I veri discepoli non indossano maschere. “Come dirigente di palo, ho indossato la mia ‘maschera di leadership’ prima di ogni riunione: Sorridere e salutare, sorridere e salutare”.
Mentre la donna parlava durante la sua presentazione su alcune iniziative del Palo per il 2018, mi sono guardata attorno per valutare le reazioni, mentre lei continuava a parlare di come si metteva la maschera per nascondere le sue lotte contro la depressione.
Alcune persone stavano fissando gli schermi dei loro telefoni, alcuni la degnavano solo di un breve sguardo, quasi tutti sembravano essere distaccati.
Le maschere non sono salutari
Per quanto mi riguarda, ero disturbata. È proprio questo atteggiamento di indossare maschere che molte volte mi ha fatto mettere in dubbio se questa fede sia quella giusta per la mia famiglia.
Crediamo nella dottrina al 110%; tuttavia, la cultura di proiettare il perfezionismo spesso mi fa sentire a disagio. Non mi piace la falsità.
Sapevate che i giovani e gli adolescenti lasciano la religione a frotte? Se ne vanno perché sentono che la religione manca di autenticità. È un posto dove le persone parlano e non agiscono.
Mi chiedo se questi individui che abbandonano la religione abbiano lottato come me. Mi chiedo se c’è un club di “solo’ membri” eletti del Signore, senza spazio per me.
Li vediamo ogni domenica, quelli in questo club privato: i portatori di maschera.
Queste sono quelle persone che si salutano con cenni di accettazione, riuniti in gruppi di due o tre portatori di maschera e discutono di quanto siano impegnate e piene le loro vite.
Saluteranno volentieri un nuovo convertito, forse lo inviteranno anche per cena, ma lì finisce la beneficenza. Non esiste un rapporto genuino di unione ed amicizia.
Le maschere non ingannano nessuno
Serviranno ovunque richiesto, ma non faranno di più di quello che viene loro domandato. Un portatore di maschera si illude pensando di essere qualcuno che è forte nella fede.
La triste illusione è che quelli che indossano una maschera spesso pensano di ingannare gli altri quando di solito ingannano se stessi e gli altri portatori di maschera.
Se vi avvicinate per fare amicizia solo per dare spettacolo della vostra carità, la superficialità del vostro benvenuto presto perderà il suo splendore.
Una maschera mostra soltanto ciò che volete che gli altri vedano. Ma una maschera è molto evidente a chiunque si avvicini. A causa della vostra maschera, gli altri sono tenuti a distanza.
Questo è lo scopo di una maschera, nascondersi dietro di essa. Non volete che nessuno veda cosa c’è sotto.
Gli altri potrebbero vedere le vostre vulnerabilità, i vostri difetti.
Essere chi siete veramente è vitale
Perché così tanti membri gioiscono nella consapevolezza della chiara attestazione fatta dal Presidente Holland riguardo alla malattia mentale e alle lotte personali?
Perché troppi dirigenti mettono in scena un’immagine incredibile di perfezione che è una maschera irrealistica!
Abbiamo BISOGNO di vedere che i dirigenti lottano
Abbiamo bisogno di sapere che il vostro percorso di discepolato è simile al nostro: pieno di buche, rocce e sentieri tortuosi.
Osserviamo i nostri dirigenti, non per un modello di perfezione – c’è solo UN modello perfetto: il nostro Salvatore.
Guardiamo a voi come guida, fonte di nutrimento e cura quando inciampiamo e perdiamo la strada.
Dottrinalmente, ognuno di noi sta cercando di essere come il nostro Salvatore, pentendosi e facendo affidamento sulla Sua misericordia e grazia per ricevere aiuto e raggiungere la perfezione.
Solo emulando il Suo esempio e diventando ciò che Egli desidera che noi, individualmente, diventiamo, possiamo trovare forza e pace interiore.
I veri discepoli non indossano maschere
Il discepolato non è una maschera che indossiamo e togliamo quando vogliamo.
Il discepolato è un raffinamento doloroso di noi stessi mentre ci sforziamo di cambiare i comportamenti che non sono graditi a Dio.
Lavoriamo per cambiare le nostre abitudini e riempiamo il nostro tempo servendo gli altri.
Trascorriamo del tempo immergendoci nella preghiera e nello studio delle Scritture, per scoprire come Cristo ha vissuto e come vorrebbe che vivessimo.
Ogni volta che adattiamo i nostri comportamenti mettendo avanti il meglio di noi stessi, ci raffiniamo per diventare più simili al nostro Salvatore.
Questo raffinamento di noi stessi non è una maschera superficiale, ma è una lotta profonda per mettere da parte i nostri desideri egoistici e concentrarci sui bisogni di un altro.
I dirigenti che hanno toccato maggiormente la mia vita sono quelli che non si sono preoccupati di impressionare le altre persone con le loro chiamate o il loro status.
Essi si trovano silenziosamente dietro le quinte, impilano le sedie, preparano il cibo e servono ovunque ci sia bisogno.
Capiscono che al Signore non importa dove sono chiamati a servire. Il modo in cui servite è tutto ciò che conta.
Puoi fingere di essere un discepolo di Cristo, oppure puoi ESSERE un discepolo di Cristo
Questo articolo è stato scritto da Emlee Taylor e pubblicato sul sito ldsblogs.com. Questo articolo è stato tradotto da Sabrina Santalena
Chi si finge amico è maestro di inganni. Stiamo attenti se potrebbe accadere da parte anche di qualche membro o dirigenti. Un certo tizio… anni fa, un falso santo membro battezzato, riuscì a infiltrarsi addirittura come lavorante nel tempio Svizzero – aiutante in ordinanze… Lui stesso lo scrisse in un post… dopo avere lasciato la Chiesa… scrisse anche la sua falsa partecipazione di membro, vissuta solo per raccogliere notizie – come di solito fa una spia o un giornalista, e se ne vantava – avendo scritto anche falsità.