Soltanto quando condividiamo le responsabilità riusciamo a prenderci cura del singolo in modo efficace, che è lo scopo ultimo dell’opera di Dio sulla Terra.

Per questo motivo è fondamentale comprendere l’importanza di delegare.

L’intera struttura della Chiesa è basata su questo principio.

Ogni cosa è organizzata secondo un ordine stabilito da Dio, affinché tutti possano condividere in maniera equa le responsabilità del portare avanti la causa di Sion e godere delle benedizioni del servizio. 

——-

Da grandi poteri derivano grandi responsabilità. E il buon vecchio Mosè aveva dimostrato un grande potere (datogli da Dio, si intende) nel liberare il popolo d’Israele dalla schiavitù.

Di conseguenza, in qualità di profeta e messaggero di Dio, si ritrovò ad essere il punto di riferimento assoluto per tutte le persone che lo avevano seguito.

Ogni qualvolta c’era un problema o una difficoltà, tutti si riferivano a lui per risolverlo. Ma il popolo era molto numeroso, poteva continuare a risolvere tutti i problemi da solo?

È in questa cornice che Mosè riceve un insegnamento fondamentale sull’importanza di delegare che può essere applicato a noi oggi.

Mosè rincontra Jethro dopo molti anni

Mosè rincontra JethroDopo aver fatto uscire gli Israeliti dall’Egitto, Mosè è finalmente riunito con sua moglie, i due figli e suo suocero Jethro, i quali si uniscono al resto della carovana guidata da Mosè. 

A questo punto Esodo 18 riporta la conversazione tra Mosè e Jethro: 

E quando il suocero di Mosè vide tutto quello che egli faceva per il popolo, disse: “Che cos’è questa cosa che fai con il popolo? Perché siedi solo, e tutto il popolo ti sta attorno dal mattino fino alla sera?”.

E Mosè rispose a suo suocero: “‘Perché il popolo viene da me per consultare Dio.

Quando essi hanno qualche questione, vengono da me, e io giudico fra l’uno e l’altro, e faccio loro conoscere gli ordini di Dio e le sue leggi”.

Ma il suocero di Mosè gli disse: “Questa cosa che tu fai non va bene.

Tu ti esaurirai certamente: tu e questo popolo che è con te; poiché questo compito è troppo pesante per te; tu non puoi affrontarlo da solo.

[…] ma scegli fra tutto il popolo degli uomini capaci che temano Dio: degli uomini fidati, che detestino il lucro iniquo; e stabiliscili sul popolo come capi di migliaia, capi di centinaia, capi di cinquantine e capi di decine;

e amministrino essi la giustizia tra il popolo in ogni tempo; e riferiscano a te ogni questione di grande importanza, ma ogni piccola questione la decidano loro.

Allevia così il peso che grava su te, e lo portino essi con te.

Ci sono un paio di cose che mi colpiscono di questa conversazione. La più evidente è quanto i suggerimenti forniti da Jethro a Mosè siano attuali e rispecchino l’organizzazione della struttura della Chiesa oggi.

La seconda è l’amore e la cura che le parole rivolte da Jethro a Mosè trasmettono. Si percepisce la preoccupazione per una persona a cui si tiene molto. 

Allo stesso tempo, è notevole l’umiltà con cui Mosè accetta i consigli di suo suocero. È pur sempre il profeta di Dio.

Ha condotto centinaia di migliaia di persone fuori dalla schiavitù, le ha guidate e continua a guidarle attraverso il deserto, è stato lo strumento per fare avverare molti miracoli. 

Eppure, riconosce il valore e la saggezza nei consigli di suo suocero.

Questo dimostra quanto, a prescindere dall’età che abbiamo, dall’importanza dell’incarico che ricopriamo —che sia in chiesa o nella società—dalla conoscenza che pensiamo di avere acquisito, sia sempre possibile imparare dal coloro che ci stanno attorno, e soprattutto da chi ci vuole bene.

