Nell’inno della primaria dei Santi degli Ultimi Giorni, “La preghiera di un bambino”, il testo ci insegna che il paradiso è sempre raggiungibile e che le preghiere ci connettono al Padre Celeste.
Padre celeste, sei davvero ̑in ciel?
Odi ̑e rispondi ̑a ̑un bimbo che si volge ̑a Te?
Qualcuno dice che sei lontan,
ma nel mio pregar Ti sento ̑accanto ̑a me.
Padre celeste, mi ricordo, sai,
ciò che ̑ai discepoli diceva ̑il buon Gesù:
“Lasciate ̑i bimbi venire ̑a me.”
Padre ̑in preghiera ora vengo ̑a Te.
Sì, Egli ̑è qui;
sì, Ti ascolta;
sei figlio Suo,
d’amor ti circonda.
Dio sente te;
ama ̑i bambini,
poiché nostro ̑è ̑il regno,
il regno del ciel.
Questo inno vale non solo per i bambini, ma per tutti i figli del Padre celeste. Ci viene comandato di «invocare Dio nel nome del Figlio per sempre» (Mosè 5:8).
Lo stesso comandamento fu dato ad Adamo quando lasciò la presenza di Dio. Da quel giorno, fino ad oggi, la preghiera è stata per noi un modo per parlare al Padre celeste.
Le preghiere ci connettono al Padre Celeste: ma come dobbiamo pregare?
Le Scritture ci insegnano che dovremmo pregare il Padre celeste nel nome di Gesù Cristo perché “nessuno viene al Padre se non per Lui” (Giovanni 14:6).
Dobbiamo pregare con cuore umile. Dobbiamo essere disposti a sottometterci alla Sua volontà e fare nostre le parole di Gesù Cristo: “non sia fatta la mia volontà, ma la tua” (Luca 22:42).
Mentre preghiamo dobbiamo avere un cuore pentito, per confessare i peccati che abbiamo commesso.
Possiamo anche includere altri nelle nostre preghiere, specialmente coloro che hanno bisogno di conforto.
Pregare il nostro Padre celeste richiede un’intenzione sincera.
Questo intento può essere quello di ringraziare il Padre celeste per le benedizioni che abbiamo ricevuto o di chiedere guida e, poi, agire in base alle risposte che riceviamo.
Gesù disse: “Ma tu, quando preghi, entra nella tua cameretta, e serratone l’uscio fa’ orazione al Padre tuo che è nel segreto; e il Padre tuo che vede nel segreto, te ne darà la ricompensa” (Matteo 6:6).
Non dobbiamo pregare in pubblico per ottenere l’attenzione e l’approvazione di altre persone. Tuttavia, possiamo pregare insieme alle nostre famiglie, la nostra congregazione, la comunità e gli amici.
Possiamo pregare in silenzio o a voce alta.
Per cosa dobbiamo pregare?
Pregare il nostro Padre celeste include ringraziarLo per tutte le nostre innumerevoli benedizioni, specialmente per il Piano di salvezza e l’espiazione del Salvatore.
Possiamo anche pregare per ricevere luce quando ci sentiamo offuscati dalla confusione o guida quando prendiamo delle decisioni importanti.
Nel Libro di Nefi ci viene insegnato che “…qualsiasi cosa chiederemo al Padre nel nome di Gesù, che è giusto, credendo che riceveremo, ecco, ci sarà dato”.
Inoltre, è scritto nel Libro di Matteo: “Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto: perché chiunque chiede riceve; e chi cerca trova; e a chi bussa viene aperto”.
Il Padre celeste è un Padre amorevole che vuole esaudire i nostri desideri retti. Tuttavia, Egli dà un avvertimento a coloro che chiedono cose ingiuste dicendo:
“E se chiederete qualcosa che non è opportuno, si volgerà a vostra condanna” (Dottrina e Alleanze 88:65).
Quando dobbiamo pregare?
Il Padre celeste ci ascolta 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Quando sentiamo il bisogno di comunicare con Lui, Lui è sempre pronto ad ascoltarci.
Possiamo pregare quando siamo soli o quando siamo circondati da persone. Dovremmo pregare prima dei pasti e ogni mattina e sera con le nostre famiglie.
Possiamo pregare quando andiamo al lavoro o quando svolgiamo le nostre faccende.
I Santi degli Ultimi Giorni iniziano e chiudono le riunioni con una preghiera. Possiamo pregare il nostro Padre celeste in qualsiasi momento.
Come si ricevono le risposte alle preghiere?
Alle preghiere viene data risposta in una moltitudine di modi, nei tempi del Signore e secondo i bisogni individuali di ogni persona.
Le risposte possono arrivare sotto forma di sentimenti di pace su una certa scelta o opzione, o attraverso soluzioni e opportunità a cui forse non avremmo mai pensato prima.
Le risposte possono arrivare attraverso le scritture, attraverso altre persone, o anche attraverso l’aiuto di angeli che possono guidarci e ispirarci dall’altra parte del velo.
Quando preghiamo, dobbiamo ricordare che il nostro tempismo non è il tempismo di Dio. Nel libro di Isaia, il Signore ha detto:
“Poiché i miei pensieri non sono i tuoi pensieri, né le tue vie sono le mie vie… Poiché come i cieli sono più alti della terra, così le mie vie sono più alte delle tue vie e i miei pensieri più alti dei tuoi pensieri.”
I desideri retti che gridiamo al Signore in preghiera, trovano risposta attraverso la nostra fedeltà e la nostra disponibilità ad aspettare il Signore.
Alcune benedizioni arrivano come desideriamo, altre vengono dopo e altre non arrivano finché non raggiungiamo il paradiso.
Inoltre, alcune benedizioni potrebbero non essere adatte a noi e la risposta che ci viene data è “no”.
Per le benedizioni che non arrivano, leggiamo una spiegazione nel Libro di Giacomo che dice: “Chiedi e non ricevi, perché chiedi male”.
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Le benedizioni che chiediamo non arrivano se i nostri desideri non sono in linea con la volontà del Padre celeste.
Ci ha promesso che “Se dimoriamo in Lui, e le Sue parole dimorano in noi, noi chiederemo ciò che vogliamo, e sarà fatto” (Giovanni 15:7).
Pregare il nostro Padre celeste ci avvicina a Lui. Non c’è preghiera troppo silenziosa che non possa sentire, né alcun luogo troppo lontano che non possa raggiungere.
In che modo le preghiere ci connettono al Padre Celeste? È stato scritto da Chona e pubblicato sul sito faith.ph. Questo articolo è stato tradotto da Cinzia Galasso.
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