La poligamia nello stato dei mormoni (Utah), che è stata praticata nella storia antica della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, è definita come “la pratica o l’abitudine di avere più di una moglie o di un marito, allo stesso tempo”.
Non è una pratica che la cristianità abbraccia, poiché il consenso generale è rivolto a quello che Dio ha ordinato esplicitamente: che l’unione matrimoniale sia tra un uomo e una donna.
Sia la Bibbia che il Libro di Mormon distintamente, definiscono lo standard di Dio nei riguardi del matrimonio, in questo modo.
Gli insegnamenti trovati all’interno dei due volumi della Sacra Scrittura sottolineano che solo in alcuni casi, dichiarati da Dio stesso, lo standard che è stato stabilito può essere alterato o modificato.
Si consideri il seguente esempio di matrimonio plurimo registrato nella Bibbia, in Genesi 29: 21-30:
“E Giacobbe disse a Labano: ‘Dammi la mia moglie, poiché il mio tempo è compiuto, ed io andrò da lei’. Allora Labano radunò tutta la gente del luogo, e fece un convito.
Ma, la sera, prese Lea, sua figliuola, e la menò da Giacobbe, il quale entrò da lei. E Labano dette la sua serva Zilpa per serva a Lea, sua figliuola. L’indomani mattina, ecco che era Lea. E Giacobbe disse a Labano: ‘Che m’hai fatto? Non è egli per Rachele ch’io t’ho servito? Perché dunque m’hai ingannato?’
E Labano rispose: ‘Non è usanza da noi di dare la minore prima della maggiore. Finisci la settimana di questa; e ti daremo anche l’altra, per il servizio che presterai da me altri sette anni’.
Giacobbe fece così, e finì la settimana di quello sposalizio; poi Labano gli dette in moglie Rachele sua figliuola. E Labano dette la sua serva Bilha per serva a Rachele, sua figliuola.
E Giacobbe entrò pure da Rachele, ed anche amò Rachele più di Lea, e servì da Labano altri sette anni”.
La rivelazione moderna, come registrato in Dottrina e Alleanze 132:34-35, chiarisce ulteriormente perché la pratica dei matrimoni plurimi è stata permessa:
“Dio comandò ad Abrahamo, e Sara diede Agar in moglie ad Abrahamo. E perché ella lo fece? Perché questa era la legge; e da Agar sorsero molti popoli.
Ciò adempiva dunque, fra le altre cose, le promesse. Fu dunque Abrahamo sotto condanna? In verità vi dico, No; poiché io, il Signore, lo comandai”.
La pratica della poligamia nel vecchio testamento
La questione della poligamia è stimolante, poichè molti oggi vedono la poligamia come immorale.
Il primo caso registrato di poligamia, nell’Antico Testamento, lo troviamo in Genesi 4:19, “E Lamec prese due mogli: il nome dell’una era Ada, e il nome dell’altra, Zilla.”
Diversi uomini importanti, nel Vecchio Testamento della Bibbia, erano poligami: Abramo, Giacobbe, Davide, Salomone e altri, hanno tutti avuto più mogli. In 2 Samuele 12:8, mentre parla attraverso il profeta Natan, Dio dice:
“T’ho dato la casa del tuo signore, e ho messo nelle tue braccia le donne del tuo signore; t’ho dato la casa d’Israele e di Giuda; e, se questo era troppo poco, io v’avrei aggiunto anche dell’altro.” E secondo 1 Re 11:3, Salomone aveva 700 mogli e 300 concubine (essenzialmente mogli di stato inferiore).
Avere questa conoscenza porta alla mente tre domande importanti: “Perché Dio ha permesso la poligamia nel Vecchio Testamento?”, “Come vede la poligamia Dio, oggi?” e “Perché Dio ha cambiato il punto di vista sulla poligamia?”
Facendo riferimento alle informazioni di cui sopra, come premessa per una discussione sul tema dei matrimoni plurimi (poligamia), la domanda che richiede una risposta è anche: “Joseph Smith ha ricevuto l’ordine da Dio, di istituire la pratica della poligamia, all’inizio del 1840?”
