Oggi vorrei parlare di ciò che ho imparato in cinquanta anni di esperienza di culto reso nel tempio, ma anche nell’intervistare letteralmente migliaia di persone per la raccomandazione del tempio e nelle conversazioni che ho avuto con queste persone riguardo le loro esperienze.
Spero di riuscire a parlarvi in un modo che vi colpirà più profondamente che mai, per motivarvi a mettere al centro delle vostre vite il rendere culto nel tempio e sul potere di Gesù Cristo che possiamo trovare all’interno di essi.
Quindi userò un acronimo, un piccolo ABC, usando ognuna di queste lettere come spunto, un promemoria, per ciò che vi dirò e per la mia testimonianza.
Dalla A alla G, le fondamenta del culto reso nel tempio
(N.d.t.: le seguenti lettere si riferiscono alle iniziali dei termini inglesi originali)
Cominciamo, quindi, con la “A”, che, concentrandoci sul tempio, può stare per Espiazione (Atonement) ed Unzione (Anointing). Ho imparato in Terra Santa che queste due parole sono quasi sinonimi in ebraico.
La parola “kippur”, che sta per espiare o influenza espiatrice, significa, tra le altre cose, macchiare, letteralmente, ungere con l’olio, ma significa anche coprire e nel caso di Cristo significa superare e guarire, coprire il peccato nelle nostre vite e sostituirlo con luce e guarigione.
Gli antichi sommi sacerdoti entravano nel tempio una volta l’anno, nel giorno dell’Espiazione, “yom kippur”. L’idea era che egli ripulisse il tempio e, allo stesso tempo, ripulisse il popolo, a meno che, purtroppo, avessero oltrepassato i limiti del pentimento.
Bene, ci è stato insegnato dalle rivelazioni moderne che Cristo è egli stesso il Grande Sommo Sacerdote e che quando promette che porrà il suo nome, il suo sigillo e la sua gloria sul suo santuario, allora tutti coloro che vi entreranno devono farlo nel modo più degno possibile ed uscire ancora più degni.
Egli è il potere del pentimento e tutti i primi principi sono manifesti nel tempio: fede, pentimento, battesimo ed il potere dello Spirito Santo.
Procediamo quindi con la prossima lettera, che è la “B”. Io suggerisco la parola “nato” o “nato di nuovo” (born, born again).
Oggi il mondo religioso parla spesso di “persone nate una seconda volta”, o di “Cristiani nati di nuovo”, senza comprendere quanto completa sia la promessa fatta a coloro che vengono a Lui.
Una cosa è avere fede, un’altra è pentirsi. Ma nella casa del Signore, la Sua Casa, egli richiede ai suoi figli di stringere dal profondo del cuore delle alleanze e poi ci fa delle promesse, le quali contengono addirittura più benedizioni di quelle promesseci con i primi principi e le prime ordinanze.
Quando il profeta Joseph Smith mandò i primi Dodici in missione in Britannia una delle istruzione che diede è riassunta in una sola frase.
Disse: “Fratelli, essere nati di nuovo è il risultato dell’influenza dello Spirito di Dio attraverso le ordinanze.” (Insegnamenti del profeta Joseph Smith).
Ogni ordinanza quindi è un canale per il suo Spirito. Ma le ordinanze supreme sono quelle del Sacro Tempio. “Essere nati di nuovo è il risultato dell’influenza dello Spirito di Dio attraverso le ordinanze.”
Andiamo avanti con la “C”, Alleanze (Covenants). Il tempio è una casa dove si stringono alleanze. Mi ricordo tempo fa, appena prima della mia missione, quando cominciai a capire quanto tali alleanze fossero di una portata vasta e profonda; mi ricordo che in un certo senso, interiormente, mi sentii piccolo e mi dissi:
“Non sono pronto, non sono pronto per fare tali promesse.” Sono oggi convinto che, fratelli e sorelle, prima riuscirete a consegnare il vostro cuore sull’altare di queste alleanze, più grandi possono essere le vostre aspettative nelle benedizioni del Signore.
Credo che il dire, ogni tanto in modo disonesto, “bè, non mi va di fare una tale promessa; non credo che potrei mantenerla”, sia davvero lontano dal metterci nell’ordine di idee di prepararci a mantenerle, non ci porta forza o motivazione.
Quando invece stringiamo delle alleanze alla presenza di testimoni addirittura alla presenza di Dio, i cieli ci scuotono per bene perché mostriamo il giusto intento. A quel punto Egli ci fa una promessa, con assoluta convinzione e fiducia in noi:
“La stessa alleanza la stringo io con te e non la romperò mai.” Infine Egli ci chiede di dare il massimo nel stringere e rispettare le nostre alleanze, con la promessa che allora, e solo allora, Egli darà il suo massimo per noi.
