Vi è mai capitato di dover affrontare un problema difficile o una situazione piuttosto critica ma di essere molto confusi sul da farsi? Cosa si può fare in questi casi? L’esperienza del fratello di Giared ci da una grande lezione su come il Signore viene in nostro soccorso quando abbiamo fede.

Dio comanda ai Giarediti di costruire delle imbarcazioni

La storia del popolo giaredita comincia al tempo della costruzione della torre di Babele, quando il Signore confuse le lingue.

Poiché il fratello di Giared (il cui nome nel libro di Mormon non viene menzionato) era un uomo molto retto, chiese al Signore di preservare la sua famiglia e i suoi amici dalla distruzione e di non confondere la loro lingua.

Il Signore decise di accordare tale richiesta e comandò loro di costruire delle imbarcazioni e di abbandonare Babele.

A 4 anni dal primo viaggio, Dio comandò di costruire di nuovo delle imbarcazioni “alla maniera delle imbarcazioni che [avevano] costruito finora” (Ether 2:16), questa volta per attraversare il “grande mare” fino alla terra promessa. 

Mormon ci spiega:

Ed ora proseguo con la mia storia: poiché ecco, avvenne che il Signore portò Giared e i suoi fratelli fino al grande mare che divide le terre.

E quando arrivarono al mare, essi piantarono le tende; e diedero al luogo il nome di Moriancumer; e dimorarono nelle tende, e dimorarono nelle tende sulla riva del mare, per lo spazio di quattro anni.

E avvenne che alla fine dei quattro anni, il Signore venne di nuovo al fratello di Giared, stette in una nube e parlò con lui…

[…]

E il Signore disse: Mettetevi al lavoro e costruite, alla maniera delle imbarcazioni che avete costruito finora.

E avvenne che il fratello di Giared si mise al lavoro e anche i suoi fratelli, e costruirono delle imbarcazioni alla maniera di quelle che avevano costruito secondo le istruzioni del Signore.

Ed erano piccole, ed erano leggere sull’acqua, proprio come è leggero un uccello sull’acqua.

Ed erano costruite in modo da essere perfettamente stagne, tanto che avrebbero potuto contenere l’acqua come una tazza; il fondo era stagno come una tazza, i lati erano stagni come una tazza; e le estremità erano appuntite; la sommità era stagna come una tazza; la lunghezza era quella d’un albero; e la porta, quando era chiusa, era stagna come una tazza.

Tuttavia, il fratello di Giared affrontò molte serie difficoltà mentre cercava di seguire le istruzioni del Signore per un viaggio così lungo. Infatti, si pongono due problemi principali: la mancanza di aria e la mancanza di luce.

Il fratello di Giared implora il Signore: 

 …O Signore, ho compiuto l’opera che mi hai comandato, e ho fatto le imbarcazioni così come mi hai indicato.

Ed ecco, o Signore, in esse non v’è luce; dove ci dirigeremo? E periremo pure poiché in esse non possiamo respirare, salvo l’aria che è in esse; perciò periremo.

Il Signore non lasciò che le suppliche del fratello di Giared andassero a vuoto e lo aiutò. C’è qualcosa di grande che possiamo imparare dal modo in cui lo fece.

Soluzione del primo problema 

del fratello di Giared -2

La soluzione al primo problema arrivò in maniera immediata.

E il Signore disse al fratello di Giared: Ecco, fai un foro in alto e anche sul fondo; e quando soffrirai per l’aria, aprirai il foro e riceverai aria. E se accadrà che l’acqua entri sopra di te, ecco, chiuderai il foro per non perire nell’allagamento.

E avvenne che il fratello di Giared fece così secondo come il Signore aveva comandato.

Talvolta il Signore lo fa, quando la situazione richiede una risoluzione istantanea semplicemente risolve il nostro problema o ci illumina con un pensiero inaspettato.

Credo che questo accada in casi molto urgenti o quando effettivamente noi non siamo in grado di pensare alla soluzione specifica che il Padre celeste ha in mente per noi. C’è solo una cosa possibile da fare ma la nostra mente non è in grado di concepirla. A voi è mai capitato?

Non sappiamo perché il fratello di Giared non prese in considerazione l’idea del foro da solo.

Forse pensava che sarebbe potuta entrare dell’acqua, ma Dio sapeva come si sarebbe effettivamente svolto il viaggio, sapeva che ci sarebbero stati dei momenti in cui i vascelli sarebbero rimasti a galla e quindi avrebbero avuto il tempo di fare entrare aria dal foro senza il pericolo di allagamento. 

Leggi anche: Per la rubrica “salute mentale”: il potere di scegliere

Nonostante la soluzione fosse apparentemente semplice il fratello di Giared fece come il Signore gli aveva comandato, dimostrando la sua grande fede. Siamo in grado di fare lo stesso quando il Signore ci propone soluzioni all’apparenza semplici?

