Lo spirito sentito al Tempio di Roma potrebbe presto diventare il miglior souvenir che i turisti si porteranno a casa.
Il sapore del gelato fresco al limone rimane con i turisti durante le estati calde, così come il ricordo del sapore che dovrebbe avere una pizza margherita: spalmata di pomodori passati e foglie di basilico, sparsa con una mozzarella succosa e cotta in un forno a legna.
L’Italia ha una storia senza fine; un memoriale religioso si erge e le sue strade lastricate di rocce portano i visitatori a quando Pietro camminava per queste vie; a quando l’arte non era solo un mezzo per guadagnarsi da vivere ma una dimostrazione che Dio è il creatore supremo e la massima ispirazione.
Un giorno tra i muri incrinati e la pittura invecchiata dei monumenti lascia i visitatori senza parole ma delusi; le loro foto non esprimeranno mai la stessa pace che hanno sentito mentre l’aurora toccava i campi della Toscana, e nemmeno l’importanza e la quantità di domande nella loro testa di quando, girovagando fuori dalla stazione della metro, si son trovati di fronte, per la prima volta, all’incantevole ed immenso Colosseo.
Preparare il posto
Fatti veloci:
Indirizzo: via di Settebagni, 376
Roma, Italia
Misura del sito: 58679.42 m²
Misura del Tempio: 3716.1216 m²
Utilizzo precedente del terreno: terreni agricoli.
Acquisizione del terreno del Tempio di Roma
Nel 1997, il presidente della missione italiana di Roma, Leone Flosi, ha inviato una richiesta agli uffici dell’area europea, per la costruzione di una cappella per il rione di Roma2; una volta che la richiesta è stata approvata, fratello Vincenzo Modugno, un gestore d’impianto da poco in pensione in Italia, ha ricevuto il compito di iniziare a cercare un posto adatto nella zona nord di Roma.
Per due anni fratello Modugno e i dirigenti locali della Chiesa hanno cercato senza posa attraverso gli annunci sui giornali e guidato per le strade di Roma all’interno di una Opel Zafira grigio chiaro, per poter valutare alcuni possibili terreni.
I mocassini di pelle italiana di fratello Modugno o, in base al giorno, le sue francesine, hanno premuto sulla frizione dell’auto aziendale della Chiesa, con gli occhi attenti e la fronte aggrottata a causa della domanda che questo fratello si stava ponendo: Per cosa sarebbe stato usato questo nuovo terreno?
Nel frattempo, due presidenti di missione consecutivi hanno lavorato facendo fiorire questa intuizione spirituale: il terreno che era stato trovato non sarebbe servito esclusivamente per una cappella, ma per un tempio.
In una nebbiosa mattina autunnale del 1999, dopo che i dirigenti della Chiesa hanno trovato e valutato altri tre possibili terreni, la Chiesa ha finalmente approvato l’investimento con l’acquisto in Via di Settebagni: un terreno disperso tra terre agricole, campi d’erba e alberi di pino mediterraneo che si frastagliano fino a raggiungere il cielo azzurro dell’Italia.
Quel novembre è stata comprata la maggior parte del terreno ed entro il febbraio del 2000, è stato comprato il resto del terreno che sarebbe stato usato, un giorno, per il Tempio.
Il Tempio di Roma: Mantenere il terreno
Foto: Mappa basica raffigurante gli edifici di Via di Settebagni, prima che iniziasse la costruzione del Tempio.
Modugno non solo ha aiutato a comprare il terreno per il Tempio ma, durante l’acquisto è stato anche coinvolto nella manutenzione degli edifici e dei giardini.
La caratteristica più importante era una vera e propria casa colonica di tre piani.
Al piano inferiore della casa vi erano tracce di metallo dove veniva appeso e macellato il bestiame. Lungo le pareti c’erano immagazzinate delle grandi botti di legno che tenevano 300-400 litri di vino.
Il fienile era pieno di foraggio, c’era un aratro e svariati altri strumenti da fattoria; attorno al fienile c’erano i recinti dov’erano situati i maiali e il pollaio, mentre sul retro c’era un forno di mattoni per fare la pizza ed un pozzo d’acqua che non si è mai prosciugato.