Ogni benedizione che è possibile ricevere verrà riversata su di noi e così sempre più intensamente man mano che la nostra vita va avanti. L’eterna alleanza, la nuova ed eterna alleanza ha come fulcro il suo santuario, il tempio.
Arriviamo così alla “D”, Dedicazione. Ci sarà un giorno, che alcuni di voi avranno il privilegio di vivere, in cui questo tempio, il vostro tempio, verrà dedicato da un profeta di Dio, l’unico che può esercitare tutte le chiavi del santo sacerdozio, incluse le chiavi che sappiamo essere state date inizialmente nel tempio di Kirtland: le chiavi di Elia, le chiavi che comprendono le benedizioni di Abrahamo, Isacco e Giacobbe, chiavi che riguardano l’eventuale compimento dell’ordine patriarcale del sacerdozio; tutte quelle chiavi verranno esercitate per dedicare il vostro tempio.
Come sempre, si dirà che, nel processo di dedicare un edificio, si spera che anche voi dedichiate voi stessi per diventare dei templi viventi.
Dicono le rivelazioni moderne che gli elementi, gli stessi elementi che compongono il vostro corpo e il vostro spirito, sono il tabernacolo di Dio, il suo stesso tempio (D&A 93:33-35).
Nonostante questo, il lato negativo è che potremmo tradire questa sacralità, potremmo profanare il tempio. Nella casa del Signore otteniamo il potere di adempiere alla promessa di diventare templi viventi così come Lui è.
Mi colpisce come in nessuna alleanza ci sia mai chiesto di promettere qualcosa senza l’immediata conseguente promessa di benedizioni divine che ci permetteranno di mantenerla.
Quindi se veniamo battezzati riceviamo la promessa dello Spirito Santo. Se partecipiamo al sacramento ci viene promesso che lo Spirito sarà con noi, addirittura sempre con noi (Moroni 4:3).
Anche adesso, nella casa del Signore, allo stesso modo ci viene promessa un’investitura di potere, proporzionale alla nostra consacrazione verso la nostra stessa alleanza.
Tutto questo ci porta alla lettera “E” di Investitura (Endowment). Il Signore ha detto: “Intendo rivelare ai miei servitori un’investitura di potere, potere dall’alto.” (vedere D&A 38:32; 124:41), definito in un’altra rivelazione come i poteri stessi della divinità (D&A 84:20-21).
Come posso vivere una vita devota in questa vita con tutte le difficoltà che essa presenta? Risposta: ricevete una sempre maggior investitura dello Spirito di Dio. Come viene definito il “potere della divinità”? Bé, io collego questo passaggio ad un altro in Dottrina e Alleanze, il quale dice che possiamo arrivare a possedere, sentite questa, possedere ogni cosa.
Specifica anche quattro cose in particolare: la vita e la luce, lo Spirito e il potere, mandatici dalla volontà di Dio tramite Gesù cristo, suo Figlio (D&A 50:27).
Vi suggerisco, dall’alto della mia esperienza con molte anime, la mia inclusa, che le esperienza nel tempio può essere vivificante, illuminante, rivitalizzante e può darvi potere. Abbiamo bisogno di andarci e tornarci e tornarci per avere tali esperienze.
Il prossimo passo? La parola che comincia per “F”, molto comune in Dottrina e Alleanze, è Pienezza (fulness). Noi tutti parliamo della pienezza del Vangelo, suggerendo che possiamo trovarne delle parti altrove, ma che questa dispensazione le raccoglie tutte insieme.
Bene, il Signore usa la parola “pienezza” anche per altre cose. Parla di ricevere, prima o poi, una pienezza di verità. Lasciatemi usare le sue parole.
Egli parla al profeta Joseph di quello che sembra dovesse essere un resoconto di Giovanni che ancora non abbiamo ricevuto nella sua pienezza, ma ci viene promesso che un giorno lo riceveremo, se ne saremo degni.
Avendo imparato, dalla testimonianza di Giovanni su Cristo, come Egli stesso continuò di grazia in grazia, linea su linea, Joseph riceve questa rivelazione dal Salvatore:
“Io vi do queste parole affinché comprendiate e sappiate come adorare, e sappiate che cosa adorate, affinché veniate al Padre in nome mio (questa è adorazione), (ora ascoltate) e a tempo debito […] sarete glorificati in me, come io lo sono nel Padre; perciò io vi dico, voi riceverete grazia su grazia.” (D&A 93:18-20, corsivo dell’autore).
