In Matteo 12 leggiamo che mentre gli apostoli si trovavano ad attraversare un campo nel giorno di sabato, si misero a spigolare, scatenando l’ira dei Farisei.

Gesù poi entrò in una sinagoga, e vedendo un uomo con la mano avvizzita lo guarì, ricevendo altre accuse.

Perché i Farisei si scandalizzarono quando videro gli apostoli “svellere delle spighe” o Gesù compiere delle guarigioni di sabato?

La ragione è legata alla concezione che il Sabato ebraico aveva acquisito nei secoli. In risposta a tali critiche, il Salvatore insegnò un’importante lezione sul vero significato del giorno del riposo. 

I discepoli colti a spigolare

Nel dodicesimo capitolo di Matteo si legge: 

In quel tempo Gesù passò in giorno di sabato per i seminati; e i suoi discepoli ebbero fame e presero a svellere delle spighe ed a mangiare.

E i Farisei, veduto ciò, gli dissero: Ecco, i tuoi discepoli fanno quel che non è lecito di fare in giorno di sabato (Matteo 12.1-2).

Per capire come mai i Farisei ebbero questa reazione, è importante sapere quali erano i dettami della legge ebraica rispetto al giorno del riposo. 

L’osservanza del sabato (o settimo giorno) quale giorno santo fu fin dall’inizio un segno dell’alleanza tra Dio e il suo popolo eletto, e rappresentava uno dei precetti più importanti della legge mosaica.

Inoltre, il sabato come giorno del riposo dalle fatiche ordinarie era una caratteristica nazionale che distingueva gli Israeliti dai popoli pagani.

La santità del sabato era stata prefigurata nel racconto della Creazione prima ancora che l’uomo fosse posto sulla terra, come dimostra il fatto che Dio si riposò dopo i sei periodi o giorni di lavoro creativo, benedisse il settimo giorno e lo santificò (vedere Genesi 2:3).

L’osservanza richiesta, tuttavia, non era volta ad affliggere e aggravare maggiormente il popolo d’Israele, bensì il contrario; il sabato era consacrato al riposo e al giusto godimento e doveva essere un giorno di festa spirituale davanti al Signore.

Non fu stabilito come giorno di astinenza; tutti potevano mangiare, ma sia la padrona che la serva dovevano essere sollevate dal lavoro di preparazione del cibo; né il padrone né l’uomo potevano arare, scavare o faticare in altro modo.

Poco dopo il 600 a.C., quando furono portati in cattività a Babilonia, gli Ebrei cercarono di costruire un “recinto” intorno ai loro comandamenti, rendendoli più rigidi.

Questo è ciò che accadde, e in modo per lo più deleterio, per il quarto comandamento:

“Ricordati del giorno del riposo per santificarlo. Lavora sei giorni e fa’ in essi ogni opera tua; ma il settimo è il giorno di riposo, sacro all’Eterno, ch’è l’Iddio tuo” (Esodo 20:8-10).

Molto prima dell’avvento di Cristo, lo scopo originario del sabato cominciò ad essere totalmente travisato, così come lo spirito della sua osservanza era stato soffocato sotto il peso delle ingiunzioni rabbiniche e del formalismo delle restrizioni.

Al tempo del ministero del Signore, i tecnicismi prescritti come regole allegate alla legge erano quasi innumerevoli; e il peso così imposto al popolo era diventato pressoché insopportabile.

Gli Scribi schematizzarono la loro definizione di “lavoro” suddividendola in 39 categorie. Nel tentativo di costruire una “recinzione” o di proteggere il sabato, essi proibirono molte attività, tra cui seminare, arare e mietere. 

Anche le infrazioni più lievi alle regole tradizionali erano punite severamente e la pena capitale era tenuta sotto gli occhi del popolo come minaccia suprema per le profanazioni estreme.

In alcuni casi, la legge prevedeva addirittura la morte per le violazioni del sabato (Es. 31:14-15).

La tradizione ebraica successiva prevedeva che prima di applicare tale pena, al trasgressore venisse dato un avvertimento.

Pertanto, l’accusa che i Farisei fecero ai discepoli può essere interpretata come l’avvertimento richiesto dalla tradizione.

Perché i discepoli si misero a spigolare?

la chiamata dei dodici apostoliLa legge mosaica della “spigolatura” chiedeva ai contadini di lasciare alcune parti dei campi incolti come mezzo per provvedere ai poveri o ai viaggiatori che li avessero attraversati (vedere Levitico 23:22).

La legge di Mosè permetteva di cogliere dal campo ciò che si poteva raccogliere con le sole mani, ma non con la falce, senza che questo venisse considerato un furto. (Deut 23:25).

