“Ama il tuo prossimo come te stesso” disse il Salvatore. Una dichiarazione semplice, chiara e profondamente densa di significato. Un’ingiunzione del Maestro che ha segnato la storia dell’umanità. Filosofi, studiosi di religione, psicologi e grandi personaggi si sono avvicendati nell’analizzare e discutere il vero amore ed il messaggio veicolato da Gesù Cristo sintetizzabile in questo verso.
Anche nella nostra era e forse ancora più che in passato, a distanza di oltre 2000 anni, questo messaggio d’amore espresso dal Salvatore è decisamente necessario e quanto mai attuale. L’Apostolo Paolo riferendosi ai nostri giorni scrisse, infatti, queste parole in un’epistola indirizzata al discepolo Timoteo: “Or sappi questo: negli ultimi giorni verranno tempi difficili; perché gli uomini saranno egoisti, amanti del denaro, vanagloriosi, superbi, bestemmiatori, ribelli ai genitori, ingrati, irreligiosi, insensibili, sleali, calunniatori, intemperanti, spietati, senza il vero amore per il bene, traditori, sconsiderati, orgogliosi, amanti del piacere anziché di Dio, aventi l’apparenza della pietà, mentre ne hanno rinnegato la potenza”( 2Timoteo3:1-5). Episodi che confermano le profetiche dichiarazioni di Paolo nella sua descrizione di ciò che sarebbe accaduto nella nostra epoca, penso che siano sotto gli occhi di tutti.
Da qui la grande necessità di interiorizzare pienamente il messaggio evangelico.
Il vero amore, amare Dio
Nel tentativo di analizzare il verso contenente l’invito rivolto a tutti del Redentore di amare il prossimo come sé stessi, spesso si dimentica l’importanza di collegare il secondo con il primo grande comandamento : “ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l’anima tua e con tutta la tua mente”(Matteo 22:37).
Tale correlazione, infatti, risulta essere un elemento essenziale per la vera comprensione ed applicazione del magistrale insegnamento di Cristo. Allo scopo di evidenziare quanto appena detto è bene ricorrere ancora una volta all’ausilio delle sacre scritture. Se mi ami, servimi e rispetta tutti i miei comandamenti” (DeA 42:29). Sono parole che illustrano in modo chiaro e conciso i passi necessari da compiere per sviluppare il vero amore verso il Padre Eterno. Una conseguenza dell’obbedienza alle leggi divine è il mettersi nelle condizioni di sentire in maggiore misura l’amore di Dio: “Se osservate i miei comandamenti, dimorerete nel mio amore” (Giovanni 15:10). Tale amore a sua volta, manifestandosi attraverso il Suo Spirito, va a rinforzare nella persona obbediente la consapevolezza della propria origine divina: “Lo Spirito stesso rende testimonianza al nostro spirito che noi siamo figli di Dio” (Romani 8:16).
Un circolo virtuoso
Questa serie di comportamenti con le loro relative conseguenze generano una sorta di circolo virtuoso che si auto rinforza: quanto più amiamo Dio, tanto più cresce la nostra autostima, la consapevolezza del nostro valore e come conseguenza diretta cominceremo a vedere e a trattare anche gli altri come noi stessi, cioè come progenie divina e pertanto degni di considerazione e rispetto. Nello stesso tempo aumentando il nostro vero amore per gli altri, cresce anche la nostra obbedienza e quindi il nostro vero amore per Dio.
L’anziano Groberg, allora membro dei Settanta, qualche anno fa ha spiegato brillantemente questo concetto:
”Più obbediamo a Dio, maggiormente desideriamo aiutare gli altri. Più aiutiamo gli altri, maggiormente amiamo Dio. D’altra parte, più disobbediamo a Dio, maggiore è il nostro egoismo e minore l’amore che proviamo.
Cercare di trovare l’amore duraturo senza obbedire a Dio è come cercare di dissetarsi bevendo da una coppa vuota: si può fare il gesto, ma la sete rimane. Similmente, cercare di trovare amore senza aiutare gli altri e sacrificarsi per loro è come cercare di vivere senza mangiare: è contrario alla legge della natura e non può funzionare” (Anziano John H. Groberg, Il potere dell’amore di Dio, Conferenza Generale ottobre 2004).
Il vero amore, un dono divino
Vi è mai capitato di trovarvi ad un incrocio stradale con il semaforo rosso e con una macchina poco avanti rispetto alla vostra? La vettura che vi precede decide improvvisamente di passare disobbedendo alla legge e poiché la vostra attenzione dal semaforo si è spostata lentamente al veicolo dinanzi al vostro, decidete anche voi di superare l’incrocio inconsapevoli che il passaggio non era ancora consentito?
La stessa cosa accade quando cerchiamo di aumentare l’amore verso il nostro prossimo senza focalizzarci, senza guardare ed attingere alla fonte vera da cui quelli vero amore proviene. Il nostro sforzo, non seguendo le leggi divine, non va nella direzione giusta e non produce i risultati sperati.
In definitiva l’amore, quello vero che nelle scritture viene definito carità, è un dono di Dio, una manifestazione della Sua misericordia verso coloro che si sforzano di seguirLo. Non è frutto del caso, né può essere considerato un attributo disponibile solo per pochi possessori di determinati talenti. Al contrario, è un’offerta che il Padre Celeste elargisce abbondantemente a chiunque Lo ama: “Pertanto miei diletti fratelli, pregate il Padre con tutta la forza del vostro cuore, per poter essere riempiti di questo vero amore, che egli ha conferito a tutti coloro che sono veri seguaci di suo Figlio Gesù Cristo, affinché possiate diventare figli di Dio; cosicché, quando apparirà, saremo simili a Lui, poiché lo vedremo come Egli è; affinché possiamo avere questa speranza: di poter essere purificati proprio come egli è puro. Amen” (Moroni 7:48).
Questo articolo è stato scritto da Roberto Scordari
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