Questa è sacra verità, che noi dobbiamo diventare in tutto e per tutto dei servitori del Signore che ricevono e che danno.
Se lo diventeremo questi poteri si distilleranno sulla nostra anima. Avete sentito la scrittura del giorno da ciò che il profeta ricevette a Liberty:
“Che la virtù adorni i tuoi pensieri senza posa; allora la tua fiducia si rafforzerà alla presenza di Dio; e la dottrina del sacerdozio si distillerà sulla tua anima come una rugiada del cielo.” (D&A 121:45).
La pienezza di verità, la pienezza dello Spirito Santo, la pienezza del sacerdozio e la pienezza della gloria del Padre sono tutte frasi che si avverano in connessione al tempio, non possono essere ricevute da nessuna altra parte, in nessun altro luogo del pianeta.
Non potete ricevere la pienezza che il Signore ha in serbo per voi senza passare attraverso il tempio e lasciare che il tempio entri in voi.
Il che ci porta quindi alla lettera “F”. Ho parlato di pienezza, ma già prima ho menzionato la parola gloria, procediamo quindi da “F” a “G” e parliamo per un attimo della gloria del Signore.
Nel senso terreno diciamo che qualcuno aspira alla gloria, che qualcuno ha raggiunto la gloria in qualche modo, chiamate, successi sportivi, obiettivi raggiunti. Noi stiamo parlando della gloria di Dio, che, ci viene insegnato, include l’intelligenza.
“La gloria di Dio è l’intelligenza” (D&A 93:36). Questa viene poi suddivisa in luce e verità.
La pienezza della gloria del Padre, ovviamente, dovrà quindi includere queste ultime, ma lasciatemi aggiungere che in Dottrina e Alleanze ci viene detto qualcosa riguardo al fatto che il matrimonio e la famiglia costituiscono l’eterna alleanza (D&A 131:2), oltre a venirci insegnato che il Padre è effettivamente un Padre e che noi tutti siamo figli e figlie generati del Padre Eterno (D&A 76:24).
Di conseguenza noi crediamo che ci sia una Madre Celeste e crediamo quindi che sacerdozio e l’essere genitori siano strettamente connessi. Il che ci porta a credere che diventare degli essere glorificati significhi diventare come loro, con i poteri di creazione e procreazione in nostro possesso per l’eternità.
Questa è esattamente l’ordinanza ultima della Casa del Signore, che noi chiamiamo “suggellamento”.
Una connessione tra i cieli e la terra
Ricordo una conversazione con un uomo che aveva sentito, al fine di servire appieno il Signore, che non si sarebbe mai dovuto sposare.
Egli credeva in ciò che la tradizione chiama celibato e credeva inoltre che nella vita dopo la morte non ci sarebbe stata e non poteva esserci la possibilità, come noi sappiamo bene, di relazioni familiari; sarebbero state cancellate e saremmo stati single, un popolo per sempre costituito da individui santificati.
Prima di portarlo a fare un tour per l’allora non dedicato tempio di Provo, gli dissi: “Prima di andare, caro fratello, posso mettere in chiaro un paio di cose? Altrimenti non potrai comprendere ciò che vedrai.”
Quindi gli chiesi: “Perché non vuoi sposarti?”
Lui disse, dopo averci pensato un attimo: “Bè, perché le cose di questo mondo alla fine non hanno importanza.”
Gli risposi: “Nota bene che hai fatto due supposizioni. Hai supposto che il matrimonio sia cosa solo di questo mondo. Sai questo per certo?
Secondo, ha supposto che qualsiasi cosa che abbia a che vedere con questa terra sia, proprio per questo motivo, da respingere o in quale modo da essere lasciata in disparte.”
Mi disse: “Esatto, del resto così sono le cose.”
Io gli dissi: “Bene, allora hai cambiato la Bibbia.”
Mi rispose: “Cosa intendi?”
Gli dissi: “Beati sono i miti, perché erediteranno che cosa?”
“La terra” continuò lui. (Matteo 5:5)
A quel punto dissi: “Esatto, ma a sentire te, chi mai dovrebbe desiderarla?”
Fratelli e sorelle, noi possediamo dei principi di conoscenza unici a riguardo: sappiamo che il paradiso e la terra saranno un’unica cosa, che ciò che molte religioni hanno diviso è stato unito in un’unica realtà.
Per esempio, il possedere un corpo fisico, che il Signore chiama “il tempio del Signore”, o avere anche uno spirito, il che costituisce l’anima (D&A 88:15).
Il Signore Gesù Cristo è vissuto ed è morto per esaltare l’anima, l’intera essenza dell’uomo e questa interezza porta infine alla santità.