I membri della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni credono che il Profeta, veggente e rivelatore, Joseph Smith avesse ricevuto una rivelazione da Dio, riguardo a tale pratica.
Perché Dio ha consentito la poligamia nel vecchio testamento?
Per rispondere a questa domanda in maniera adeguata ci sono diversi fattori chiave che devono essere presi in considerazione.
In primo luogo, le statistiche attuali indicano che vi è sempre stato un maggior numero di donne, nel mondo, che di uomini.
Supponendo che le stesse statistiche fossero uguali anche nei tempi biblici, ci sarebbe state decine di migliaia di donne rispetto agli uomini.
In secondo luogo, la brutalità della guerra nei tempi antichi ha causato un alto tasso di mortalità. E in terzo luogo, a causa della natura patriarcale delle società antiche, era praticamente impossibile per una donna non sposata provvedere a se stessa.
Poiché le donne erano generalmente ignoranti ed inesperte, invocavano i loro padri, fratelli e mariti per avere sia delle prestazioni, che protezione.
Va inoltre notato che le donne non sposate erano spesso sottoposte alla prostituzione e alla schiavitù. Data la notevole differenza nel rapporto tra donne e uomini, molte donne si sarebbero trovate in situazioni indesiderate.
Pertanto, è plausibile che Dio abbia permesso la poligamia per proteggere e dare alle donne quello che, altrimenti, non avrebbero potuto trovare senza un marito.
Così, un uomo avrebbe preso più di una moglie e sarebbe stato colui che avrebbe fornito loro ciò di cui necessitavano e le avrebbe protette.
Anche se questa non poteva essere l’idea o la situazione perfetta, annullava però le alternative terribili della schiavitù, della prostituzione o della fame.
Inoltre, la poligamia ha anche permesso l’espansione dell’umanità ad un ritmo più veloce, realizzando così il comando di Dio: “Voi dunque crescete e moltiplicate; spandetevi sulla terra, e moltiplicate in essa” (Genesi 9:7).
La pratica della poligamia nello stato dei mormoni
I Santi degli Ultimi Giorni non professano di comprendere appieno i propositi di Dio, nell’aver istituito la pratica del matrimonio plurimo nello stato dei mormoni, tramite i Suoi profeti, nel corso del 19° secolo.
Di particolare interesse, tuttavia, il Libro di Mormon, che i mormoni testimoniano essere un altro testamento di Gesù Cristo, identifica una delle ragioni per le quali Dio comanda tale pratica, che è direttamente in linea con il motivo per cui ha permesso la stessa cosa nel Vecchio Testamento.
Le seguenti parole sono registrate in Giacobbe 2:30: “Poiché se io, dice il Signore degli eserciti, vorrò allevarmi una posterità, lo comanderò al mio popolo; altrimenti essi daranno ascolto a queste cose.”
Così, il comandamento è stato soddisfatto, in quanto il matrimonio plurimo provoca un gran numero di nascite di bambini, nelle famiglie dei fedeli Santi degli Ultimi Giorni.
Secondo il saggio dal titolo “Il matrimonio plurimo e le famiglie nei primi anni nello stato dei mormoni”, pubblicato sul sito ufficiale della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, leggiamo:
“Esso [il matrimonio plurimo] forma, nel 19° secolo, la società mormone, in altri modi: il matrimonio è diventato disponibile per quasi tutti coloro che desideravano sposarsi; la disuguaglianza pro-capite della ricchezza è diminuita, poiché le donne economicamente svantaggiate si sposavano in famiglie finanziariamente più stabili; i matrimoni misti etnici aumentarono e questo contribuì ad unire una popolazione immigrata di varie parti.
Il matrimonio plurimo nello stato dei mormoni ha anche contribuito a creare e rafforzare un senso di coesione e di gruppo di identificazione, tra i Santi degli Ultimi Giorni.
