Qual è il valore che diamo ad un gesto? Me lo sono chiesta lo scorso fine settimana quando da sola, davanti allo schermo di un computer, mi sono ritrovata ad alzare il braccio in segno di sostegno senza nessuno che potesse vedermi. 

Ad ogni conferenza generale, come membri della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, ci viene chiesto di sostenere i profeti e i dirigenti mondiali della chiesa tra cui il Presidente della chiesa, i Dodici Apostoli ed i Settanta, e di dimostrarlo sollevando la mano destra. 

Quando il presidente Henry B. Eyring, come ad ogni conferenza, ci ha chiesto un voto di sostegno per tutte le autorità generali, ho automaticamente sollevato il braccio come faccio sempre.

In quel momento però mi sono chiesta: “Ne vale la pena? Sono chiamata a farlo anche se mi trova a casa da sola? In fondo nessuno può vedermi, quindi che senso ha?”.

Confesso di essermi sentita anche un po’ stupida, ma subito un pensiero ha attraversato la mia mente e silenziato ogni incertezza: “Non si tratta semplicemente di sollevare un braccio. È molto di più.”

Ho continuato ad ascoltare un discorso dopo l’altro ed essere nutrita spiritualmente dalle parole edificanti dei nostri dirigenti, ma questo pensiero non ha abbandonato il retro della mia mente.

Cosa vuol dire sostenere i dirigenti della chiesa ed il Profeta? Quali impegni rinnoviamo quando solleviamo il braccio destro? 

Ci sono tanti esempi nelle scritture da cui possiamo imparare cosa voglia dire sostenere i profeti. 

Sostenere le braccia: letteralmente

Sostenere i profetiQuando Amalec scese a dar guerra al popolo di Israele, Mosè disse a Giosuè di uscire a combattere, poiché lui sarebbe salito “sulla vetta del colle con il bastone di Dio in mano.”

“Giosuè fece come Mosè gli aveva detto, e combatté contro Amalec; e Mosè, Aaronne e Hur salirono sulla vetta del colle.

E avvenne che, quando Mosè teneva la mano alzata, Israele vinceva; e quando la lasciava cadere, vinceva Amalec.

Ora, siccome le mani di Mosè si erano fatte stanche, essi presero una pietra, gliela posero sotto, ed egli vi si mise a sedere; e Aaronne e Hur gli sostenevano le mani: l’uno da una parte, l’altro dall’altra; così le sue mani rimasero immobili fino al tramonto del sole.

E Giosuè sconfisse Amalec e la sua gente, mettendoli a fil di spada.” (Esodo 17: 10-13)

Proprio come Mosè, ogni profeta è un essere umano con le debolezze tipiche di un essere imperfetto.

È per questo che il presidente della Chiesa, così come ogni altro dirigente, ha il privilegio di avere con sé due preziosi consiglieri che lo sostengono e lo consigliano in tutte le cose.

A causa dell’importante compito di testimone speciale di Dio e della forte opposizione che sicuramente è tenuto ad affrontare, ogni dirigente o autorità generale della chiesa ha bisogno di tutto il supporto possibile.

Possiamo fare la nostra parte ricordando il profeta e presidente della Chiesa, così come tutti gli apostoli e i Settanta, nelle nostre preghiere personali e familiari.

Possiamo chiedere a Dio di benedire e proteggere questi uomini speciali e scelti e di sostenerli nell’importante compito che hanno di dirigere la Sua chiesa.

Di aiutarli ad avere lo Spirito che li guidi nel prendere le scelte giuste per far avanzare la Sua opera sulla terra, e di dare a noi la fede necessaria per seguire i loro consigli.

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Possiamo anche pregare per ricevere una testimonianza personale riguardo alla veridicità di ciò che ci dicono. 

“Joseph, non posso lasciarti”

Joseph Smith è un falso profetaNonostante tutte le difficoltà e persecuzioni che fu costretto ad affrontare, il profeta Joseph Smith non mancò mai di avere un compagno costante e un sostegno nella figura di suo fratello Hyrum Smith.

Non tutti forse sanno che nel 1835 Hyrum Smith ricevette per mano di suo fratello Joseph una promessa da parte del Signore il quale gli diceva:

“Tu avrai il potere di fuggire dalla mano dei tuoi nemici. Si cercherà di toglierti la vita con zelo instancabile, ma tu sfuggirai. Se lo vorrai e lo desidererai, tu avrai il potere di deporre volontariamente la tua vita per glorificare Dio”. (M. Russell Ballard, “Non persevereremo in una così grande causa?”)

