Sintesi: Fede, politica e materialismo possono andare d’accordo? Come Santi degli Ultimi Giorni siamo chiamati ad essere una forza che influenza il mondo per il bene in ogni modo possibile, il che include necessariamente un impegno attivo e positivo in questioni politiche e sociali.
Allo stesso tempo, è fondamentale, per la nostra sopravvivenza spirituale, che non permettiamo mai a noi stessi di dimenticare la radicale differenza tra le filosofie degli uomini e gli insegnamenti dei profeti, a prescindere da quanto alcune di esse siano all’apparenza in armonia con particolari principi del Vangelo o con alcuni aspetti delle tradizioni della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni.
In un mondo che cerca costantemente di sedurci con messaggi creati ad hoc per allontanarci dalle verità eterne del Vangelo restaurato, a favore di filosofie che sono nel migliore dei casi parzialmente e potenzialmente vere, ma attivamente distruttive nel peggiore, dobbiamo essere costantemente vigili.
Questo saggio suggerisce e discute sei proposizioni che, se capite e applicate, dovrebbero aiutarci a mantenere la giusta distanza di sicurezza.
Il problema di fondo
Mentre il resto del mondo e le sue miriadi di culture offrono tante teorie diverse riguardo al significato ultimo della vita, l’esistenza di una realtà al di là della materia e della natura, e che cosa costituisca una buona e nobile vita, coloro tra noi che vivono nell’occidente industrializzato sono, per la maggior parte, immersi in una cultura che promuove, esplicitamente e implicitamente, una forte filosofia materialista.
Questo non è “materialismo” solo nel senso comune del termine: un focus eccessivo sull’accumulo di ricchezza e beni di consumo, ma anche in un senso più filosofico: il credere che nulla esista che non sia materiale e misurabile.
In quest’ultima accezione, il termine “materialismo” coincide approssimativamente con “naturalismo” e “scientismo”.1
Anche negli Stati Uniti, dove sono diffuse forme di religiosità di ogni tipo (so che i nostri amici europei stanno annuendo), i principi regolatori su cui si fondano la politica, il sistema educativo e la cultura popolare sono incredibilmente materialistici.
All’interno di questi sistemi, premesse materialistiche e naturaliste sono generalmente viste come ragionevoli o addirittura palesemente vere, mentre ipotesi che si rifanno al supernaturale o al trascendentale sono al più tollerate, trattate con condiscendenza o addirittura con ostilità.
Esistono delle eccezioni, certo. Politici ed icone varie regolarmente si mostrano a favore di valori religiosi di vario genere almeno a parole, ma qui nell’occidente industrializzato, le acque culturali in cui nuotiamo ogni giorno sono quelle del materialismo, sia nel senso consumistico che in quello filosofico del termine.
Questa realtà pone diverse sfide ai Santi degli Ultimi Giorni, soprattutto a quelli che cercano di essere pienamente dei discepoli di Gesù Cristo, di stipulare e mantenere sacre alleanze con un Dio che è reale e di seguire i profeti moderni.
Dato che fare queste cose significa necessariamente consacrare le nostre risorse all’avanzamento del Regno di Dio, dare all’eternità una maggiore priorità nelle nostre vite rispetto alle cose temporali e accettare con decisione l’esistenza di una realtà al di là di ciò che si può percepire e misurare coi nostri strumenti e sensi fisici, il concetto di discepolato cristiano per i Santi degli Ultimi Giorni comporta necessariamente un rifiuto radicale di gran parte della cultura occidentale e dei presupposti che la modellano.
Possiamo ragionevolmente aspettarci che tale cultura risponda con irritazione, o anche aggressione, quando percepisce il nostro rifiuto.
Essere un discepolo di Cristo significa affrontare il mondo in maniera decisamente concreta; essere un vero discepolo, in altre parole, vuol dire prendere una posizione anticonformista. In realtà, è sempre stato così.
Ferma remissività e umile ribellione
Essere un Santo degli Ultimi Giorni quindi, quando ci si impegna in modo autentico a seguire gli insegnamenti di Cristo, a mantenere sacre alleanze e a seguire i profeti, costituisce contemporaneamente una posizione di ferma remissività e di umile ribellione.
