Il presidente facente funzione del Quorum dei Dodici, M. Russell Ballard, è venuto a mancare domenica 12 novembre, ma ha lasciato un’eredità che ci ricorda cosa significa essere chiamati a essere apostoli del Signore.

Pur essendo già un’autorità generale prima della sua chiamata, ha servito per 38 anni, dal 1985, come Apostolo del Signore.

M. Russell Ballard: un retaggio di fede moderno

Come Pietro, Giacomo e Giovanni hanno capito che la loro chiamata da parte del Signore era una chiamata a vita, così fanno i nostri apostoli.

Li vediamo invecchiare davanti a noi, a volte perdendo la salute.

Ci mostrano cosa significa non andare mai in pensione, indipendentemente dall’età, cosa significa lavorare fino allo sfinimento nel Regno e dedicare al Signore i talenti più raffinati ed eccellenti che avrebbero potuto essere utilizzati in qualsiasi altra professione disponibile.

M. Russell BallardBenedetti dallo Spirito Santo e dal dono della rivelazione, portano i pesanti fardelli della gestione di una chiesa mondiale e complessa, e lo fanno con grazia.

Così è stato per il presidente Ballard, che ha condiviso con noi importanti insegnamenti in questi anni ed è stato una fonte affidabile di saggezza in tutti i settori in cui ha servito.

È stato la nostra ancora per tanto tempo e il nostro legame speciale con la storia della Chiesa.

Se glielo chiedeste, vi direbbe che in parte è stato ispirato dal sangue dei profeti che scorreva nelle sue vene e dall’intenso sacrificio e amore che questi hanno dimostrato per portare avanti la Restaurazione.

Era un discendente di Hyrum Smith ed è sempre stato consapevole del suo legame. Anche nella sua ultima conferenza, tenuta solo cinque settimane prima di morire, ha portato testimonianza del profeta Joseph.

A 95 anni, con gli occhi che non funzionavano più così bene, ha detto:

I miei occhi non sono più quelli di una volta. Sono andato dall’oculista e le ho detto: “Non riesco a vedere il gobbo”. Mi ha detto: “I tuoi occhi sono vecchi e la cosa non cambierà”. Quindi farò del mio meglio. 

Vorrei condividere con voi alcune cose a cui ho pensato. Negli ultimi mesi mi sembra di aver avuto in testa il profeta Joseph.

Mi sono seduto e ho contemplato la sua gloriosa responsabilità nel diventare il profeta di questa che è la dispensazione della pienezza dei tempi.

Forse, quest’ultimo discorso del presidente Ballard è stato più eloquente perché si è coraggiosamente alzato in piedi e ha reso testimonianza in modo spontaneo in un corpo che invecchiava.

La sua gratitudine e il suo amore per il ruolo svolto da Hyrum nella Restaurazione erano sempre chiari.

Non persevereremo in una così grande causa?

Hyrum Smith e Joseph SmithNel suo discorso della conferenza di Aprile 2020 “Non persevereremo in una così grande causa?” ha parlato di Hyrum.

Amato dalla sua famiglia, Joseph jr era particolarmente legato al fratello maggiore Hyrum, che aveva circa sei anni quando Joseph nacque. 

Lo scorso ottobre, mi sono seduto accanto al caminetto della piccola casa degli Smith a Sharon, nel Vermont, dove nacque Joseph.

Ho provato l’amore che Hyrum aveva per Joseph e me lo sono immaginato che teneva tra le braccia il suo fratellino appena nato e che gli insegnava a camminare.

Suo fratello Hyrum, che lo aveva sostenuto costantemente soprattutto dopo la sua dolorosa e rischiosa operazione alla gamba nel 1813, fu uno dei testimoni delle tavole d’oro. Fu anche uno dei sei membri della Chiesa di Gesù Cristo quando fu organizzata nel 1830.

Durante la loro vita, Joseph e Hyrum affrontarono assieme folle ostili e persecuzioni. Per esempio, languirono nelle più misere condizioni nel carcere di Liberty, nel Missouri, per cinque mesi durante il freddo inverno 1838–1839.

