Siamo a fine anno, e a conclusione del programma di studio della Scuola Domenicale sull’Antico Testamento leggiamo Malachia (la decima, la venuta di Elia), e improvvisamente ci ritroviamo alla nascita di Gesù Cristo.
Sappiamo che trascorsero 400 anni tra Malachia e Gesù Cristo e che, a quel tempo, sembrava non ci fossero profeti in Terra Santa o a Babilonia, ma generalmente non immaginiamo alcun grande cambiamento nella cultura, in quel lasso di tempo.
Non so dove vi troviate adesso. Che voi siate a Salt Lake City, a Manila o a Roma, immaginate com’era 400 anni fa. Ora immaginate come potrebbe essere tra 400 anni.
Incredibilmente diverso, vero? Bene, il mondo di Gesù Cristo non si è sviluppato tecnologicamente al ritmo con cui si sviluppa il nostro, ma la sua cultura era molto diversa da quella di Malachia.
Proverò a spiegarvi un po’ com’era la disposizione dei territori perché è davvero importante per comprendere la vita di Gesù Cristo.
Solo per dare un tono al discorso:
E avvenne che Enoc guardò; e dopo Noè, vide tutte le famiglie della terra; e gridò al Signore, dicendo:
Quando verrà il giorno del Signore? Quando sarà versato il sangue del Giusto, affinché tutti coloro che piangono possano essere santificati e avere vita eterna?
E il Signore disse: Sarà nel meridiano dei tempi, nei giorni della malvagità e della vendetta (Mosè 7:45-46).
Gli ebrei erano stati dispersi in lungo e in largo
Ogni volta che nella Bibbia si parla di una migrazione di massa, tendiamo a immaginare l’intero gruppo di persone che si sposta da un luogo ad un altro.
Ma i grandi gruppi migratori non sono mai stati realmente coesi.
Quando gli israeliti lasciarono l’Egitto con Mosè, molti rimasero indietro. Il “sangue di Israele”, però, è presente in Egitto non solo grazie a quegli israeliti, ma anche a causa dei gruppi di ebrei che emigrarono lì successivamente.
Molto più tardi, nel 730 a.C., quando gli Assiri attaccarono il regno settentrionale di Israele, misero in atto un’enorme migrazione, inviando persone di fiducia in Israele e, successivamente, facendo spostare gli israeliti da Israele in Assiria.
Durante il viaggio in Assiria, un gruppo di israeliti si pentì, trovò favore al cospetto di Dio e si separò dal gruppo, per diventare un popolo nascosto e coeso.
Essi sono le altre “pecore smarrite”, che hanno avuto profeti e scritture ed che giorno torneranno come gruppo ben distinto.
Altri israeliti si stabilirono in tutta l’Assiria e, nel corso degli anni, emigrarono in ogni direzione. Questo è uno dei motivi per cui i discendenti di Israele si trovano in tutto il mondo.
La Giudea sopravvisse cento anni più a lungo rispetto al regno settentrionale, ma divenne sempre più malvagia, fino a quando non fu più possibile salvare la sua popolazione.
I babilonesi l’ attaccarono tre volte ed ogni volta in modo più distruttivo e brutale.
Ancora una volta, portarono via gli uomini migliori e più brillanti della Giudea lasciando gli indigenti ed i senzatetto.
La vita non fu mai facile per gli ebrei nella cultura dei gentili, ma ne trassero il meglio e, per i 70 anni in cui furono a Babilonia, gli ebrei si sentirono a proprio agio.
Quindi i Medi e i Persiani attaccarono Babilonia e la sconfissero.
Ciro il Grande di Persia (uno zoroastriano di religione, di cui si parla nella Bibbia) annunciò che avrebbe aiutato i giudei a tornare nella loro terra. Gli ebrei accolsero con poco entusiasmo la notizia. Le cose andavano abbastanza bene in Persia e Gerusalemme era in rovina.
La maggior parte degli ebrei non tornò nella propria terra e, per secoli, ci furono più ebrei a Babilonia che in Terra Santa.
I saggi ebrei amministrarono la loro vita da lì per molte centinaia di anni, redigendo infine il “Bavli”, il Talmud babilonese.
