Una delle affermazioni uniche della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni è che siamo guidati da profeti viventi, con un Quorum di Dodici Apostoli, che hanno il potere e l’autorità di parlare per conto di Dio.
I profeti sono umani e, come tali, possono anche commettere degli errori, ma averli a capo della nostra Chiesa, non solo ci distingue dalle altre chiese, ma la rende l’unica vera Chiesa sulla terra.
Non sto dicendo che le altre chiese siano prive di verità. Rispettiamo le altre religioni e crediamo che la stragrande maggioranza di esse avvicini le persone a Dio e faccia molto bene nel mondo.
Come noi, fanno del loro meglio per vivere secondo la verità che hanno ricevuto.
Ma manca il pezzo che, crediamo, faccia la differenza: un profeta vivente, chiamato da Dio a pronunciare la Sua parola e guidare la Sua Chiesa in questi giorni.
Senza accesso alla rivelazione profetica, tutte le verità e le dottrine sono soggette al dibattito, alla falsa interpretazione, all’applicazione errata, alla cancellazione ed alla manipolazione da parte di persone che non le comprendono o che desiderano modificarle di proposito.
Sapere che la Chiesa di Gesù Cristo è guidata da profeti viventi ripristina la nostra fede in un Dio che si preoccupa dei Suoi figli tanto oggi, quanto nei tempi di Cristo o dell’Antico Testamento.
Conferma che Dio è lo stesso ieri, oggi ed in eterno. Mantiene la Sua promessa che “non farà nulla senza rivelarlo ai Suoi servitori, i profeti”.
E rassicura i Suoi figli del fatto che esiste una fonte stabile ed affidabile a cui poter chiedere aiuto e guida, mentre navigano le loro vite.
I profeti sono umani e possono sbagliare
I profeti non sono infallibili. Dopotutto, sono uomini. Contrariamente a quanto alcuni film Disney potrebbero farvi credere, non esiste “l’uomo perfetto”, a meno che non si parli di Colui che può camminare sulle acque.
E persino Lui ha avuto le possibilità e le capacità per fare la scelta sbagliata durante la Sua vita.
Eppure, molti membri della Chiesa esprimono shock e sgomento quando un profeta moderno mostra le debolezze dell’essere umano.
In alcune congregazioni sembra esserci un tabù anche contro il riconoscere che un profeta possa sbagliare, nonostante le prove schiaccianti del contrario.
Dopo aver suggerito un’idea del genere, alla Scuola Domenicale, una volta sono stata… ehm… ammonita da diversi membri preoccupati dopo l’incontro.
Leggi anche: Perché abbiamo bisogno di un profeta se possiamo ricevere rivelazioni per conto nostro?
Altri vanno all’estremo opposto e sono ossessionati dalle imperfezioni dei profeti del passato, al punto da negare la propria testimonianza e lasciare la Chiesa.
Ma il problema con l’umanità dei profeti non è una novità. Le Scritture sono piene di esempi in cui gli eletti del Signore fanno scelte meno che desiderabili.
Proviamo a dare un’occhiata ad alcuni di loro?
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Mosè
Fece piovere piaghe sugli Egiziani, divise il Mar Rosso, condusse gli Israeliti alla libertà e governò un’enorme nazione teocratica.
Ma al contempo ignorò uno dei comandamenti di Dio e ricevette una dura punizione: non riuscì mai ad entrare nella Terra Promessa.
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Giona
Forse ricordate questo ragazzo.
A causa dei pregiudizi personali, questo profeta non pensava che il popolo di Ninive meritasse di ascoltare la buona parola e rifiutò il comandamento di Dio di predicare loro il Vangelo.
La sua punizione fu un soggiorno di tre giorni nel ventre di una balena.
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Balaam
Balaam non solo, di tanto in tanto, era disobbediente, ma anche un po’ ribelle.
Parlò con Dio in più occasioni, ma alla fine cedette all’avidità e portò gli Israeliti a commettere peccato.
Persino la sua asinella parlò, per metterlo in guardia. Alla fine fu ucciso dalla sua stessa gente.
Questi primi tre esempi provengono tutti dall’Antico Testamento. Molti di noi hanno sentito parlare di questi uomini per la maggior parte della propria vita.