L’importanza di delegare—cosa possono fare gli altri

importanza di delegare_1Potrebbe non essere facile fidarsi di qualcuno abbastanza da delegare delle responsabilità, ma è così che opera il Salvatore, ed è così che cresciamo e impariamo.

È giusto dare a tutti l’opportunità di servire e crescere. 

In un discorso tenuto alla conferenza generale di Ottobre 2012, il presidente Henry B. Eyring ci ha ricordato l’importanza di delegare prendendo ad esempio la parabola del buon Samaritano.

Ci ha mostrato una sfumatura nella storia che spesso passa inosservata.

Egli ha detto:

Ricordate che quando il Signore ci fa incontrare qualcuno in difficoltà, onoriamo il buon Samaritano imitando tanto quello che fece quanto quello che non fece.

Egli non passò oltre dal lato opposto, anche se il viandante ferito sulla strada era uno straniero e forse un nemico. Egli fece ciò che poté per quell’uomo ferito e poi mise in atto un piano specifico perché altri continuassero il lavoro.

Lo fece perché comprese che aiutare può richiedere più di quello che può fare una persona da sola.

Il Samaritano dovette affidare il viaggiatore alle cure dell’oste. Il piano del Signore per aiutare i bisognosi prevede delle squadre (enfasi aggiunta).

Per alcune persone può essere difficile affidare a qualcun altro un compito che sanno già come vorrebbero portare a termine.

Forse perché pensano che la persona in questione farà le cose non necessariamente in modo sbagliato, ma semplicemente diverso, e hanno paura che il risultato finale non sia quello sperato o pianificato.

L’importanza di delegare—cosa possono fare gli altriQuesto può verificarsi in chiesa con i nostri incarichi, a lavoro con le nostre manzioni, o persino in famiglia. Ma nessuno è invincibile o ha la capacità di fare tutte quelle cose che vorrebbe da solo, nell’arco di 24 ore.

Altre persone, invece, hanno paura di “disturbare”. Non vogliono aggravare gli altri con responsabilità o compiti che potrebbero essere percepiti come indesiderati o come scocciature.

È vero, non dovremmo pretendere che gli altri facciano tutto quello che spetta fare a noi, ma dobbiamo ricordarci che quella di servire il prossimo è un’opportunità, un privilegio.

Quindi non dobbiamo spaventarci di dare agli altri l’opportunità di servire.

Presidente Eyring continua:

Sono molte le ragioni dietro a questo principio; la principale è che così più persone possono godere della benedizione dell’amore profondo che scaturisce dal servirsi a vicenda.

Poiché siamo mortali, quell’amore profondo può venire incrinato dalla frustrazione e dalla fatica.

Questo è un altro motivo per cui il Signore ci fa avere l’aiuto di altri quando serviamo chi ha bisogno. Ecco perché il Signore ha creato società di persone che prestano cure.

Quando ci ostiniamo a voler fare tutto da soli, potremmo finire col soccombere sotto il peso di tutte le responsabilità, farci sopraffare dalla stanchezza e dalla frustrazione che scaturiscono dal non riuscire a portare a termine tutto quello che vorremmo, e perdere di vista l’amore del Salvatore che si prova nel servire.

Il saggio re Beniamino, in uno dei suoi sermoni più famosi disse: 

E badate che tutte queste cose siano fatte con saggezza e ordine; poiché non è necessario che uno corra più veloce di quanto ne abbia la forza.

E di nuovo, è opportuno che egli sia diligente, affinché possa in tal modo vincere il premio; perciò tutte le cose devono essere fatte con ordine.

Anche re Beniamino comprende l’importanza di delegare. Nelle sue parole notiamo un parallelismo con quello che Jethro dice a Mosè alla fine della loro conversazione:

Se tu fai questo, e se Dio te lo ordina, potrai durare; e anche tutto questo popolo arriverà felicemente al luogo che gli è destinato” (Esodo 18:23).