I membri della Chiesa nello stato dei mormoni vedevano sè stessi come un “popolo particolare”, che entravano nell’alleanza, per eseguire i comandi di Dio nonostante l’opposizione fuori, disposti a sopportare l’ostracismo per i loro principi”.
Durante gli anni in cui il matrimonio plurimo nello stato dei mormoni è stato insegnato come principio religioso, tutti i membri della Chiesa di Gesù Cristo dovevano accettare il principio come una rivelazione di Dio, ma non tutti erano tenuti a vivere il principio.
Come ai tempi del Vecchio Testamento, la pratica del matrimonio plurimo nello stato dei mormoni (poligamia mormone) non poteva essere un principio universale a causa del fatto che il numero di donne superava il numero degli uomini.
Anche se i dirigenti della Chiesa vedevano il matrimonio plurimo come un comandamento per la Chiesa, nel suo insieme, chi sceglieva di non seguire quella pratica erano comunque considerato approvato da Dio.
Una grande quantità di sacrificio personale venne richiesto a coloro che entravano nel matrimonio plurimo, perché c’erano molte sfide e difficoltà che emergevano.
Facendo ancora riferimento al saggio “Il matrimonio plurimo e le famiglie nei primi anni nello stato dei mormoni”, leggiamo:
“I racconti lasciati da uomini e donne che praticavano il matrimonio plurimo attestano le sfide e le difficoltà che hanno vissuto, come difficoltà finanziarie, conflitti interpersonali e la nostalgia di alcune mogli ‘per la compagnia costante dei loro mariti’.
Ma i racconti registrano anche l’amore e la gioia che avevano, nelle loro famiglie.
Essi credevano che fosse un comandamento di Dio, in quel momento, e che l’obbedienza avrebbe portato grandi benedizioni a loro e ai loro posteri, sia sulla terra, che nella vita a venire.
Anche se c’era tanto amore, tenerezza, affetto, all’interno di molti matrimoni plurimi, la pratica veniva generalmente basata più sulla fede religiosa che sull’amore romantico.
I dirigenti della Chiesa hanno insegnato che i partecipanti ai matrimoni plurimi dovevano cercare di sviluppare un generoso spirito di altruismo e il puro amore di Cristo, verso tutti gli interessati”.
Le donne erano libere di scegliere i loro coniugi, se entrare in un’unione poligama o monogama, o se non sposarsi affatto.
Alcuni uomini entrarono in un matrimonio plurimo, perché erano stati invitati a farlo dai dirigenti della Chiesa, mentre altri avevano deciso da soli; tutti erano tenuti ad avere l’approvazione dei dirigenti della Chiesa, prima di entrare in un matrimonio plurimo.
Anche se alcuni dirigenti hanno avuto grandi famiglie poligame, due terzi degli uomini poligami aveva solo due mogli per volta. I dirigenti della Chiesa hanno riconosciuto che i matrimoni plurimi potevano essere particolarmente difficili per le donne.
Il divorzio era quindi possibile, se le donne erano infelici nel loro matrimonio; al tempo stesso, un nuovo matrimonio era facilmente disponibile.
Le donne si sposavano abbastanza giovani, durante il primo decennio di insediamento nello stato dei mormoni (all’età di 16 o 17 anni, raramente, più giovani), e questo era un atteggiamento tipico delle donne che vivevano nelle zone di frontiera, in quel momento.
Testimonianze della giustizia eterna del matrimonio plurimo nello stato dei mormoni
Alcuni Santi vedevano il matrimonio plurimo come un processo di redenzione, di sacrificio e raffinatezza spirituale.
Secondo Helen Mar Kimball, la figlia di Heber C. Kimball, Joseph Smith ha affermato che “la pratica di questo principio sarebbe stata la prova più dura sulla quale i santi avrebbero mai dovuto testare la loro fede”.
Hanno provato personalmente che il matrimonio plurimo è stata una delle prove più “severe” della loro vita, ma in seguito hanno testimoniato che era stata anche “una delle più grandi benedizioni” della loro vita.