Noi ci sottomettiamo allineando la nostra volontà a quella del nostro Maestro; lo facciamo fermamente quando ci sottomettiamo a Lui senza chiedere scusa o giustificarci davanti al mondo per questa nostra scelta.
Allo stesso tempo, quando ci ribelliamo al mondo e alla sua saggezza, lo facciamo con umiltà, con mitezza, senza arroganza o rabbia.
I veri discepoli non perseguitano chi è in disaccordo con loro e non attaccano o mettono in ridicolo i nemici del Regno di Dio, ma, altrettanto importante, mai si tirano indietro nell’affrontare tali nemici con coraggio in difesa del Regno quando ciò è necessario.
Il coraggio non necessita di superbia, anzi, il coraggio richiesto ad un discepolo Cristiano la preclude.2
D’altro canto, essere un vero discepolo non richiede nemmeno di isolarci dal mondo, di vedere solo il brutto che vi è in esso, di non dare valore o di non trovare alcuna saggezza nelle filosofie degli uomini.
Al contrario, coloro che seguono gli insegnamenti del Salvatore saranno attivamente impegnati nella società, coloro che seguono gli insegnamenti dei profeti moderni cercheranno di capire il mondo, i diversi popoli e culture, e come questi funzionino.3
Questo senza dubbio suggerisce che da un Santo degli Ultimi Giorni ci si aspetta una conoscenza ed un impegno attivo in campo sociale e politico.
Essere un vero discepolo però richiede che riconosciamo la natura contingente e transitoria della saggezza del mondo, che mai confondiamo le filosofie degli uomini con le verità eterne.
Va ricordato però che una persona non deve necessariamente essere un autentico discepolo di Cristo e neppure un Santo degli Ultimi Giorni convinto per poter essere un membro di buona reputazione (un membro di buona reputazione è un membro che rispetta i codici morali previsti dalla Chiesa e che può quindi, tra le altre cose, servire come parte del clero volontario. N.d.T.) della Chiesa di Gesù cristo dei Santi degli Ultimi Giorni.
Sebbene i membri della Chiesa ricevano regolare istruzione sui principi e le dottrine del Vangelo, ci viene chiesto raramente in modo diretto o ufficiale di rendere conto di ciò in cui crediamo; solamente quando si fa richiesta per ottenere o rinnovare la raccomandazione per il tempio ci viene chiesto formalmente di dichiarare se crediamo o meno in Dio Padre, Gesù Cristo e lo Spirito Santo, se crediamo o meno nel vangelo restaurato e se sosteniamo o meno i dirigenti della Chiesa come profeti, veggenti e rivelatori.
Inoltre un membro non deve per forza detenere una raccomandazione per il tempio valida per essere un membro di buona reputazione.
Questo significa che rigettare il mondo e le sue filosofie non è necessario per essere un membro integro della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni.
Ciononostante, nella misura in cui manchiamo, nella nostra mente e cuore, di sostituire tali filosofie con verità eterne e dottrine di salvezza, la nostra integrità in quanto discepoli Cristiani (al di là della mera appartenenza alla Chiesa) ne risentirà.
Sfortunatamente, il mondo non cederà il proprio posto nelle nostre menti e nei nostri cuori senza lottare. Rigettare il mondo è terribilmente difficile ed i suoi richiami verso di noi sono potenti ed incessanti.
Questo in parte è dovuto al fatto che il mondo ci offre molte tentazioni invitanti; ma anche perché coloro che sposano le sue filosofie vedono coloro che le rigettano come degli illusi ed in qualche modo pericolosi, cercando quindi costantemente, con gran raffinatezza, di sedurre, persuadere, o minacciare i seguaci di Cristo al fine di deviarli dal loro cammino.
Sei proposizioni
Alla luce di questi fatti, voglio esporre sei proposizioni che credo siano essenziali da capire ed accettare, per riuscire a sopravvivere come Santi degli Ultimi Giorni nel mondo in cui viviamo.