Nel V secolo d.C. alcune persone lasciarono la Babilonia, ma molti andarono altrove e non a Gerusalemme.
Infatti, quando nacque Cristo, un milione di ebrei viveva ad Alessandria, sulla costa mediterranea dell’Egitto.
C’erano grandi società di ebrei in Siria, in tutto il Medio Oriente e nel Mediterraneo.
Gli ebrei persero i loro usi e costumi
Settant’anni trascorsi a Babilonia fecero sì che molti ebrei smettessero di usare la lingua ebraica nella vita di tutti i giorni.
L’aramaico era la lingua più usata tra gli assiri che conquistarono Israele ed i babilonesi che occuparono la Giudea.
Poiché l’ebraico stava diventando la lingua delle Scritture e stava smettendo di essere la lingua della quotidianità, gli ebrei cominciarono ad avere bisogno di aiuto per comprendere le Scritture.
È qui che entrarono in gioco uomini istruiti come gli scribi. In crescita per importanza, gli scribi erano stati i detentori degli annali e i copisti delle scritture.
Comprendevano la legge (di Mosè), comprendevano l’ebraico e potevano insegnare le Scritture e guidare il popolo tramite queste ultime.
Senza profeti, ci si affidava sempre di più agli scribi e ai saggi. Questo fu particolarmente vero per gli ebrei che si trovavano al di fuori della Giudea.
Al tempio c’erano dei sacerdoti che influenzavano il popolo, ma lontano dal tempio non era così. In un certo senso, questo fu l’inizio dell’ebraismo rabbinico.
Notate che non vi era alcuna interpretazione unitaria delle Scritture tra gli scribi, così gradualmente sorsero diverse sette religiose, come i Sadducei, i Farisei e gli Esseni (di cui parlerò dopo).
Gesù era un maestro delle Scritture e della legge e non discendeva dalla stirpe sacerdotale di Aaronne.
Le persone, però, erano abituate a saggi e scribi e potrebbero aver ascritto Gesù a quella categoria, chiamandolo “insegnante” o “rabbino”.
Probabilmente Gesù Cristo fece affidamento sul dialetto galileo dell’aramaico per gran parte dei suoi discorsi, ma avrà anche usato il linguaggio delle Scritture, l’ebraico, nella sinagoga.
Al mercato, inoltre, Gesù Cristo avrebbe sicuramente parlato greco. Aspettate. Greco?
La Giudea lottò contro la corruzione e la guerra
Cominciamo con la costruzione del secondo tempio a Gerusalemme per mano di quegli ebrei che tornarono da Babilonia e dalla Persia.
Non solo non c’erano molte persone disponibili per costruirlo, ma i samaritani nel nord fecero il possibile per interferire.
Il risultato fu la costruzione di un piccolo tempio e un’animosità duratura nei confronti dei samaritani.
I sorveglianti della Giudea erano ufficiali dell’Impero persiano, ma a livello locale i sacerdoti gestivano una teocrazia in Terra Santa.
Durante quegli anni, la religione fu vagamente osservata da molte persone e persino i sacerdoti si sposarono con i non israeliti. Gerusalemme continuò ad essere una sorta di città arretrata.
La Giudea rimase in pace sotto i persiani e gradualmente migliorò. Crebbe fino alla metà delle dimensioni che aveva raggiunto prima di essere conquistata da Babilonia.
Qualcosa di importante accadde nel 331 a.C. che interessò l’intero Mediterraneo orientale e gran parte del Medio Oriente.
Alessandro Magno allargò l’impero greco e conquistò la Persia. Anche se morì a 32 anni, il suo impero era vasto.
Al seguito di Alessandro, l’intera regione venne invasa da mercanti, artigiani e operai greci, che portarono con loro la cultura greca.
Ai soldati greci in pensione furono affidate delle terre in tutto l’impero. L’ “ellenizzazione” di tutto questo territorio ebbe enormi implicazioni.
Immaginate: la Cleopatra che conoscete ed amate, che morì con Marco Antonio dopo aver sfidato Giulio Cesare (intorno al 30 a.C.), discendeva dai Tolomeo d’Egitto, un’intera linea di faraoni.