Conosciamo abbastanza bene le loro storie e le loro imperfezioni, eppure non sento nessuno arrabbiarsi per il fatto che abbiano disobbedito ai comandamenti di Dio.
Diamo per scontato che alcuni di questi profeti abbiano mantenuto le loro chiamate anche dopo aver commesso alcuni gravi errori, ma sembra che non riusciamo ad applicare gli stessi principi ai profeti degli ultimi giorni.
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Joseph Smith
Joseph Smith e altri primi profeti della Chiesa restaurata rappresentano alcuni dei maggiori ostacoli per molti membri.
Certo, gran parte della negatività diffusa su questi profeti recenti è più finzione, esagerazione o manipolazione che realtà, ma la verità è che il profeta della Restaurazione non era meno umano di quelli che lo hanno preceduto.
Alcuni sostengono che la Chiesa depuri la storia di Joseph e, anche se non esaminiamo ogni dettaglio della sua vita alla Scuola Domenicale, tutte le informazioni che la Chiesa ha su di lui sono disponibili per chiunque voglia andare a cercarle.
Iniziando a leggere la storia di Joseph e Dottrina e Alleanze si può capire abbastanza rapidamente che egli non era un angelo e nessuno ha mai cercato di nasconderlo.
Il Signore non risparmiò a Joseph alcuna vergogna, quando lo richiamò ripetutamente (insieme ad altri apostoli) per denunciare peccati, orgoglio, mondanità, disobbedienza e semplici errori.
Il fatto che non analizziamo tutte le colpe dei profeti non è un segno di negazione, ignoranza intenzionale o disonestà.
È il riconoscimento che, in definitiva, nessuno dei profeti era perfetto e l’ossessione per i loro errori è una distrazione da quello che dovrebbe essere il nostro obiettivo principale: vivere e condividere il Vangelo di Gesù Cristo.
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Paolo
Questo esempio è una mia scoperta recente e richiede una piccola spiegazione.
Qualche settimana fa stavo leggendo Dottrina e Alleanze e mi sono imbattuta in una sezione in cui Cristo espone alcuni versetti del Nuovo Testamento a Joseph Smith.
A quanto pare, c’erano alcuni litigi tra i membri della chiesa ebraica sulla legge della circoncisione.
In un matrimonio in cui marito e moglie erano in disaccordo sulla questione, il coniuge “incredulo” insisteva spesso per circoncidere i propri figli.
Questo faceva in modo che i loro figli non credessero al Vangelo di Cristo e seguissero, invece, la Legge di Mosè.
E qui la questione si fa interessante. Guardate cosa dice Cristo, sulla risposta di Paolo a questo problema:
Pertanto, per questo motivo l’apostolo scrisse alla chiesa, dando loro un comandamento, non del Signore, ma da sé stesso, che un credente non dovrebbe essere unito ad un non credente; a meno che la legge di Mosè non sia soppressa fra loro…”.
Al fine di evitare conflitti e la potenziale perdita di giovani membri, Paolo comandò essenzialmente ai membri della Chiesa di non sposare dei non membri.
Aveva visto un problema e aveva emanato una politica basata non sulla volontà di Dio, ma sul proprio giudizio.
E, per quanto posso dire, Dio non ha fatto nulla al riguardo.
Forse in seguito avrà corretto Paolo, ma è impossibile sapere, dalla nostra documentazione attuale, se, quando o dopo quanto tempo, lo abbia fatto.
Penso che tutti possiamo guardare indietro alla nostra storia come Chiesa e trovare dei momenti in cui siano accadute cose simili. Cosa ci dice questo? Rivediamo ciò che sappiamo:
- Dio ha parlato e parlerà sempre tramite i profeti (vedere Amos 3:7)
- I profeti sono umani e sono sempre imperfetti e, a volte, non fanno le cose secondo la volontà di Dio (vedere i punti 1-5 sopra)
- Il Signore permette che questo accada e non sempre attua delle correzioni (vedere Dottrina e Alleanze 74)
- Nonostante siano imperfetti, accadono cose brutte quando i profeti non vengono ascoltati (non è necessario alcun riferimento specifico, basta leggere le scritture)
Tutto questo rappresenta una sfida per molti di noi.