Queste non sono dottrine o principi del Vangelo; piuttosto, sono proposizioni riguardo la natura del mondo e della società umana che io credo dovremmo comprendere per radicare più profondamente la nostra testimonianza e rimanere saldi contro le correnti che cercano di allontanarci dalla vera dottrina e dal nostro percorso verso l’esaltazione, o in altre parole, per sopravvivere spiritualmente come Santi degli Ultimi Giorni.
La prima è che la realtà delle cose non è sempre come appare.
Questo forse è il principio che sta alla base della realtà terrena che dobbiamo affrontare ogni giorno per acquisire una genuina testimonianza del Vangelo – senza la quale è comunque possibile continuare a definirsi “Santi degli Ultimi Giorni”, ma senza la quale non saremo mai Santi degli Ultimi Giorni in modo significativo.
Se non riusciamo ad accettare che esista una realtà al di là della portata della nostra mente sensibile e dei nostri strumenti di misurazione, non saremo mai in grado neanche di fare i primi i passi lungo il sentiero che porta ad aver fede in Cristo, ed una testimonianza della restaurazione del Suo Vangelo negli ultimi giorni.4
Credere che Gesù sia stata una figura storica che ci ha dato il buon esempio e insegnato buoni principi morali, può facilmente mettere radici in una mente con una visione materialistica del mondo; credere che Gesù sia il Cristo espiatore, invece, no.
Sfortunatamente, il complesso dei sistemi culturali e sociali all’interno dei quali la maggior parte di noi vive, ha investito parecchio nell’idea che, in realtà, le cose sono esattamente come appaiono.
Il materialismo scientista è la religione prevalente nel mondo industrializzato occidentale.
Credere nella realtà di qualcosa al di là dell’immediatezza dei sensi attirerà la derisione del mondo; proclamare attivamente tale visione tenderà ad attirare la sua ira e la sua forte opposizione, anche se vale la pena notare che in questo particolare caso (tra gli altri) abbiamo in effetti degli alleati tra coloro che sono di altre fedi religiose.
Siamo chiamati dal nostro Padre Celeste a vivere ogni giorno in questo mondo ed in esso portare testimonianza del Suo Vangelo.
Al fine di onorare e rispondere a tale chiamata, dobbiamo riconoscere e accettare il fatto che facendolo ci ritroveremo, in un modo o nell’altro, in una posizione sfavorevole agli occhi del mondo.
A conti fatti, questo significa che fare la cosa giusta spesso (ma non sempre) significa offendere il mondo.
Mentre il mondo generalmente ci loderà per essere dei buoni vicini, per il modo in cui ci prendiamo cura dei poveri e dei bisognosi e dei nostri figli (anche se per esso spesso ne abbiamo troppi), dovremmo essere pronti ad accettare il suo disgusto e la sua opposizione quando seguiamo i profeti.
Il ruolo di un profeta è di proclamare la verità al mondo, per quanto dura sia, inclusa la verità che c’è un Dio vero e vivente al quale dobbiamo sottometterci.
Il nostro ruolo come Santi degli Ultimi Giorni è di difendere queste verità, pubblicamente e senza chiedere scusa.
Se non riusciamo ad accettare e a sopportare la disapprovazione del mondo, non sopravviveremo come Santi degli Ultimi Giorni, anche se rimaniamo in Chiesa e/o continuiamo a definirci tali.
Considerate le implicazioni del sogno di Lehi: non riuscire a sopportare il pubblico scherno, è ciò che portò molte delle persone presenti nella storia a rinunciare ed allontanarsi dalle benedizioni e da una gioia più grandi di qualsiasi cosa che avessero mai vissuto: si erano aggrappati alla verga di ferro della verità; l’avevano seguita fino a raggiungere la meravigliosa ricompensa alla quale questa portava; dopodiché, avendo fatto tutta quella fatica e mentre stavano infine godendo del frutto, lo lasciarono cadere a terra e se ne allontanarono perché non riuscirono sopportare di essere messi in ridicolo da un mondo che, in molti casi, non ha idea di quello a cui sta rinunciando.5
Tuttavia, bisogna fare molta attenzione. Noi Santi degli Ultimi Giorni siamo pur sempre esseri umani e in quanto tali spesso fraintendiamo la verità rivelata, interpretiamo male i consigli profetici, seguiamo tali consigli in modo selettivo o incorretto, in base ai nostri personali pregiudizi, e confondiamo il confine tra i nostri desideri, o opinioni personali, e la verità divina.
