Quando Michael e Marian Pickerd si incontrarono, mentre servivano quali giovani missionari nella Missione italiana di Roma tra il 1977 e il 1979, non potevano immaginare quello che sarebbe successo in futuro.
Le loro strade si incrociarono solo per un breve periodo all’inizio della loro missione, durante il servizio prestato a Napoli.
Mentre lavoravano nei piccoli rami italiani della Chiesa di Gesù Cristo, non avrebbero mai potuto prevedere che un giorno sarebbero tornati insieme in Italia, questa volta per presiedere alla propria missione e ad essere testimoni della dedicazione del Tempio di Roma.
Anche se tornare nella propria missione come coppia senior è stato emozionante, non è stata una sorpresa per i Pickerd.
Mentre il presidente Pickerd stava portando a termine un incarico di supervisione alla dedicazione del Tempio di Phoenix, la coppia ebbe l’impressione di dover iniziare a prepararsi per svolgere una missione.
Sapevano che entrambe le missioni italiane erano in attesa di nuovi presidenti di missione e, non appena ricevettero la loro chiamata a Roma, il presidente Pickerd si recò dal suo datore di lavoro e gli disse:
“Vado in pensione dal 1 aprile. Vado in Italia per 3 anni per vivere in una villa e vegliare su più di 400 giovani.”
Il presidente Pickerd era sicuro che il suo datore di lavoro pensasse che fosse uno scherzo finché non lo fece davvero.
Ritornare nella missione in cui avevano servito insieme suscitò in loro un senso di familiarità, e allo stesso tempo fu un’esperienza del tutto nuova.
Camminarono per le stesse strade acciottolate, giunsero nella stessa casa di missione dove aveva vissuto il loro presidente di missione e dove avevano frequentato le riunioni di distretto, e poterono godere della stessa cultura italiana, amante della vita e della famiglia, che avevano amato così tanto anni prima.
Solo il lavoro missionario non era più lo stesso, era cambiato drasticamente dal 1979.
Alcuni cambiamenti nel lavoro missionario
Negli ultimi dieci anni, ogniqualvolta un gruppo di nuovi missionari arrivava, questi venivano portati al sito del tempio, o “il Monte Sacro”, il quale fino a poco tempo fa altro non era che un appezzamento di terreno, per dedicare i due successivi anni di servizio missionario al Signore.
Durante la settimana di dedicazione del tempio, i Pickerd hanno portato il loro primo gruppo di nuovi missionari al centro visitatori del tempio, affinché potessero sedersi ai piedi ai delle statue del Cristo e degli Apostoli, e consacrare la loro missione a Gesù Cristo.
In un ambiente così ricolmo di spirito, hanno discusso sul tipo di retaggio che vorranno lasciare al termine della loro missione.
Il presidente Pickerd ha detto che indubbiamente il Tempio di Roma ha fatto crescere l’entusiasmo per il lavoro missionario, la conversione individuale, l’amore per il Vangelo e per il tempio.
“Come presidente di missione, la prima responsabilità è far sì che tutti i missionari tornino sani e salvi, e la seconda è di far sì che ognuno di loro possa avere una testimonianza più forte dell’Espiazione di Gesù Cristo e della Restaurazione.
Quando il Presidente Nelson mi ha messo a parte, ha detto di incidere sul midollo delle loro ossa una testimonianza del Salvatore Gesù Cristo e della Sua espiazione.” Il tempio ha contribuito a fare proprio questo per gli anziani e le sorelle.
Non solo il tempio e il sito del tempio sono diventati qualcosa di significativo per i missionari, ma la splendida struttura e la notevole ubicazione lungo la tangenziale che circonda la periferia della città hanno portato gli abitanti di Roma a una maggiore consapevolezza della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni.
La sorella Pickerd ha osservato che la Chiesa ha maggiore credibilità ora più di quanto non ne abbia avuto prima, perché in una buona parte della città la gente riconosce il nuovo tempio e conosce la chiesa che l’ha costruito.
Molti anni fa, nel paese c’erano programmi televisivi che trasmettevano alle persone l’idea che i membri della Chiesa di Gesù Cristo fossero come gli Amish. Ora, gli italiani hanno un nuovo punto di riferimento per conoscere la Chiesa.
