Se sei un membro della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, molto probabilmente ti sarà capitato di sentire qualcuno dire qualcosa del genere: “Voi mormoni pensate di potervi guadagnare la salvezza di Dio tramite le opere”.
Succede a tutti prima o poi. Molte volte, la persona in questione sta citando il suo pastore o qualcosa che potrebbe aver letto in un libro, da qualche parte.
Se sei abbastanza intelligente da non offenderti per questo appunto, avrai la grande opportunità di addentrarti in quello che è noto come il grande dibattito riguardo alle opere che compiamo: significano o meno qualcosa in questa folle vita? Servono a farci ottenere la salvezza di Dio?
La cosa più divertente di questo argomento senza tempo è il fatto che entrambe le parti pensano di essere in disaccordo tra loro… quando in realtà sono effettivamente d’accordo. È la cosa più assurda!
Da nessuna parte, nella dottrina della Chiesa, viene insegnato che siamo salvati solo mediante le nostre opere. Chiariamo subito ogni dubbio.
Quello in cui crediamo è che siamo ricompensati secondo le nostre opere! Le nostre opere sono fondamentali per il nostro progresso, ma senza valore senza il nostro Salvatore.
Senza l’espiazione di Cristo, non abbiamo assolutamente alcuna possibilità. Nessuna possibilità!
Il cristianesimo spesso trascura il fatto che tutti vengono effettivamente “salvati”. Cristo è morto per tutti e, indipendentemente dalla loro fede in Lui, riceveranno comunque il dono della resurrezione.
La resurrezione è un atto di grazia conferito anche ai peggiori criminali e miscredenti.
Hitler, Stalin, Mao e altre persone che si annoverano tra le più malvagie del mondo, riceveranno il dono della resurrezione e saranno salvate dalla morte fisica.
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Quindi, siamo salvati per grazia. Tutti noi.
Ma c’è di più nella storia della grazia di Dio. Oltre a quel dono iniziale che ci salva da una morte fisica certa, Dio offre a coloro che compiono opere buone una misura ancora maggiore della Sua grazia.
Egli li “ricompensa” secondo la loro fede in Lui. Maggiore è la fede, maggiori sono le opere. Più grandi sono le opere, maggiore è la fede. Non si può avere l’una senza le altre.
Dio ci concede molte più benedizioni in base al nostro impegno nei Suoi confronti. Attraverso il sacrificio di Cristo, Dio è in grado di offrire un’eredità molto più completa a coloro che accettano e onorano Suo figlio.
Giovanni ha detto di aver visto “I morti, grandi e piccoli, che stavan ritti davanti al trono… i morti furon giudicati dalle cose scritte nei libri, secondo le opere loro.” (Apocalisse 20:12).
Paolo dice ai Filippesi “Compiete la vostra salvezza con timore e tremore” (Filippesi 2:12). Per incorporare alcuni degli altri insegnamenti di Paolo ai Corinzi, potremmo anche dire: “Compiete la vostra salvezza… davanti a Dio.”
Come ricevere le ricchezze e la salvezza di Dio
Cristo ci permette di ricevere le ricchezze e la salvezza di Dio. Nessun altro è in grado di darci questa opportunità.
Ma è chiaro dalle scritture che il grado di gloria in cui saremo salvati è in relazione diretta con le nostre opere. Non ho mai capito bene perché questo concetto sia così difficile da comprendere.
A volte, incontro qualcuno che mi dice che, tutto quello che devo fare per essere salvato è confessare il nome di Cristo. Vengono citate le parole di Paolo:
“Se con la bocca avrai confessato Gesù come Signore, e avrai creduto col cuore che Dio l’ha risuscitato dai morti, sarai salvato” (Romani 10:9).
È un ragionamento selettivo. È il percorso facile. È il percorso senza sensi di colpa. Ma, come si chiede l’anziano Jeffrey R. Holland:
“Come possiamo credere che sarebbe stato facile per noi, quando non fu mai facile per Lui?”.