Tolomeo era il generale di Alessandro che prese il controllo della parte occidentale del suo impero ed era un greco macedone. Cleopatra era greca, così come i suoi antenati.
In effetti, fu il primo faraone tolemaico a imparare l’egiziano poco prima che Roma prendesse il sopravvento.
La società greca resistette a lungo e, ai tempi di Cristo, aveva travolto la Terra Santa. Date uno sguardo ad una mappa della Terra Santa al tempo di Cristo e vedrete molte città dai nomi greci.
La filosofia greca permeava le credenze ebraiche ed, in seguito, accadde lo stesso con quelle cristiane.
L’idealizzazione del corpo umano (particolarmente dimostrato nell’arte e nell’atletica leggera), le superstizioni, il paganesimo ed il materialismo facevano parte della cultura greca.
La lingua greca era ben nota in tutte le città, e persino quelle più piccole, della Palestina ebraica. Si cominciò a pensare che l’ebraismo fosse una religione arretrata, imbarazzante nella sua arretratezza.
L’altro generale di Alessandro, Seleuco, ereditò la parte orientale del suo regno, in particolare la Siria. Tolomei e Seleucidi combatterono per il controllo di Israele e della Giudea.
Tuttavia, secondo gli storici, negli anni successivi alcune alleanze siriano-greche attaccarono o governarono la Terra Santa sotto i re seleucidi.
Antioco IV, asceso al potere nel 175 a.C., decise che avrebbe distrutto la religione ebraica e che avrebbe forzato il popolo degli ebrei ad aderire a quella greca.
I suoi eserciti profanarono il tempio, impedirono agli ebrei di praticare il loro culto e ne uccisero molti. Durante questo periodo, Farisei e Sadducei divennero più importanti.
Nel 167 a.C. una famiglia di farisei decise di ribellarsi. Si trattava di persone comuni, la famiglia di Mattatia Asmoneo e i suoi cinque figli, ma radunarono il popolo, cacciarono i Seleucidi e ridedicarono il tempio.
Chiamati maccabei (martellatori), il miracolo avvenuto per loro nel tempio, che provocò la combustione di una piccola quantità di olio per 8 giorni, è ora ricordato nella festa di Hanukkah.
I maccabei continuarono a governare la Giudea e allargarono persino i suoi confini, ma la famiglia divenne completamente corrotta.
Presero il nome di “dinastia asmonea”.
Con le continue ingerenze dei seleucidi, la carica di sommo sacerdote divenne una posizione che si poteva comprare con il denaro e, talvolta, i farisei e i sadducei combattevano per le strade.
Gli esseni si ritirarono a Qumran perché il sacerdozio e il tempio erano diventati corrotti. I samaritani avevano costruito il loro tempio sul monte Gerazim in Samaria e gli Asmonei lo distrussero.
La situazione era piuttosto caotica, quindi il generale romano Pompeo non trovò molta resistenza quando arrivò per “instaurare la pace” nel 63 a.C.
Dall’arrivo di Pompeo, erano presenti il dominio romano, la cultura greca, l’ebraismo fratturato, i sacerdoti corrotti ed alcune persone umili che cercavano lo Spirito mentre tentavano di essere fedeli all’unico Dio.
Persone che dovreste conoscere
Erode il Grande
Erode il grande fu il re romano della Giudea, fino ad un anno dopo la nascita di Gesù Cristo. Era odiato, temuto e rispettato.
Era un discendente di Esaù (un idumeano) e quindi non considerato ebreo dai suoi sudditi ebrei.
Sposò Mariamne, che era una discendente degli Asmonei (Maccabei) e questo lo aiutò ma, in seguito, la fece uccidere.
Intraprese enormi progetti di costruzione, tra cui l’ampliamento del 2° tempio, la costruzione del bellissimo porto romano e la località di Cesarea sulla costa mediterranea, la fortezza di Masada ed il suo palazzo a Herodium.
Dominò su una mescolanza di culture e cercò di accontentare tutti, ma uccise alcuni membri della sua famiglia ed altri che minacciarono la sua posizione.
Compì la strage degli innocenti a Betlemme, nel tentativo di uccidere il bambino Gesù.