Quindi anche se è vero che fare la cosa giusta spesso offenderà il mondo, cosa che dobbiamo imparare ad accettare, dobbiamo anche stare attenti a non pensare che, ogni volta che offendiamo il mondo in qualità di Santi degli Ultimi Giorni, lo abbiamo fatto perché eravamo nel giusto.
Essere veri discepoli significa non solo seguire Cristo senza doversi scusare; significa anche essere pronti a pentirsi e cambiare quando ci accorgiamo che in realtà stavamo seguendo solo le nostre idee.
Cosa più importante, anche quando non stiamo sbagliando, ma stiamo effettivamente facendo la cosa giusta e difendendo la verità, coloro che vi si oppongono non lo fanno necessariamente in cattiva fede.
Alcune persone che ci ostacolano nel vivere e proclamare il Vangelo lo fanno consapevolmente.
Io credo che questi costituiscano solo una piccola minoranza dei nostri oppositori. La maggior parte di questi invece credono sinceramente che farlo sia moralmente, o almeno intellettualmente, giusto.
Queste persone potrebbero essere nell’errore, non in mala fede, e questo è importante.
Riconoscere che non sono persone cattive non dovrebbe portarci a simpatizzare con il loro fuorviato pensiero, ma rispondere ai nostri avversari come se fossero malvagi non è di certo un approccio saggio o produttivo, né ovviamente in linea con gli insegnamenti di Cristo.
Possiamo, e in qualità di discepoli di Cristo ci è in effetti richiesto, difendere ciò in cui crediamo senza rispondere alle offese con le offese o supponendo di conoscere il cuore di coloro che ci si parano davanti come avversari.6
Nel farlo, dobbiamo tenere a mente che anche gli eletti possono essere ingannati.7
Le nostre testimonianza sono spesso rafforzate dall’esempio di persone attorno a noi che sono spiritualmente molto forti.
Essere rafforzati in questo modo è una benedizione, ed essere un tale esempio per gli altri è parte dei nostri doveri come Santi degli Ultimi Giorni.
Se però la nostra testimonianza si fonda solo su tali esempi, piuttosto che esserne semplicemente rafforzata, ci stiamo affidando al braccio di carne e stiamo costruendo la nostra dimora spirituale su fondamenta di sabbia.
La nostra testimonianza deve avere fondamenta indipendenti che scaturiscono dalla rivelazione, non deve appoggiarsi alla fedeltà di nessun altro.8
Fede e politica
Questo ci porta al problema della coerenza tra fede e politica (in particolar modo per quanto concerne la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni), un argomento che molti lettori, a questo punto nel saggio, si staranno chiedendo quando avessi avuto intenzione di menzionare.
Cosa ha a che fare la politica con i sopracitati punti relativi a testimonianza e fedeltà?
Un attento lettore avrà notato un filo conduttore concettuale che lega tutti questi punti insieme: è il filo dell’indipendenza spirituale ed intellettuale dal mondo, nonostante la sua opposizione e le sue tentazioni, nonostante l’opinione che si ha di noi Santi degli Ultimi Giorni, sia essa positiva o negativa.
Il mondo si opporrà sempre al Vangelo, semplicemente perché lo scopo del Vangelo è quello di cambiare il mondo radicalmente.
Si trova sulla terra per invitare le persone a non essere del mondo; ad estraniarsi dagli schemi comportamentali del mondo e dai piaceri passeggeri della carne che essi offrono; incoraggiarci a voltare le spalle alle ideologie tanto diffusamente pubblicizzate dal mondo; distogliere il nostro cuore dall’egoismo, dall’egocentrismo, dal desiderio di potere, dal materialismo, dalla superbia e dai conflitti su cui si fonda il regno di Satana e volgerlo verso l’edificazione del Regno di Dio sulla terra e l’istituzione di una società come Sion, nella quale non esistano tali sentimenti.
