Quando si è tenuta la dedicazione del Tempio di Roma, molti Santi degli Ultimi Giorni di tutto il mondo si sono preparati a partecipare a un evento sacro chiamato “il grido dell’Osanna”.
Ma cos’è e perché lo facciamo?
Agitare un fazzoletto bianco e gridare “Osanna” potrebbe essere qualcosa che molte persone non si aspettano di fare durante una dedicazione del tempio.
Ma quando ci prendiamo del tempo per capire il profondo significato storico e religioso che c’è dietro, tutto diventa meno insolito e più sacro.
Cos’è il “grido dell’Osanna”?
Sebbene tu abbia sentito parlare di questo rituale dei Santi degli Ultimi Giorni, esso non viene spesso discusso o spiegato.
Durante la Conferenza Generale di ottobre del 2000, mentre i membri della Chiesa si preparavano alla dedicazione del Centro delle Conferenze appena completato, il presidente Hinckley lo descrisse nel modo seguente:
“Ora, fratelli e sorelle, tra un momento offrirò la preghiera dedicatoria a cui tutti voi siete invitati ad unirvi. Subito dopo il termine della preghiera dedicatoria, invito ognuno di voi, che desidera parteciparvi, ad unirsi a noi nel grido dell’Osanna.
Questo sacro saluto al Padre e al Figlio viene offerto alla dedicazione di ciascuno dei templi.
È stato anche offerto in alcune occasioni di importanza storica, come la posa della pietra di copertura sul Tempio di Salt Lake e la celebrazione del centenario della Chiesa nella Conferenza Generale del 1930.
Riteniamo opportuno farlo anche qui, mentre dedichiamo questo grande edificio, nel modo migliore in cui possiamo farlo.
Qualsiasi menzione che verrà fatta dai media dovrà riconoscere che, per noi, questa è una cosa molto sacra e personale.
Chiediamo che sia trattato con deferenza e rispetto. Vi dimostrerò come si fa: ognuno prenda un fazzoletto bianco pulito, tenendolo per un angolo, e lo sventoli mentre dice:
“Osanna, Osanna, Osanna a Dio e all’Agnello” ripetuto tre volte, seguito da “Amen, Amen e Amen”.
Da dove proviene?
Per molti Santi degli Ultimi Giorni, l’origine più comunemente discussa del grido dell’Osanna è legata all’ingresso trionfante di Cristo a Gerusalemme, quando la gente lo salutò con urla di Osanna, agitò rami di palma e lo riconobbe come il Messia.
Tuttavia, gridare Osanna è qualcosa che si trova anche nel tempo precedente alla Sua nascita, alla Festa ebraica dei Tabernacoli.
Questa festa, che iniziava e si concludeva di sabato, comportava il dormire in capanne temporanee, erette in ricordo dei 40 anni durante i quali gli israeliti avevano vagato nel deserto.
Celebrava anche il raduno delle nazioni e la liberazione ricevuta dalla mano del Signore.
Come parte dei festeggiamenti, il settimo giorno, che a volte veniva chiamato “il Grande Osanna”, si teneva un incontro speciale e si lanciava il grido dell’Osanna mentre i rami delle palme venivano sventolati.
Ma perché usare la parola “Osanna”?
La parola Osanna deriva dall’ebraico che, tradotto, significa “aiutaci, salvaci”.
Sebbene la frase fosse inizialmente usata come preghiera o supplica, alla fine venne associata a canti di gioia ed è usata in quel modo ancora oggi. Poiché quella celebrazione era una festa, il grido iniziò a simboleggiare la gioia.
Perché lo usiamo ora?
Come parte dell’antica chiesa di Cristo, usiamo ancora questa forma sacra di lode. Tuttavia, nel corso degli anni, è diventata sempre meno comune e utilizzata solo per occasioni speciali come le dediche ai templi e le assemblee solenni.
Anche oggi, viene spesso detto in concomitanza del canto “Lo Spirito arde” o “L’antifona di Osanna”.
