Una delle scoperte più importanti per conoscere uno dei profeti più singolari delle Scritture, è la scoperta del libro di Enoc.
In effetti, prima di questo avvenimento, per conoscere questo profeta l’Antico Testamento non era la migliore fonte a cui attingere, perché vi sono solo quattro versetti criptici su di lui.
“Ed Enoc visse sessantacinque anni, e generò Metushela. Ed Enoc, dopo ch’ebbe generato Metushela, camminò con Dio trecento anni, e generò figli e figlie; e tutto il tempo che Enoc visse fu trecentosessantacinque anni. Ed Enoc camminò con Dio; poi scomparve, perché Iddio lo prese” (Genesi 5:21-24).
Nell’Antico Testamento, incontriamo per 6 volte Enoc, figlio di Giared (da non confondere con “Enoc figlio di Caino”).
E neanche il Nuovo Testamento aggiunge molto alla nostra conoscenza su Enoc, perché egli viene nominato solo in tre versetti: una genealogia in Luca e due brevi affermazioni in Ebrei 11:5:
“Per fede Enoc fu trasportato perché non vedesse la morte; e non fu più trovato, perché Dio l’avea trasportato; poiché avanti che fosse trasportato fu di lui testimoniato ch’egli era piaciuto a Dio” e Giuda 1:14: “Per loro pure profetizzò Enoc, il settimo da Adamo, dicendo:
Ecco, il Signore è venuto con le sue sante miriadi per far giudicio contro tutti”.
Sebbene i riferimenti siano pochi, confermano che la vita e gli insegnamenti di Enoc erano conosciuti e considerati preziosi ai tempi del Nuovo Testamento.
Sono le Scritture dei Santi degli Ultimi giorni, contenenti alcune rivelazioni moderne, a colmare le principali lacune sulla vita e sul ministero di Enoc.
In Dottrina e Alleanze il nome di Enoc compare undici volte e lì apprendiamo che “Enoc aveva venticinque anni quando fu ordinato sotto la mano di Adamo, e aveva sessantacinque anni quando Adamo lo benedisse” (Dottrina e Alleanze 107:48).
Leggiamo che Gesù Cristo stesso prese “nel suo seno la Sion di Enoc” (Dottrina e Alleanze 38:4). Impariamo anche che “queste cose furono tutte scritte nel libro di Enoc, e ne sarà resa testimonianza a tempo debito” (Dottrina e Alleanze 107:57 – Secondo l’intestazione, questa rivelazione venne data nell’aprile 1835.)
Il libro di Enoc
“A tempo debito” è una frase scritturale che significa “secondo i tempi del Signore”. Il Suo tempismo è la Sua chiamata: la prossima settimana o tra molte, molte generazioni, in questa vita o nella prossima.
In questa situazione, la profezia della venuta alla luce del libro di Enoc era già in via di adempimento.
Quello che segue qui è un breve resoconto. Se desiderate leggerne uno più dettagliato, vi suggeriamo l’articolo del dottor Hugh Nibley, “A Strange Thing in the Land: The Return of the Book of Enoch“, parte 1 (disponibile solo in inglese).
Nel 1773, l’esploratore scozzese James Bruce, in viaggio in quella che oggi è l’Etiopia, scoprì degli antichi testi all’interno di un monastero.
La collezione conteneva delle copie del libro di Enoc scritto in Ge’ez, la lingua dell’Etiopia settentrionale.
Nel 1821, un professore dell’Università di Oxford, il dottor Richard Laurence, iniziò la prima traduzione in inglese, che fu pubblicata in segmenti fino alla sua morte, nel 1838. Il suo lavoro completo fu pubblicato nel 1883.
Un’altra edizione di R.H. Charles arrivò nel 1912. Con la scoperta dei Rotoli del Mar Morto, ne emersero altre copie in diverse lingue.
Il fatto che ci fossero molte copie indica che la gente di Qumran apprezzava le parole di Enoc.
“Molte copie del racconto di Enoc sono state trovate tra i Rotoli del Mar Morto. Quella era probabilmente una delle scritture più autorevoli e popolari della comunità di Qumran”.
