Da diversi mesi ormai si parla con emozione dell’imminente dedicazione del Tempio di Roma che, eretto dai membri della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, sorge maestoso alla periferia della città.

Finalmente il momento è giunto e l’atteso evento sarà celebrato domenica 10 marzo 2019 in presenza di profeti e apostoli del Signore.

Perché dedicare un Tempio?

Vi siete mai chiesti cosa significhi realmente dedicare qualcosa?

Dedicare significa “consacrare  solennemente a una divinità”. Consacrare, a sua volta, significa “rendere sacro”, e “porre sotto la protezione di una divinità”.

Il Tempio di Roma che, in queste settimane è stato aperto al pubblico per le visite guidate, dopo la dedicazione sarà considerato un luogo sacro, letteralmente la casa del Signore, dove Egli può manifestarsi per guidare il Suo popolo, dove i membri della Chiesa che sono degni di entrarvi possono ricevere guida e rivelazione per la propria vita.

Il Presidente della Chiesa, Russell M. Nelson, nella dichiarazione in cui rendeva nota questa grande notizia, ha affermato:

“Dio ama allo stesso modo tutti i Suoi figli, ed ha fornito loro un modo tramite il quale possano essere uniti con amore di generazione in generazione.

Siamo entusiasti di poter dedicare un tempio in questa città così ricca storicamente da secoli […] Ed è una bellissima aggiunta architettonica e spirituale a questa città cosmopolita”.

Come avviene una dedicazione?

Al termine dei giorni di apertura al pubblico, si svolge la cosiddetta dedicazione, a cui possono partecipare solamente i membri degni della Chiesa che abbiano compiuto almeno 8 anni.

La dedicazione di un tempio al giorno d’oggi, segue lo stesso schema che il Profeta Joseph Smith seguì per la dedicazione del tempio di Kirtland: il Profeta – o chi da esso incaricato – legge la preghiera dedicatoria (trascritta in Dottrina & Alleanze, uno dei testi sacri per i membri della Chiesa, alla sezione 109), in cui si ringrazia il Padre Celeste per le benedizioni che Egli riversa sui membri della chiesa, si prega affinché il tempio possa essere un luogo di preghiera, digiuno, fede, apprendimento, gloria ed ordine, e che coloro che frequentano il tempio possano crescere in fede e saggezza; infine si chiede al Signore di rendere il tempio un luogo sacro.

La cerimonia include alcuni discorsi dei dirigenti della chiesa, dopodiché il coro canta l’inno “Lo Spirito Arde”, e la congregazione termina con esclamazioni di “Osanna!” a Dio e all’Agnello, 3 volte, terminando ogni volta con Amen, Amen, e Amen (Diario di Joseph Smith, 1835-1836, p.188).

Le dedicazioni del tempio possono includere una serie di sessioni dedicatorie (anche se negli ultimi anni le dedicazioni sono state trasmesse nelle case di riunione vicine, per poter ospitare più membri che detengono la raccomandazione del Tempio).

L’anziano Lorenzo Snow ha descritto questa cerimonia:

“Questa non è una cerimonia normale ma è – e desideriamo che questo sia distintamente compreso – sacra ed utilizzata solo in occasioni straordinarie.

Vogliamo anche essere chiaramente compresi quando diciamo che vogliamo che i fratelli e le sorelle non solo esprimono con le parole, ma anche con i loro cuori, il ringraziamento al Dio del cielo.

Ora, quando andiamo al Tempio, e questo grido viene elevato, vogliamo che ogni uomo ed ogni donna gridino queste parole con le loro voci, in modo che ogni casa di questa città possa tremare e che le persone che si trovano in ogni parte di questa città ascoltino e si possano raggiungere anche i mondi eterni”.

L’anziano B.H. Roberts ha condiviso la sua testimonianza di questi momenti sacri e gioiosi:

“E’ impossibile stare immobile, in una tale occasione. Sembra di riempire praterie o foreste, deserti e montagne o tabernacoli, con potenti onde sonore; ed il grido degli uomini che vanno in battaglia non può essere più forte.

E’ un ottimo sfogo delle emozioni religiose ed è seguito da un sentimento di reverenziale timore e da un senso di unicità di Dio”.

“Oggi è il momento perfetto per cambiare”

Essendo il Tempio un luogo così importante e sacro, ciascun membro della Chiesa è invitato ad essere più puro e più degno, è invitato a ridedicare se stesso a Cristo.

Similmente, dedicare se stessi significa consacrarsi interamente a qualcosa, in questo caso, al Vangelo di Gesù Cristo.

In un recente discorso tenuto alla conferenza generale della Chiesa nell’ottobre 2018, l’anziano Jack N. Gerard, membro del Quorum dei Settanta, ha invitato ognuno di noi a fare un esame della nostra vita e riflettere sui cambiamenti da fare sulla base di una prospettiva eterna.

Egli ha detto:

Allontanatevi dal mondo e soppesate la vostra vita […] se c’è qualcosa da prendere in considerazione nella vostra vita, ora è il momento.

Viviamo in un mondo sovraccarico di informazioni, dominato da distrazioni crescenti che rendono sempre più difficile mettere ordine nel tumulto di questa vita e focalizzarsi su ciò che ha un valore eterno. […]

A meno che non ci prendiamo del tempo per riflettere, potremmo non renderci conto dell’impatto che questo contesto accelerato ha sulla nostra quotidianità e sulle scelte che facciamo.

Potremmo ritrovare la nostra vita consumata da queste esplosioni d’informazione […] molte di esse hanno poco a che fare con il nostro progresso eterno. […]

Le rivelazioni moderne ci ricordano che molti sono chiamati, ma pochi sono scelti. Non sono scelti “perché il loro cuore è rivolto […] verso le cose di questo mondo, ed aspira agli onori degli uomini” (Dottrina e Alleanze 121:35; vedere anche il versetto 34).

Fare un esame della nostra vita ci dà l’opportunità di allontanarci dal mondo, di riflettere su dove ci troviamo lungo il sentiero dell’alleanza e di apportare le correzioni necessarie per assicurarci di avere una presa salda e lo sguardo rivolto in avanti. […]

Nel valutare ciò che dobbiamo cambiare nella nostra vita, potremmo porci una domanda pratica: come possiamo elevarci al di sopra delle distrazioni di questo mondo e restare concentrati sulla visione dell’eternità dinanzi a noi?

Ridedicare se stessi a Dio

In un discorso dal titolo “Buono, migliore, eccellente”, tenuto a una conferenza generale nel 2007, il presidente Dallin H. Oaks ha insegnato come attribuire priorità alle nostre scelte, nel mezzo delle tante conflittuali esigenze del mondo.

Ha consigliato che “dobbiamo rinunciare a delle cose buone per poterne scegliere altre che sono migliori o eccellenti perché sviluppano la fede nel Signore Gesù Cristo e rafforzano la famiglia”

Vorrei suggerire che le cose migliori della vita sono quelle incentrate su Gesù Cristo e sulla comprensione delle verità eterne in merito a chi è Lui e a chi siamo noi nel nostro rapporto con Lui.

Allontanandoci dal mondo e facendo un esame della nostra vita, ora è il momento di riflettere su quali cambiamenti dobbiamo fare”.

Come esorta Presidente Nelson: “Oggi è il momento perfetto per cambiare”. Siamo tutti invitati a seguire il suo consiglio di ricevere rivelazioni personali durante la dedicazione del Tempio di Roma.

Quale momento migliore per sapere come possiamo ridedicare noi stessi e la nostra vita, se non durante una cerimonia così sacra?