C’è una storia che forse avrete sentito girare in Chiesa, molto toccante, di un pilota giapponese che durante l’attacco di Pearl Harbor nella II Seconda Guerra Mondiale non ha potuto sganciare una bomba sul tempio di Hawaii, ma è vera?

Un bombardiere della II Guerra non ha potuto bombardare il tempio

Secondo Lance D. Chase, ex professore della BYU-Hawaii, il quale fece una ricerca a riguardo, la storia vera è questa: “Un pilota giapponese di ritorno da Pearl Harbor con una bomba ancora non sganciata, vide il tempio delle Hawaii.

Decise di distruggere l’edifico, il quale era divenuto per lui un’opportunità di non dover sganciare la bomba nel mare, e si lanciò sul tempio; ma la bomba non voleva sganciarsi.”

“Decise allora di effettuare un mitragliamento a bassa quota, ma i suoi mitragliatori non sparavano.

Non è chiaro se lui abbia fatto tre giri o più, ma dopo quello che sembra essere stato il terzo giro, i comandi dell’aereo smisero di funzionare quando lui ebbe valutato l’idea di un tuffo suicida. Timoroso di finire il carburante prima di raggiungere la nave, ritornò in mare.

Fece un controllo del meccanismo di rilascio della bomba, ed essa cadde; le armi rispondevano ai comandi.

Sentendosi sfortunato, ma incoraggiato dall’aereo ora funzionante, decise di provare un’ultimo giro di mitragliamento sul tempio. Per l’ultima volta i suoi comandi non funzionarono, ed egli fu forzato a tornare alla nave.”

Queste informazioni vengono dal diario di Robert Thomas Stout, che la sentì quando stava facendo porta a porta come missionario.

Stout affermò che nel 9 settembre del 1957, egli si trovava a Matsumoto City, e che aveva incontrato un uomo di mezz’età che è stato un pilota giapponese nell’attacco di Pearl Harbor.

Mentre Stout gli parlava della chiesa, gli mostrò un’immagine di una veduta aerea del tempio hawaiano.

Quando il pilota vide quell’immagine, egli “sbiancò e si sentì scosso”, e poi raccontò questa storia. Egli disse di aver provato a bombardare quel tempio, la mattina dell’attacco a Pearl Harbor, ma i suoi controlli si erano congelati, e la bomba non voleva sganciarsi.

Nel suo ultimo tentativo, egli sentì “uno strano potere proteggere quell’edificio bianco con le sue piscine blu”. Egli sentì un’influenza fortissima, e sentì di aver fatto arrabbiare Dio.

Non ha neanche guardato indietro, talmente aveva paura. gli anziani gli parlarono del tempio, a cui l’uomo rispose: “[quell’edificio] è molto magico… voi due missionari mi fate provare ancora quei sentimenti. Dovete lasciarmi di nuovo, e non tormentare la mia mente e il mio cuore “.

Giappone2Robert Stout tornò in Giappone più di 50 volte, inclusa una volta come presidente di missione dal 1977 al 1980. Nel 1983 Stout e sua moglie Kay visitarono il tempio di Hawaii nel loro venticinquesimo anniversario di matrimonio, e raccontarono la storia al presidente del tempio, Bob Finlayson. Più avanti Stout mandò il suo diario al tempio di Hawaii per i loro archivi.

Il presidente del tempio aveva già sentito questa storia da uno dei suoi lavoranti del tempio, Robert Kahawaii, il quale disse di aver assistito all’evento, nonostante lo raccontò con qualche variazione.

Kahawaii disse che sua moglie lo chiuse fuori casa quella notte, il 7 dicembre 1941, perciò lui dormì sotto un albero di cocco, ed è questa la ragione per cui ha visto il pilota.

Quando si svegliò egli vide un aereo tuffarsi sul tempio. Il racconto di Kahawaii non è stato scritto fino a circa 34 anni dopo l’attacco, nel 1976, e coloro che hanno visto il documento dicono che quest’ultimo ha qualche falla.

Come si può scoprire la veridicità di questa storia? Alcuni hanno provato ad analizzare i punti forti e deboli di questi racconti.

Stout fornì degli indizi su quale potrebbe essere il nome del pilota, e cioè che poteva essere o Ohara, oppure Ogawa, oppure Okawa, ed egli descrisse la casa come una sorta di casa bifamiliare con il nome Nishimoto sul davanti, supponendo però che quel nome era quello dell’altra famiglia della casa.

Sia Kahawaii e Stout erano assolutamente convinti della veridicità dei loro racconti di questo tentativo di attacco.

Sia Ken Baldridge che Lance Chase scrissero degli articoli sull’incidente, esaminando alcuni dei fattori come la possibilità militare dell’evento.

Più recentemente Alf Pratte consegnò un documento alla Mormon Pacific Historical Society (Società storica mormone del pacifico) riguardo a ciò, nel 2005; egli aggiunse alcune informazioni vitali.

Pratte disse che il presidente di missione di Stout, Paul Andrus, sapeva riguardo a questa storia, e gli credette. “[Andrus] credeva fortemente che l’attacco era avvenuto, e ha creduto in ciò sin da quando ha letto il diario di Stout nel 1983”.

Andrus crette anche al racconto di Kahawaii il quale, “più avanti negli anni, fu rattristato dal fatto che qualcosa in cui credeva e che aveva tenuto stretto così tanto a sè non era stato considerato seriamente”. Evidentemente, sono stati identificati altri testimoni nelle Hawaii.