Brigham Young, il secondo presidente della Chiesa di Gesù Cristo, ha dichiarato che dopo aver appreso il principio del matrimonio plurimo, quello “fu la prima volta nella mia vita che avevo desiderato la tomba.
Ho dovuto pregare incessantemente, e ho dovuto esercitare la fede e il Signore mi rivelò la verità e che diede soddisfazione.”
Si noti, inoltre, che Heber C. Kimball, che aveva servito come primo consigliere di Brigham Young, trovò conforto, con tale pratica, solo dopo che sua moglie, Vilate, ebbe un’esperienza visionaria che attestò la correttezza del matrimonio plurimo. Sua figlia, Helen, ha, poi, ricordato che sua madre le aveva detto:
“Non aveva mai visto così felice un uomo, come mio padre, quando gli descrisse la visione e gli disse che era soddisfatta e sapeva che veniva da Dio.”
Quanto segue è un resoconto più vivido della visione di Vilate Kimball, come raccontato dal Helen:
Il cuore di mio padre venne sollevato nel contempo della sua supplica, e mentre mia madre era implorante, come qualcuno che chiede per la propria vita, la visione della sua mente venne aperta e vide il principio del matrimonio celeste illustrato in tutta la sua bellezza e gloria, insieme con la grande esaltazione e l’onore che avrebbe conferito su di lei, in quella sfera immortale e celeste, se avesse accettato e fosse stata al suo posto, a fianco del marito.
Le venne anche mostrata la donna che avrebbe preso in moglie mio padre, e contemplava con gioia il vasto e sconfinato amore e l’unione che questo ordine avrebbe portato, oltre che l’aumento dei regni, del potere e della gloria, che si estendeva per tutta l’eternità, in mondi senza fine.
La sua anima era soddisfatta e piena dello Spirito di Dio. Con un volto raggiante di gioia tornò da mio padre, dicendo: “Heber, quello che tu hai tenuto lontano da me, il Signore me lo ha mostrato.”
Ha descritto la scena a me e molti altri, e mi ha detto che non ha mai visto così felice un uomo, come mio padre, quando gli ha descritto la visione e gli disse che era soddisfatta e sapeva che veniva da Dio.
Lei fece alleanza di stare con lui e onorare il principio, un’alleanza che ha fedelmente mantenuto, anche se le sue prove erano spesso pesanti e gravi da sopportare, la sua integrità fu incrollabile fino alla fine. (Helen Mar Whitney, “Avvenimenti della vita” – 15 luglio 1882: citati da Stanley B. Kimball, in “Heber C. Kimball e la sua famiglia, gli anni di Nauvoo”, Studi della Brigham Young University n. 4 – Estate 1975, 461-462.)
Lucy Walker ha ricordato il suo tumulto interiore, quando Joseph Smith la invitò a diventare sua moglie. Ha scritto: “Ogni sentimento della mia anima si rivoltò contro di esso.”
E’ stato solo dopo diverse notti insonni, trascorse in ginocchio in preghiera, che ella fu in grado di ottenere sollievo per quanto riguardava tale materia:
La mia stanza si riempì di un’influenza celeste. Per me è stato come il confronto del sole brillante, che irrompe attraverso la più oscura nuvola.
La mia anima venne riempito con una calma e una dolce pace, come non ne avevo mai conosciuto. Al felicità suprema prese possesso di tutto il mio essere.
E ho ricevuto una potente e irresistibile testimonianza della verità del patto coniugale chiamato ‘matrimonio celeste o plurimo.’ Ed essa è stata come un’ancora per l’anima attraverso tutte le prove della vita.
Sentivo che dovevo uscire, al mattino, e dare sfogo alla gioia e alla gratitudine che riempiva la mia Anima. Mentre scendevo le scale, il presidente Smith ha aperto la porta al piano di sotto, mi prese per mano e disse:
“Grazie a Dio, hai la testimonianza. Anch’io, ho pregato.” Mi fece sedere su una sedia, mise le mani sul mio capo e mi benedisse con ogni benedizione che il mio cuore potesse desiderare.
