Cosa possiamo fare per affrontare e superare le tempeste della vita? Prendendo spunto dal viaggio di Paolo verso Roma, sorella Amy A Wright, Prima Consigliera della Presidenza Generale della Primaria, ha condiviso quale secondo lei è il modello divino di liberazione, ovvero il modello stabilito da Dio per superare le difficoltà. 

Parlando agli studenti della Brigham Young University, il 5 novembre 2024, ha menzionato 4 principi chiave da applicare.

Di seguito il suo discorso: 

Il modello divino di liberazione: ciò che impariamo dall’esperienza di Paolo

Che privilegio e che gioia essere qui!… quando uomini e donne retti sono uniti nella causa di Gesù Cristo, accadono miracoli….Uomini e donne retti, fin dall’inizio dei tempi, sono serviti come tipo e prefigurazione di Gesù Cristo. Nefi testimoniò:

Ecco, la mia anima si diletta nel dimostrare al mio popolo la verità della venuta di Cristo; poiché è a tal fine che la legge di Mosè è stata data; e tutte le cose che sono state date da Dio all’uomo, fin dal principio del mondo, sono il simbolo di lui. (2 Nefi 11:4)

Se cerchiamo modelli paralleli tra i personaggi delle Scritture e il Salvatore, comprendiamo che anche noi “dobbiamo essere testimoni viventi che egli è venuto” e che verrà di nuovo.

Studiando attentamente il Nuovo Testamento, scopriamo che gli eventi che si verificano verso la fine del ministero dell’apostolo Paolo e quelli che precedono la morte di Gesù Cristo presentano notevoli analogie.

Paolo, come Gesù, si recò a Gerusalemme e predisse le difficoltà che avrebbe incontrato, affrontò gli stratagemmi di alcuni Giudei, fu arrestato e consegnato alle autorità dei Gentili, fu processato davanti al Sinedrio e a un governatore romano e testimoniò davanti a re e giudici.

L’apostolo Paolo era un tipo di Gesù Cristo!

In Atti 27, impariamo a conoscere meglio questo legame quando Paolo affronta un pericoloso viaggio in mare.

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esperienza di Paolo

Se esaminiamo la liberazione da questo viaggio pericoloso, scopriamo un modello divino di liberazione per la nostra vita e insegnamenti che ci aiuteranno a navigare con successo le tempeste dei nostri giorni.

Dopo aver completato la sua terza missione, Paolo fu accusato di aver profanato il tempio di Gerusalemme e fu arrestato dai soldati romani.

Le autorità romane in Giudea riconobbero che Paolo non aveva fatto nulla di male ed erano favorevoli a lasciarlo andare.

Ma Paolo aveva chiesto di essere processato davanti a Cesare, così fu mandato a Roma. “E montati sopra una nave… che doveva toccare i porti della costa d’Asia, salpammo…”.

Il primo giorno di navigazione fu tranquillo e la nave navigò in acque calme vicino alla costa fino al porto di Sidone. Paolo e gli altri prigionieri furono posti sotto la guardia di Giulio, un centurione che trattava le sue cariche con dignità e generosità.

Giulio non solo permise ad alcuni amici di Paolo di accompagnarlo nel viaggio, ma concesse all’apostolo la libertà di visitare la Chiesa di Sidone. La compagnia dei nobili amici di Paolo senza dubbio lo fortificò per le prove che lo attendevano.

Lezione 1: Scegliere buoni amici

Una lezione semplice ma profonda che possiamo imparare dal viaggio di Paolo è l’importanza di scegliere buoni amici.

Una delle mie storie preferite su Gesù Cristo ha a che fare con persone che mi piace immaginare come giovani adulti della vostra età. In Marco 2:1-12, leggiamo della fede e della benedizione inestimabile di avere buoni amici. 

vera amicizia

E dopo alcuni giorni, egli entrò di nuovo in Capernaum, e si seppe che era in casa;

e si raunò tanta gente che neppure lo spazio dinanzi alla porta la potea contenere. Ed egli annunziava loro la Parola.