Siamo consapevoli del fatto che alcuni membri fanno tesoro di questa tradizione, mentre altri la gettano sotto la categoria delle leggende. Perciò, ecco qua un altro pezzo del puzzle fornito da un altro convertito di Robert Stout. Leggete la storia della visita dei Jericho Road in Giappone.

Caro fratello Albright,

Giappone-TempioQuesto mese segna il settantesimo anniversario del bombardamento di Hiroshima.

In osservanza di questo anniversario, offro umilmente l’esperienza che ho avuto ad Hiroshima, mentre facevamo il nostro tour del Giappone con i miei  colleghi del gruppo musicale dei Jericho Road JerichoRoadMusic.com.

Abbiamo girato per tutto il Giappone per dieci giorni, visitando Okinawa, Fukuoka, Hiroshima, Osaka, Nagoya, Tokyo, finendo poi a Sendai.

In ogni città siamo stati ospitata da una missione della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni.

Ad Hiroshima, abbiamo avuto il privilegio di essere ospitati dall’accogliente e caloroso Presidente Yafuso.

Prima del nostro concerto in Hiroshima, Presidente Yafuso e Nobuaki Irie ci portarono a vedere la bellissima isola Miyajima, con il santuario Itskushima, completo dei cervi sacri e selvatici che erano molto gentili.

Dopo aver visitato l’isola per un po’ e aver scattato delle fantastiche foto (e dopo aver accarezzato i cervi), abbiamo avuto un po’ di tempo per visitare l’Hiroshima Peace Memorial Park (Il parco della memoria per la Pace di Hiroshima), e cioè l’area devastata dalla bomba atomica.

Abbiamo imparato che la cupola era esattamente sotto all’area in cui esplose la bomba, e che è stata scelta come bersaglio, perché era semplice identificare le strade a forma di T fatte proprio vicino alla cupola Genbaku.

Dopo aver visitato questo toccante monumento commemorativo, e dopo aver visto le foto mozzafiato e le suppliche dei cittadini giapponesi di “No More Hiroshima” (Mai più Hiroshima), abbiamo avuto l’occasione di stare un po’ con presidente Yafuso, il quale ci raccontò solennemente la sua storia di conversione, in giapponese (tradotta da fratello Irie).

giappone5Il padre di presidente Yafuso era stato ucciso dagli americani nella seconda guerra mondiale. Durante la sua infanzia nell’isola di Okinawa, egli disse a sua mamma di non piangere, assicurandole che da grande egli sarebbe diventato un generale, e vendicato la morte di suo padre.

Con questa mentalità, egli cercò di evitare i missionari americani, ogni volta che li vedeva per strada.

Un giorno particolare, egli attraversò la strada avanti e indietro più volte, per cercare di evitare i missionari, che sembrava attraversassero la strada esattamente ogni volta che lo faceva lui.

Alla fine si incontrò con i missionari, e si convertì in età preadolescente. Il presidente Yafuso fu battezzato il 10 gennaio 1959.

I missionari mormoni che insegnò il vangelo a presidente Yafuso, l’anziano Robert Thomas Stout, gli raccontò di un altro simpatizzante a cui avevano insegnato per alcuni mesi, che era stato coinvolto nell’attacco di Pearl Harbor.

Mentre insegnavano a quest’uomo (un certo fratello Okawa) riguardo al ruolo dei templi nella nostra chiesa, gli mostrarono una foto del tempio allora più vicino, il tempio di Laie, Hawaii.

Quando gli mostrarono quella foto la sua faccia divenne bianca, mentre gli spiegava che egli aveva riconosciuto l’edificio.

giappone3Come bombardiere nell’attacco di Pearl Harbor, egli aveva una bomba avanzata sull’aereo, alla fine dell’attacco, e il suo compito era quello di trovare qualcosa da distruggere.

Dato che il tempio di Laie, Hawaii, era sulla sua rotta di volo, egli vide il grande tempio, e decise di sganciare la sua bomba su di esso. Egli volò sopra il tempio e tentò di sganciare la bomba, ma non voleva sganciarsi.

Sorpreso, riprovò una seconda volta a volare sopra il tempio e a sganciare la bomba, ma non voleva ancora sganciarsi. Accantonata l’idea, decise di volare una terza volta sopra il tempio ed attaccarlo con le sue mitragliatrici, ma non volevano sparare.

Completamente confuso, decise di volare alla portaerei, e mentre volava sull’oceano, tentò di sganciare la bomba un’altra volta, e la bomba si sganciò proprio come avrebbe dovuto.

Non dimenticherò mai la solennità con la quale Presidente Yafuso ci raccontò la storia, come non dimenticherò mai lo Spirito che ho sentito quando ho sentito le sue parole. Posso ancora sentirle e vedere la storia come se fosse ieri.

hawaii

Io so che Dio è a capo della chiesa, e come dichiarò il profeta Joseph Smith

«Lo stendardo della verità è stato innalzato; nessuna mano profana può impedire al lavoro di progredire. Le persecuzioni possono infuriare, la plebaglia può radunarsi, gli eserciti possono marciare, la calunnia può diffamare, ma la verità di Dio procederà innanzi coraggiosamente, nobilmente e indipendentemente sino a quando sarà penetrata in ogni continente, si sarà diffusa in ogni regione, avrà invaso ogni paese e sarà risuonata in ogni orecchio, sino a quando i propositi di Dio saranno realizzati e il grande Geova dirà che l’opera è compiuta»

La Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni è vera. La mano di Dio è in questo lavoro, e i Suoi scopi non verranno frustrati.

Cordialmente,

Bret Bryce

Condiviso con il permesso dal blog di Bret e con il permesso di Akira Yafuso tramite un interprete.