Quando nel 1844 gli si presentò l’occasione di scegliere tra la possibilità di vivere o di deporre la sua vita per glorificare Dio e per “suggellare la sua testimonianza con il suo sangue”, e nonostante Joseph gli avesse consigliato di fuggire con la sua famiglia verso Cincinnati, Hyrum Smith, fratello e fedele sostenitore del profeta, decise di rimanere al suo fianco e suggellare con il sangue la sua testimonianza, rispondendo: “Joseph, non posso lasciarti”. 

Come fu scritto in seguito al loro martirio: “In vita non furono divisi, e in morte non furono separati”. 

Probabilmente a noi non verrà mai chiesto di deporre la nostra vita per il presidente della chiesa o di suggellare con il sangue la nostra testimonianza, ma l’esempio straordinario del fratello del profeta ci fa meglio comprendere la portata e la veridicità dell’opera nella quale ci siamo imbarcati. 

Proprio come lui, possiamo difendere il nome del profeta e di tutti gli altri dirigenti quando questo viene attaccato ingiustamente da coloro che cercano di ostacolare la Chiesa del Signore.

Possiamo riconoscere con umiltà che il Signore si serve di uomini imperfetti per portare avanti la Sua opera sulla terra, ma portare la nostra ferma testimonianza sul fatto che queste persone sono testimoni speciali scelti da Dio i quali non porteranno mai a traviamento la Sua Chiesa.

Cosa vuol dire sostenere i profeti

voto di dissensoDurante la conferenza generale di ottobre 2014, l’allora anziano Russell M. Nelson parlò dell’importanza di sostenere i profeti. Egli disse: 

“L’obbligo che ci assumiamo quando alziamo la mano […] è tra i più sacri.

Non significa che ce ne andremo tranquillamente per la nostra strada ben disposti a lasciare che il profeta del Signore diriga quest’opera, ma significa […] che staremo dietro di lui; che pregheremo per lui; che difenderemo il suo buon nome e che ci sforzeremo di seguire le sue istruzioni in base a come il Signore lo dirigerà” (Russell M. Nelson, “Sostenere i Profeti”).

Alla fine di uno splendido fine settimana passato ad ascoltare i consigli dei profeti moderni e dei servitori scelti del Signore, mi sono sentita nutrita, rafforzata ed edificata spiritualmente; ho provato una profonda gratitudine per gli strumenti e la tecnologia che ce lo permettono ogni anno da tanti anni, per la meravigliosa opportunità che ogni sei mesi ho di ascoltare ciò che il Signore ha da dirci tramite i suoi profeti e rinnovare il mio impegno nei confronti di un discepolato più sentito e consapevole. 

Nei giorni che hanno preceduto la conferenza, i dirigenti ci hanno invitato a pensare ad alcuni modi in cui potevamo prepararci alla conferenza generale. In particolare, anziano Rasband ci ha invitato a trovare e condividere dei modi per ascoltarLo.

Pensando un po’ a quello che avrei potuto fare io, oltre a trovare delle domande specifiche, ho deciso che avrei scelto in anticipo di seguire i consigli che i profeti ci avrebbero dato e obbedire a quello che ci avrebbero chiesto di fare.

Sarà per questo che, come una risposta repentina ad una domanda silenziosa, è giunto il pensiero: “È molto di più”. Alzare la mano destra per esprimere un voto di sostegno non è una mera formalità.

È un “giuramento con cui riconosciamo che la [loro] chiamata di profeti è per noi legittima e vincolante.”

Il Signore ha dichiarato:

“Ciò che io il Signore ho detto, l’ho detto, e non mi scuso; e sebbene i cieli e la terra passino, la mia parola non passerà, ma sarà tutta adempiuta; che sia dalla mia propria voce o dalla voce dei miei servitori è lo stesso” (DeA 1:38).

Quando solleviamo il braccio a sostegno dei nostri dirigenti stiamo prima di tutto dimostrando a Dio che abbiamo piena fiducia nella Sua capacità di scegliere dei servitori in grado di guidare la Sua opera.

Dimostriamo la nostra disponibilità a fare la Sua volontà sempre e comunque, anche quando questo vuol dire cambiare qualcosa di noi o uscire dalla nostra zona di comfort.

Dimostriamo di non fare affidamento soltanto sul braccio di carne o sul nostro intendimento, ma di affidarci completamente a Dio e sulle sue “sentinelle” scelte in questi ultimi giorni.

Una settimana fa, da sola, davanti ad uno schermo di un computer, ho continuato a sollevare il braccio destro per esprimere il mio voto di sostegno ai servitori scelti del Signore.

Ho continuato ad esprimere la mia completa fiducia in loro e nell’opera di Dio. Ho continuato a farlo nonostante non ci fosse nessuno intorno a me, e no, non è stato solo un gesto meccanico, è stato molto di più. 

https://fedeincristo.it/come-vivamo/voti-di-dissenso-alle-conferenze/

 

Sostenere i profeti: quando una semplice alzata di mano è molto di più è stato scritto da Ginevra Palumbo.