E vennero a lui alcuni che menavano un paralitico portato da quattro.

E non potendolo far giungere fino a lui a motivo della calca, scoprirono il tetto dalla parte dov’era Gesù; e fattavi un’apertura, calarono il lettuccio sul quale il paralitico giaceva.

E Gesù, veduta la loro fede, disse al paralitico: Figliuolo, i tuoi peccati ti sono rimessi.

Or alcuni degli scribi eran quivi seduti e così ragionavano in cuor loro:

Perché parla costui in questa maniera? Egli bestemmia! Chi può rimettere i peccati, se non un solo, cioè Dio?

E Gesù, avendo subito conosciuto nel suo spirito che ragionavano così dentro di sé, disse loro: Perché fate voi cotesti ragionamenti ne’ vostri cuori?

Che è più agevole, dire al paralitico: I tuoi peccati ti sono rimessi, oppur dirgli: Lèvati, togli il tuo lettuccio e cammina?

Ora, affinché sappiate che il Figliuol dell’uomo ha potestà in terra di rimettere i peccati:

Io tel dico (disse al paralitico), lèvati, togli il tuo lettuccio, e vattene a casa tua.

E colui s’alzò, e subito, preso il suo lettuccio, se ne andò via in presenza di tutti; talché tutti stupivano e glorificavano Iddio dicendo: Una cosa così non la vedemmo mai.

Vi esorto a cercare amici che vi portino a Gesù Cristo! Amici che non si lascino scoraggiare facilmente. Amici che vi prendano in braccio e vi portino, se necessario, ai piedi del Salvatore.

Amici che seguano il consiglio del profeta vivente di Gesù Cristo. E, in particolare, prego che voi siate questo tipo di amici!

Ora, proseguendo con il viaggio di Paolo: “Poi, essendo partiti di là, navigammo sotto Cipro, perché i venti eran contrari”.

Il capitano decise di cambiare rotta e di cercare protezione, navigando lontano dalle onde infide che imperversavano nel mezzo del Mediterraneo. Quando navighiamo nelle tempeste della vita, è essenziale che anche noi cerchiamo protezione.

Lezione 2: Confidare in Gesù Cristo

‘The Chosen’s’ Jonathan Roumie

‘The Chosen’s’ Jonathan Roumie

Gesù Cristo ha il potere di darci la protezione di cui abbiamo bisogno. Fidatevi di Lui! Abbiamo accesso al Suo potere in virtù delle alleanze che abbiamo fatto. Il presidente Russell M. Nelson ha testimoniato:

“Ogni persona che stipula alleanze nei fonti battesimali e nei templi — e che le osserva — ha maggior accesso al potere di Gesù Cristo”.

Facendo riferimento al racconto del Nuovo Testamento sul Salvatore che calma una tempesta, il presidente Jeffrey R. Holland ha dichiarato con amore:

Ricordate che Egli si trovò nel bel mezzo di essa insieme con i più inesperti, i più giovani, i più timorosi. Soltanto Colui che ha combattuto contro quelle minacciose onde è giustificato nel dire a noi—come al mare—«Taci, calmati!»

Soltanto Colui che ha affrontato la violenza di tali avversità può dirci a ragion veduta di farci animo.

Questo consiglio non è semplicemente un discorso di incoraggiamento sul potere del pensiero positivo, anche se pensare positivamente è tanto necessario nel mondo.

No, Cristo sa meglio di ogni altro che le prove della vita possono essere molto dure, e che noi non siamo sciocchi se lottiamo contro di esse.

Il Signore evita la facile retorica, ma rimprovera la mancanza di fede come deplora il pessimismo. Egli si aspetta che noi crediamo!