Tra queste ideologie e sistemi si annovera ogni singola corrente politica e sociale mai concepita dall’uomo. Per essere chiari, non tutte queste ideologie sono ugualmente dannose.
Va detto inoltre che la maggior parte delle correnti politiche include sempre alcuni principi che sono in armonia con le verità eterne.9
Un’ideologia politica che contenga una parte di verità non sostituisce, in qualsiasi caso, il Vangelo. Non più di quanto un mucchio di segatura con un pizzico di farina possa sostituire il pane.
Se non si può contare sul fatto che una qualche corrente politica offra verità pura, completa e consistente, allora dovrebbe essere chiaro che la lealtà che riserviamo verso una qualsiasi di esse dovrebbe essere contingente, nulla di più.
Dovremmo riservare la nostra più profonda e ferma lealtà ai principi del Vangelo restaurato.
Alla luce di questo, non dovrebbe sorprenderci che coloro che si oppongono a noi e vogliono che falliamo come Santi degli Ultimi Giorni si troveranno per lo più tra i vari schieramenti politici e sociali.
Alcuni di loro si oppongono a praticamente tutto ciò in cui crediamo; alcuni sostengono alcuni aspetti del Vangelo restaurato (fare del bene a chi ci sta intorno, la santità della famiglia ecc.), ma non sopportano che noi parliamo di altri principi (consacrazione, autorità del sacerdozio, il Libro di Mormon come fonte storica ecc.)
Questa ultima proposizione ha importanti implicazioni politiche e spirituali, in particolare per I Santi degli Ultimi Giorni in paesi come gli Stati Uniti, dove troviamo un profondo e crescente distacco tra chi supporta la Sinistra politica e chi la Destra.
Ho visto persone abbandonare le Chiesa perché troppo conservatrice e ne ho viste altre abbandonarla perché troppo liberale. Ho visto persone abbandonare la Chiesa perché non erano d’accordo con la posizione di quest’ultima (o la mancanza di una presa di posizione) su una particolare questione sociale.
Molti di noi hanno sentito membri della Chiesa lamentarsi che il profeta dovrebbe parlare di più in favore di una qualche iniziativa o ideologia che essi sostengono con forza, e allo stesso tempo che dovrebbe evitare commenti pubblici e lasciare che siano gli esperti a parlare quando egli si esprime contro un’ideologia a loro cara.
Per fortuna, nessuno di noi è costretto in alcun modo a seguire alla cieca una filosofia o un partito politico. Potremmo pensare che i principi di un particolare partito coincidano meglio di altri con la nostra comprensione di ciò che è vero e giusto.
Per farla breve, ognuno di noi può identificarsi come più di “destra”, più di “sinistra” o più di “centro”, pensando che una o l’altra tra queste posizioni nel ventaglio della politica sia la più saggia e la più corretta.
Assumere tale posizione non minaccia in alcun modo il nostro essere veri discepoli.
Ciò che nessuno di noi dovrebbe fare, ciò che minaccerebbe la nostra sopravvivenza in quanto Santi degli Ultimi Giorni, individualmente e collettivamente, è passare da una preferenza contingente (“Sono di sinistra perché mi riconosco per lo più in quella ideologia, ma ne riconosco i limiti in qualità di fonte affidabile di verità”) ad una lealtà incrollabile o, ancora peggio, al credere che aderire completamente a tale ideologia con entusiasmo sia necessario per essere un migliore e più fedele Santo degli Ultimi Giorni.
Il pericolo in questo caso è duplice: primo (più astratto), quello di commettere ciò che i filosofi chiamano un “errore categorico”, confondendo le filosofie dell’uomo per dottrine eterne; secondo (più concreto), considerare stabile e costante una linea guida che, di fatto, è incostante e inaffidabile per natura.
Il fatto che le persone di sinistra possano spesso sembrare più vicine agli insegnamenti delle scritture su questioni di uguaglianza socio-economica10 o che quelle di destra sembrino di solito più vicini alla Chiesa ed i suoi insegnamenti in materia di moralità sessuale e valori familiari11 non significa che possiamo aver fede che una di queste ideologie umane possa essere costantemente in armonia con gli insegnamenti divini in altre materie.
