Qualche mese fa, ho trascorso diverse ore a setacciare pile di lettere mormone che sono state scritte tra Phebe e Wilford Woodruff.
Questo grande insieme di lettere mormone era stato recentemente acquisito dai discendenti di Wilford Woodruff. Ero affascinato e incuriosito dal contenuto di queste lettere mai pubblicate.
Sembrava che ogni lettera mormone riempisse delle parti mancanti o chiarisse le storie familiari nella storia della Chiesa. Sono stato particolarmente interessato a sapere qualcosa di più sulla moglie di Wilford Woodruff, Phebe.
Ho sentito il nome di “Phebe W. Carter [Woodruff]” quando ho visto il video della Chiesa “Montagne del Signore” [1993], molti anni fa.
C’è una scena nel film che mostra Wilford Woodruff che cammina lungo una strada sterrata, a Kirtland. Mentre cammina, si sente la voce angelica di una donna [Phebe W. Carter], che canta un inno. Wilford Woodruff si unisce ad essa.
Questo sorprende Phebe che apre la finestra del secondo piano, per scoprire chi sta cantando. E’ Wilford Woodruff. Furono presto adeguatamente presentati e dopo un “lungo” corteggiamento di 2 mesi e mezzo, si sposarono.
Anche se la storia di Wilford Woodruff è molto conosciuta, lo è meno, la storia di Phebe W. Carter e di come ella ha compiuto la sua strada verso Kirtland, in primo luogo. Ella era veramente una straordinaria donna di fede e di coraggio.
Nel 1834, all’età di 27 anni, Phebe W. Carter si unì alla Chiesa mormone. Era l’unico membro della sua famiglia ad abbracciare il Vangelo, in quel momento.
Le lettere mormone mai pubblicate
Come molti nuovi convertiti, si sentì costretta a lasciare la sua casa [nel Maine] e andare con i santi, verso Kirtland. Tuttavia, i suoi genitori erano fermamente contrari alla sua decisione di farlo. Nelle parole di Phebe:
“Il dolore di mia madre a casa, quando sono partita, era quasi più di quanto potessi sopportare; e se non fosse stato per lo spirito che sentivo dentro, avrei vacillato all’ultimo.
Mia madre mi ha detto che avrebbe preferito vedermi sepolta, che andare così sola, nel mondo, senza cuore e, soprattutto, ella era preoccupata perché uscivo di casa, per seguire la mia sorte fra i Mormoni. ‘Phebe’, ha detto in un tono impressionante, ‘tornerai da me, se scoprirai che il mormonismo è falso?’
Ho risposto tre volte, queste sono state le mie parole, che ben ricordo, in quel giorno ‘Sì, madre, lo farò.’; sapeva che avrei mantenuto la mia promessa. La mia risposta alleviò il suo problema; ma ci è costato molto dolore.
Quando arrivò il momento della mia partenza, non avevo così fiducia in me stesso che sarei riuscita a dire addio, così ho scritto il mio addio a ciascuno e, lasciando i biglietti sul mio tavolo, corsi giù per le scale e saltai in carrozza. Così ho lasciato la mia amata casa di infanzia, per riunire la mia vita a quella dei santi di Dio.” (Le donne del Mormondom, New York, 1877, pag. 412)
Quindi, immaginate la mia gioia quando, durante la lettura di quella pila di lettere momrone, mi sono imbattuto in una lettera che cominciava così:
“Cari genitori, sono ora in procinto di lasciare il mio tetto paterno per un pò…”.
Mentre leggevo la lettera mi sono reso conto che non era una qualsiasi lettera, ma era la lettera che, nella sua autobiografia, Phebe racconta che aveva frettolosamente scritto e lasciato su un tavolo, prima di uscire di casa.
Il contenuto della sua lettera è rimasto inedito, per gli ultimi 180 anni. Sento che il consiglio ispirato che lei impartì ai suoi genitori e ai suoi fratelli, può essere di beneficio a ciascuno di noi.
Per questo motivo ho deciso di pubblicare il contenuto completo della sua lettera, per la prima volta.
Al fine di mantenere il carattere e il sapore dell’”addio” frettoloso di Phebe W. Carter alla sua famiglia, ho mantenuto la sua grafia originale, la punteggiatura e la grammatica:
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Genitori Amati – ora sono in procinto di lasciare il mio tetto paterno per un pò, ma io non so per quanto tempo – ma non senza sentimenti di gratitudine per la gentilezza che ho ricevuto dalla mia infanzia, fino al momento presente, ma la Provvidenza sembra aver deciso diversamente, adesso, da quello che è stato finora.