Soluzione del secondo problema 

fratello di Giared - 2

Al contrario la soluzione al secondo problema, ovvero quello della luce, non fu per niente immediata. Ecco come rispose il Signore alla seconda richiesta: 

Ed egli implorò di nuovo il Signore dicendo: O Signore, ecco, ho fatto proprio come mi hai comandato; e ho preparato i vascelli per il mio popolo, ed ecco, non v’è luce in essi. Ecco, o Signore, permetterai che traversiamo queste grandi acque nell’oscurità?

E il Signore disse al fratello di Giared: Che cosa vuoi che faccia affinché possiate aver luce nei vostri vascelli? Poiché ecco, non potete avere finestre, poiché sarebbero infrante; e né porterete del fuoco con voi, poiché non andrete alla luce del fuoco.

[…]

Cosa vuoi dunque che prepari per voi affinché possiate aver luce quando sarete inghiottiti nelle profondità del mare?

A primo impatto si potrebbe rimanere perplessi. Il Signore risponde ad una supplica con un’ulteriore domanda e chiede al fratello di Giared cosa lui vuole che faccia. 

Il presidente Harold B. Lee (1899–1973) una volta disse che:

la domanda posta dal Signore in Ether 2:23: “Che cosa vuoi che faccia affinché possiate avere luce nei vostri vascelli?”, era simile a questa: “‘Che cosa suggerisci di fare affinché possiate avere luce?” […]

È come se il Signore gli stesse dicendo: “Guarda, ti ho dato una mente con cui pensare e ti ho dato l’arbitrio per usarla. Ora fai tutto il possibile per risolvere questo problema; poi, dopo che avrai fatto tutto ciò che puoi, interverrò per aiutarti’. […]

In poche parole, il Signore stava dicendo al fratello di Giared di usare il suo intelletto e le capacità che gli ha dato per trovare una soluzione. 

In Ether 3 scopriamo qual è la soluzione proposta dal fratello di Giared:

E avvenne che il fratello di Giared (ora, il numero dei vascelli che erano stati preparati era di otto) andò sulla montagna, che essi chiamavano Monte Shelem, a causa della sua grande altezza, ed estrasse da una roccia sedici piccole pietre; ed erano bianche e chiare, proprio come vetro trasparente; e le portò nelle sue mani sulla cima del monte, e implorò di nuovo il Signore, dicendo:

[…] 

E io so, o Signore, che tu hai ogni potere, e che puoi fare qualsiasi cosa tu voglia per il bene dell’uomo; tocca dunque, o Signore, queste pietre con il tuo dito e preparale affinché possano brillare nell’oscurità; ed esse risplenderanno per noi nei vascelli che abbiamo preparato, affinché possiamo aver luce mentre attraverseremo il mare.

[…]

E avvenne che quando il fratello di Giared ebbe detto queste parole, ecco, il Signore stese la sua mano e toccò le pietre ad una ad una con il suo dito. 

Anche se l’idea di piccole pietre bianche che emanano luce può sembrare un’assurdità al lettore moderno, leggende in merito alla loro esistenza e alla loro importanza erano ampiamente diffuse nel mondo antico. 

Eppure, le pietre ancora non brillavano di luce propria. Dopo tutto quello che il fratello di Giared aveva potuto fare, nonostante il duro lavoro, tutti gli sforzi e le migliori soluzioni cui poté pensare, tutto ciò che aveva tra le mani erano sedici mere pietre.

Furono in grado di brillare solo quando vennero toccate dal dito di Dio.

Il fratello di Giared fece tutto ciò che era in suo potere, ma fu l’intervento di Dio a fare la differenza.

I nostri migliori sforzi e le nostre migliori soluzioni rimarranno oscuri, privi di ispirazione e infruttuosi finché il Signore non toccherà i nostri sforzi con la sua luce.

La lezione del fratello di Giared

Perché, in alcune situazioni, il Signore può dare una direzione specifica mentre altre volte vuole che proponiamo noi una soluzione e cerchiamo il Suo aiuto per risolvere i nostri problemi?

Perché il Signore potrebbe volere che mettiamo in campo il nostro pensiero e i nostri sforzi insieme alle nostre preghiere?   

Non sappiamo perché Dio risponda in modi così diversi a richieste diverse o perché talvolta ci dia una soluzione immediata mentre altre volte vuole che ne proponiamo noi una, ma una cosa è certa:

Egli vuole ciò che è meglio per noi e ciò che maggiormente fa venire fuori il nostro potenziale divino, ciò che favorisce il nostro progresso verso la divinità. Egli ci fornisce tutte le opportunità di cui abbiamo bisogno per farci avvicinare alla persona che Egli vuole che diventiamo.

Come ha concluso Presidente Lee,

Se volete ricevere una grazia, non limitatevi a inginocchiarvi e pregare. Preparatevi in ogni maniera immaginabile per rendervi degni di ricevere la benedizione che cercate.

Ciò include avere una fede tale da accettare ogni Sua risposta, qualunque essa sia. Ci vuole fede per accettare una risposta immediata, per quanto semplice possa essere.

Ci vuole fede per agire cercando una soluzione da noi stessi, anche quella che pensiamo possa essere fuori da ogni logica, e confidare nel fatto che Dio, in qualche modo miracoloso, la farà funzionare. 

Questo articolo è stato scritto da Ginevra Palumbo.