Il termine Mormonismo viene erroneamente usato per indicare la religione a cui appartengono i fedeli appartenenti alla Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, una religione considerata affascinante.
Prendersi gioco del mormonismo è una delle ultime linee di demarcazione della scorrettezza verbale a non essere ancora stata toccata dal potere della correttezza politica dei vigilanti.
Quale altro gruppo viene ridicolizzato in egual modo dai cristiani e dai laici, e non solo qualsiasi tipo di cristiano o laico ma dal nucleo più fervido e inflessibile?
I cristiani più fervidi vedono in questa religione uno specchio che contraddice la loro fede, che riflette un’immagine estraneamente riconoscibile ma riconoscibilmente estranea.
I laici più critici pensano che il mormonismo sia il perfetto esempio della stravaganza e possibile dannosità portati dai credo religiosi.
Deridere questa religione conduce il devoto e l’ateo allo stesso atteggiamento.
Il Mormonismo e Gesù Cristo
Anche io pensavo che il mormonismo fosse un aggregato bizzarro ed anomalo alla cristianità.
Quando insegnavo storia mormone ai miei studenti, sottolineavo il suo notevole spirito di sacrificio, il suo buon senso organizzativo e la candida presentazione della sua immagine religiosa.
Eppure mi spiace ammettere di non aver mai provato a nascondere la mia condiscendenza.
Mi son dovuto pentire di questo modo di vedere, e non solo perché son giunto a comprendere quanto sleale fosse questo atteggiamento verso la fede altrui.
Ho cambiato idea perché ho realizzato quanto profondamente il mormonismo sia incentrato su Cristo.
Il mormonismo è più che cristianità, soprattutto e a maggior ragione se alla Bibbia si aggiunge il Libro di Mormon, ma questo lo rende al contempo molto meno di cristianità.
Nonostante ciò, il fatto che il mormonismo si colleghi alla tradizionale versione cristiana, non significa necessariamente rinnegare tutti i principi del cristianesimo tanto da disconoscerlo completamente.
Infondo l’identità della cristianità risiede proprio nell’impegno verso la divinità di Gesù Cristo.
Da questo punto di vista i membri della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni sono più cristiani di molti cristiani tradizionali che non prendono seriamente la stupefacente dichiarazione che Gesù sia il figlio di Dio.
I membri della Chiesa di Gesù Cristo basano la loro fede totalmente su Cristo e tutto ciò che insegnano ha lo scopo di svegliare, incoraggiare ed rinforzare la fede in Lui.
Aggiunge al ritratto plurale ma coerente di Gesù, che emerge dai quattro vangeli in un modo che, ne sono convinto, non danneggia nel significato nè altera tale ritratto.
Cosa dice il Libro di Mormon
Sono arrivato a questa conclusione quando ho letto tutto il Libro di Mormon per la prima volta.
Sono arrivato a questa conclusione quando ho letto interamente il Libro di Mormon per la prima volta.
Conoscevo già la trama: il libro racconta il viaggio del popolo di Dio guidato da Gerusalemme fino alle Americhe seicento anni prima della nascita di Cristo.
In America si i fedeli si divisero in due gruppi, i retti (i Nefiti) e gli empi (i Lamaniti), che si combatterono fino allo sterminio dei buoni, eccezion fatta per Moroni (il figlio di Mormon), che sotterrò le cronache delle loro guerre e che nel 1823 disse a un ragazzo di campagna della parte settentrionale di New York dove si trovavano.
Quando lessi con concentrazione questo libro, comunque, fui completamente sorpreso. Intendiamoci, non ero commosso.
Il Libro di Mormon è probabilmente uno dei libri meno brillanti tra le grandi opere letterarie che abbiano mai ispirato movimenti religiosi duraturi.
Eppure viene ignorato proprio perchè riguarda totalmente Gesù.
Ci sono molti personaggi in questo libro, ma cambiano tanto poco quanto la trama. Nessuno risalta quanto Lui.
“E noi parliamo di Cristo, gioiamo in Cristo, predichiamo il Cristo, profetizziamo di Cristo e scriviamo secondo le nostre profezie affinché i nostri figlioli possano sapere a quale fonte possono rivolgersi per la remissione dei loro peccati” (2 Nefi 25:26).
E non solo Gesù: un intero vangelo in tutti i suoi dettagli teologici (dai dibattiti sul battesimo, alla relazione tra legge e grazia fino al problema della divina preveggenza –o provvidenza?) viene insegnato al popolo del nuovo mondo centinaia di anni prima che Gesù nascesse.