Nell’aprile del 1839, Joseph scrisse a sua moglie, Emma, descrivendo la loro situazione nel carcere di Liberty:

“Penso che ormai siano circa cinque mesi e sei giorni che sono giorno e notte sotto lo sguardo di una guardia e rinchiuso tra le mura, le grate e le porte metalliche stridenti di una prigione desolata, scura e sozza. […] Verremo spostati da questo [luogo] comunque e ne siamo lieti.

Qualsiasi cosa ne sarà di noi, non possiamo finire in un buco peggiore di questo. […] Non avremo mai il minimo desiderio di tornare a Liberty, nella Contea di Clay, nel Missouri. Ne abbiamo abbastanza di questo posto da durarci per sempre”. 

A dispetto della persecuzione, Hyrum dimostrò fede nelle promesse del Signore, tra cui quella della garanzia di fuggire dai suoi nemici se così avesse scelto.

In una benedizione che Hyrum ricevette nel 1835 per mano di Joseph Smith, il Signore gli aveva promesso:

“Tu avrai il potere di fuggire dalla mano dei tuoi nemici. Si cercherà di toglierti la vita con zelo instancabile, ma tu sfuggirai. Se lo vorrai e lo desidererai, tu avrai il potere di deporre volontariamente la tua vita per glorificare Dio”. 

Nel giugno del 1844, a Hyrum si presentò la possibilità di scegliere di vivere o di deporre la sua vita per glorificare Dio e per “[suggellare] la sua testimonianza con il suo sangue” — al fianco del suo amato fratello Joseph.

Una settimana prima del fatidico viaggio a Carthage, dove furono assassinati a sangue freddo da una folla di codardi armati che si erano dipinti il volto per non essere identificati, Joseph scrisse:

“Ho consigliato a mio fratello Hyrum di prendere la sua famiglia e di andare a Cincinnati con il prossimo battello a vapore”. 

Provo ancora grande emozione ripensando alla risposta di Hyrum: “Joseph, non posso lasciarti”. 

Così Joseph e Hyrum andarono a Carthage, dove furono martirizzati per la causa e il nome di Cristo.

Presidente M. Russell Ballard – Rimanete sulla barca e tenetevi stretti

Gesù calma la tempestaMissionario entusiasta, che proclamava a gran voce le benedizioni di servire una missione, il presidente Ballard ci ha anche ricordato, in un discorso della conferenza generale di ottobre 2014 intitolato “Rimanete sulla barca e tenetevi stretti!”:

Quest’avventura mi ricorda il nostro viaggio terreno. Durante la nostra esistenza, la maggior parte di noi attraversa momenti in cui si gode le acque tranquille della vita.

Altre volte, incontriamo rapide spumeggianti paragonabili metaforicamente a quel tratto di ventitré chilometri che attraversa il Cataract Canyon: prove che possono includere problemi di salute fisica e mentale, la perdita di una persona cara, speranze e sogni infranti e, per qualcuno, persino una crisi di fede quando posto di fronte ai problemi, alle domande e ai dubbi della vita. 

Il Signore, nella Sua bontà, ci ha fornito l’aiuto necessario, tra cui una barca, attrezzature essenziali come i giubbotti di salvataggio, e guide fluviali esperte che offrono consigli e istruzioni sulla sicurezza in modo da assisterci nel nostro cammino lungo il fiume della vita fino alla nostra destinazione finale. 

Riflettiamo sulla regola numero uno: rimanete sulla barca!

Il presidente Brigham Young era solito usare l’espressione “la vecchia nave Sion” come metafora per la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni. Una volta disse: “Siamo in mezzo al mare.

Arriva una tempesta e, come dicono i marinai, la nave procede con grande difficoltà. ‘Io non intendo rimanere qui’, dice uno, ‘non credo che questa sia la «Nave Sion»’. ‘Ma siamo in mezzo al mare’. ‘Non importa, io non rimango qui’.

Così dicendo, egli si toglie la giacca e si butta in mare. Affogherà? Sì. Lo stesso accade a coloro che lasciano questa chiesa. La Chiesa è la ‘[vecchia nave] Sion’; non abbandoniamola”.