Il Libro di Enoc e la Perla di Gran Prezzo
Come nel caso di altri profeti dell’Antico Testamento, le informazioni su Enoc erano considerate da molti semplice folklore per via di una mancanza di prove archeologiche.
Fino alla scoperta di James Bruce, c’erano voci e alcuni frammenti di un presunto libro di Enoc, ma niente di concreto.
Commentando questa situazione, il dottor Hugh Nibley ha scritto:
“Fu solo quando un testo importante, il libro etiope di Enoc, noto come 1° Enoc, fu portato alla luce all’inizio del diciannovesimo secolo, che gli studiosi iniziarono a guardare seriamente e a mettere insieme prove che portassero alla luce una versione dopo l’altra (antico slavo, greco, ebraico, aramaico, ecc.) di quello stesso libro perduto di Enoc, che era stato così a lungo considerato un frutto dell’immaginazione gnostica.
Dopo di ciò, si è scoperto che il libro di Enoc era reale”.
Non solo il libro esiste, ma quando il testo di 1° Enoc viene affiancato ai versi corrispondenti del libro di Mosè, la trama e i vocaboli sono notevolmente simili. Alcuni esempi lo dimostrano:
- Enoc vede che Noè è protetto dalla mano di Dio:
Mosè 7:43—Enoc vide dunque che Noè costruì un’arca; e che il Signore sorrise su di essa e la tenne nella Sua mano; ma sul resto dei malvagi venne il diluvio e li inghiottì.
1 Enoc 67:2—In questo momento, gli angeli stanno lavorando il legno (per costruire un’arca) e quando sarà completata, io metterò le mie mani su di essa e la proteggerò.
- Enoc vede tutte le cose:
Mosè 7:67—E il Signore mostrò a Enoc ogni cosa, sì, fino alla fine del mondo.
2 Enoc 40:1 — Ora dunque, figli miei, io so tutto… i miei occhi hanno visto tutto dall’inizio fino alla fine e dalla fine al nuovo inizio.
- Enoc vestito di gloria:
Mosè 7:3—Mentre stavo sul monte, vidi i cieli aperti e fui rivestito di gloria.
2 Enoc 22:8–10—Il Signore disse a Michele: Prendi Enoc e strappalo dalle vesti terrene. E ungilo con l’olio delizioso e mettigli vesti di gloria… E mi sono guardato, ed ero diventato come uno dei gloriosi, e non c’era alcuna differenza.
Una fonte scritturale migliore è di gran lunga la Perla di Gran Prezzo, dove troviamo 60 occorrenze con il suo nome, in 111 versetti, da Mosè 6:21 a Mosè 8:19.
Questi versetti contengono dettagli a sufficienza per riempire molti libri. Gran parte del testo è riportato con “la voce” di Enoc e fornisce informazioni che solo la persona che ha vissuto quelle esperienze può conoscere.
Enoc: profeta, veggente, rivelatore
Enoc ebbe la benedizione di nascere in una “terra di rettitudine” (Mosè 6:41) e suo padre Giared gli insegnò “tutte le vie di Dio” (Mosè 6:21).
Quando aveva sessantacinque anni, Enoc iniziò a ricevere straordinarie visioni e raccontò la sua prima esperienza:
“E avvenne che mentre viaggiavo dal paese di Kenan, lungo il mare a oriente, ebbi una visione; ed ecco, io vidi i cieli, e il Signore parlò con me e mi diede un comandamento” (Mosè 6:42).
La risposta di Enoc a ciò che vide e sentì, dimostra il suo carattere. Quando Enoc ebbe udito queste parole, si prostrò a terra, davanti al Signore, e parlò davanti al Signore, dicendo:
“Come è che io ho trovato favore ai tuoi occhi, e non sono che un ragazzo e tutte le persone mi odiano, perché sono lento nel parlare; perché dunque sono tuo servitore?” (Mosè 6:31).
Il Signore espresse fiducia in Enoc, che non si sentiva qualificato perché giovane, odiato e lento di parola: “E Il Signore disse ad Enoc: Va’, e fa come ti ho comandato, e nessuno ti trafiggerà.