Continuando con la traversata di Paolo, i passeggeri si trovavano ora a bordo di un cargo di grano che trasportava in Italia il grano coltivato in Egitto. La nave iniziò a dirigersi verso ovest, arrivando infine al porto chiamato Beiporti sul lato sud dell’isola di Creta:

Or essendo trascorso molto tempo, ed essendo la navigazione ormai pericolosa, poiché anche il Digiuno era già passato, Paolo li ammonì dicendo loro:

Uomini, io veggo che la navigazione si farà con pericolo e grave danno, non solo del carico e della nave, ma anche delle nostre persone.

Paolo, in qualità di profeta, veggente e rivelatore, previde il pericolo che si sarebbe abbattuto sulla nave e testimoniò che “non vi sarà perdita della vita d’alcun di voi” e che i passeggeri si sarebbero salvati solo se fossero rimasti a bordo della nave.

Il Libro di Mormon insegna che:

un veggente può conoscere cose che sono passate ed anche cose che sono a venire, e tramite loro tutte le cose saranno rivelate… e cose nascoste verranno alla luce… e tramite loro saranno anche rese note cose che altrimenti non potrebbero essere conosciute.

Lezione 3: Seguire il profeta

È essenziale seguire un profeta vivente! “Ma il centurione [purtroppo] prestava più fede al pilota e al padron della nave che alle cose dette da Paolo”.

Presidente Russell M. Nelson

Ci sono diverse ragioni per cui a volte le persone scelgono di rifiutare i consigli di profeti, veggenti e rivelatori. Per esempio:

(1) Esperienza e formazione mondana. Così come “il centurione credette al padrone e al proprietario della nave” (Atti 27:11) piuttosto che al consiglio di Paolo, un fabbricante di tende [vedere Atti 18:1-3], le persone oggi talvolta rifiutano le parole dei . . . [profeti] perché il loro consiglio non coincide con quello degli … “esperti” [del giorno].

(2) Comodità. L’equipaggio della nave sosteneva che avrebbero dovuto continuare il viaggio perché “il porto non era comodo per svernare” (Atti 27:12), cioè non era un luogo conveniente per trascorrere i mesi invernali. Similmente, aderire ai consigli dei dirigenti della Chiesa non è sempre comodo.

(3) Mentalità della maggioranza. La “maggior parte” dei passeggeri consigliò al centurione di “partire” (Atti 27:12). . . . Molte persone … [sono inclini a concordare con la maggioranza [piuttosto che] … con un servo di Dio, le cui parole non sono destinate ad essere di tendenza.

Quanto siamo benedetti ad avere un profeta vivente sulla terra oggi: il presidente Russell M. Nelson, una voce profetica di avvertimento, guida, consiglio e amore.

Un profeta che testimonia con coraggio e amore ciò che dobbiamo sapere e fare per attraversare con successo le prove del nostro tempo:

Il centurione, purtroppo, scelse di seguire il consiglio del capitano e, poiché le onde sembravano favorevoli, partì da Beiporti. Tuttavia, poco oltre Creta, il vento divenne pericoloso.

Sperando di evitare che la nave si sfasciasse durante la tempesta, l’equipaggio lasciò che fosse il vento a guidare la nave.

Poi strinsero cavi o corde intorno al fondo della nave per rinforzare lo scafo contro l’incalzare del vento e delle onde. In un ultimo sforzo per salvare la nave, gettarono il carico e parte dell’equipaggiamento della nave.

E non apparendo né sole né stelle già da molti giorni, ed essendoci sopra non piccola tempesta, era ormai tolta ogni speranza di scampare.

Or dopo che furono stati lungamente senza prender cibo, Paolo si levò in mezzo a loro, e disse:

Uomini, bisognava darmi ascolto, non partire da Creta, e risparmiar così questo pericolo e questa perdita.

Ora però vi esorto a star di buon cuore, perché non vi sarà perdita della vita d’alcun di voi ma solo della nave.

