere di Dio; e il Figlio, a causa della carne, divenendo così il Padre e il Figlio

4 Ed essi sono un solo Dio, sì proprio il Padre Eterno del cielo e della terra.

La difficoltà nel vedere Gesù come fratello arriva quando Abinadi parla di Gesù come Padre e Figlio. In qualsiasi senso Lui è mio padre, non è mio fratello, quindi abbiamo alcune scelte da fare.

Se ci aggrappiamo all’idea della fratellanza, dobbiamo spiegare la sua paternità come un’iperbole, una metafora o qualcos’altro, o almeno limitarne la portata.

Una seconda e molto problematica coppia di versetti proviene da un dialogo tra Zeezrom e Amulec in Alma 11:38-39:

38 Ora Zeezrom gli disse di nuovo: Il Figlio di Dio è proprio il Padre Eterno?

39 E Amulec gli disse: Sì, egli è proprio il Padre Eterno del cielo e della terra, e di tutte le cose che sono in essi; egli è il principio e la fine, il primo e l’ultimo.

Non è di buon auspicio per l’idea di fratellanza leggere una tale esplicita affermazione che Gesù è il Padre Eterno a meno che non limitiamo il campo della sua paternità, ma il Libro di Mormon non lo fa.

Se prendiamo ciò che i profeti del Libro di Mormon insegnano, Gesù è il Padre. Come mai?

Gesù è il padre?

Mosia 5 dà almeno una risposta parziale. Alla fine del discorso di re Beniamino, nel quale il suo popolo viene posto sotto l’alleanza per fare più o meno ciò che facciamo con il battesimo, egli spiega come Gesù diventa il Padre:

7 Ed ora, a motivo dell’alleanza che avete fatto, sarete chiamati figliuoli di Cristo, Suoi figli e Sue figlie; poiché ecco, in questo giorno egli vi ha spiritualmente generati, poiché dite che il vostro cuore è cambiato, tramite la fede nel Suo nome; perciò siete nati da lui e siete diventati suoi figli e sue figlie.

Nel punto in cui l’alleanza stabilisce la sua paternità, la fratellanza svanisce.

Poco dopo il battesimo e la confermazione di Adamo e dopo aver ricevuto il sacerdozio Melchizedek ed essere entrato nell’alleanza del sacerdozio, egli divenne un figlio e Gesù suo Padre, come vediamo in Mosè 6:

67 E tu sei secondo l’ordine di colui che era senza principio di giorni o fine d’anni, da tutta l’eternità a tutta l’eternità.

68 Ecco, tu sei uno in me, un figlio di Dio; e così tutti possono divenire miei figli. Amen.

“Così possono tutti diventare miei figli” implica certamente che non erano già suoi figli. La parte “secondo l’ordine” parla dell’ordinazione di Adamo al sacerdozio, che significa entrare in un’alleanza seconda solo al battesimo a livello individuale.

A livello di chiesa, l’alleanza del sacerdozio di Melchisedec è l’alleanza che governa. Senza il sacerdozio, l’alleanza battesimale non è possibile (DeA 84:20-21). Quindi in Ether 3 leggiamo:

14 Ecco, io sono Colui che fu preparato fin dalla fondazione del mondo per redimere il mio popolo. Ecco, io sono Gesù Cristo.

Sono il Padre e il Figlio. In me tutta l’umanità avrà vita, e ciò eternamente, ossia, coloro che crederanno nel mio nome; e diverranno miei figli e mie figlie.

Di nuovo, “diverranno” entrando in un’alleanza con Lui.

Nascita tramite l’alleanza

Le implicazioni di questa verità sono vaste. D’ora in poi, una persona che capisce questo principio deve porsi una domanda, quando essere figli o la paternità sono sia implicite che direttamente asserite:

“Si riferisce alla prole spirituale in virtù del fatto di essere nati spiritualmente da un Padre Celeste e da una Madre Celeste o alla nascita tramite alleanza?”

Ad esempio, le Giovani Donne recitano quasi settimanalmente: “Siamo figlie del nostro Padre Celeste che ci ama e che noi amiamo”.

Si tratta di essere quindi progenie spirituale (cosa che condividiamo con i diavoli) o si riferiscono alla paternità dell’alleanza con Gesù Cristo?

Viene insegnato a Mosè, o almeno gli viene ribadito, che egli è un figlio di Dio, intendendo Gesù Cristo. In Mosè 1:

4 Ed ecco, tu sei mio figlio…

6 E ho un’opera per te, Mosè, figlio mio; e tu sei a similitudine del mio Unigenito; e il mio Unigenito è e sarà il Salvatore, poiché è pieno di grazia e di verità; ma non v’è altro Dio all’infuori di me, e tutte le cose sono presenti dinanzi a me, poiché Io le conosco tutte.

La parte della similitudine è una dichiarazione sul sacerdozio degna di nota.

Qui non viene sottolineata una somiglianza fisica, ma una somiglianza che deriva dall’agire correttamente nell’ordine del sacerdozio che si realizza dopo l’avvento del Figlio di Dio (vedere Alma 13).

Dobbiamo porci la stessa domanda sui padri e le loro alleanze quando leggiamo Malachia nelle versioni sia dell’Antico Testamento che di Moroni.

Malachia 4:

5 Ecco, ti manderò Elia il profeta prima della venuta del grande e terribile giorno del Signore:

6 e volgerà il cuore dei padri ai figli, e il cuore dei figli ai loro padri, per timore che io arrivi e colpisca la terra con una maledizione

La versione di Moroni è più descrittiva, Joseph Smith History 1:

38 E ancora, egli citò il quinto verso così: Ecco, io vi rivelerò il sacerdozio, per mano di Elia, il profeta, prima della venuta del grande e spaventevole giorno del Signore.