Un’altra dei primi santi, Sarah Leavitt, testimoniò:
Io pensavo che l’Unto del Signore non avrebbe avuto più mogli, a meno che non gli fosse comandato di farlo.
Ma volevo anche avere una conoscenza della verità da me stessa. Ho chiesto a mio marito se egli pensava che saremmo riusciti a trovare una rivelazione, su questo argomento. Ha detto che non lo sapeva.
Quella sera la mia mente è stata portata via dalla terra e ho avuto una visione dell’ordine del regno celeste.
Ho visto tanto male, collegato a questa ordinanza, se non l’avessi fatta, che mi è stata rivelata da Lui, che non può mentire… avevo dubitato della verità, ma non c’è mai più stato un dubbio ad attraversare la mia mente, per quanto riguarda la verità, dal momento che il Signore mi ha fatto sapere tramite la sua visione celeste. (Autobiografia di Sarah S. Leavitt, della sua storia” ed. Juanita Leavitt Pulsipher, Giugno 1919,23, Utah State Historical Society, Salt Lake City; cit George D. Smith, Nauvoo, Poligamia, 359-360.)
E Margaret Cooper West, che si vedeva come valutata da Dio, testimoniò:
Vivevamo in Nauvoo, quando ho sentito che era giusto per gli uomini avere due mogli.
Non ho mai pensato allora che loro potessero averne più di due; sembrava una cosa terribile, per me, e ho detto che non avrei voluto fosse giusto e che se un angelo dal cielo me lo avesse detto, ancora una volta, se avessi sentito l’Onnipotente dirlo e un angelo venire da me a dirmi che Egli aveva ragione, non ci avrei creduto.
Sapevo molto bene quello che pensavo. Pensavo che era solo un modo per provare la mia virtù, come la fede di Abramo fu messa alla prova, quando gli venne detto di offrire suo figlio in sacrificio, e ho pensato che al Signore sarei piaciuta di più se mi fossi rifiutata di credere in una cosa così atroce, perchè il Signore ama le donne virtuose.
Ero perplessa; non avevo molto da dire. Mi sentivo molto male, riguardo a questo problema e ne ho parlato, chiedendo a Dio, in preghiera.
La mattina della Domenica seguente, dopo che mio marito ed io eravamo pronti ad andare in riunione, abbiamo camminato, passando attraverso il nostro cancello, e lui ha detto: “Chiamiamo Giovanni (suo fratello); forse alcuni di loro ci verranno incontro”.
Mentre passavamo attraverso la porta, tutta la creazione è stata aperta in visione davanti a me; eravamo come l’erba del campo.
Potevo vedere ora come corresse in lontananza. Poi ho visto la pluralità di mogli, l’ordine celeste del matrimonio, e ho saputo che era giusto, e un principio virtuoso, e appartenente all’eterno Vangelo di Gesù.
Poi ho visto le autorità della Chiesa, e quello che avevano sofferto per stabilire questa dottrina particolare.
Era un grande principio del Vangelo e doveva essere stabilito in questa generazione; non c’era altro, intorno ad esso, era un principio che doveva venire avanti.
Quando ho visto il lavoro dei fratelli, e le loro fatiche e sofferenze, il mio cuore era addolorato per loro, e ho provato pietà. Non ero più un oppositore dell’avere due moglie.
Non parlavo di queste cose, ma le meditavo nel mio cuore. Ho capito la bellezza e la gloria e l’esaltazione connessa con questo principio celeste; era grande e glorioso, e mi sentivo rapita nella gioia. (Margaret West “Testimonianza di Margaret West”, citata in “Poligamia di Joseph Smith” di Hales, Vol. 2, 185-186.)
In che modo Dio vede la poligamia mormone, oggi?