Il più sacro di tutti i risultati raggiungibili in questo mondo ed il prossimo è il donarsi reciprocamente i propri poteri di creazione e procreazione nel sacro vincolo del matrimonio.
Quell’uomo non cambiò idea, ma grazie a lui io riuscii a percepire più profondamente quanto questo sia glorioso.
Della gloria di Dio si parla in sezione 132 e la pienezza della gloria del Padre corrisponde alla pienezza e continuazione della propria posterità (versetto 19).
Non possono esserci parole più precise di “generare una posterità” per descrivere il potere che è insito in noi a ragione del nostro retaggio.
La famiglia è gloria e verrà prolungata, accresciuta ed intensificata per sempre.
Questa terra diventerà la casa di coloro che si sono santificati e che seguiranno i passi del Padre e della sua Compagna, i quali hanno preparato per noi questa via per l’immortalità e la vita eterna.
Rinascere come figli di Cristo
Ora, ho menzionato prima l’idea di rinascita. Siete nati tutti come figli spirituali ed in quanto tali avete una natura divina. in questa vita siete nati da genitori mortali e avete quindi il privilegio di possedere un corpo, il che è un passo avanti nel vostro progresso, non un passo indietro. Il corpo non è una prigione.
Può essere causa di tentazione, di perversione ed in molti modi può essere un peso ed un ostacolo, ma questo non è l’intento divino.
Noi dobbiamo invece andare avanti con attenzione e in preghiera, che esso possa svilupparsi ad immagine e somiglianza del nostro spirito, che è divino, fino a diventare, alla fine, il prodotto di una nuova nascita, la nascita che noi chiamiamo Gesù, che, tramite le ordinanze che celebriamo, diventa nostro Padre.
Questo è un utilizzo appropriato della parola “padre” per Gesù, in quanto egli stesso nella sezione 93:22 dice: “tutti coloro che sono generati tramite me (attraverso le ordinanze) sono partecipi della gloria di lui (il che indica il suo ruolo come primogenito), e sono la chiesa del Primogenito.” (corsivo dell’autore). Immaginate.
Egli si è sacrificato per noi così che possiamo ereditare ciò che solamente lui poteva con diritto reclamare, l’essere il primogenito. Ciò che sta dicendo è:
“Sarà come se lo foste anche voi; tutte le benedizioni e i poteri che sono stati conferiti su di me verranno trasmessi a voi se siete disposti a venire a me.”
“Essi sono generati tramite me e sono partecipi della gloria di lui.”
Bene, davanti a noi si prospetta un’altra nascita, quella che chiamiamo resurrezione. Allora la promessa che possiamo essere come lui sarà letterale e completa.
Lasciate che ora utilizzi le mie personali parole e testimonianza. Potrei tuttora portarvi nello stesso identico luogo, quando ero in università in California, dove stavo leggendo un libro di Parley P. Pratt, chiamato “Chiave per la scienza della teologia”, un capitolo intitolato “Le leggi di iniziazione”.
Mi sembra di aver segnato in qualche modo, con un segnalibro e piegando l’angolo della pagina, un paragrafo di cui ora vi faccio la parafrasi. Egli disse:
“La pratica di questi principi e ordinanze (aveva appena riassunto l’intero processo) ha cominciato a rigenerare l’umanità.” e quindi:
“Questo sta invertendo il cammino verso la degenerazione presente nel mondo e che è cominciato, essenzialmente, non tanto con Adamo, ma con il primo uomo chiamato Caino, che ha venduto la primogenitura , che era in suo possesso, diventando non un donatore di vita, ma il distruttore di essa; egli diventò il primo assassino.
Le leggi della degenerazione hanno operato nell’umanità, ma il Vangelo di Gesù Cristo la rigenererà.” In seguito descrive gli effetti dello Spirito su ogni individuo.
Mia moglie ed io siamo stati intervistati molto tempo fa dallo stesso uomo che intervistò Presidente Hinckley, Mike Wallace.
Eravamo all’open house del tempio di Manhattan. Ad un certo punto durante la nostra chiacchierata con lui (e comunque, ha una grande stima per Presidente Hinckley), ci ha detto una cosa del genere, rivolgendosi a mia moglie:
“Come mai le donne Mormoni sono così adorabili?”. Abbiamo in seguito scoperto che non aveva avuto una felice vita matrimoniale; aveva avuto quattro mogli (non contemporaneamente).
Prima che Ann potesse rispondere, stavo pensando a Parley P. Pratt e gli ho detto: “Si tratta del segreto di bellezza meglio conservato al mondo.