Il presidente Lorenzo Snow descrisse il grido dell’Osanna in questo modo, durante la cerimonia della posa della pietra per il Tempio di Salt Lake:
“Le parole del grido dell’Osanna che vengono pronunciate durante la posa della pietra oggi, furono introdotte dal presidente Joseph Smith nel Tempio di Kirtland e furono usate in un solenne raduno dove si manifestò il potere di Dio e i fratelli ebbero una visione dell’Onnipotente.
Questo non è un atto ordinario, ma – e desideriamo che venga compreso distintamente – è un grido sacro e viene impiegato solo in occasioni straordinarie come quella che abbiamo davanti.
Desideriamo anche che venga compreso chiaramente che vogliamo che i fratelli e le sorelle non solo esprimano le parole, ma che i loro cuori siano pieni di ringraziamento al Dio dei cieli che ha compiuto, attraverso il nostro libero arbitrio, questo lavoro potente e straordinario”.
Alcuni pensano al grido come ad un richiamo al nostro grido di gioia nella preesistenza, quando abbiamo dichiarato all’unisono con i nostri fratelli e sorelle che avremmo appoggiato il piano del nostro Padre celeste, ma forse l’anziano B.H. Roberts ha descritto la potenza di questo evento nel modo migliore:
“È impossibile rimanere impassibili in un’occasione del genere.
Il grido sembra riempire le praterie o i boschi, le montagne selvagge o il tabernacolo, con potenti onde sonore; e il grido degli uomini che vanno in battaglia non può essere più commovente.
Dona uno sfogo meraviglioso alle emozioni religiose ed è seguito da un sentimento di timore reverenziale, un senso di unità con Dio”.
Quando lo usiamo?
Uno dei primi esempi di grido dell’Osanna della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni fu durante la dedicazione del Tempio di Kirtland.
E’ stato in quel luogo che è nata la pratica di cantare “Lo Spirito arde” alle dedicazioni del tempio, il cui coro canta parole simili a quelle che si trovano nel grido dell’Osanna.
Alcune delle altre occasioni speciali in cui si è tenuto questo grido sono state:
- La dedicazione del Tempio di Kirtland
- Il primo ingresso nella Valle del Lago Salato
- La cerimonia della posa della prima pietra del Tempio di Nauvoo
- La cerimonia della posa della prima pietra del Tempio di Salt Lake
- La celebrazione del centenario della Chiesa
- La dedicazione del Centro Conferenze
- Dedicazioni dei templi
- 190 Conferenza generale di aprile 2020 (Bicentenario della Prima Visione di Joseph Smith).
Queste sono solo alcune delle volte in cui i membri hanno avuto la possibilità di partecipare a questo evento sacro e speciale.
Quindi, la prossima volta che avrai la possibilità di alzare la voce nel grido dell’Osanna, ricorda il significato di ciò che stai facendo e gioisci.
Questo articolo è stato originariamente scritto da Jannalee Sandau ed è stato pubblicato su ldsliving.com, intitolato What Is the Hosanna Shout and Why Do We Do It? Italiano ©2019 LDS Living, A Division of Deseret Book Company | English ©2019 LDS Living, A Division of Deseret Book Company
Per Cinzia Galasso.
In Dottrina e Alleanze il Signore dice che chi vieta carne non è da Dio. Quindi mangiare carne e derivati nelle giuste quantità come ci viene consigliato nella parola di saggezza compiace al Signore e non mangiarne invece no.
Saluti cordiali.
Rocco Stefania
Leggendo un po’ meglio la sezione 89 di evince che la carne dovrebbe essere mangiata durante le stagioni fredde o in tempi di carestia. Parlo sempre dal mio punto di vista strettamente personale e non è una risposta dottrinale, non è che siamo in tempi di carestia e non possiamo dire che siamo in stagione fredda, traiamo due conti ed usiamo sale in zucca, come dicevano gli antichi latini. Io non sono vegano né animalista e la carne mi piace mangiarla,ma il troppo storpia. Anche se beviamo acqua può far male. Bisogna stare attenti alla quantità. Sino, 2 litri, forse aiuta, anche un po’ di più, ma eccedere si rischia di rovinarsi i reni. Ripeto è un mio punto di vista strettamente personale.