Quante volte abbiamo “maledetto” Adamo ed Eva per aver mangiato quella “dannata mela”? Se non fosse stato per loro a quest’ora non avremmo tutti questi problemi, vero? Il famoso “peccato originale”, la causa di tutti i mali del mondo. Ma è davvero da considerare un “peccato”?
Che significato ricoprì nel contesto più ampio della creazione?
Qual è il suo legame con il libero arbitrio? Cosa sarebbe realmente accaduto se Adamo ed Eva avessero deciso di non mangiare il frutto proibito?
Creazione, peccato originale e libero arbitrio sono principi presenti in ogni religione di matrice cristiana.
Sebbene le interpretazioni dietro questi possano essere diverse, non c’è alcun dubbio che siano di importanza fondamentale e definiscono il nostro modo di vedere le cose.
Sono strettamente correlati tra loro ed è importante che ognuno di noi li conosca per sapere che impatto hanno sulla nostra vita.
Qui di seguito troverete la spiegazione dei concetti di creazione, peccato originale e libero arbitrio secondo il credo e la dottrina della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni.
Cos’è la creazione?
Il termine “creazione” deriva dal latino “creationis” ed indica, in modo generale, l’atto con il quale si da vita a qualcosa dal nulla. In ambito religioso definisce l’atto con il quale Dio ha dato vita al “creato”.
Il racconto della creazione si trova nella Bibbia, in particolare nel libro della Genesi, ma altri riferimenti sono presenti anche in Perla di Gran Prezzo ed in Dottrina ed Alleanza (libri di scritture peculiari della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni).
Nei primi due capitoli della Genesi, troviamo due racconti diversi, con differenze piuttosto consistenti.
Nel primo capitolo, ad esempio, Dio viene chiamato “Elohim” (letteralmente “dei”), nel secondo invece “Yhwh” (Yahweh).
In base allo stile e alla prosa, il primo capitolo sembra provenire da una tradizione sacerdotale (Elohim è infatti il termine che i sacerdoti utilizzavano per identificare Dio), mentre il secondo sembra essere ascrivibile alla tradizione “yahwista”.
I due racconti, come accadeva allora, sono stati tramandati per via orale e si sono poi congiunti nel momento in cui si è passati alla scrittura ed i vari libri che compongono la Bibbia sono stati assemblati.
Il nome con cui ci si riferisce a Dio comprende una differenza molto più profonda e sostanziale della semplice identificazione data da un nome. Elohim, come detto, significa dei.
È al plurale, e in effetti, andando avanti nella lettura, si riscontrano intere frasi che continuano a mantenere il plurale: “Facciamo l’uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza”.
Da ciò si può dedurre una pluralità di “entità” coinvolta nella creazione dell’uomo, cosa che per i membri della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni è assolutamente in linea con quanto essi credono, come vedremo tra poco.
Un’altra differenza la riscontriamo nella creazione della donna. Nel primo racconto contenuto in Genesi 1:27 viene detto che Dio “li creò maschio e femmina”.
Questo suggerisce un livello di assoluta parità tra uomo e donna. Nel secondo racconto contenuto in Genesi 2:22, invece, leggiamo:
“E l’Eterno Iddio, con la costola che avea tolta all’uomo, formò una donna e la menò all’uomo”.
In questo caso, la donna viene creata dopo gli animali e da una costola dell’uomo, quindi con un ruolo secondario. In linea generale, la prima versione mette al centro Dio, ciò che è in alto, mentre la seconda mette al centro l’uomo.
Questo si può vedere anche nell’ordine della creazione: nel primo racconto, il primo giorno viene creato il cielo e poi la terra, in seguito gli animali e poi l’uomo, che è l’ultimo ad essere creato.
Nel secondo racconto, invece, il primo giorno Dio creò prima la terra e, poi, il cielo.