Nonostante questa fattoria fosse adorabile, era tuttavia abbandonata ed abitata illegalmente dagli zingari; il terreno era esposto e senza recinzioni, ma i piani superiori della casa erano abitabili.
Il presidente di missione di quel tempo, Presidente Pacini, ha deciso di utilizzare l’edificio come complesso abitativo per gli uffici della missione e per gli Anziani che arrivavano in visita per le conferenze, così hanno fatto recintare il terreno e spostare dei letti a castello e dei materassi nei piani superiori.
Avanziamo al febbraio 2015, dove Vincenzo Modugno era tranquillamente seduto in salotto sul suo divano turchese, passando di tanto in tanto la mano tra i sottili capelli castani e soffermandosi a grattare le basette mentre raccontava i suoi ricordi di come abbia aiutato a sistemare il terreno per il Tempio di Roma.
“Quando i missionari se ne sono andati, gli zingari hanno cercato di occupare di nuovo l’edificio” ha spiegato con leggera frustrazione al pensiero mentre si appoggiava alle ginocchia e scuotendo il volto (quasi identico alla versione abbronzata di Robert De Niro) con disapprovazione, volgendo poi lo sguardo alle proprie mani.
Non si può non sorridere al pensiero di un uomo tanto paziente e gentile quanto Modugno, che evacua donne e bambini romani con i loro scialli color terra avvolti attorno a sé e i bracciali d’oro che tintinnano sui loro polsi mentre trascinavano i piedi fuori dalla fattoria facendo scivolare le gonne sul pavimento mentre Modugno chiede loro: “E voi che ci fate qui?”
Modugno ha dovuto continuare ad assicurarsi che gli zingari e le pecore locali non entrassero nel territorio fino a che è stato annunciato ufficialmente che lì vi sarebbe stato costruito il Tempio di Roma, ragione per la quale ha potuto far demolire la fattoria.
Il Tempio di Roma: Benedire il terreno
“All’inizio, sinceramente, non pensavo che sarebbe diventato il terreno del Tempio di Roma” ha ammesso Modugno;
Attorno all’area non c’era nulla; niente bus, metro o servizi pubblici; non c’era nemmeno l’attuale uscita della superstrada a 450 metri circa dal Tempio; ad ogni modo, un presidente di missione in particolare, Presidente Pacini, ha iniziato un’attività molto spirituale sul territorio addirittura prima che chiunque sapesse che sarebbe stato usato per il Tempio di Roma.
“Su quel territorio ci sono probabilmente più di cento ulivi”, ha fatto notare Vincenzo balbettando con incertezza per il suo inglese numerico.
Sin dall’autunno del 1999, i missionari arrivano a Roma ogni giovedì mattina con un gran jet-lag, alcuni arrivano addirittura spaventati; con l’adrenalina di questa nuova esperienza come l’unica cosa che li avrebbe potuti tenere svegli; alcuni di loro non avevano mai preso un aereo o non avrebbero mai più servito nella città di Roma.
Perciò per tre anni, ogni sei settimane, il Presidente Pacini li avrebbe presi tutti, nel mezzo della giornata, per fare una breve visita di Roma per poi portarli in Via di Settebagni, ora terreno del Tempio di Roma, per poter mostrare loro gli ulivi.
“La maggior parte dei missionari non avrà probabilmente alcuna altra possibilità di vedere ancora degli ulivi [nella propria vita]”, ha spiegato Vincenzo con una modesta risata;
Egli stesso ha aiutato a potare quegli ulivi così che Presidente Pacini potesse mostrare la differenza tra un albero selvatico ed uno che non lo fosse.
Dopo essere arrivati nel giardino ed aver avuto un po’ di tempo per ammirare gli ulivi e spiegarne i simbolismi, il Presidente Pacini lasciava i missionari perché trovassero un posto isolato nel giardino, un posto che avesse terra morbida, o un po’ di erba, così che potessero inginocchiarsi nel mezzo della natura sacra e silenziosa per pregare.