Poiché un angelo dell’Iddio, al quale appartengo e ch’io servo, m’è apparso questa notte,

dicendo: Paolo, non temere; bisogna che tu comparisca dinanzi a Cesare, ed ecco, Iddio ti ha donato tutti coloro che navigano teco.

Perciò, o uomini, state di buon cuore, perché ho fede in Dio che avverrà come mi è stato detto.

Lezione 4: Credere in Dio

Ritengo significativo che Paolo non abbia semplicemente affermato di credere in Dio, ma di credere a Dio. Paolo sapeva che sarebbe arrivato a Roma perché Dio gli aveva detto che avrebbe “portato testimonianza anche a Roma”.

preghiere più efficaci - modello divino di liberazione

Vi è mai capitato, durante le difficoltà della vita, di “aspettare ansiosamente che faccia giorno”?

In Dottrina e Alleanze 5:20, il Signore ha testimoniato di essere un Dio che mantiene le Sue promesse:

Ecco, io vi dico queste cose proprio come dissi al popolo della distruzione di Gerusalemme; e la mia parola si mostrerà vera questa volta come si è sempre mostrata vera finora.

Le Scritture sono piene di possenti rassicurazioni su come Dio mantenga la Sua parola, perché Egli è un “Dio [che] vive in un eterno adesso dove il passato, il presente e il futuro sono manifesti”. Egli ci conosce. Ci ama. E ha un piano per noi.

Paolo e coloro che viaggiavano con lui avevano ormai trascorso due settimane nella miseria e nel terrore della tempesta.

E la quattordicesima notte da che eravamo portati qua e là per l’Adriatico, verso la mezzanotte i marinari sospettavano d’esser vicini a terra;

e calato lo scandaglio, trovarono venti braccia; poi, passati un po’ più oltre e scandagliato di nuovo, trovarono quindici braccia.

Temendo allora di percuotere in luoghi scogliosi, gettarono da poppa quattro àncore, aspettando ansiosamente che facesse giorno.

Vi è mai capitato, durante le difficoltà della vita, di “aspettare ansiosamente che faccia giorno”? Pregare e cercare mari più calmi? Quando arrivano questi mari calmi?

Forse dopo aver completato il prossimo progetto, semestre o corso di laurea?

Forse quando la salute migliorerà, le relazioni miglioreranno, sarete sposati, avrete una famiglia, possederete una casa o avrete raggiunto una carriera solida?

Ci sarà sempre qualcosa nella vita che vorremmo fosse diverso. Invece di aspettare ansiosamente il giorno – desiderando, aspettando e sperando di navigare in acque più calme – saremmo saggi a rafforzare e fortificare le nostre ancore.

Il modello divino di liberazione: Ancorare voi stessi

8 atti di gentilezza

Quando Egli invitò “voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo”. Tutti significa tutti.

Rivediamo alcune “ancore” che abbiamo scoperto studiando l’esperienza di Paolo:

Ancora numero uno: Scegliere buoni amici. È stato spesso detto: “Mostrami i tuoi amici e ti mostrerò il tuo futuro”.

In questi ultimi giorni è essenziale che scegliate buoni amici che vi portino a Gesù Cristo e, soprattutto, che scegliate di essere quel tipo di amici come modo per onorare la vostra responsabilità nell’alleanza di amare Dio e servirlo.

Ancora numero due: Confidare in Gesù Cristo. Se “confidiamo nel Signore con tutto il cuore…”. Confidare nel Signore significa credere che Egli ha uno scopo per la nostra vita e “che tutte queste cose ci daranno esperienza e saranno per il nostro bene”.

Ancora numero tre: Seguire il profeta. I profeti vedono cose che noi non possiamo vedere. Il profeta più importante, per quanto riguarda voi e me, è quello che vive oggi.

“Le rivelazioni di Dio ad Adamo non istruirono Noè su come costruire l’arca. Noè aveva bisogno di una propria rivelazione”. Dobbiamo ascoltare il consiglio del nostro profeta vivente.