I cristiani hanno interpretato a lungo l’Antico testamento facendo riferimento al Nuovo (non sempre concentrandosi su Cristo), ma Joseph Smith fece un gran passo avanti.
Lui ha sostituito il figurativo con la figura stessa. La verità che ci ha lasciato Gesù è eterna, ha insegnato Smith, perciò non dovrebbe sorprendere scoprire che Cristo venne fatto conoscere in tempi e luoghi oltre l’immaginazione.
Molto tempo prima della sua nascita a Betlemme, Gesù era desideroso di rivelare i dettagli più specifici della sua futura vita e ministero.
Nefi, per esempio, che ha scritto i primi due libri del Libro di Mormon e che ha fatto parte della migrazione da Gerusalemme, sapeva già tutto di Gesù:
“Poiché, secondo le parole dei profeti, il Messia viene dopo seicento anni dal tempo in cui mio padre lasciò Gerusalemme; e secondo le parole dei profeti, e anche la parola dell’angelo di Dio, il suo nome sarà Gesù Cristo, il figlio di Dio” (2 Nefi 25:19).
Similmente un re nefita di nome Beniamino ha dichiarato, intorno al 124 a.C.:
“Ed ecco, egli soffrirà le tentazioni, e i dolori del corpo, la fame, la sete e la fatica anche più di quanto l’uomo possa sopportare a meno che ne muoia; poiché ecco, il sangue gli uscirà da ogni poro, sì grande sarà la sua angoscia per la malvagità e le abominazioni del suo popolo.
Ed egli sarà chiamato Gesù Cristo” (Mosia 3:7–8).
Gesù Cristo visita le Americhe
Ogni pagina del libro prepara la via per verso il suo punto saliente, ossia l’apparizione reale di Gesù all’antico popolo dell’America.
Per Joseph Smith, l’ascensione di Cristo, dopo la resurrezione, ha reso possibile la sua discesa nelle Americhe.
Coloro che non appartengono alla Chiesa di Gesù Cristo, ovviamente, non credono che Gesù abbia visitato le Americhe, ma perché dovrebbero indisporsi se i membri della Chiesa di Gesù Cristo raccontano storie su Gesù che sembrano inverosimili?
Immaginate il seguente scenario. La vostra famiglia si riunisce al funerale di un vostro nonno molto amato, un viaggiatore.
Le persone a voi vicine iniziano a raccontarvi storie riguardanti le sue grandi avventure. Presto, però, notate un altro gruppo in lutto dall’altra parte della stanza.
Mentre origliate i loro discorsi, notate che stanno parlando di vostro nonno come se lo conoscessero molto bene, anche se non avete mai sentito alcuna storia da loro raccontata.
Queste nuove storie non insultano la sua memoria, anche se alcune suonano più vere di altre. Questo gruppo sembra avere davvero una grande opinione di vostro nonno, proprio come voi. Cosa fareste?
Lo invitate a conoscere la vostra famiglia? Questa è una scelta difficile. Molti dei vostri parenti avrebbero da ridire sulla credibilità di queste storie e alcuni potrebbero polemizzare.
Altri, che penseranno che le storie sono vere, si sentiranno lasciati da parte, perché il nonno non ne ha mai parlato?
La cosa divertente è, però, che questo altro gruppo conosce tutte le storie che alla vostra famiglia piace raccontare sul defunto e le storie che aggiungono suonano più come delle belle narrazioni mitiche al suo personaggio piuttosto che totali bugie.
Chiaramente, i due gruppi hanno molto di cui discutere!
Anche se voi decidete di risolvere la questione, ciò non implica una cambiamento di ciò che provate verso vostro nonno. Non c’è inoltre bisogno di contestare l’amore che questo gruppo prova verso vostro nonno, come se si trattasse di gente malevola o bugiarda.
Che decidiate o meno di allargare la vostra famiglia ed includere questo gruppo, potete comunque dare loro il benvenuto per avervi donato più ricordi su vostro nonno.
E quanto più amate vostro nonno, tanto più vi sentirete di voler scoprire per conto vostro se queste storie sono veritiere.
Certo, Gesù Cristo non è vostro nonno e le storie che noi raccontiamo di Lui si trovano nelle scritture, non in tradizioni familiari.