Anche se Dio ha permesso i rapporti poligami, in certi momenti, la Bibbia insegna chiaramente che la monogamia, un uomo sposato con una donna, è il piano che si conforma all’idea di Dio sul matrimonio.
In Genesi 2:24 si insegna: “Perciò l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne”.
L’uso costante del singolare dovrebbe essere attentamente osservato: l’uomo, la moglie e la carne, non gli uomini, le mogli o i corpi.
Le Scritture mettono anche in guardia circa i problemi che possono derivare dall’avere più mogli, come visto nella vita di Salomone:
“Ed ebbe settecento principesse per mogli e trecento concubine; e le sue mogli gli pervertirono il cuore; cosicché, al tempo della vecchiaia di Salomone, le sue mogli gl’inclinarono il cuore verso altri dèi; e il cuore di lui non appartenne tutto quanto all’Eterno, al suo Dio, come avea fatto il cuore di Davide suo padre.” (1 Re 11: 3- 4).
Nel Nuovo Testamento, 1 Timoteo 3:2, 12, e Tito 1:6 parlano di “un marito di una sola moglie” in un elenco delle qualifiche spirituali. Se queste qualifiche sono esposti anche per la leadership della chiesa, non dovrebbero valere anche per tutti i cristiani? Poichè tutti i cristiani sono stati chiamati ad essere santi (1 Pietro 1,16).
In Efesini 5:22-33 si parla del rapporto tra marito e moglie. Quando si fa riferimento a un marito (singolare), si fa sempre riferimento anche ad una moglie (singolare):
“Mogli, siate soggette ai vostri mariti, come al Signore; poiché il marito è capo della moglie, come anche Cristo è capo della Chiesa, egli, che è il Salvatore del corpo.
Ma come la Chiesa è soggetta a Cristo, così debbono anche le mogli esser soggette a’ loro mariti in ogni cosa.
Mariti, amate le vostre mogli, come anche Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, affin di santificarla, dopo averla purificata col lavacro dell’acqua mediante la Parola, affin di far egli stesso comparire dinanzi a sé questa Chiesa, gloriosa, senza macchia, senza ruga o cosa alcuna simile, ma santa ed irreprensibile.
Allo stesso modo anche i mariti debbono amare le loro mogli, come i loro propri corpi.
Chi ama sua moglie ama se stesso. Poiché ninno ebbe mai in odio la sua carne; anzi la nutre e la cura teneramente, come anche Cristo fa per la Chiesa, poiché noi siamo membra del suo corpo.
Perciò l’uomo lascerà suo padre e sua madre e s’unirà a sua moglie, e i due diverranno una stessa carne. Questo mistero è grande; dico questo, riguardo a Cristo ed alla Chiesa.
Ma d’altronde, anche fra voi, ciascuno individualmente così ami sua moglie, come ama se stesso; e altresì la moglie rispetti il marito”.
Se la poligamia fosse ammissibile, l’intera illustrazione del rapporto di Cristo con il suo corpo (la chiesa) e il rapporto marito-moglie, cade a pezzi.
Mutevoli dinamiche della poligamia mello stato dei mormoni
Verso la fine del 19° secolo, l’esperienza del matrimonio plurimo era notevolmente diversa da quella dei decenni precedenti nello stato dei mormoni.
A partire dal 1862, vennero approvate delle leggi federali contro la pratica del matrimonio plurimo, nella speranza di proteggere le donne mormoni e la civiltà americana in generale.
Tuttavia, ci sono state molte donne, Sante degli Ultimi Giorni, che hanno difeso pubblicamente la pratica del matrimonio plurimo, sostenendo che erano disposte a portare avanti tale pratica.
Dopo il 1879 e la constatazione della Corte Suprema degli Stati Uniti sulle leggi anti-poligamia, che divennero costituzionali, i funzionari federali cominciarono a perseguire mariti e mogli poligami, a partire dal 1880.
Alcuni Santi degli Ultimi Giorni nello stato dei mormoni hanno ritenuto che le leggi fossero ingiustificate e divennero civilmente disobbedienti, continuando ad impegnarsi nella pratica del matrimonio plurimo e nel tentativo di evitare l’arresto.