“Non stava a noi dire che [quel terreno] fosse destinato al tempio di Roma”, ha indicato Presidente Pacini mentre rifletteva su quei momenti nel bosco degli ulivi, “ma gli abbiamo spiegato che i fratelli non avrebbero speso tutti quei soldi [per comprarlo], se non avessero visto un futuro per la Chiesa in Italia”.
L’intera attività (quella del pregare nel bosco degli ulivi) era un simbolo della preghiera fatta dal Salvatore, poco prima della Sua crocifissione, nel giardino del Getsemani, altrimenti conosciuto come “il giardino degli ulivi”.
Pacini l’ha spiegato molto semplicemente: “La mia sfida era quella di assicurarmi di fare ciò che mi era stato richiesto dal Signore, perché è del Suo lavoro che si tratta, non del mio”.
Tre mesi dopo aver iniziato la missione i missionari sono tornati a Roma dal Presidente Pacini e, dopo aver affrontato con vulnerabilità la nuova lingua, l’italiano, molti si sono trovati scoraggiati dal pensiero inquietante di stare deludendo il Signore a causa della loro incapacità di comunicare in modo scorrevole con i simpatizzanti.
Riunirsi con il Presidente Pacini e con alcuni altri missionari del loro gruppo di MTC (centro di addestramento missionario) li ha aiutati a notare l’immenso progresso fatto da tutti loro; è stato inoltre chiesto a centinaia di missionari di partecipare ad un’altra attività per poter cambiare la loro prospettiva:
Il Presidente Pacini ha fatto sì che tutti i missionari scrivessero una lettera a sé stessi immaginando di essere alla fine del loro servizio di due anni, nonostante lo avessero iniziato da appena tre mesi;
Cosa erano riusciti a fare? questa è la domanda posta loro dal presidente; Pacini ha sentito che sarebbe potuto essere un modo molto potente porre degli obiettivi a quel punto della loro missione.
Il Presidente Pacini ha continuato con questo esercizio per tutti e tre i suoi anni da presidente di missione, tenendo poi tutte le lettere dei missionari. Con le lacrime agli occhi, Pacini ha detto che molte delle centinaia di lettere parlavano del Tempio prima ancora che venisse annunciato.
“Dicevano cose come: ‘che meraviglia essere nella vigna del Signore e lavorare per vedere la creazione di un palo e vedere l’inizio della costruzione del Tempio’” Il Tempio non è stato fisicamente costruito nel loro tempo come missionari ma, come dice il Presidente Pacini: “Potevano riuscire a vederlo”.
Storia e futuro di Roma
Fatti veloci:
Oppressione religiosa a Roma: l’esecuzione di coloro che non seguivano la pratica del credo romano è andata avanti in modo sporadico per circa cinquant’anni ponendo come target casuali nel corso della storia i baccanali, i druidi, gli ebrei e i cristiani.
Numero di cristiani uccisi durante l’Impero Romano: sono stati stimati 100.000 santi
Chi ha introdotto il Vangelo Restaurato in Italia: il Presidente Lorenzo Snow
Chi ha sognato di promuovere la costruzione di Templi mormoni in tutta l’Europa: Ezra Taft Benson
La persecuzione dei cristiani durante l’Impero Romano
Per poter capire la visione che sta oscurando la crescita della Chiesa in Italia, dobbiamo prima di tutto fare un salto indietro nella sua storia; uno dei momenti storici più grandi per l’Italia durante l’Impero Romano, è stata la persecuzione religiosa avvenuta dopo la crocifissione di Cristo.
Coloro che non seguivano il credo della maggioranza romana, venivano visti come una minaccia per l’Impero ( o più nello specifico per l’Imperatore stesso);
I cristiani venivano visti come cannibali a causa della loro partecipazione simbolica al sacramento, che rappresenta il corpo ed il sangue di Cristo; venivano inoltre visti come degli atei perché rifiutavano di inchinarsi agli Dei romani.
Non tutti i romani si sentivano distaccati dai cristiani, la cosa era perlopiù espressa con un imperatore specifico: Nerone Claudio Cesare.
