Dopo che Gesù rese testimonianza del Suo ruolo di Messia a Gerusalemme, i Suoi miracoli diventarono più evidenti e gli insegnamenti più profondi.
Sapendo che il Suo grande e ultimo sacrificio si faceva sempre più vicino, si sforzò di mostrare chi Egli fosse veramente e organizzò la Sua Chiesa.
Un evento importante di questo periodo è la chiamata dei Settanta. Sorprendentemente, la maggior parte delle persone rifiutò di vedere e rifiutò di credere.
A prescindere da quante “prove” ci vengano mostrate, solo lo spirito è in grado di “vedere” le verità spirituali.
La chiamata dei Settanta
Durante gli ultimi mesi del Suo ministero, Gesù organizzò anche altri aspetti fondamentali della sua Chiesa. Uno degli avvenimenti cardine fu la chiamata dei Settanta. In Luca 10:17 leggiamo:
Or i settanta tornarono con allegrezza, dicendo: Signore, anche i demonî ci sono sottoposti nel tuo nome.
Da ciò si evince che Gesù Cristo organizzò la Sua chiesa primitiva mentre stava ancora svolgendo il Suo ministero in Israele. Molti pensano che la Chiesa sia stata organizzata solo dopo la Sua morte dagli apostoli.
Il “Quorum dei Settanta” è soggetto ai Dodici Apostoli e ha lo scopo di aiutarli nella loro missione di portare testimonianza di Cristo e diffondere il Vangelo.
La Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni è la stessa Chiesa di Gesù Cristo restaurata sulla terra oggi. Sotto la direzione di Cristo risorto, nei tempi moderni è stato istituito un quorum dei Settanta.
Con il diffondersi della Chiesa, il quorum è stato allargato a diversi quorum.
“Quella dei Settanta è una chiamata speciale nell’ufficio di Anziano per la predicazione del Vangelo in tutto il mondo, sotto la direzione dei Dodici Apostoli.
Un quorum è composto da settanta membri, di cui sette sono scelti come presidenti.
La differenza tra i Settanta e gli Anziani è che i primi sono “ministri itineranti” e i secondi sono “ministri permanenti” della Chiesa”. (Widtsoe, comp., Priesthood and Church Government, p. 115—in Inglese; vedere anche DeA 107:25).
La chiamata dei Settanta: chi è il mio prossimo?
In Luca 10 troviamo la parabola del buon Samaritano. L’amore per il prossimo non era una nuova legge stabilita dal Salvatore, ma una legge molto antica, risalente alla Legge di Mosè. In Levitico 19:18 leggiamo:
“Non ti vendicherai, e non serberai rancore contro i figli del tuo popolo, ma amerai il prossimo tuo come te stesso. Io sono l’Eterno”.
I Giudei contemporanei di Gesù erano ormai abituati a chiedere ai rabbini informazioni sui punti della legge.
I rabbini passavano ore interminabili a “spaccare il capello in quattro”, definendo i punti della legge nei minimi dettagli.
Ad esempio, agli Ebrei era richiesto di non mietere gli angoli dei loro campi, affinché potessero mieterli i poveri e i passanti, ma poi chiedevano l’esatta definizione di “angoli”.
Così, a Gesù fu chiesto: “Chi è il mio prossimo?”. I rabbini, nei propri ragionamenti e razionalizzazioni, avevano trovato la scusa per non amare, pregare, perdonare o aiutare i propri nemici.
“Non dobbiamo desiderare la morte dei Gentili, ma se sono in pericolo di morte non siamo tenuti a liberarli, ad esempio se uno di loro cade in mare non devi tirarlo fuori, perché uno così non è tuo vicino”. (Dummelow, Commento alla Sacra Bibbia, p. 751—in Inglese).
Quindi, quando Gesù disse:
“Sta scritto che devi amare il tuo prossimo e odiare i tuoi nemici…”, non si riferisce alle Scritture, né alla Legge di Mosè, perché entrambe comandavano di amare il nemico e accogliere lo straniero, ma agli scritti degli scribi e dei rabbini.
Un buon Ebreo dell’epoca che avesse compreso appieno la Legge di Mosè non avrebbe mai dovuto chiedersi: “Chi è il mio prossimo”.