Si tratta dello Spirito di Dio.” Parley P. Pratt sostiene: “Esso contribuisce alla bellezza del viso, del corpo e dell’espressione.”
Chiese quindi di nuovo ad Ann e lei ha risposto: “La fedeltà.” Quella è una meravigliosa risposta.
Quello che lei aveva in mente era la fedeltà nel senso di onorare e mantenere le nostre alleanze con Cristo, ma anche l’onorare le alleanze strette tra di noi: fedeltà nel matrimonio. Inoltre fedeltà nello scegliere e percorrere il sentiero che Cristo ha tracciato per noi.
Questo sì che fa la differenza, anche nel nostro aspetto fisico.
Vi porto testimonianza che è proprio così. Credo che nella Chiesa stessa non tutti siano consapevoli di quanto evidente sia questa bellezza e questa luce negli occhi e sul viso dei fedeli, ma coloro che hanno lo stesso spirito lo riconoscono.
Gesù una volta disse: “Le mie pecore riconoscono la mia voce e le mie pecore conoscono me.” (vedere Giovanni 10:27).
Vi suggerisco di considerare anche il fatto che le pecore del Signore riconoscono le sue altre pecore, riconoscono quando Egli è al lavoro nelle loro vite e quando loro hanno lo Spirito.
Questa è una conseguenza del tempio. Questo avviene attraverso l’adorarlo e l’onorarlo nel suo santuario.
Il tempio e il sacrificio
Era in quello stesso periodo, quando ero, credo, un po’ scettico, un po’ turbato, riguardo a tutto il discorso di rituali e cerimonie, che mi sono chiesto se davvero avevamo bisogno di fare queste particolari cose al fine di ricevere particolari benedizioni.
Presidente David O. McKay è venuto in visita ad una riunione a Los Angeles. Ho già raccontato questa storia in passato, sarò breve. Era una viaggio che aveva fatto per chiedere ai santi di fare dei sacrifici al fine di riuscire a costruire il tempio.
Uno dei messaggi che vorrei che voi oggi leggeste tra le righe è che spero voi facciate dei sacrifici, sia in termini di promesse tra voi e il Signore, sia in termini di aiutare temporalmente e in altri modi, per poter costruire un tempio qui tra voi, poiché dalla storia della Chiesa, sono portato a credere che non sia mai stata avvertita in modo glorioso la presenza dello Spirito durante la dedicazione di un tempio, che non fosse stata preceduta da un genuino sacrificio da parte dei santi.
Il fatto che venga costruito qui dimostra che già dei sacrifici sono stati compiuti. Vi chiedo di contribuirvi.
Ma torniamo al punto. Presidente McKay ha chiesto un milione di dollari ai santi locali e ha ricevuto, già prima che la riunione si chiudesse, delle impegnative che ammontavano a quella somma e oltre.
In quell’occasione ha parlato del tempio. Vi risparmio i dettagli eccetto per la dichiarazione chiave che ho custodito fino ad oggi, che ha scosso il germoglio di fede che era in me, il quale è cresciuto sempre di più da allora.
Ci ha detto: “Fratelli e sorelle, io credo che siano pochi, anche tra i lavoratori del tempio, che comprendono appieno il significato ed il potere dell’investitura nel tempio.
Visto per quello che è, è l’ascesa, passo dopo passo, alla presenza dell’eternità. Se i nostri giovani potessero solamente cogliere un centesimo della portata di essa, sarebbe la più potente spinta spirituale nella loro vita.”
Quel giorno ho deciso, a causa di ciò che ho sentito nel mio cuore, di alzare costantemente la voce nel testimoniare del lavoro di tempio e di mai criticarlo.
Di realizzare al mio meglio il sogno di trovare una regina che potesse condividere con me la convinzione che il tempio è nostro.
Costruito e preparato per noi. Che grazie ad esso avremmo potuto costruire una famiglia che avrebbe amato il Signore Gesù Cristo più di ogni altra cosa nell’universo.
Vi porto testimonianza che, dopo che sono passati gli anni, tutto ciò che c’è di buono e di vero e di bello nelle nostre vite e le vite dei nostri figli trova radice nel Cristo, che è il gran donatore dei privilegi del tempio: la costruzione del tempio, l’adorazione nel tempio e la pienezza che si trova nel tempio.
Vi porto questa testimonianza nel nome di Gesù Cristo. Amen.
Questo articolo è una traduzione di un devozionale tenuto alla BYU-Idaho il 26 ottobre 2004 da fratello Truman G. Madsen, poi tradotto da Andrea Sorgiacomo. Trovate la versione originale su trumanmadsen.com
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