Se dobbiamo seguire i profeti, ma sono imperfetti e non dicono sempre le cose giuste, come facciamo a sapere che possiamo fidarci di loro per essere guidati nel modo giusto?
Nell’affrontare questo problema, vorrei fare un’altra domanda.
Se i profeti sono umani, allora di chi dovremmo fidarci?
Sì, Dio ci ha dato dei dirigenti dai quali possiamo e dobbiamo cercare una guida.
Ma, in definitiva, la nostra fiducia dovrebbe essere riposta in Lui.
Invece di confidare ciecamente sul braccio di carne, dobbiamo essere diligenti nel cercare la conferma spirituale dell’istruzione che ci viene data dai profeti.
Come disse una volta il presidente Lorenzo Snow, «ogni membro della Chiesa ha il diritto di avere quella misura dello Spirito di Dio che può giudicare in merito a coloro che agiscono nei loro interessi o in altro modo».
Se considerare la possibilità che sia i profeti antichi che quelli moderni abbiano commesso degli errori vi porta a 1) mettere in discussione la vostra fede o 2) mettervi sulla difensiva e negare che una cosa del genere possa accadere, forse il problema riguarda meno quello che i profeti hanno o non hanno fatto e più le vostre fondamenta spirituali.
Forse non state facendo la vostra parte per assicurarvi che la vostra fede sia basata sulla vostra relazione personale con Dio, piuttosto che sulle inadempienze d’autorità dei Suoi leader.
Ora, non sto dicendo che non possiamo più ricorrere alle parole dei profeti per aiutarci a prendere delle decisioni o che dobbiamo guardare con sospetto a tutte le parole degli apostoli o mettere in discussione ogni loro consiglio.
Le Scritture ci dicono che la Chiesa non cadrà mai più nell’apostasia (Daniele 2:44).
Pertanto, possiamo essere certi che nessuna imperfezione di nessun profeta porterà ad una deviazione dal Vangelo che possa mettere a rischio la nostra salvezza.
Un individuo può avere opinioni o dare consigli che non corrispondono a ciò che il Signore intende. Ma la voce della Prima Presidenza e la voce unita degli altri che detengono con sé le chiavi del regno, guideranno sempre i Santi e il mondo su quei sentieri dove il Signore li vuole.
—Presidente Joseph Fielding Smith
Quindi, la prossima volta che leggete una citazione di Brigham Young che vi mette a disagio, o che qualcuno commenta il divieto del sacerdozio, non siate così veloci nel mettere in dubbio la validità degli insegnamenti dei profeti o, al contrario, nel dire che ogni parola pronunciata rappresenta la volontà di Dio. Ricordate invece:
- I profeti sono umani e imperfetti, ma le loro voci unificate non condurranno mai la Chiesa all’apostasia
- Va bene riconoscere che i profeti siano persone imperfette, proprio come il resto di noi
- L’ossessione per gli errori del passato vi distrarrà dal vedere il quadro più ampio e dal progredire sul sentiero del Vangelo
- Se i profeti attuali dicono o fanno qualcosa con cui non siete d’accordo, non dovreste né calunniarli né seguirli ciecamente, ma cercare umilmente la rivelazione del Padre celeste per sapere cosa sia giusto
Un discorso dell’anziano Jeffrey R. Holland dice:
Tranne nel caso del Suo perfetto Figlio Unigenito, Dio ha sempre dovuto lavorare con persone imperfette. Per Lui dev’essere terribilmente frustrante, ma riesce a gestirlo. E noi dovremmo fare lo stesso. E quando vedete l’imperfezione, ricordate che la limitazione non è nella divinità dell’opera.
Concediamo ai nostri amati profeti ed apostoli la stessa grazia di cui tutti noi abbiamo così disperatamente bisogno.
Dopotutto, siamo tutti qui per fare la stessa cosa: essere un pò meno imperfetti ogni giorno.
Sebbene parlino per conto di Dio, i profeti sono umani è stato scritto da Holly Black e pubblicato sul sito thirdhour.org. Questo articolo è stato tradotto da Cinzia Galasso.
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