Gli animali vengono creati dopo l’uomo, per essergli di aiuto. Sono due modi distinti di vedere la creazione, che delineano, però, anche il pensiero di coloro che utilizzavano una versione piuttosto che un’altra.
Vedi anche: Perché la creazione della terra non è ancora finita
Qual è lo scopo della creazione? E chi ha creato il mondo?
In un suo discorso, il presidente N. Eldon Tanner, allora primo consigliere della Presidenza della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, disse:
“Le Scritture indicano chiaramente che tale atto [ha avuto lo scopo] di provvedere un luogo in cui i figli e le figlie di Dio potessero dimorare in uno stato mortale e dimostrarsi degni, mediante l’osservanza dei comandamenti, di ritornare alla presenza di Dio dalla quale sono venuti” (“Matrimoni celesti e famiglie eterne”, La Stella, ottobre 1980, 26–33).
Prima di venire su questa terra, noi dimoravamo come figli di spirito alla presenza dei nostri genitori celesti.
Per poter progredire e diventare più simili a Lui, il Padre ci espose un piano, chiamato piano di felicità, o di salvezza, e noi gridammo di gioia perché eravamo ansiosi di fare nuove esperienze.
Per farlo avremmo dovuto ricevere un corpo fisico, allontanarci dalla presenza di Dio e vivere in un altro luogo: la terra.
In Perla di Gran Prezzo (in particolar modo nei libri di Abrahamo e Mosè), troviamo numerose rivelazioni date da Dio al profeta Joseph Smith in merito alla vita preterrena e alla creazione del mondo. In Abrahamo 3:24 leggiamo che Cristo disse a coloro che erano con Lui:
“Noi scenderemo, poiché vi è dello spazio laggiù… e faremo una terra sulla quale costoro possano dimorare”.
Quindi “noi”: una pluralità.
In Mosè 1:33 leggiamo:
“E mondi innumerevoli ho creato… e mediante il Figlio li ho creati, che è il mio Unigenito.”
Fu, quindi, Gesù Cristo a creare materialmente questo mondo, grazie al potere del Sacerdozio e sotto la guida del Padre celeste. Fu Egli a formare ed organizzare la terra, con il sole, le stelle e la luna.
Fu Egli che separò le acque della terra asciutta per dar vita a fiumi, laghi e mari e separò la luce dal buio. Egli creò ogni essere vivente ed ogni pianta, rendendo la terra produttiva e meravigliosa.
Un mondo bellissimo, pronto ad accogliere i figli di Dio. Qui, ogni nostra necessità sarebbe stata soddisfatta. Dottrina e Alleanze 59:18–19 dice:
“Sì, tutte le cose che vengono dalla terra, nella loro stagione, sono fatte per il beneficio e l’uso dell’uomo, sia per piacere all’occhio che per allietare il cuore; sì, per cibo e per vesti, per il gusto e l’odorato, per fortificare il corpo e ravvivare l’anima”.
Chi furono i primi esseri umani sulla terra?
Adamo ed Eva furono scelti per essere i primi a dimorare sulla terra (vedere Mosè 1:34; 4:26). Essi erano tra i figli più nobili del nostro Padre celeste ed il loro ruolo era quello di portare i figli di Dio sulla terra, di essere i primi genitori.
Ma, per realizzare lo scopo della creazione, quindi il progresso dell’uomo, era necessario che portassero anche la mortalità nel mondo. Il nome Adamo, in ebraico, è correlato alla parola “adama”, che significa terra.
Vedi anche: La caduta di Adamo ed Eva, una scelta d’amore ispirata per il piano di Dio
In sumero, invece, “ada-mu” significa “padre mio”. Entrambi i significati chiariscono l’origine e lo scopo di Adamo. Creato dalla terra, per essere il primo padre.
Il nome Eva, invece, è connesso al significato di “vivente”, “colei che da la vita”, la madre del genere umano. In DeA 107:55 Dio dice ad Adamo:
“Ti ho posto per essere alla testa; una moltitudine di nazioni usciranno da te, e tu sarai un principe su di esse in eterno”.