Si credeva che Nerone, imperatore romano dal 54 al 68 d.C., avesse dato il via al Grande incendio di Roma per poi incolparne i cristiani, rivendicando così le torture e le esecuzioni che ne seguirono.
Tacito, uno storico romano anti cristiano vivo nel periodo delle persecuzioni dei santi, è stato testimone dei fatti ed ha detto: “Nerone ha ingiustamente accusato e giustiziato i cosiddetti cristiani, con le punizioni più ricercate”.
Quei santi che prendevano posizione per la propria fede venivano agguantati, giudicati colpevoli di qualche reato e poi puniti in modo severo e la loro esecuzione diventava un gioco; alcuni venivano coperti con delle pelli di animali e mangiati vivi dai cani, altri venivano appesi ad una croce, come Cristo, o gli veniva dato fuoco e li si usavano come lampade notturne.
Uno di coloro che sono stati crocifissi era l’apostolo Pietro che, non considerandosi degno di sperimentare la stessa morte di Cristo, ha richiesto di essere crocifisso sottosopra; un’altro apostolo decapitato in questa persecuzione religiosa è stato un cittadino romano: Paolo.
È stato stimato che durante l’Impero Romano sono stati scannati centomila membri della Chiesa tra il Circo Massimo, il Circo di Nerone (situato dove ora si trova il Vaticano) e svariati altri posti.
“In Italia sono morte decine di migliaia di fedeli Santi per la loro testimonianza” ha affermato Pacini con un nodo in gola. “ed è questo sangue che santifica il territorio… le loro intere famiglie sono state distrutte senza che ci fossero antenati a fare il lavoro per loro”; dopo una pausa ha aggiunto con solennità che della realtà passata di Roma “non ne è rimasto nulla”.
Questa frase è stata seguita da un silenzio pesante, come se Pacini stesse ponderando sulle prossime parole da dire: “[Questi Santi cristiani] stanno pregando più di chiunque altro di poter essere trovati, così che il loro lavoro di [tempio] possa essere svolto”.
Lettere da Lorenzo Snow per ricevere ulteriore ispirazione
Nell’autunno del 1850, Anziano Lorenzo Snow ha fatto un viaggio in Italia con altri due colleghi per introdurre nelle valli italiane il Vangelo restaurato. Nei primi mesi della sua missione ha scritto, dal Piemonte, una lettera a Brigham Young descrivendo il proprio arrivo in Italia ed il grande incarico che si trovava di fronte.
“Era risaputo che fossimo venuti a stabilire una chiesa” ha annotato l’Anziano Snow, “e molti la vedevano come una cosa impossibile”.
Dopo essere salito su una montagna ed aver passato delle ore in preghiera con i suoi compagni, lui e gli Anziani hanno iniziato a vedere progresso ed accettazione da alcuni degli italiani.
Sette mesi dopo Lorenzo Snow ha lasciato l’Italia per andare in Inghilterra per supervisionare la traduzione e la pubblicazione del Libro di Mormon nella lingua Italiana.
Prima di lasciare Torino ha scritto una lettera al Presidente Hyde riguardo alla propria partenza, con le proprie riflessioni sul paese Italiano e sulla passate persecuzioni dei santi oltre che sul futuro della Chiesa in Italia.
Anche in questo periodo, come nei tempi di Nerone, i protestanti ed i papisti si guardavano come se fossero degli emarginati pur guardando a sé stessi come ai favoriti del Paradiso.
Dopo aver riflettuto su questo conflitto e sulla disparità di questa suddivisione religiosa, l’ Anziano Snow ha iniziato a raccontare la grandezza dell’Impero Romano e in una specie di preghiera per l’Italia, ha scritto:
“Oh Italia! Tu, culla e sepolcro dell’orgoglioso Cesare… terra della letteratura e delle arti, ed una volta centro della civilizzazione del mondo”.
Spostando il discorso sui passati eventi della persecuzione dei Santi cristiani ha scritto:
“Deposti in profondità al di sotto della polvere dei tuoi campi e delle tue vigne vi sono poeti, che cantavano la lode alle nazioni, e principi, che hanno detenuto lo scettro del potere durante molte crisi nella storia del mondo!”