In Luca 10:38-42 troviamo Gesù a Betania (a sud-est di Gerusalemme) in visita alla casa di Maria e Marta, alle quali era molto legato. Marta è gravata da tutte le incombenze che la cucina comporta.
Ancora oggi, il cibo mediorientale richiede una lunga preparazione, che talvolta comprende tutta la giornata, e le mani di molte donne.
Maria, invece, aveva momentaneamente abbandonato le faccende domestiche per sedersi ai piedi del Salvatore e ascoltare i Suoi insegnamenti.
Marta lo prega di rimproverare Maria e dirle di aiutarla, ma Gesù, sapendo che Gli rimaneva poco tempo da trascorrere nella mortalità e che di lì a poco non ci sarebbe stata occasione per bere alla fonte della Sua acqua viva, rimprovera Marta con dolcezza e le risponde che Maria aveva scelto la cosa giusta.
Insegnaci a pregare
Più tardi, gli apostoli lo supplicarono: “Insegnaci a pregare”. Le parole che seguono sono familiari a chiunque ami le Scritture.
Ed egli disse loro: Quando pregate, dite: Padre, sia santificato il tuo nome; venga il tuo regno;
dacci di giorno in giorno il nostro pane cotidiano; e perdonaci i nostri peccati, poiché anche noi perdoniamo ad ogni nostro debitore; e non ci esporre alla tentazione. (Luca 11:1-4).
Alcune versioni di Matteo 6:13 aggiungono quanto segue:
“Poiché a te appartengono il regno, la potenza e la gloria, in sempiterno. Amen”. Alcuni studiosi affermano che questi cambiamenti … sono frutto della penna di Marcione, un eretico vissuto quasi 1800 anni fa” (CR, aprile 1954, p. 42).
La Bibbia è la parola di Dio, ma è un libro imperfetto. Quando la leggiamo, dovremmo farlo in spirito di preghiera.
Leggi anche: Le chiavi del Regno di Cristo: l’istituzione della Chiesa primitiva
Attraverso di essa sentiremo l’amore di Dio e otterremo una testimonianza della natura di Cristo, della Sua Espiazione e del piano eterno di Dio per noi.
La chiave per la conoscenza
In Luca 11:52 Cristo dice che i capi Ebrei avevano tolto la chiave della conoscenza. La traduzione di Joseph Smith ci aiuta a capire cosa intendesse il Salvatore:
”Guai a voi, avvocati! Perché avete tolto la chiave della conoscenza, la pienezza delle Scritture; non siete entrati voi stessi nel regno; e quelli che entravano li avete ostacolati” ( Luca 11:53, versione ispirata).
Nel Libro di Mormon si dice che quando le Scritture furono scritte per la prima volta erano pure, ma che uomini malvagi hanno rimosso verità chiare e preziose.
Questo ha fatto inciampare molti. E l’angelo del Signore mi disse:
Hai visto che il libro usciva dalla bocca d’un Giudeo; e quando usciva dalla bocca di un Giudeo, conteneva la pienezza del Vangelo del Signore del quale i dodici apostoli portano testimonianza; ed essi portano testimonianza secondo la verità che è nell’Agnello di Dio (1 Nefi 13:24).
I due grandi comandamenti
I due grandi comandamenti sono: amare il Signore Dio con tutta la forza, la mente e facoltà e amare il prossimo come noi stessi. Il Signore Gesù Cristo li reiterò durante tutta la Sua missione terrena.
In due momenti diversi del ministero di Gesù leggiamo dei due grandi comandamenti.
Nella prima occasione, un avvocato chiese cosa avrebbe dovuto fare per ottenere la vita eterna e Gesù fece in modo che l’uomo rispondesse alla sua stessa domanda recitando le antiche Scritture (Confrontare con Deuteronomio 6:5 e Levitico 19:18).
Durante la seconda occasione, Gesù stesso elencò questi due comandamenti e diede loro il posto di preminenza tra tutti i requisiti del Vangelo. Si veda Matteo 22:35-39.
Chi può rinnegare il Cristo? La chiamata dei Settanta e altri insegnamenti è stato pubblicato su https://mormonbible.org. Questo articolo è stato tradotto da Ginevra Palumbo.
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