Ognuno di noi, dice anziano Holland, dovrà “trascorrere almeno alcuni momenti nel Getsemani… e dovrà fare almeno un passo o due verso la vetta del Calvario.”
Confessare di avere fede in Cristo è davvero un importante primo passo verso il discepolato e un percorso verso la salvezza di Dio.
Ma l’atto stesso di muovere le labbra e la successiva confessione verbale di fede non è forse un’opera?
La maggior parte delle persone concorderà sul fatto che una confessione di fede è davvero un verbo, un’azione e un’opera.
Pertanto, chiunque sia d’accordo su questo, sta anche dicendo che un’opera è un requisito per ricevere una porzione maggiore della grazia di Dio.
Quella parte, oltre alla grazia, che ci garantisce la resurrezione.
Ogni cristiano onesto concorderà sul fatto che è necessario pentirsi. Ogni buon cristiano concorderà sul fatto che non si può semplicemente fare un’unica azione ed “essere salvati”, senza poi fare più nulla.
La confessione di fede ci pone sulla via della perfezione. È il primo passo per vivere una vita degna delle ricompense e delle benedizioni che sono state promesse ai fedeli.
Sicuramente, sono le nostre opere che dimostrano la nostra fede. Se confessiamo Cristo e poi procediamo a disonorarLo con le nostre azioni, la nostra fede è morta.
“Che giova, fratelli miei, se uno dice d’aver fede ma non ha opere? Può la fede salvarlo?
Se un fratello o una sorella son nudi e mancanti del cibo quotidiano, e un di voi dice loro: Andatevene in pace, scaldatevi e satollatevi; ma non date loro le cose necessarie al corpo, che giova?
Così è della fede; se non ha opere, è per sé stessa morta. Anzi uno piuttosto dirà: Tu hai la fede, ed io ho le opere; mostrami la tua fede senza le tue opere, e io con le mie opere ti mostrerò la mia fede.
Tu credi che v’è un sol Dio, e fai bene; anche i demoni lo credono e tremano. Ma vuoi tu, o uomo vano, conoscere che la fede senza le opere non ha valore?” (Giacomo 2:14-20).
Ognuno di noi deve compiere delle opere
Molte persone hanno provato a liberarsi del libro di Giacomo negli anni. Credono che non dovrebbe far parte dei libri canonici. Ed è facile comprenderne il perché. Il mondo non vuole che la fede implichi il duro lavoro.
Ma è così. A quanto pare, viviamo in un mondo che ha paura del duro lavoro. Ma se vogliamo diventare come Dio, dobbiamo lavorare!
“Il Padre mio opera fino ad ora, ed anche io opero”, dice il Salvatore in Giovanni 5:17. Se lo hanno fatto loro, non dovremmo farlo anche noi?
Cristo fa per noi tutto quello che non possiamo fare da soli. Ma le cose che possiamo fare per noi stessi, Lui vuole che le facciamo noi. Questo è l’unico modo per imparare e ottenere la salvezza di Dio.
Ci salva dalla morte fisica e spirituale e ci ricorda che “Nella casa del Padre mio ci sono molte dimore… vado a preparare un posto per voi”.
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Ha preparato un posto per noi perché vuole che stiamo con Lui, ma abbiamo la possibilità di rifiutare tale posto. In verità, scegliamo se quel luogo, che ha preparato per noi, sarà una capanna o una villa.
Lui lo ha preparato! Ma non ha terminato la costruzione!
Ognuno di noi ottiene la possibilità immeritata di stare alla presenza di Dio, ma nessuno di noi ottiene una villa immeritata.
Egli ha fatto il suo lavoro e continuerà ad aiutarci nei nostri sforzi, ma ora è il momento per noi di fare il nostro, di lavoro.
Questo articolo è stato pubblicato sul sito gregtrimble.com ed è stato tradotto da Cinzia Galasso.
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