Ogni credo religioso ha una propria forma di parlare con Dio. C’è chi prega in silenzio, chi ad alta voce, chi recita delle formule prestabilite, chi usa un linguaggio spontaneo, chi prega in piedi, chi in ginocchio, e così via.
Come pregano i membri della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni?
Nella concezione dei Santi degli Ultimi giorni, una preghiera è composta da un inizio, una parte centrale ed una conclusione. Vediamo ogni parte nello specifico.
Come iniziare una preghiera
Gesù Cristo ci ha fornito un esempio su come iniziare una preghiera in Matteo 6. Egli ha insegnato:
“Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome”.
Quindi, la prima cosa da fare è parlare con Dio Padre perché è Lui che stiamo pregando. Se avete mai sentito un Santo degli Ultimi Giorni pregare, sicuramente avrete sentito che inizia con “caro Padre celeste”.
Qualunque appellativo simile che si riferisca a Dio va bene. L’importante è specificare a chi ci stiamo rivolgendo.
Noi preghiamo solo Dio Padre. Non preghiamo i profeti, Joseph Smith, nè altre figure storiche rilevanti e neppure Cristo stesso, perché Egli ci ha insegnato a pregare il Padre.
Cosa includere nella nostra preghiera
Una volta che ci siamo rivolti a Dio, cosa dire nelle nostre preghiere? Possiamo dire ciò che vogliamo. Qualsiasi cosa che sentiamo di dire.
Quando preghiamo il nostro Padre Celeste dovremmo dirgli quello che proviamo realmente nel cuore, confidarci con Lui, chiedere il Suo perdono, ringraziarLo, chiedere aiuto, esprimere il nostro amore per Lui.
Come Santi degli Ultimi Giorni, in linea di massima seguiamo questo modello nell’esprimere i nostri pensieri in preghiera.
Primo, esprimiamo gratitudine per tutte le benedizioni ricevute: buona salute, sicurezza, famiglia, amici, cose che sono accadute quel giorno, come ad esempio un piccolo miracolo o un’esperienza spirituale vissuta. Insomma, qualsiasi cosa di cui possiamo essere grati!
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Dopo aver espresso la nostra gratitudine, chiediamo a Dio le benedizioni di cui potremmo aver bisogno: un aiuto per un esame, una pronta guarigione da una malattia, la forza di affrontare una prova; qualsiasi cosa di cui noi, o coloro che conosciamo, potremmo aver bisogno e che ci sentiamo di chiedere.
Nonostante queste linee guida, le nostre preghiere non seguono una formula fissa, né un testo scritto, fatta eccezione per le preghiere relative ad un’ordinanza specifica, come quelle che recitiamo durante la benedizione del sacramento o la celebrazione di un battesimo.
Come terminare una preghiera
Una volta espressi i nostri pensieri e sentimenti, concludiamo seguendo le indicazioni che Cristo ci ha dato tramite le scritture. Nel Libro di Mormon il Salvatore si rivolge ai Nefiti con queste parole:
“Perciò dovete sempre pregare il Padre nel mio nome; e tutto ciò che domanderete al Padre nel mio nome, e che è giusto, credendo che lo riceverete, ecco, vi sarà dato.
Pregate il Padre nelle vostre famiglie, sempre nel mio nome, affinché vostra moglie e i vostri figli siano benedetti” (3 Nefi 18:19-20).
Similmente, nel nuovo Testamento, in Giovanni 16:23, troviamo: “In verità, in verità vi dico che quel che chiederete al Padre, nel mio nome, Egli ve lo darà.”
Da questo deduciamo che le preghiere dovrebbero terminare nel nome di Gesù Cristo. Sentirete quasi sempre utilizzare la frase “nel nome di Gesù Cristo, amen”.
Usiamo il nome di Gesù Cristo poiché Egli, in qualità di nostro Salvatore, è anche il nostro mediatore e avvocato dinanzi a Dio Padre.
Questo principio è ben spiegato in Giovanni 14:6, che riporta le parole di Cristo a Tommaso:
“Io sono la via, la verità e la vita: nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”.
Come parlare con Dio
Quelle sopra menzionate sono le caratteristiche basilari della preghiera dei Santi degli Ultimi Giorni, o almeno, quelle relative al contenuto.
Nel nostro modo di pregare, tuttavia, ci sono alcune altre cose che facciamo, e che potrebbero tornarvi utili se vi state affacciando da poco al mondo della preghiera, che però sono più di natura culturale che dottrinale, e che non dovete necessariamente fare allo stesso modo. Per esempio:
- Per mostrare riverenza durante la preghiera, molti Santi degli Ultimi Giorni incrociano le braccia o le mani, e chinano il capo; talvolta si inginocchiano. Inginocchiarsi non è essenziale, ma è anch’esso un segno di riverenza. Potete pregare come più reputate appropriato.
- Alcuni membri di altre fedi, quando qualcun altro sta pregando, si uniscono alla preghiera pronunciando un amen di tanto in tanto. Al contrario, non è una cosa che come Santi degli Ultimi Giorni siamo soliti fare. In ogni caso, non vi è nulla di male.
- Quando preghiamo da soli usiamo parole come “io” e “me”, mentre quando preghiamo in presenza di altre persone, usiamo parole come “noi” e “nostro”.
- Durante le vostre preghiere personali potete parlare con Dio ad alta voce o pregare nella vostra mente.
Potete pregare ovunque vi troviate e in qualsiasi momento lo desideriate, circostanze permettendo.
- Ai Santi degli Ultimi Giorni viene insegnata l’importanza di pregare ogni mattina appena svegli ed ogni sera prima di andare a dormire, più tutte le volte che se ne senta il bisogno durante l’arco della giornata.
A prescindere dalle parole che diciamo, da quello che esprimiamo o da quanto forbito sia il linguaggio che impieghiamo, ciò che conta di più quando ci rivolgiamo in preghiera al nostro Padre celeste, è la sincerità del nostro cuore.
Ogni preghiera detta in umiltà di cuore apre le porte della comunicazione con il cielo.
Ci sono altri aspetti relativi alla preghiera sui quali avete delle domande e ai quali non abbiamo risposto? Scrivetecelo nei commenti.
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