Ma comunque il Libro di Mormon suscita svariati quesiti nei cristiani. Si può credere troppo in Gesù? Si può andare troppo in là nel concepire la Sua gloria?
Lasciate che risponda a questa domanda facendone un’altra. L’idea che non si possa mai saperne abbastanza di Lui non è forse il fatto che ne afferma la divinità?
E se le storie di Smith non fossero vere, non sarebbero forse esagerazioni o abbellimenti piuttosto che calunnie col solo intento di ingannare?
Non nego che il Gesù descritto dai membri della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni sia differente dal Gesù della cristianità tradizionale.
Loro collocano l’espiazione più nel giardino del Getsemani che sulla croce visto che pensano che lì abbi sofferto la più grande agonia (Luca 22: 44).
Il Libro di Mormon pone la nascita di Gesù Cristo a Gerusalemme, più a seguito delle basi bibliche piuttosto che per utilizzare le discrepanze quali punto di discussione.
La resurrezione di Gesù
La differenza più significativa è che i membri della Chiesa credono che Gesù Cristo non fu mai completamente immateriale.
Joseph Smith spiegò com’era realmente il mondo degli spiriti, avvalendosi soprattutto del Libro di Mormon.
Nell’apparizione al fratello di Giared, Gesù è così consapevole della travolgente impressione data dalla sua forma corporea che rivela solo il suo dito.
Il fratello di Giared dice: “Ho visto il dito del Signore e ho temuto che egli mi colpisse; poiché non sapevo che il Signore avesse carne e sangue” (Ether 3:8).
Più tardi Gesù mostra al fratello di Giared tutto il suo corpo che si scopre poi essere un corpo spirituale pre-mortale, composto da una sostanza più fine di qualsiasi materiale conosciuto sulla terra.
Il cristianesimo ha sempre affermato la bontà della materia e l’integrità del corpo umano, tuttavia il dogma della Trinità genera non poca confusione sulla unicità di un corpo spirituale di Gesù.
Per Joseph Smith, la forma di Cristo nella pre-esistenza era fisicamente reale, quanto lo siamo noi oggi.
Il cristianesimo insegna che l’incarnazione avviene in un tempo ed uno spazio particolare, ma per Smith, prendendo Ebrei 13: 8 (“Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e per sempre”) letteralmente, il Figlio è sempre stato Gesù.
Il corpo di Gesù Cristo è l’immagine eterna di tutti i corpi, tanto spirituali quanto fisici.
L’incarnazione è la dimostrazione (o intensificazione materiale) del suo corpo, non è la prima ed unica volta in cui Dio e la materia si uniscono.
La personificazione eterna del divino è metafisicamente audace e spiega perché il mormonismo sia così inventivo.
La metafisica mormone è la metafisica cristiana meno Origene e Agostino, in altre parole la cristianità ha divorziato da Platone.
I membri della Chiesa di Gesù Cristo sono così materialistici da insistere che le stesse leggi immutabili governino sia il naturale che il soprannaturale.
Inoltre negano la nascita da una vergine, poichè il loro materialismo li dirige a sostenere che Gesù sia stato assolutamente generato dal Padre immortale piuttosto che concepito dallo Spirito Santo.
Trattando lo spirituale come una dimensione del materiale, Smith supera ogni traccia di dualismo tra questo mondo e il prossimo.
La sostanza è perfezionabile perché è una delle qualità del divino. Persino il Paradiso è semplicemente un altro tipo di galassia, lontana ma non completamente differente dal pianeta terra.
Per i membri della Chiesa di Gesù Cristo il nostro amore e la nostra lealtà naturali hanno un significato divino, ecco perché i matrimoni saranno diretti in paradiso.
I nostri corpi sono letteralmente dei templi di divinità, ragione per la quale i mormoni indossano dei sacri indumenti sotto ai loro vestiti.
Questo non dovrebbe sottovalutato. La metafisica mormone chiede la fede di quasi ogni religione cristiana. Anche se non tutte le eresie sono ugualmente pericolose.
Se lo gnosticismo è una moderna tentazione paradigmatica, spiritualizzando Gesù, trasformandolo in un’esperienza soggettiva, il mormonismo corre nella direzione direttamente opposta.
Se doveste scegliere tra un Gesù con un corpo eterno ed un Gesù dalla divinità incompleta (come in molte immagini teologiche moderne), spero possa essere una scelta semplice.
Articolo originalmente scritto da Stephen H. Webb.
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