Erode Antipa
Erode Antipa era figlio di Erode il Grande e sovrano romano di Galilea, quando Gesù Cristo fu processato.
Poiché Gesù proveniva dalla Galilea, Ponzio Pilato lo mandò da lui piuttosto che cercare di giudicarlo da se stesso.
Erode Antipa provocò la morte di Giovanni Battista che lo aveva accusato di adulterio e perse il potere nel 39 d.C. quando suo nipote lo accusò di cospirazione contro l’allora imperatore romano Caligola.
Ponzio Pilato
Ponzio Pilato era il prefetto della Giudea mentre Tiberio era imperatore a Roma, dal 26 al 36 d.C. circa, ed era un romano di classe superiore.
Pilato, come rappresentato nelle Scritture, sembrava riluttante a condannare Gesù, lo mandò da Erode e offrì Barabba al Suo posto.
Pilato fu deposto nel 37 d.C. dopo aver represso violentemente una rivolta samaritana.
Caifa
Caifa era un sadduceo e fu nominato dai romani all’ufficio di sommo sacerdote.
Era il genero di Anna, l’ex sommo sacerdote, e (offrendo cospicue somme di denaro ai romani) si assicurò che molti tra i suoi figli ricoprissero la stessa posizione.
Caifa rimase in carica molto a lungo, perché fu in grado di compiacere i romani. Era ancora in carica quando Ponzio Pilato fu richiamato a Roma.
Farisei
I farisei (“messi a parte”) non facevano parte di una setta specifica ma di un indirizzo religioso che influenzò la cultura e la politica.
Credevano nella purezza ebraica e vivevano con esattezza la Legge di Mosè. Credevano nella risurrezione e nelle tradizioni orali che non erano riportate direttamente nelle Scritture.
Respinsero l’influenza greca. Potevano essere poveri o borghesi, ma pochi erano ricchi. Tendevano a giudicare e a mostrare esternamente di vivere la legge.
Quando gli ebrei furono dispersi dai romani nel 70 d.C., la loro forma di ebraismo mutò in ebraismo rabbinico.
Sadducei
La casa di un Sadduceo, a Gerusalemme, avrebbe potuto essere così descritta: riccamente arredata e in perfetto stile greco.
I sadducei (da “Sadoc, il sommo sacerdote”) solitamente erano ebrei ricchi provenienti da famiglie influenti. Accettavano solo ciò che trovavano nelle Scritture e non credevano alla risurrezione.
Accettarono la cultura greca e le loro case in Giudea erano costruite seguendone lo stile architettonico.
Si concentravano sulla discendenza sacerdotale e sull’importanza sociale ma svanirono dopo che i romani dispersero gli ebrei nel 70 d.C.
Scribi
Durante la cattività babilonese, gli Scribi tenevano gli annali, copiavano e redigevano le Scritture.
Quando gli ebrei iniziarono a parlare aramaico e greco, gli scribi iniziarono ad esporre ed insegnare le Scritture, che erano scritte in ebraico.
Gli scribi non erano uniti in nessuna filosofia, ma molto probabilmente aderivano alle idee dei farisei.
Esseni
Durante il dominio asmoneo, gli Esseni iniziarono a pensare che il tempio fosse contaminato, così come il sacerdozio.
Sebbene alcuni vivessero una vita consacrata nella società, altri si esiliarono a Qumran sperando di tornare un giorno in una Gerusalemme ed ad un tempio purificati.
Avevano un calendario diverso rispetto ai farisei di Gerusalemme, quindi la maggior parte dei loro giorni santi non corrispondeva con quelli degli ebrei in città.
Erano celibi e esigevano che i loro membri vivessero leggi molto rigorose di purificazione. Tenevano dei registri che nascondevano in delle grotte.
Oggi, questi documenti sono conosciuti come Rotoli del Mar Morto (c’è ancora un dibattito tra gli studiosi sulla paternità di questi rotoli attribuita agli Esseni).
Il sinedrio
I sinedri (“seduti insieme”) erano delle assemblee formate da ventitré o settantuno rabbini, facenti funzione di tribunali in ogni città dell’antica Terra di Israele.
Le assemblee più piccole erano considerate “minori” rispetto al Grande Sinedrio di Gerusalemme.