Apri la bocca ed essa sarà riempita, e ti darò di esprimerti, poiché ogni carne è nelle mie mani e io farò come mi sembra bene. Di’ a questo popolo: Scegliete oggi di servire il Signore Iddio che vi ha fatto.
Ecco, il mio spirito è su di te, pertanto giustificherò tutte le tue parole; e le montagne fuggiranno dinanzi a te, e i fiumi devieranno dal loro corso; e tu dimorerai in me e io in te; cammina dunque con me” (Mosè 6:32–34).
Insieme a queste promesse, il Signore istruì Enoc per prepararlo ulteriormente. “E il Signore parlò ad Enoc, e gli disse: Ungi i tuoi occhi con l’argilla e lavali, e tu vedrai.
Ed egli fece così” (Mosè 6:35). “Vedrai” suggerisce che Enoc era stato chiamato come veggente e avrebbe visto sia il passato che il futuro, il che è esattamente quello accadde.
Enoc “vide gli spiriti che Dio aveva creato; e vide anche cose che non erano visibili all’occhio naturale” (Mosè 6:36).
Le persone che ascoltarono Enoc riconobbero questa verità “e da quel momento in avanti venne il detto ovunque nel paese: Il Signore ha suscitato un veggente al suo popolo”.
Enoc fece come gli era stato comandato e rese testimonianza in tutto il paese:
“Il Signore che parlò con me è il Dio del cielo, ed è il mio Dio ed il vostro Dio, e voi siete miei fratelli; e perché vi consigliate da voi stessi e rinnegate il Dio del cielo?” (Mosè 6:43).
Testimoniò della creazione e che “per il fatto che Adamo cadde, noi siamo; e mediante la sua caduta venne la morte” (Mosè 6:48) e “non possiamo negarlo” (Mosè 6:45).
Enoc, come fanno i grandi missionari, rese testimonianza dei loro sacri scritti. “Poiché abbiamo scritto un libro di memorie fra noi, secondo il modello dato dal dito di Dio; ed è dato nella nostra lingua” (Mosè 6:46).
Enoc insegnò il piano di salvezza e mise in guardia il popolo da Satana. Egli rese testimonianza di Gesù Cristo “il solo nome che sarà dato sotto il cielo, mediante il quale la salvezza verrà ai figlioli degli uomini” (Mosè 6:52).
Chiamò il popolo a pentirsi e a farsi battezzare e promise: “riceverete il dono dello Spirito Santo”. Insegnò anche il potere della preghiera, invitando il popolo a chiedere “ogni cosa nel suo nome, e qualsiasi cosa chiederete, vi sarà data”.
Il ministero di Enoc e il frutto della sua predicazione
Sebbene alcune persone si rendessero conto che Enoc era un veggente, la sua predicazione ricevette risposte contrastanti.
“E avvenne che Enoc uscì nel paese, fra il popolo, stando sulle colline e sulle alture, e gridava a voce alta, attestando contro le loro opere; e tutti gli uomini si offesero a causa sua” (Mosè 6:37).
La potenza con cui Enoc parlava di Dio fece tremare il popolo, che “non poté stare in sua presenza” (Mosè 6:47).
Enoc ricevette un’altra visione di cui disse:
“E avvenne che mi voltai e salii sul monte; e mentre stavo sul monte, vidi i cieli aperti e fui rivestito di gloria;
E vidi il Signore; ed egli stette dinanzi al mio volto e conversò con me, sì, come un uomo conversa con l’altro, faccia a faccia; ed egli mi disse: Guarda, e io ti mostrerò il mondo per lo spazio di molte generazioni” (Mosè 7:3–4).
Enoc continuò il suo ministero e la sua grande fede produsse risultati mai raggiunti prima e dopo. Non solo era profeta e veggente, ma “guidò il popolo di Dio; e i loro nemici vennero a combattere contro di loro” (Mosè 7:13).
Come profeta e capo militare, Enoc ricorda gli uomini del Libro di Mormon: Mormon, Helaman, Laconeus, Moroni. Potenti miracoli contribuirono al successo di Enoc in questi conflitti armati.