Eva, che era al suo fianco, in qualità di madre di tutti viventi condivideva con Adamo le stesse responsabilità e le stesse benedizioni.
Quando Adamo ed Eva furono posti nel Giardino di Eden non erano ancora mortali. Avevano un corpo fisico, ma vivevano ancora alla presenza di Dio.
Erano in uno stato di “innocenza” e non avevano compiuto alcuna scelta. Dio diede loro un comandamento e disse:
“Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite la terra, e assoggettatela, e abbiate dominio… su ogni cosa vivente che si muove sulla terra” (Mosè 2:28).
Dio disse che potevano mangiare liberamente del frutto di ogni albero eccetto uno, l’albero della conoscenza del bene e del male, dicendo:
“Nel giorno in cui ne mangerai, per certo morirai” (Mosè 3:17).
Cos’è il peccato originale? È corretto definirlo “peccato”?
Come ben sappiamo, Satana tentò Eva per farle mangiare il frutto che era stato proibito da Dio. Eva cedette alla tentazione e mangiò il frutto, compiendo il cosiddetto “peccato originale”.
Quando Adamo apprese ciò che era accaduto, scelse di mangiarne anche lui. La loro trasgressione, viene definita “caduta”.
Poiché Adamo ed Eva avevano mangiato il frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male, vennero scacciati dal Giardino dell’Eden e la loro condizione fisica cambiò e divennero mortali.
Loro e la loro posterità avrebbero affrontato malattie, dolori e la morte fisica. Subirono anche una morte spirituale, ovvero l’allontanamento da Dio, per loro e per la loro discendenza.
Secondo la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, Adamo ed Eva non commisero un peccato ma bensì una trasgressione. Qual è la differenza? Se mangiare del frutto proibito avesse costituito un peccato, non avrebbe portato con sé nessuna conseguenza positiva.
Al contrario, sappiamo che mangiando del frutto Adamo ed Eva trasgredirono ad un comandamento di Dio, ma allo stesso tempo ne realizzarono un altro, ovvero: moltiplicarsi e riempire la terra.
Fu così che acquisirono la conoscenza per saper distinguere il bene dal male, progredire e ottenere la vita eterna.
Se Adamo ed Eva fossero rimasti nel loro stato, nel giardino dell’Eden, non avremmo tutto queste benedizioni. Infatti in Mosè 5:11 leggiamo che dopo la caduta Eva disse:
“Se non fosse stato per la nostra trasgressione, non avremmo mai avuto una posterità e non avremmo mai conosciuto il bene e il male, e la gioia della nostra redenzione, e la vita eterna che Dio da a tutti gli obbedienti”.
In 2 Nefi 2:22–25, il profeta Lehi dice:
“Ed ora ecco, se Adamo non avesse trasgredito, non sarebbe caduto [non sarebbe stato allontanato dalla presenza di Dio], ma sarebbe rimasto nel Giardino di Eden.
E tutte le cose che erano state create avrebbero dovuto rimanere nello stesso stato in cui erano dopo essere state create… Ed essi non avrebbero avuto figlioli; pertanto sarebbero rimasti in uno stato di innocenza, senza provare gioia, poiché non conoscevano l’infelicità; senza fare il bene, poiché non conoscevano il peccato.
Ma ecco, tutte le cose sono state fatte secondo la saggezza di Colui che conosce tutte le cose. Adamo cadde affinché gli uomini potessero essere; e gli uomini sono affinché possano provare gioia”.
Cos’è il libero arbitrio?
Nel giardino di Eden, Adamo ed Eva furono posti davanti ad una scelta. Questo rispecchia un principio fondamentale ed eterno, quello del libero arbitrio.
Il libero arbitrio è infatti definito “la capacità di scegliere ed agire autonomamente nel bene o nel male”, ed è il dono più importante che Dio abbia fatto all’uomo.