Infine il crescendo della sua preghiera verso il popolo italiano e verso le generazioni future:
“Oh Italia! … il futuro della tua storia metterà in ombra il passato ed i tuoi figli saranno più conosciuti che nei tempi antichi”.
Molti potrebbero dire che le parole di Lorenzo Snow riflettono il progresso del Vangelo e questo periodo intenso per il primo Tempio dei Santi degli Ultimi Giorni
Una benedizione non soltanto per l’Italia
Avanziamo velocemente a centosessant’anni più tardi, alla posa della prima pietra del Tempio di Roma.
L’Anziano Kopischke, il presidente di Area che ha parlato all’inaugurazione, ha condiviso una storia sul Presidente Ezra Taft Benson, tredicesimo presidente della Chiesa Mormone.
Il Presidente Benson aveva un sogno che aveva influenzato il suo desiderio di ricercare un terreno per il Tempio in Italia; in questo sogno Karl Maeser, un nativo tedesco, venne da lui; si trattava di un educatore ed uno dei primi presidi di quella che è oggi conosciuta come l’Università di Brigham Young (BYU), a Provo. Questo è ciò che disse al Presidente Benson:
“Fratello Benson, che cosa stai facendo per promuovere il sacro lavoro dei Templi per le mie persone in Europa? … potresti per favore fare tutto il necessario per farlo?” questa semplice storia ha predetto la crescita della Chiesa Mormone e dei Templi non solo in Italia, ma in molti altri paesi europei.
Il Presidente Pacini ha riflettuto su questa citazione tratta dal sogno del Presidente Benson ed ha condiviso la seguente idea secondo la quale questo Tempio non sarà l’unica benedizione che vedremo al mondo.
Ha aggiunto: “[Il Padre Celeste] ama tutti i Suoi figli allo stesso modo… Egli compie lo stesso tipo di miracoli con tutti i Suoi figli ovunque si trovino… noi siamo benedetti nel poterne vedere questa parte, ma non è altro che un segno indicativo di ciò che sta avvenendo migliaia di volte nel mondo”.
Crescita della Chiesa
Fatti veloci:
Numero di nuovi membri dall’ottobre 2008: più di 2000 membri
Numero dei pali aggiunti dal 2008: 5 pali
Nuovi pali: Verona, Palermo, Roma Ovest, Milano Est, e Firenze
Attuali Santi degli Ultimi Giorni in Italia: 10 pali e 25,453 membri.
Crescita grazie al Tempio di Roma
Vincenzo Modugno, del quarto Rione di Roma, ha espresso la sua gratitudine per una tale crescita nella Chiesa italiana; “Sono sicuro che ci saranno più membri; Il nostro [ramo] era composto solo da trentacinque membri attivi ed ora ne abbiamo settanta/settantacinque.”
Molti pensano che lo sviluppo del Tempio di Roma abbia molto a che fare con questa crescita, ma Vincenzo crede che il Tempio di Roma abbia aiutato l’aumentare della partecipazione dei membri ed il loro coinvolgimento.
“Tutti aspettano la [costruzione di questo] Tempio, c’è molta eccitazione nell’aria ed anche più desiderio di lavorare” ha detto Vincenzo con entusiasmo e con un leggero tremore della voce.
Da un punto di vista spirituale e pratico, anche il Presidente Dini Ciacci, ex presidente del palo di Roma Ovest,crede che il Tempio di Roma abbia avuto molto a che fare con questa crescita.
Ha detto che , realisticamente parlando, il Tempio di Roma ha dato molta pubblicità alla Chiesa Mormone.
“Molte più persone sanno della Chiesa perché il Tempio di Roma è stato tra le notizie dei giornali e delle riviste; penso che, da un punto di vista spirituale, il Signore voglia che venga fatto molto lavoro in questo Tempio e quindi c’è bisogno che siano pronte più persone”.