Oltre alle 55.000 persone che hanno visitato il tempio durante l’apertura al pubblico, la missione ha ricevuto più di 2000 riferimenti, una gran parte dei quali ha richiesto una visita da parte dei missionari e ulteriori informazioni sulla Chiesa, sul Libro di Mormon e sul tempio.
La maggior parte di questi riferimenti è costituita da persone che abitano nell’area che circonda il sito del tempio.
Non è solo un faro religioso per il quartiere, ma il centro visitatori, il centro di storia familiare e gli splendidi giardini continueranno ad essere un luogo di ritrovo per la comunità.
Quale bellissimo strumento per aiutare le persone a “venire e vedere”! Il tempio non solo aiuterà le persone a conoscere la Chiesa, ma le aiuterà a tornare in Chiesa.
La coppia Pickerd ha detto che l’Area europea, per dare prova di ciò, ha introdotto due nuovi indicatori chiave per il lavoro missionario: “membri ritornati contattati” e “membri ritornati in chiesa”.
Invitare i membri ritornati a venire al centro visitatori e utilizzare le risorse della storia familiare sarà un valido aiuto per il lavoro missionario.
Una famiglia che aveva il desiderio di tornare in chiesa ha sentito che il loro ramo aveva prenotato un pullman per portare i membri a vedere open house del tempio.
Così hanno deciso di andare insieme come famiglia e la loro esperienza è stata così profonda che la figlia di diciassette anni, la quale non si era ancora unita alla Chiesa, ha deciso, proprio nella piazza del tempio, di voler essere battezzata.
Sebbene il lavoro stia procedendo, vi sono diverse sfide insite nella predicazione del Vangelo in Europa e in Italia.
Il secolarismo sta sempre più prendendo piede nell’emisfero settentrionale
Il presidente Pickerd ha fatto notare che se osserviamo le aree in cui la chiesa sta chiudendo e aprendo nuove missioni, ci accorgiamo che il maggior numero di missioni chiuse erano situate nell’emisfero settentrionale e che quelle nuove sono in maggioranza in quello australe.
La laicità assume molte forme e, in molti casi, anche se le persone non sono cattoliche praticanti, il cattolicesimo è così fondamentale per la loro famiglia e cultura che decidono di morire da cattolici, qualunque cosa accada.
Molto spesso, coloro che invece decidono di essere battezzati, lasciano l’Italia alla ricerca di opportunità economiche migliori.
Anche se la missione ha parecchi battesimi, in molti casi le dimensioni dei rioni e dei rami rimangono le stesse perché le persone si spostano costantemente in altre parti dell’Unione Europea per lavoro.
Tuttavia, indipendentemente dalle sfide, i Pickerd vedono il tempio come un’immensa benedizione per il popolo italiano, che hanno imparato ad amare così profondamente, e per i missionari, che lavorano per diffondere il Vangelo.
Con così tante opportunità di condividere il Vangelo grazie ad un nuovo tempio in città, e la tecnologia che rivoluziona il modo in cui il lavoro missionario viene svolto, i Pickerd sottolineano però che non importa quali siano le opportunità o le tecniche utilizzate dai missionari, la chiave del successo del lavoro missionario è lo Spirito.
Parlare in strada con le persone può funzionare, bussare alle porte può funzionare, ricevere dei riferimenti può funzionare, l’apertura al pubblico del tempio può funzionare, ma la sorella Pickerd ha detto:
“Ciò che non funziona è quando esci e lavori sodo ma lavori senza seguire lo Spirito. Devi essere guidato su cosa fare quel giorno … in modo da non lavorare solo duramente ma lavorare con lo Spirito.”
I Pickerd si sono sforzati di ottenere lo Spirito mentre dirigevano la Missione Italiana di Roma, e anche se presto torneranno a casa, i loro cuori e il loro retaggio rimarranno con il popolo italiano che amano da quando erano giovani.
Questo articolo è stato scritto da Michaela Proctor Huctchins e pubblicato su ldsmag.com. Questo articolo è stato tradotto da Nadia Manzaro.
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