Per poter “vincere il premio” dobbiamo essere diligenti, ma fare le cose con ordine e saggezza, senza correre più di quanto ne siamo in grado, e per farlo è necessario condividere i pesi e le responsabilità.

A prima vista potrebbe sembrare che l’attitudine a “delegare” vada contro l’ammonimento del Salvatore di dare tutto di noi stessi.

È vero, proprio come fece con il giovane ricco al quale chiese di rinunciare a tutto ciò che aveva per seguirLo, il Signore ci chiede di consacrare tutto ciò che siamo, ma non di donarGli anche le energie che NON abbiamo.

L’importanza di condividere le responsabilità—cosa possiamo fare noi

importanza di delegare_2Cosa succede invece quando ci troviamo dall’altro lato? Ovvero quando qualcuno ci chiede di condividere le responsabilità del proprio incarico? Siamo sempre contenti di servire? 

Nello stesso discorso, il presidente Eyring ci ha ricordato che il Signore ci chiederà di fare delle cose anche quando non vorremmo, o non pensiamo di essere in grado. Ha detto: 

Se resterete fedeli, scoprirete che il Signore vi inviterà spesso a servire qualcuno che ha bisogno, quando farlo sembrerà costarvi.

Vi potrà apparire come un compito sgradevole o magari impossibile. Quando l’occasione si presenterà, potrà sembrarvi che il vostro aiuto non sia necessario o che potrebbe farlo facilmente qualcun altro.

Tuttavia, se lasciamo agli altri tutti gli incarichi, potremmo perderci molte delle benedizioni che scaturiscono dal servizio e dal collaborare con i nostri compagni d’avventura nella Chiesa.

Inoltre, faremmo bene a ricordarci che il servizio, e in particolare il servizio nelle nostre chiamate, sono parte dell’alleanza che stipuliamo con Dio al battesimo.

L’amministrazione nella Chiesa è una parte veramente importante dell’alleanza e ha uno scopo ben preciso.

Il Signore ci affida delle responsabilità affinché possiamo sperimentare la gioia che si prova nel condividere il Vangelo con gli altri e nell’aiutarli a stringere alleanze con Dio.

Leggi anche: La restaurazione: il più grande tra i doni del Vangelo

shame cultureQuindi, tutti prima o poi ci troveremo ad amministrare gli “affari” della Chiesa in qualche modo, con un’intendenza entro cui agire, con lo scopo non solo di fare avanzare l’opera, ma anche di trasformarci.

L’alleanza che stringiamo con Dio possiede un duplice aspetto; un aspetto verticale che riguarda il nostro rapporto con Dio, e un aspetto orizzontale che riguarda il rapporto con i nostri fratelli e sorelle della Chiesa.

Quando Dio delega a noi, ci chiede di rappresentarLo nei confronti di coloro i quali siamo chiamati a servire.

La componente verticale dell’alleanza si espande su quella orizzontale, in quanto siamo chiamati a trattare le persone nel modo in cui Dio le tratterebbe, a guardarle nel modo in cui Dio le vede e ad amarle nel modo in cui Dio le ama. 

L’intera struttura della Chiesa è basata su questo principio.

Ogni cosa è organizzata secondo un ordine stabilito da Dio, affinché tutti possano condividere in maniera equa le responsabilità del portare avanti la causa di Sion e godere delle benedizioni del servizio. 

Pensateci, come potrebbe il presidente Russell M. Nelson prendersi cura dei quasi 17 milioni di membri che ci sono oggi in tutto il mondo senza l’aiuto dei Dodici, dei Settanta e di tutti i dirigenti locali?

Soltanto quando condividiamo le responsabilità riusciamo a prenderci cura del singolo in modo efficace, che è lo scopo ultimo dell’opera di Dio sulla Terra.

Per questo motivo è fondamentale comprendere l’importanza di delegare.

L’importanza di delegare e condividere le responsabilità: l’esempio di Mosè e Jethro è stato scritto da Ginevra.

chatta con noi