Il Presidente Pacini concorda con l’idea spirituale di Dini Ciacci, secondo la quale è il rafforzamento dei membri ad incoraggiare la costruzione del Tempio di Roma e mentre era presidente di missione, la sua risposta alle molte persone che gli chiedevano come mai i missionari avessero così tanto successo, era:
“Hanno iniziato con l’obiettivo di costruire il regno di Dio; non era un progetto per ricevere un qualche premio, non si trattava di un gruppo di obiettivi senza senso, il loro scopo era di costruire un Tempio e sapevano che il primo passo era quello di avere un palo e per avere un palo dovevano esserci delle famiglie buone, forti ed attive in ogni ramo”.
Benedizioni e difficoltà
Il giorno in cui il Presidente Monson ha annunciato il Tempio di Roma, nel centro conferenze si è alzato subito un brusio di voci concitate, mentre i centri di palo e le case italiane si sono riempiti di più che semplici sussurri.
Pieno di entusiasmo, Vincenzo ha detto: “Posso dirvi che nel nostro palo stavano tutti saltando, piangendo, sorridendo o abbracciandosi… abbiamo visto il nostro presidente di palo, Massimo De Feo, saltare, sorridere e piangere a causa dell’annuncio del Tempio”.
Vincenzo Modugno si è sistemato in una posizione casuale sulla poltrona del suo salotto e proprio allora la passione ha cominciato a ricoprire le sue parole mentre diceva: “È stata una grande, grande emozione; un’emozione enorme che ricordo tutt’ora”.
Il presidente di palo, Dini Ciacci, si è trovato molti membri italiani che gli chiedevano quando sarebbe stato pronto questo Tempio e questa è stata la sua risposta:
“Andate al Tempio svizzero più che potete così che quando il Tempio di Roma verrà dedicato, voi sarete sicuri di esserne pronti”.
Per quanto Dini Ciacci desideri dire che il problema più grande tra i membri sia stata la loro impazienza che il Tempio di Roma venisse completato, ci sono purtroppo state sfide maggiori con essi.
Il Presidente Dini Ciacci ha dichiarato con solennità: “Di certo abbiamo visto l’Avversario lavorare sulle coppie e sulle famiglie e questa è la sfida più grande che abbiamo incontrato”.
Per fortuna alcuni sono stati messi in guardia persino prima che si iniziasse la costruzione stessa del Tempio e i suoi colleghi dirigenti han detto a Dini Ciacci:
“Questa è l’ultima possibilità per Satana e tenterà tutto ciò che è in suo potere per impedire che le persone siano pronte per quel Tempio”.
Sfortunatamente Dini Ciacci ha dovuto ammettere di essere stato testimone del lavoro di Satana tra i membri dicendo:
“Al momento, essere un membro in Italia significa che bisogna avere una fede forte altrimenti non ce la faremo”.
Dopo aver sentito questa dichiarazione,il Presidente Pacini, seduto di fronte alla finestra della sua sala da pranzo e guardando la luminosa città di Salt Lake, ha velocemente ricordato agli altri:
“Ciò non è differente tra quei membri [in Italia] e quelli a Denver o in qualunque altro posto, ma gli italiani stanno combattendo molto di più contro l’esercito di Satana perché lui non vuole che questo Tempio abbia successo… è normale aspettarselo e non dovete far altro che continuare ad avanzare nella vostra fede”.
Conversione
Nonostante questa difficoltà tra i membri italiani, ci sono state anche forti influenze spirituali sui non membri a causa del Tempio; nel sito del Tempio di Roma , tra i lavoratori, ci sono molti non membri oltre ai missionari che aiutano con le traduzioni e con le altre attività.
Uno specifico lavoratore più anziano, ha chiesto ai missionari di insegnargli ciò che riguarda la Chiesa Mormone; durante il processo d’apprendimento riguardo alla Chiesa, questo addetto ai lavori ha ricevuto una testimonianza sui principi che gli stavano venendo insegnati ed ha deciso di battezzarsi nella Chiesa SUG (dei Santi degli Ultimi Giorni).
Il Presidente Pacini ricorda di aver sentito parlare di questo muratore, la sua conversione aveva così tanto infastidito l’azienda di costruzioni che lo ha trasferito perché non voleva che diventasse un esempio da seguire per gli altri lavoratori; il risultato?
