La storia di Adrienne e sua dipendenza dalla cocaina
Lavoravo come ostetrica. Avevo tutte queste esperienze meravigliose nel far nascere i bambini e portare queste nuove piccole persone nel mondo, e tutto questo per me era estremamente intrigante.
Lavoravo di notte e poi avevo 40 ore di reperibilità. Una notte avevo finito il mio turno ed ero andata a casa, ed ero di reperibilità. Ero piuttosto sicura che non mi avrebbero chiamato.
Avevo una dipendenza da cocaina, e ne andavo abbastanza fiera perché nonostante andasse avanti da diversi anni mio marito non sospettava di niente.
Quindi pensavo fosse incredibile. Ne avevo usata così tanto che non riuscivo più a sentire i denti, non riuscivo più a sentire le dita, ed ero fuori di testa. Mi hanno chiamato, ed era per un cesareo d’emergenza di due gemelli, così sono andata.
Mi sono dimenticata di mettermi le scarpe. Stavo andando a 1000 km orari in una zona da 50 km orari e non potevo rallentare.
Non avrei dovuto assolutamente cercare di aiutare il parto di quei bambini, e di essere nella sala operatoria. Sarebbe bastato un solo piccolo errore.
Non è possibile che Dio non abbia messo mano in quella situazione. Potevo essere la causa della morte di quei bambini. Ho deciso che a quel punto, ero fuori controllo.
Stavo facendo il programma, il programma di recupero dalle dipendenze, e sono arrivata al passo 10 Il quale era di essere in grado di rendere conto della situazione a mio marito.
L’unica persona che non avrei voluto che mi giudicasse, ed essere in grado di dirgli “voglio drogarmi in questo momento, ed ho accesso a quello che voglio usare e te lo sto dicendo perché mi fa paura”.
Molte persone della mia famiglia non sapevano nemmeno che avessi una dipendenza.
Le persone pensavano che Adrienne la dipendente, era davvero quella che avevano incontrato, quella che conoscevano, e che era andata alle feste di compleanno dei loro figli – e quella era la dipendente.
Nessuno aveva davvero mai conosciuto Adrienne. Solo io avevo conosciuto Adrienne. Ho guardato verso mio marito ed ho detto: “Non so come fare. Non ho mai fatto un giorno del ringraziamento da sobria prima d’ora.
In questo momento non voglio davvero, perché non sono sicura di essere pronta a provare tutto questo”.
Pensavo che volessi semplicemente che lui mi lodasse e che fosse orgoglioso di me per averlo detto e che mi desse una pacca sulla schiena, ma non l’ha fatto.
Ha solamente detto: “Grazie per avermelo detto. Sono sicuro che farai la scelta giusta”. C’è un modo di dire che dice: “Non hai nessun controllo se un uccello atterra sulla tua testa o no,
Ma non lo devi per forza lasciare fare un nido li”. Ed il passo 10 è il non lasciare che faccia un nido. La parte della responsabilità quotidiana è il controllare, il fare in modo che faccia le cose con intento.
E l’intento è quello di seguire la volontà del Salvatore.
Quella è stata la mia prima festività in cui ero sobria per mia scelta. Avevo paura. Posso fare cose che fanno paura. Posso fare cose che sono difficili. Non sono più la mia dipendenza. Sono una storia di successo.
10° passo: Responsabilità quotidiana. Continua a tenere il tuo inventario personale e, quando ti trovi nel torto, ammettilo senza esitare.
Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni
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