Una volta che venivano condannati, pagavano le multe e trascorrevano del tempo in prigione.
Le mogli spesso venivano separate dalle famiglie o andavano a nascondersi sotto falso nome, durante la gravidanza o subito dopo il parto, al fine di evitare che i loro mariti poligami venissero accusati.
Facendo ancora riferimento al saggio ” Il matrimonio plurimo e le famiglie nei primi anni nello stato dei mormoni” sul sito ufficiale della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, leggiamo:
Nel 1890, quando il manifesto del presidente Woodruff sollevò il comandamento di praticare il matrimonio plurimo, la società mormone aveva sviluppato un forte nucleo fedele di membri, per lo più composta da emigranti provenienti dall’Europa e dagli Stati Uniti orientali. Ma la composizione demografica dei membri della Chiesa in tutto il mondo aveva cominciato a cambiare.
A partire dal 1890, chi si convertiva al di fuori degli Stati Uniti veniva invitato ad edificare la Chiesa nella propria patria, piuttosto che a trasferirsi nello stato dei mormoni. Nei decenni successivi, i Santi degli Ultimi Giorni migrarono dal Gran Basin per perseguire nuove opportunità.
Il matrimonio plurimo nello stato mormoni non era mai stato incoraggiato fuori delle popolazioni di Santi degli Ultimi Giorni. Soprattutto in queste congregazioni di nuova formazione, al di fuori dello stato dei mormoni, le famiglie monogame erano diventate centrali per il culto religioso e di apprendimento.
Mentre la Chiesa nello stato mormoni crebbe e si diffuse oltre l’Occidente americano, la famiglia nucleare monogama era adatta ad una crescita sempre più mobile e lontana.
Perché le dinamiche cambiano?
La questione deve essere considerata non tanto come Dio che non ha più permesso qualcosa a cui, in precedenza, aveva acconsentito, ma piuttosto a come Dio abbia ripristinato il matrimonio con il Suo piano originale.
I rapporti poligami non sono mai stati una parte del disegno originario di Dio, sul matrimonio.
Dio ha permesso la poligamia per un tempo, per “suscitare seme” a sé. Nella maggior parte delle società moderne, non c’è assolutamente alcuna necessità della poligamia.
Secondo Romani 13:1-7, dobbiamo obbedire alle leggi del paese. L’unico caso in cui disobbedire alla legge è consentito dalla Scrittura è se una legge, o le leggi, sono in netta contraddizione con i comandi di Dio (Atti 5,29).
Pertanto, dal momento in cui Dio consente solo la poligamia in alcuni momenti da Lui designati, e non comanda che sia praticata, qualsiasi legge che vieta la pratica della poligamia dovrebbe essere accolta.
All’indomani della pratica del matrimonio plurimo
Il saggio “”Il matrimonio plurimo nello stato dei mormoni e le famiglie nei primi anni nello stato dei mormoni”, conclude con questi commenti, che servono come chiave di volta per la discussione:
Per molti di quelli che lo praticavano, il matrimonio plurimo era un sacrificio significativo. Nonostante le difficoltà che alcuni hanno sperimentato, la fedeltà di coloro che praticavano il matrimonio plurimo continua a beneficiare la Chiesa, in innumerevoli modi.
Attraverso la stirpe di questi santi del 19° secolo, sono nati molti Santi degli Ultimi Giorni che sono stati fedeli alle loro alleanze del Vangelo come madri e padri retti, discepoli fedeli di Gesù Cristo, e membri della Chiesa devoti, dirigenti e missionari.
Anche se ai membri della Chiesa contemporanea è fatto divieto di praticare il matrimonio plurimo, i moderno Santi degli Ultimi Giorni onorano e rispettano questi pionieri che hanno dato tanto per la loro fede, le loro famiglie e la loro comunità.
Per sapere di più cliccate qui
Commenti