39 Citò diversamente anche il versetto successivo: Ed egli pianterà nel cuore dei figli le promesse fatte ai padri, e il cuore dei figli si volgerà ai loro padri. Se così non fosse la terra intera sarebbe completamente devastata alla sua venuta.

Padri nell’alleanza

Si riferiscono ai padri ancestrali oppure all’alleanza? Uno implica che se non facciamo attivamente il lavoro genealogico tutta la terra sarà completamente distrutta alla Sua seconda venuta.

L’altro implica che se i padri dell’alleanza di tutte le dispensazioni non vengono riuniti nell’ultima dispensazione, tutta la terra sarà comunque completamente distrutta.

Forse sono valide entrambe le spiegazioni, ma la versione riguardante l’alleanza ha più senso, soprattutto nelle parole di Moroni, data la quantità di genealogia che saremo in grado di fare nel millennio e l’importanza delle alleanze e la loro centralità nella restaurazione.

Se avete saltato i capitoli di Isaia nel Libro di Mormon, dovreste considerare di rileggerli con il pensiero fisso all’alleanza. Rispettare o violare le alleanze di Abramo è di particolare importanza nella narrativa.

Considerate come i primi due versetti di 2 Nefi 8 centrino con l’alleanza:

1 Datemi ascolto, voi che seguite la rettitudine. Guardate alla roccia donde foste tagliati ed alla buca della fossa donde foste scavati.

2 Guardate ad Abramo, vostro padre, e a Sara, colei che vi ha partorito; poiché io chiamai lui solo e lo benedissi.

Di nuovo, Abramo è un nostro padre ancestrale o un nostro padre nell’alleanza? La differenza di significato è fondamentale dato ciò che seguirà nei capitoli seguenti.

Secondo Moroni nella pagina del titolo del Libro di Mormon vengono riportate tre cose:

  1. “Mostrare al rimanente della casa d’Israele le grandi cose che il Signore ha fatto per i loro padri”
  2. “Perché possano conoscere le alleanze del Signore”
  3. “Per convincere l’ebreo e il gentile che Gesù è il Cristo, l’Eterno Dio, manifestandosi a tutte le nazioni”

I padri, le alleanze, Gesù sono l’essenza del regno e del vangelo e governano tutto ciò che ci riguarda.

La nascita attraverso l’alleanza si estende oltre la nascita da Dio. La sezione 84 di Dottrina e Alleanze parla di principi importanti relativi alle alleanze del sacerdozio:

32 E i figli di Mosè e di Aronne saranno riempiti della gloria del Signore, sul monte Sion, nella casa del Signore; e questi figli siete voi e molti ancora che ho chiamato e mandato innanzi ad edificare la mia chiesa.

33 Poiché, chiunque è fedele così da ottenere questi due sacerdozi di cui ho parlato e magnificare la sua chiamata, è santificato dallo Spirito a rinnovamento del suo corpo.

34 Essi divengono i figli di Mosè e di Aronne, e la posterità di Abramo, e la chiesa, il regno e gli eletti di Dio.

I padri di cui si parla nella pagina del titolo sono i padri dell’alleanza e alcuni di essi rappresentano specifiche alleanze, ordinanze e chiavi che vennero date a Joseph Smith perché fosse possibile la restaurazione del Vangelo.

La più importante di tutte, che doveva precedere tutte le altre, è l’alleanza che racchiude le chiavi e le ordinanze del sacerdozio. Una volta conferite, tutte le altre alleanze, le chiavi e le ordinanze diventano sia possibili che efficaci.

Qualche tempo prima della formazione della Chiesa di Gesù Cristo nell’aprile 1830, Joseph Smith e Oliver Cowdery ricevettero il sacerdozio di Melchisedec da Pietro, Giacomo e Giovanni, che rappresentavano Gesù.

Tranne l’alleanza del battesimo, solo dopo essere entrati nell’ordine del sacerdozio guidato da Gesù, il potere, l’autorità, le ordinanze, le chiavi, le alleanze, l’azione e le benedizioni, come anche l’alleanza fatta con Abramo, poterono essere riportate indietro e diventare parte della restaurazione.

Conclusione

Un po’ di tempo fa, ho sostituito l’insegnante alla Scuola Domenicale dei 15-16enni.

Dato l’avviso tardivo (cinque minuti prima dell’inizio della lezione) ho optato per parlare delle alleanze: primordiali, antiche e moderne.

Sfortunatamente, questa discussione era nuova per la maggior parte della classe. Siamo passati di scrittura in scrittura in scrittura discutendo di ciascuno degli elementi critici.

In poco tempo, i membri della classe hanno iniziato a fare domande del tipo: “Ho sentito parlare dell’alleanza di Abrahamo, ma non so davvero cosa sia. Puoi spiegarlo?”

Dottrina e Alleanze 50:43 è una buona sintesi di uno degli insegnamenti più importanti e più belli del Vangelo:

43 E il Padre e Io siamo uno. Io sono nel Padre, e il Padre in me; e nella misura in cui mi avete accettato, voi siete in me e Io in voi.

Ci vogliono due esseri ed una cosa per divenire uno con Gesù: Gesù, lo Spirito Santo ed un’alleanza.

Una implicazione di questa pura, potente e semplice dottrina è che non faremo più riferiremo a Lui come al nostro fratello maggiore.

Questo articolo è stato scritto da David Grant ed è stato pubblicato sul sito mormonhub.com. Questo articolo è stato tradotto da Cinzia Galasso.