“Tanto grande era il potere del linguaggio che Dio gli aveva dato” che, al comando di Enoc, la terra tremò, le montagne fuggirono, i fiumi cambiarono corso, i leoni ruggirono, la terra sbucò dal mare, i nemici fuggirono, i giganti “si levarono da lontano ” e una maledizione si abbatté su “tutti i popoli che combattevano contro Dio” (Mosè 7:13–15).
“Il timore del Signore era su tutte le nazioni, tanto grande era la gloria del Signore che era sul Suo popolo” (Mosè 7:17).
Sion: città di santità
Quest’era di rettitudine individuale e stabilità politica, religiosa ed economica è simile al periodo di duecento anni che seguì la visita del Salvatore al popolo nefita, in cui non vi erano contese, invidie, conflitti, tumulti, prostituzione, menzogne, furti, omicidi, lascivia e dove l’amore di Dio dimorava in ogni cuore.
“E certamente non poteva esservi un popolo più felice fra tutti i popoli che erano stati creati dalla mano di Dio” (4 Nefi 1:16).
Enoc ricevette una terza visione che abbracciava la storia della terra. Ne vide tutti gli abitanti. Vide come Satana con “una grande catena in mano” aveva velato di “tenebre l’intera faccia della terra”.
Vide Satana ridere della miseria che aveva causato. Vide “angeli che scendevano dal cielo e portavano testimonianza del Padre e del Figlio” (Mosè 7:27). Vide lo Spirito Santo cadere su molti. Enoc vide il pianto di Dio e chiese:
“Com’è possibile che tu possa piangere?” (Mosè 7:29).
Dio spiegò che le sue lacrime erano lacrime di dolore per la malvagità dell’umanità, delle Sue creazioni, che Lo avevano respinto e che erano “senza affezione” (Mosè 7:33).
Allora Enoc vide sia la venuta di Gesù Cristo che il Millennio. “Ed Enoc continuò a predicare in rettitudine al popolo di Dio. E avvenne, ai suoi giorni, che egli fondò una città che fu chiamata Città di Santità, cioè Sion” (Mosè 7:19).
Il Signore benedisse la terra e il popolo fiorì. “E il Signore chiamò il suo popolo Sion, perché erano di un solo cuore e di una sola mente, e dimoravano in rettitudine; e non vi erano poveri fra essi” (Mosè 7:18).
La Città di Santità, o Sion, fu il risultato del lavoro di Enoc nell’insegnare, guidare, proteggere e portare testimonianza durante la missione più lunga che si ricordi: 365 anni.
A questo punto, Enoc e il suo popolo furono traslati. “Ed Enoc e tutto il suo popolo camminarono con Dio; ed Egli dimorò in mezzo a Sion; e avvenne che Sion non fu più, poiché Dio la ricevette nel Suo seno; e da allora si sparse il detto: Sion È Fuggita” (Mosè 7:69).
Le scritture non ci dicono altro sulla Sion di Enoc, tranne che un uomo che sembrava degno di essere portato via, Matusalemme, fu lasciato indietro.
“E avvenne che Methushelah, il figlio di Enoc, non fu preso, affinché potessero adempiersi le alleanze che il Signore aveva fatto con Enoc; poiché aveva veramente fatto alleanza con Enoc che Noè sarebbe stato dal frutto dei suoi lombi” (Mosè 8:2).
Secondo la Traduzione della Genesi di Joseph Smith, dopo che Sion fu presa in cielo, furono traslate anche altre persone.
Al tempo di Melchisedec, quelle persone che “operarono la giustizia, ottennero il cielo e cercarono la città che Dio aveva prima conquistato”, ebbero il privilegio di fuggire da questa terra ed unirsi alla città di Enoc.
E voi cosa ne pensate della storia di Enoc? Fatecelo sapere nei commenti!
Questo articolo è stato scritto da Marilynne Todd Linford e pubblicato sul sito latterdaysaintmag.com. Questo articolo è stato tradotto da Cinzia Galasso.
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