In Mosè 3:17 leggiamo: “Puoi scegliere da te stesso, poiché ciò ti è concesso”.
Nella vita preterrena avevamo la libertà di scelta. Quando il Padre celeste ci mostrò il piano che aveva per noi, ci spiegò che uno degli scopi della nostra vita terrena sarebbe stato di dimostrare di esserGli fedeli attraverso le nostre scelte e senza esserne obbligati.
Satana si oppose a questo piano e propose di salvare tutti i figli di Dio privandoli della propria libertà di scelta. In cambio desiderava avere tutta la gloria e l’onore. Dio rifiutò di accettare un piano simile e scacciò Satana (allora Lucifero) dalla Sua presenza.
In un discorso intitolato: “Agiamo da noi stessi: il dono e i benefici del libero arbitrio” l’anziano Robert D. Hales dice:
“Se potessimo lasciare ai nostri figli e nipoti una lezione di massima importanza, quale sarebbe? Tra tutti i principi gloriosi del Vangelo, Lehi scelse d’insegnare al figlio il piano di salvezza e il dono del libero arbitrio.
Gli spiegò che «gli uomini sono istruiti sufficientemente per distinguere il bene dal male».
Questo sacro insegnamento iniziò nei cieli, dove, in un grande concilio, il Padre celeste avrebbe perpetuato il dono del libero arbitrio per metterci alla prova nella vita terrena, «per vedere se [avremmo fatto] tutte le cose che il Signore [nostro] Dio [ci] [avrebbe] comand[ato]».
Satana, però, si oppose a Dio e al Suo piano, dicendo: «Redimerò tutta l’umanità… dammi dunque il tuo onore».
«Pertanto, per il fatto che Satana si ribellò contro di me e cercò di distruggere il libero arbitrio dell’uomo, che io, il Signore Iddio, gli avevo dato… feci sì che fosse gettato giù».
«E in quel giorno molti lo seguirono». In verità, «una terza parte delle schiere del cielo» usò il libero arbitrio per rigettare il piano di Dio.
Noi fummo tra coloro che usarono il libero arbitrio per accettare il piano del Padre celeste di venire sulla terra, avere una vita mortale e progredire.
«Noi demmo in gridi di giubilo… per avere la possibilità di venire sulla terra al fine di ricevere un corpo [poiché sapevamo] che, mediante la fedeltà, potevamo diventare come nostro padre, Dio»”.
Il libero arbitrio è una parte necessaria del piano di salvezza, fa della nostra vita terrena un periodo di prova. Senza di esso, non potremmo dimostrare al nostro Padre celeste che vogliamo davvero fare tutto ciò che Egli ci comanda.
E, poiché siamo in grado di scegliere, siamo anche responsabili delle nostre azioni.
Quando scegliamo di vivere secondo il piano che Dio ha preparato per noi, il nostro libero arbitrio viene rafforzato. Obbedendo ai comandamenti, accresciamo la nostra saggezza e la nostra forza di carattere.
Accresciamo la nostra fede. Diventa per noi più facile fare le scelte giuste.
Per fare delle scelte è necessario che vi sia un’opposizione in tutte le cose. Se il nostro cammino fosse dritto, non avremmo bisogno di scegliere da che parte andare.
Vedi anche: Il libero arbitrio è il più grande dono che Dio ci abbia mai fatto
Ma per fortuna, troviamo dei bivi, e lì dobbiamo esercitare il nostro libero arbitrio.
In 2 Nefi 2:11 leggiamo quello che Lehi disse a suo figlio Giacobbe: “…è necessario che ci sia un’opposizione in tutte le cose. Se non fosse così… non potrebbe realizzarsi la rettitudine, né la malvagità, né la santità né l’infelicità, né il bene né il male”.
