Secondo gli studiosi di religione, le storie dei mostri biblici del Vecchio e del Nuovo Testamento descrivono mostri marini, giganti e spiriti vendicatori che sono altrettanto spaventosi quanto i vampiri o gli zombi che vediamo in TV.
Le persone di fede non raccontano spesso queste storie, preferendo messaggi religiosi più confortanti.
“Molte persone non hanno modo di sapere che ci sono mostri in tutta la Bibbia perché molti di loro sono miti o sono stati addomesticati” ha detto Esther J. Hamori, professoressa associata del Seminario teologico sulla Bibbia dell’Unione ebraica di New York.
“Prendete il cherubino, ad esempio. Oggi li consideriamo come ‘bambini angelo felici e grassottelli’ ma nella Bibbia sono guardiani alati che a volte hanno il corpo di un leone” ha osservato la professoressa Hamori.
“E questo è sempre un leggero shock per i miei studenti” ha detto.
Ridisegnando oppure ignorando i mostri biblici perdiamo le più grandi idee per dei costumi spaventosi, spiegano Hamori ed altri.
E perdiamo la possibilità di avere conversazioni più profonde sul perché accadano cose brutte e su come Dio vuole che noi rispondiamo.
“C’è così tanto disordine ed instabilità nelle nostre vite ed esperienze, che credo che la religione parli di questo, non solo in termini di controllo o di abbandono, ma anche di riflessione” ha detto Timothy Beal, professore e presidente del Dipartimento degli Studi Religiosi presso l’Università della Case Western Reserve.
I mostri biblici
Il professor Beal insegna a degli studenti entusiasti, approfondendo il suo interesse per i mostri biblici.
Le discussioni di classe avvenute in circa due decenni lo hanno aiutato a capire che la connessione di Dio con queste creature assassine è più complicata di quanto la maggior parte della gente presuma.
“A volte i mostri sono i nemici di Dio, ma altre volte Dio si identifica con loro, anche quando sono pericolosi, caotici e mortali” ha detto.
Beal ha offerto un estratto dal libro di Giobbe nel Vecchio Testamento, per sostenere questa affermazione.
Dai capitoli 40 al 42, Dio si vanta di alcune delle sue creazioni più minacciose, lodando Behemoth, una bestia invincibile simile ad un bue, e Leviatano, che ha “il terrore tutto intorno ai denti” e “ride al vibrare dei giavellotti”.
Allo stesso modo, la Bibbia include racconti di angeli inviati in missioni di ricerca e distruzione, che causano il caos invece di offrire conforto, ha osservato Hamori. 2 Re 19:35 dice:
“Quella stessa notte l’angelo del Signore partì e uccise 185.000 persone nel campo degli assiri.
All’albeggiare del mattino erano tutti corpi morti”.
Nell’Antico Testamento, Satana è un angelo.
“Nella Bibbia, i mostri fanno parte dell’entourage di Dio” ha detto Hamori, che sta lavorando ad un libro sui mostri biblici.
“Fin dai primi giorni del cristianesimo, le scene più oscure della Bibbia hanno causato tensioni.
Alcuni primi dirigenti della chiesa volevano predicare che c’erano due dei separati: uno con i mostri al suo servizio ed uno che è l’essenza dell’amore” ha detto Jess Peacock, uno studente laureato in religione che scrive una rubrica di teologia e horror per la rivista Rue Morgue.
“Il lato oscuro del divino era un problema per i primi padri della chiesa” ha continuato.
“Nel corso dei secoli, le comunità religiose legate alla Bibbia hanno scelto di minimizzare gli aspetti mostruosi dei loro testi religiosi e così la cultura pop è diventata il luogo in cui cimentarsi con i concetti spaventosi” ha detto Peacock.
“Le parti confuse o inquietanti della Bibbia sono esplose attraverso le narrative dell’orrore”, ha detto.
Ad esempio, in uno dei primi romanzi gotici, “Il castello di Otranto”, viene chiesto se le generazioni future dovrebbero essere punite per i peccati dei loro antenati, traendo ispirazione dagli insegnamenti biblici.
E le famose storie di zombi o vampiri, come “Dracula” di Bram Stoker, trattano la promessa della vita eterna, giocando con l’idea che gli esseri eterni possano annoiarsi, deprimersi o essere violenti.
“I temi religiosi alla base di molti libri e film dell’orrore potrebbero sorprendere alcuni dirigenti religiosi conservatori che a volte scoraggiano i membri della chiesa dalla lettura o dalla visione di libri e film dell’orrore”, ha detto Peacock.
“All’interno degli ambienti religiosi, l’horror ha una cattiva reputazione ed è considerato peccaminoso o qualcosa che può deformare le menti delle persone” ha detto.
Abbracciare le storie spaventose
Le persone che amano studiare la religione ed i mostri possono entrare in empatia con quelli che non lo fanno. Leggere riguardo a degli angeli mortali o su dei mostri marini controllati da Dio non è così rilassante come la lettura di Gesù Cristo che guarisce gli ammalati.
“Ciò che la gente vuole dalla religione è certezza, conforto e stabilità: non è confortante pensare che Dio si schiera con dei mostri contro di noi” ha detto Beal, che ha pubblicato “La religione ed i suoi mostri” nel 2001.
Tuttavia Beal e altri continuano a portare avanti un impegno più profondo nel comprendere le storie più spaventose della Bibbia.
“Può essere utile studiare come le persone descritte nei testi religiosi abbiano risposto agli inaspettati incontri con i mostri ed è bene ricordare che Dio sia più complesso di quanto possiamo mai immaginare” ha detto Beal.
“Possiamo comprendere più a fondo le esperienze caotiche e disorientanti se siamo aperti a questi tipi di intuizioni che arrivano dalla Bibbia” ha detto, sottolineando che ha tenuto lezioni sui mostri ai corsi della Scuola Domenicale nella sua chiesa presbiteriana.
Esplorare le parti oscure della Bibbia può portare ad un’esperienza religiosa più stimolante e gratificante.
“Adoro il fatto che i mostri della Bibbia sollevino domande difficili, mi piace poter leggere quelle che sono essenzialmente storie dell’orrore nella Bibbia, senza trovare facili risposte”, ha detto Hamori, una professoressa ebrea.
“Ed inoltre ci sono davvero dei suggerimenti per dei costumi davvero belli” ha aggiunto. “Se la gente vuole essere terrificante, potrebbe vestirsi da angelo“.
Questo articolo è stato scritto da Kelsey Dallas e è stato tradotto da Cinzia Galasso.
Commenti