I Farisei che osservarono il gruppo itinerante di Gesù erano contrariati dal giorno specifico scelto per la spigolatura, ovvero il sabato, e non per la spigolatura in sé.

La risposta di Gesù ai Farisei 

A tali accuse (o avvertimento) il Salvatore rispose: 

Ma egli disse loro: Non avete voi letto quel che fece Davide, quando ebbe fame, egli e coloro ch’eran con lui?

Come egli entrò nella casa di Dio, e come mangiarono i pani di presentazione i quali non era lecito di mangiare né a lui, né a quelli ch’eran con lui, ma ai soli sacerdoti?

Ovvero, non avete voi letto nella legge che nei giorni di sabato, i sacerdoti nel tempio violano il sabato e non ne son colpevoli? (Matteo 12:3-5)

La storia di Nicodemo e GesùGesù rispose citando un episodio precedente, molto rilevante per la cultura ebraica, che fosse applicabile al caso. 

Naturalmente la domanda del Salvatore era di natura retorica. I Farisei conoscevano bene questa storia; l’ingiunzione implicita di Gesù è che essi non avevano capito o applicato ciò che avevano letto.

L’episodio specifico cui si riferisce il Salvatore, vede come protagonista Davide, in fuga da Saul verso il paese di Nob (1 Samuele 21) con un piccolo seguito di uomini.

Per sopperire alla mancanza di cibo, chiese al sacerdote Ahimelec che gli desse del pane.

Il sacerdote non aveva altro che pane consacrato, ovvero il pane della “presentazione” del tabernacolo. Vista la condizione di urgente necessità, il sacerdote diede i pani agli affamati.

Il pane “della presentazione” è così chiamato perché veniva posto alla presenza di Geova. I pani erano in tutto dodici, e venivano preparati senza lievito.

Dovevano essere posti su un tavolo nel Luogo Santo, disposti in due colonne di sei pani ciascuna.

I pani venivano lasciati sull’altare per una settimana, al termine della quale venivano rimossi e mangiati dal sacerdote nel luogo santo, cioè all’interno dei confini del santuario.

Per le persone al di fuori dei sacerdoti, mangiare i pani della presentazione era considerato un sacrilegio, perché erano “santi” (vedere  Esodo 25:30; Levitico 24:5-9; 1 Samuele 21:1-6.).

Ai Farisei accusatori, Gesù ricordò anche che i sacerdoti del tempio lavoravano duramente nel giorno di sabato, a causa della macellazione delle vittime sacrificali che il servizio nel tempio comportava, eppure erano ritenuti irreprensibili a causa delle esigenze superiori del culto che rendevano necessario tale lavoro.

Gesù Signore del Sabato

Il suo rimprovero è seguito dall’affermazione della sua supremazia personale: 

Or io vi dico che v’è qui qualcosa di più grande del tempio.

E se sapeste che cosa significhi: Voglio misericordia e non sacrifizio, voi non avreste condannato gl’innocenti;

perché il Figliuol dell’uomo è signore del sabato (Matteo 12:6-8).

Sermon on the Mount, Henrik Olrik

Sermon on the Mount, Henrik Olrik

Così Gesù redarguì i Farisei per la loro ignoranza e il loro ingiusto zelo, dicendo loro che se avessero saputo cosa significava la scrittura “voglio misericordia e non sacrifizio” non avrebbero condannato i discepoli innocenti.

Nell’affermare che vi era qualcuno di più grande del tempio, stava alludendo chiaramente a sé stesso, e a giusto titolo.

Non fu un’arrogante dichiarazione di superiorità, ma un riconoscimento obiettivo del Suo ruolo di Salvatore.

Chi, se non il Cristo, aveva il potere di purificare più dei sacrifici animali? Gesù è realmente il punto di congiunzione tra il cielo e la terra, tra Dio e l’umanità.

Il Suo corpo è la casa di Dio. Egli è il mezzo attraverso cui possiamo essere purificati spiritualmente. Egli è il Messia, l’Unto, Colui che santifica chiunque lo tocchi.

Il Suo sacrificio è l’unica offerta vicaria senza macchia. Egli versò il Suo sangue per prendere su di sé i nostri peccati. La Sua Espiazione è la più misericordiosa di tutte. 

Quale Dio dell’Antico Testamento, Egli rivelò il tabernacolo al popolo, affinché fosse istruito sulla natura di Dio.

Lo scopo intrinseco del tabernacolo era quello di volgere la mente e il cuore di Israele a Cristo.

L’intera esperienza del sommo sacerdote nel “giorno dell’espiazione” è una prefigurazione della vita e della missione del Salvatore, a partire dalla scelta del capro espiatorio che porta i peccati di Israele, e il passaggio di quest’ultimo attraverso il velo per essere posto sul propiziatorio e l’arca dell’alleanza (Lev 16).