Per questo, Dio permette a Satana di opporsi al bene. E Satana fa tutto quanto è in suo potere per distruggere l’opera divina e cerca “di render infelice anche tutta l’umanità… Poiché egli cerca di rendere tutti gli uomini infelici come lui” (2 Nefi 2:18, 27).
Se noi lo seguiamo, limitiamo la nostra libertà, mentre i comandamenti di Dio ci allontanano dal pericolo e ci conducono alla vita eterna.
Nel piano di Dio è davvero tutto correlato, ogni evento ha un significato unico e profondo, ogni principio ha uno scopo ben preciso, che ci porta ad essere felici.
Il libero arbitrio è tutto ciò che è davvero in nostro possesso, e che possiamo deliberatamente dare a Dio. Tutto il resto ci è stato donato da Lui.
Possiamo scegliere di mettere la nostra volontà nelle Sue mani mediante l’obbedienza ai Suoi comandamenti, l’unica via che ci condurrà ad una felicità vera e duratura.
Mediante le scelte che facciamo cresciamo e acquisiamo conoscenza. Quando scegliamo in rettitudine ci avviciniamo di più a Dio e diventiamo più simili a Lui.
Il dono più grande che il nostro Padre celeste ci ha fatto, secondo solo a quello della vita stessa, è la libertà di scegliere.
La libertà di agire e non subire. Poiché Dio sapeva che non avremmo sempre fatto le scelte giuste fornì un Salvatore, Gesù Cristo, il quale, mediante una vita perfetta e pura, sarebbe stato in grado di espiare per i nostri errori e compensare alle richieste della giustizia.
Senza il sacrificio espiatorio di Gesù Cristo, a seguito della caduta di Adamo ed Eva, saremmo rimasti eternamente lontani dalla presenza di Dio e il piano di felicità sarebbe stato frustrato. Il piano di Satana prevedeva che tutti sarebbero stati salvati e avrebbero fatto ritorno alla presenza del Padre.
Questo però comportava che tutti vivessero una vita priva di errori. L’unico modo per far sì che questo accadesse era mettere la nostra capacità di scelta nelle mani di qualcuno che avrebbe preso le decisioni al posto nostro.
Satana sapeva che nessuno sarebbe stato in grado di fare sempre le giuste scelte, ma non era disposto a soffrire e pagare per i peccati di tutti noi.
Non era disposto a sacrificarsi. Desiderava tutta la gloria per sé, ma desiderava ottenerla percorrendo la via più facile. Senza scelta però non vi è responsabilità e non vi è merito.
Ricapitolando: Affinché potessimo progredire e diventare come Lui, Dio creò una terra dove i Suoi figli di spirito potessero prendere un corpo fisico e fare delle esperienze.
I primi abitanti di questa terra furono Adamo ed Eva. Dio li pose nel giardino di Eden dove vivevano in uno stato di innocenza e camminavano ancora alla Sua presenza.
Adamo ed Eva avevano il libero arbitrio, ovvero, la capacità di scegliere per se stessi tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Dio diede loro due comandamenti: non mangiare del frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male, e moltiplicarsi e riempire la terra.
Adamo ed Eva scelsero di trasgredire al primo dei due comandamenti.
Questo portò su di loro la morte fisica e l’allontanamento dalla presenza di Dio; chiamiamo questa condizione “caduta”. Allo stesso tempo ciò fornì loro la conoscenza e i mezzi necessari per procreare e perpetuare il piano di Dio.
Grazie alla loro trasgressione tutti i figli di spirito del Padre celeste hanno la possibilità di venire sulla terra e prendere un corpo fisico.
Nonostante la caduta ci allontani da Dio, mediante l’Espiazione di Gesù Cristo abbiamo la possibilità di pentirci e tornare alla Sua presenza un giorno. Tutto ciò, non è meraviglioso?
Creazione, peccato originale e libero arbitrio: tutto quello che c’è da sapere è stato scritto da Cinzia Galasso.
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