Si incontravano in un luogo chiamato “Sala delle Pietre Tagliate” e si riunivano tutti i giorni tranne il sabato e gli altri giorni sacri.
Caifa, che notoriamente accusò e perseguitò Cristo causandone la crocifissione, aveva comprato la sua posizione sul Sinedrio, poiché era stata detenuta da altri membri della sua famiglia prima di lui.
Il Sinedrio, in realtà, continuò a funzionare anche dopo la distruzione del tempio da parte dei romani, nel 70 d.C., e si trasferì in Galilea.
Rimase in carica, utilizzando vari nomi, fino al 425 d.C., ed infine terminò la sua attività a causa delle intense persecuzioni provenienti dall’Impero Romano d’Oriente.
La Legge di Mosè dettava molte regole che il Sinedrio doveva seguire, per garantire un processo equo a coloro che venivano accusati di qualche crimine, ma che furono quasi del tutto infrante per condannare il Salvatore.
Sicarii
I Sicarii facevano parte degli zeloti che erano contro il dominio romano sugli ebrei. Il loro nome deriva dai pugnali che nascondevano sotto le loro vesti.
“Alle riunioni pubbliche, tiravano fuori questi pugnali per attaccare sia i simpatizzanti romani che quelli ebraici romani, confondendosi tra la folla dopo l’atto, per sfuggire alla cattura” (Wikipedia).
Gli ebrei che furono messi alle strette dai romani, a Masada, dopo la distruzione del tempio, erano zeloti.
La famiglia di Gesù Cristo
Matteo 13:54-56 dice: “…Non è questo il figlio del falegname? Sua madre non si chiama Maria? E i suoi fratelli Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non sono tutte con noi?”.
Quindi sappiamo che Gesù aveva quattro fratelli e almeno due sorelle. Il fratello di Gesù, Giacomo, continua ad apparire nella Bibbia dopo la crocifissione di Cristo.
Secondo il dizionario di Oxford della chiesa cristiana (The Oxford Dictionary of The Christian Church), quando Pietro l’Apostolo lasciò Gerusalemme, fu Giacomo a diventare il capo della chiesa di Gerusalemme e fu tenuto in grande considerazione dai cristiani ebrei.
Egesippo riferisce che venne giustiziato dal Sinedrio nel 62 d.C.
Sia Maria (Miryam) che Giuseppe (Yosef) erano discendenti davidici della tribù di Giuda.
È interessante che Maria e Giuseppe vivessero in Galilea piuttosto che vicini al tempio in Giudea, considerando quanto fossero fedeli e considerando la loro discendenza.
Alcuni studiosi sostengono che i loro antenati potrebbero aver avuto incarichi governativi sotto gli Asmonei.
La famiglia di Giovanni Battista
La famiglia di Giovanni Battista era levita e Giovanni era il collegamento tra la Legge di Mosè, con il sacerdozio di Aronne ed i principi fondamentali di sacrificio, pentimento e battesimo, e le leggi superiori di Cristo e del Sacerdozio di Melchisedec.
Nacque sei mesi prima del Salvatore.
La famiglia di Giovanni viveva in Giudea ed entrambi i suoi genitori erano discendenti di Aronne.
Il padre di Giovanni, Zaccaria, era un sacerdote che prestava servizio nel tempio, dove fu visitato dall’angelo Gabriele (che nella mortalità era Noè) il quale gli disse che sua moglie Elisabetta, sterile e in età avanzata, avrebbe avuto un figlio.
Zaccaria non era un sommo sacerdote (e non si trovava nel Santo dei Santi) ma era uno delle migliaia di sacerdoti che prestavano servizio nel tempio.
La storia del suo martirio proviene da materiale non scritturale e, sebbene sia stato accettato dai cristiani successivi, potrebbe riferirsi ad un profeta precedente omonimo.
Quale pensate sarebbe la cosa più difficile da fare per seguire Gesù Cristo in un periodo come quello in cui viviamo? Condividete le vostre idee nei commenti.
Com’era il mondo quando nacque Gesù Cristo? è stato scritto da Gale Boyd a pubblicato sul sito thirdhour.org. Questo articolo è stato scritto da Cinzia Galasso.
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