Ancora numero quattro: Credere a Dio. Non è sufficiente credere in Dio. Come Paolo, dobbiamo credere a Dio. Credere che Egli adempirà a tutto ciò che ha promesso.

  • Quando Egli invitò “voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo”. Tutti significa tutti.
  • Quando consigliò: “Cercate con diligenza, pregate sempre e siate credenti, e tutto concorrerà al vostro bene, se camminate rettamente e vi ricordate del patto con cui avete fatto alleanza tra di voi”. Tutto significa tutto.
  • Quando dichiarò: “E colui che riceve mio Padre, riceve il regno di mio Padre; perciò, tutto quello che mio Padre ha gli sarà dato”. Tutto significa tutto.

Cari amici, credetegli!

Queste quattro ancore mi hanno legato al Salvatore mentre navigavo nella “tempesta” della diagnosi e del trattamento del cancro, diversi anni fa. E grazie a quell’esperienza, sarò legata a Gesù Cristo per il resto della mia vita.

Continuiamo con il viaggio di Paolo

Or cercando i marinari di fuggir dalla nave… Paolo disse al centurione ed ai soldati:

Se costoro non restano nella nave, voi non potete scampare.

Allora i soldati tagliaron le funi della scialuppa, e la lasciaron cadere.

E staccate le àncore, le lasciarono andare in mare…

…vi fecero arrenar la nave; e …la poppa si sfasciava per la violenza delle onde.

…E così avvenne che tutti giunsero salvi a terra.

La profezia si è avverata! Amici miei, vi prego di “rimanere sulla nave”! Ascoltate le parole di un profeta vivente e costruite le vostre fondamenta su Gesù Cristo. Ancoratevi a Gesù Cristo!

modello divino di liberazione

Vi è mai capitato, durante le difficoltà della vita, di “aspettare ansiosamente che faccia giorno”?

Come ammonì l’Anziano Weatherford T. Clayton:

Se mai doveste scegliere di abbandonare le meravigliose fondamenta che state costruendo sulla Roccia, per qualsiasi motivo, siate avvertiti che le nebbie dell’oscurità vi circonderanno quasi immediatamente. . . .

Non vedrete chiaramente e probabilmente non sarete in grado di vedere da dove siete venuti né dove state andando.

Il viaggio di Paolo a Roma contribuì a realizzare l’incarico datogli da Gesù Cristo di portare il Vangelo “fino all’estremità della terra”.

Il viaggio di Paolo è stato anche un viaggio verso casa: non verso la sua casa d’origine a Tarso né verso la sua casa missionaria a Efeso, ma verso una prigione dove sarebbe stato giustiziato e liberato dalla persecuzione del suo tempo, ed infine tornare a casa per vivere di nuovo con Dio Padre e il Suo Figlio Unigenito.

Paolo con fede dichiarò:

Quanto a me io sto per esser offerto a mo’ di libazione, e il tempo della mia dipartenza è giunto.

Io ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa, ho serbata la fede;

del rimanente mi è riservata la corona di giustizia che il Signore, il giusto giudice, mi assegnerà in quel giorno; e non solo a me, ma anche a tutti quelli che avranno amato la sua apparizione.

Attesto che il nostro Dio amorevole e misericordioso ha stabilito un modello divino di liberazione per i suoi figli. Gesù Cristo è Colui che è pronto ad assisterci nel momento del bisogno.

Che possiamo gioire della nostra redenzione ed in ginocchio riconoscere il Figlio di Dio come nostro Redentore e Liberatore è la mia preghiera, nel sacro e santo nome di Colui “che è potente per salvare ”, Gesù Cristo, Amen.

Il modello divino di liberazione: da un devozionale di Amy A. Wright è stato pubblicato su https://speeches.byu.edu. Questo discorso è stato tradotto e adattato da Ginevra Palumbo.