Mettiamo tutte queste cose nelle mani della Provvidenza e siamo grati che siamo stati autorizzati a vivere insieme così a lungo, in circostanze così favorevoli come quelle che abbiamo avuto, nella convinzione che tutte le cose funzionino per il nostro bene, se amiamo Dio.
Rendiamoci conto che possiamo pregare perchè un Dio ascolta le preghiere sincere di tutte le sue creature e ci da’ ciò che è meglio per noi.
Possiamo sforzarci di avere quello spirito in noi, che ha risuscitato Cristo dai morti, e che i nostri corpi mortali possono essere vivificato ed alzarsi nella mattina della prima risurrezione, per regnare con Cristo mille anni, dove non ci sarà più nessuna separazione.
Tale gloria può stimolarci ad essere diligenti nel rispettare tutti i comandamenti di Dio e a non contare le nostre prove qui, in vista di tale premio.
Madre, credo sia la volontà di Dio per me, di andare ad ovest, e sono convinta che sarà per molto tempo, ora la strada si è aperta e sembra riconciliarsi con essa, ed è la più grande consolazione, per me, più di qualsiasi cosa terrena; Io credo che sia lo spirito del Signore che ha reso tutte le cose sufficienti per noi.
Oh, non essere in ansia per la tua bambina, il Signore mi consolerà. Io credo che il Signore si prenderà cura di me e mi darà ciò che è per il meglio: se è meglio, per me, andare lì e lasciare lì questo corpo, mi sento pronta, e che importa dove verrà deposto questo corpo fino alla risurrezione, quando spero e confido che saremo tutti elevati al di sopra di tutte le prove di questa vita.
Che non sia per te come se avessi fatto qualche crimine e fossi stata costretta a lasciare la mia casa, perchè sarebbe molto peggio, perché so con tutto il mio cuore che posso dire che vado via perché seguo la chiamata del mio Maestro e che egli ha i Suoi piani, per me; non credete che tutte queste cose sono contro di voi, perché non lo sono, anche se le vie della Provvidenza appaiono scure; Verrò a casa, alla prima occasione, per vedervi.
(retro)
Ho scelto questo modo di parlarvi, perché sembra più facile della conversazione verbale. Ho già scritto molto di più di quanto mi aspettassi, quindi devo dirvi arrivederci Padre e Madre, per ora.
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Fratello Fabyan e sorella Rhoda, spero che darete retta a quella luce che avete ricevuto e camminerete in essa, perché potrete essere liberi. Voi non sapete cosa il Signore può fare per voi, fino a quando non vi arrenderete a lui e obbedirete ai Suoi comandamenti.
So che c’è pace, nell’obbedire ai comandi di Dio, e spero veramente che deciderete di obbedirgli ed Egli vi farà conoscere la sua volontà, in modo che potrete avere diritto all’albero della luce ed entrare per le porte nella Città della vita.
Perché temporeggiare? Addio, P.
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Addio sorella Rhoda, spero che parteciperai a quello spirito che ti ha illuminato la mente, di tanto in tanto, e sceglierai quel bene che non può essere tolto da te, perché possiamo essere unite più che mai, e ci incontreremo senza mai più separarci ~~~ ~
Phebe W. Carter
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Sorella Shuah spero che potrai essere consapevole della bontà di Dio per te ed esprimerGli la tua gratitudine, mantenendo tutti i suoi comandamenti e camminando sulle sue orme.
Se senti che hai bisogno di saggezza, chiedila a Dio con la preghiera e la fede e riceverai. Mai negare ciò che Dio ha fatto per te, ma mai credere che il regno di Dio è venuto vicino a te. Quindi devo dirti addio, fino a che ci rivedremo di nuovo.
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Sorella Maria devo dirti di non essere scoraggiata, ma di essere diligente nel rispettare tutti i comandamenti di Dio e tutto andrà bene, per te, e ne riceverai una grande ricompensa. Addio, P.
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Nella parte inferiore della lettera, con la scrittura di Wilford Woodruff, leggiamo: “Phebe W. Woodruff ai suoi genitori, quando ha lasciato casa”.
Io sono sempre stupito, nel vedere questi artefatti, come la lettera di addio di Phebe, che sopravvivono attraverso le incertezze del tempo. Ho intenzione di continuare la storia di Phebe e Wilford Woodruff, in un paragrafo successivo.
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