A chi ce ne andremmo noi?

la chiamata dei dodici apostoliIl presidente Ballard ha posto alcune domande di riflessione a coloro che stanno lasciando la Chiesa in un discorso dell’ottobre 2018 intitolato “A chi ce ne andremmo noi?”

Una delle storie più struggenti nelle Scritture racconta di quando “molti de’ [discepoli del Signore]” trovarono difficile accettare i Suoi insegnamenti e la Sua dottrina e “si ritrassero indietro e non andavan più con lui”. 

Mentre quei discepoli se ne andavano, Gesù si rivolse ai Dodici e chiese: “Non ve ne volete andare anche voi?”. 

Pietro rispose: “Signore, a chi ce ne andremmo noi? Tu hai parole di vita eterna; e noi abbiam creduto ed abbiam conosciuto che tu sei il Santo di Dio”. 

In quel momento, quando gli altri si erano concentrati su ciò che non potevano accettare, gli Apostoli scelsero di concentrarsi su ciò che credevano e sapevano e, di conseguenza, restarono con Cristo.

In seguito, il giorno della Pentecoste, i Dodici ricevettero il dono dello Spirito Santo. Diventarono coraggiosi nella loro testimonianza di Cristo e cominciarono a comprendere più pienamente gli insegnamenti di Gesù. 

Oggi non è diverso. Per alcuni, l’invito di Cristo a credere e a rimanere continua a essere arduo o difficile da accettare.

Alcuni discepoli faticano a comprendere una specifica direttiva o un particolare insegnamento della Chiesa.

Altri sono turbati riguardo alla storia della Chiesa o alle imperfezioni di alcuni membri e dirigenti, passati e presenti. Altri ancora hanno difficoltà a osservare una religione che richiede così tanto. Infine, alcuni “[si sono stancati] di far bene”.

Per questi e per altri motivi, alcuni membri della Chiesa vacillano nella fede, chiedendosi se forse debbano seguire coloro che “si [sono ritratti] indietro e non [vanno] più” con Gesù.

Se qualcuno di voi sta vacillando nella fede, vi pongo la stessa domanda fatta da Pietro: “A chi [ve] ne [andrete voi]?”. 

Se scegliete di diventare inattivi o di lasciare la Chiesa restaurata di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, dove ve ne andrete? Che cosa farete?

La decisione di “non [andar] più” con i membri della Chiesa e i con dirigenti scelti dal Signore avrà un impatto a lungo termine che non sempre si riesce a vedere nell’immediato.

Potranno esserci delle dottrine, delle direttive e delle parti di storia che stridono con la vostra fede, e potreste pensare che l’unico modo per risolvere quel tumulto interiore sia di “non [andar] più” con i santi.

Se vivrete tanto quanto me, scoprirete che le cose hanno un modo loro di risolversi. Un pensiero ispirato o una rivelazione può gettare nuova luce su una questione.

Ricordate, la Restaurazione non è un evento, ma è in continuo volgimento. Non abbandonate mai le grandiose verità rivelate tramite il profeta Joseph Smith.

Non smettete mai di leggere, di ponderare e di mettere in pratica la dottrina di Cristo contenuta nel Libro di Mormon.

Non smettete mai di dedicare un tempo equo al Signore tramite tentativi onesti di comprendere ciò che il Signore ha rivelato.

Come disse una volta il mio caro amico ed ex collega, l’anziano Neal A. Maxwell: “Non dobbiamo presumere che […] solo perché una cosa per noi è inspiegabile, essa sia inspiegabile”.

Ci mancherà il nostro caro apostolo di lunga data, il Presidente M. Russell Ballard. Hyrum è stato un martire per il Vangelo che aveva a cuore.

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Il Presidente Ballard ha avuto molti decenni in più da vivere rispetto a Hyrum, morto prematuramente. Ciò che entrambi avevano in comune era il vivere per il Vangelo.

Tre insegnamenti memorabili di Presidente M. Russell Ballard è stato pubblicato su Meridian Magazine. Questo articolo è stato tradotto da Ginevra Palumbo.

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