In ultima analisi, semplicemente non c’è una via per vivere al 100% in accordo con gli insegnamenti della Chiesa senza vivere in modo altamente selettivo gli insegnamenti del mondo.
Il Signore ha bruscamente ripreso i Suoi discepoli in più occasioni dicendo “Le mie vie non sono le vostre vie”12, ed è essenziale per la nostra sopravvivenza spirituale credere ed applicare tale savio principio nelle nostre vite.
Fallire in questa impresa può condurci verso un insieme di condotte intellettuali, spirituali e sociali che sono pericolose per la sopravvivenza spirituale nostra e degli altri. Tali comportamenti includono:
- Distorcere le scritture per adattarle al nostro pensiero o usare solo quei passaggi che concordano coi nostri principi sociali, ignorando quelli che li mettono in dubbio o contraddicono apertamente.
- Condannare o perseguitare le persone la cui visione sociale o politica differisce dalla nostra.
- Comunicare agli altri (di proposito o meno) che mantenere posizioni sociali o politiche diverse dalla nostra comporterebbe per loro di sentirsi a disagio tra i i membri della Chiesa.
- Insegnare le filosofie dell’uomo come se fosse dottrina.13
- Cercare di radunare discepoli intorno a sé piuttosto che invitare tutti a venire a Cristo, una pratica condannata dai profeti antichi e moderni come “frode sacerdotale”14
Va però ricordato che ciò che porta ad assumere questi comportamenti non è l’adesione a una particolare ideologia terrena, ma è la cieca adesione ad una qualsiasi ideologia terrena piuttosto che alla verità rivelata del Vangelo.
Tutte queste tendenze hanno un singolo antidoto: seguire Cristo in modo gentile e sottomesso, basandoci su una testimonianza individuale del Vangelo restaurato, su solide fondamenta di fedeltà ad alleanze di salvezza ed esaltazione e una disponibilità ad ascoltare e seguire i profeti chiamati da Dio per guidare la Sua Chiesa sulla terra.
Non c’è altro modo per poter sopravvivere come Santi degli Ultimi Giorni.
- Il concetto di “materialismo Mormone” fa riferimento ad un’idea diversa: il concetto, apparentemente insegnato da Joseph Smith, che non esista qualcosa che possa essere definito “materia immateriale” e che quindi ciò che noi chiamiamo “spirituale” è, in realtà, costituito di materia che è troppo fine per essere percepita nel nostro stato fisico e decaduto. Senza voler rigettare tale insegnamento in alcun modo, ai fini di questo saggio utilizzerò la parola “materialismo” nelle accezioni più comuni del termine, come spiegato nel testo.
- Vedere Alma 38:12.
- Vedere Dottrine & Alleanze 88:78-80.
- Vedere 1 Corinzi 13:12.
- Vedere 1 Nefi 8.
- Vedere 1 Pietro 3:9, 3 Nefi 6:13.
- Vedere Matteo 24:24.
- Vedere tjs (traduzione di Joseph Smith) Marco 9:40-48, soprattutto v. 44.
- media-mormoni.it, “Neutralità politica”.
- Vedere Dottrine & Alleanze 78:6, 82:17 e 104:16; anche 2 Corinzi 8:14.
- “La Famiglia: Un Proclama Al Mondo”.
- Vedere Isaia 55:8-9, Ezechiele 18:29, Ebrei 3:10.
- Vedere Colossesi 2:8, Matteo 15:9.
- Vedere Alma 1:16, 2 Nefi 26:29; anche Anziano David A. Bednar, “Cercate l’istruzione mediante la fede”, Liahona, Settembre 2007.
Questo articolo è stato scritto originalmente da Rick Anderson, pubblicato su mormoninterpreter.com e poi tradotto da Andrea Sorgiacomo
meraviglioso , bellissimo, condivido tutto quello che hai scritto ne terrò conto , per quanto possibile , ogni giorno della mia vita grazie infinite Ciao