Il cammino verso il luogo santo era la via verso l’albero della vita (rappresentato dalla menorah) dove coloro che avevano stretto l’alleanza prendevano del frutto senza peccato e da lì passavano attraverso il velo per entrare nel santo dei santi.

Ognuno di questi rituali raffigurava degli aspetti dell’espiazione di Cristo. Egli è l’unico vero sommo sacerdote che passa attraverso il velo per entrare alla presenza di Dio senza peccato.

Ogni aspetto del tempio di Mosè parlava del nostro Creatore, che si incarnò in Gesù di Nazareth. Gesù non rese giustizia a sé stesso quando disse “vi è uno più grande del tempio”.

Egli è realmente il Signore del sabato.

L’uomo dalla mano avvizzita

L’uomo dalla mano avvizzitaSubito dopo l’episodio dei discepoli colti a spigolare, Gesù commise un’altra “violazione” (secondo i Farisei) del giorno di sabato: la guarigione dell’uomo dalla mano “secca” (o avvizzita). 

E, partitosi di là, venne nella loro sinagoga.

Ed ecco un uomo che avea una mano secca. Ed essi, affin di poterlo accusare, fecero a Gesù questa domanda: È egli lecito far delle guarigioni in giorno di sabato?

Ed egli disse loro: Chi è colui fra voi che, avendo una pecora, s’ella cade in giorno di sabato in una fossa non la prenda e la tragga fuori?

Or quant’è un uomo da più d’una pecora! È dunque lecito di far del bene in giorno di sabato. (Matteo 12: 9-12)

Ancora una volta, il Salvatore stava mostrando ai Suoi accusatori il vero spirito della legge, e rivelando l’ipocrisia e l’inutilità dietro le rigide restrizioni rabbiniche. 

Degli Evangelisti soltanto Luca, che era un medico, specifica che la mano secca era quella destra.

Tutte le funzioni rituali pulite venivano effettuate con la mano destra, mentre tutte le pratiche impure con quella sinistra.

Una mano avvizzita era considerata impura. Secondo la tradizione giudaica, tutto ciò che veniva toccato da una mano avvizzita veniva considerato impuro.

Pertanto, quest’uomo possedeva due mani impure, cosa che probabilmente lo rendeva oggetto di ostracismo.

Gesù permise a quest’uomo non solo di guarire da una condizione fisica svantaggiata, ma di poter degnamente rendere il culto nel tempio. 

In Marco il Salvatore estende questo concetto insegnando che “Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato” (Marco 2:27).

Questa dichiarazione contiene un’importante intuizione sul sabato: il sabato è stato creato.

È forse insolito pensare al sabato come a un’entità creata, ma questo linguaggio, così come il racconto della creazione in Genesi 1-2, incoraggia questa visione del sabato.

I poteri di Dio si estendono non solo alla creazione di oggetti, ma anche al tempo consacrato.

La ragione per cui Davide non commise peccato nel mangiare il pane era la stessa che rendeva lecito il lavoro del sabato dei sacerdoti.

La legge del sabato non era una legge di semplice riposo, ma di riposo per rendere il culto. L’obiettivo era il servizio per il Signore.

I sacerdoti lavoravano di sabato perché questo servizio era l’oggetto del sabato; e a Davide fu permesso di mangiare il pane, non [solo] perché stava rischiando la vita a causa della fame, ma perché sosteneva di essere al servizio del Signore e di aver bisogno di questa provvidenza.

Similmente, quando gli apostoli si ritrovarono a spigolare nei campi nel giorno del riposo, erano al servizio del Signore; prestare servizio a Lui era più importante che prestare servizio nel tempio, perché Lui era più importante del tempio.

Lui era Colui che in primis aveva istituito il sabato, e questo lo rendeva letteralmente il Signore del Sabato.

Se i Farisei avessero creduto a questo, non avrebbero messo in discussione la loro condotta, né avrebbero violato quella legge superiore che imponeva la misericordia e non il sacrificio”.

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Secondo voi, in che modo questi principi possono influenzare il modo in cui noi viviamo il giorno del riposo? Fatecelo sapere tra i commenti!

Gesù Signore del Sabato”: il vero significato del giorno del riposo è stato scritto da Ginevra Palumbo

Fonti di riferimento:

https://www.churchofjesuschrist.org/study/manual/jesus-the-christ/chapter-15?lang=eng

https://archive.bookofmormoncentral.org/content/matthew-11%E2%80%9312-luke-11

https://www.byunewtestamentcommentary.com/mark-223-28-jesus-teaches-about-the-sabbath/

https://archive.bookofmormoncentral.org/content/come-follow-me-matthew-10-12-mark-2-luke-7-11

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