Un’altra conversione. “Non molto tempo fa qualcun altro si è unito alla Chiesa grazie all’esempio dell’addetto ai lavori”, ha detto Pacini.
Per i membri della Chiesa, osservare le autorità generali della Chiesa Mormone, quando venivano a visitare il sito, è stata una benedizione.
Per il presidente di palo Dini Ciacci, in particolar modo, la benedizione è stata fare il tour del Tempio di Roma con la Prima Presidenza, con i membri del Quorum dei Dodici e con altre Autorità Generali.
“Rimango sempre stupefatto quando vedo loro e la devozione che hanno per la casa del Signore, persino per [un Tempio] che non è ancora stato completato… loro lo vedono davvero come la Casa del Signore”.
Ad ottobre, il Presidente Henry B. Eyring si è unito al Papa e ad altri capi religiosi in Vaticano, per partecipare ad una conferenza riguardante il matrimonio e la famiglia.
La domenica successiva il Presidente Dini Ciacci e sua moglie, insieme con altri dirigenti, è stato invitato per visitare il Tempio di Roma con il Presidente Eyring. Il Presidente Dini Ciacci ha perso le parole nel tentativo di descrivere l’esperienza:
“Avevamo un Apostolo del Signore nella Sua casa; è stata un’esperienza molto spirituale ed ora posso davvero dire che siamo diretti da degli Apostoli veri e che il Signore guida la Sua Chiesa attraverso di essi”.
L’affresco del Tempio di Roma
Fatti veloci:
Artista: Leon Parson
Processo decisionale: la Prima Presidenza sceglie personalmente l’artista
Il costo medio degli affreschi include: tele di lino, vernice, pennelli e strumenti, area di studio, e viaggio
Inizio del lavoro di pittura: Maggio 2013
Termine: Maggio 2015
Avviare il processo di pittura degli affreschi
“È una competizione poter dipingere degli affreschi per un Tempio” dice Leon Parson, l’artista degli affreschi del Tempio di Roma.
Parson è un artista nord americano che si diletta nel dipingere fauna selvatica, è anche un professore presso il BYU (Università di Brigham Young) situata in Idaho ed è stato scelto per dipingere gli affreschi sui muri di svariati Templi, compresi quelli di Rexburg e Twin Falls in Idaho e quello di Caligary in Alberta.
Il processo di candidatura per l’opportunità di essere l’artista che dipingerà gli affreschi di un tempio, è molto specifico e noioso; ogni artista disegna e dipinge un modello o una versione in scala di quello che sarebbe il proprio affresco nel caso in cui ricevesse l’incarico.
Insieme al modello ogni artista deve stimare un preventivo economico riguardante le spese per il costo delle tele di lino,vernice, strumenti e (se necessario) per i costi del viaggio. Il modello e la stima economica vengono inviati al Dipartimento del Tempio presso la Città di Salt Lake, in Utah.
Ogni lavoro artistico viene revisionato da un comitato dell’arte per il Tempio e poi, dopo aver selezionato l’artista, il suo lavoro viene inviato al Vescovato Presiedente ed ai membri del Quorum dei Settanta che detiene la responsabilità sui Templi.
Se essi approvano allora il lavoro dell’artista viene inviato alla Prima Presidenza che prenderà la decisione finanziaria di assegnare l’affresco a quell’artista specifico.
Il design
Mentre lavorava al modello del proprio affresco, Parson ha capito di aver ricevuto delle benedizioni molto grandi: Nadine Haderlie, Terry Madsen, Denis Modugno e Anziano Kent Allen.
Nadine Haderlie è una missionaria ritornata che ha servito in Italia, che ama questo paese ed il Vangelo in modo molto profondo; è stata lei a mettere in contatto Fratello Parson con Terry Madsen che ha servito in Italia nello stesso periodo di Sorella Haderlie.
Madsen, studente in una classe di Parson più di trentadue anni fa oltre che esperto fotografo, aveva già fatto sei viaggi in Italia; “Le sue immagini [dell’Italia] sono state estremamente utili nell’ottenere il lavoro” ha detto Parson.
Denis Modugno, un italiano di Roma oltre che studente nella classe di Parson il semestre prima che gli venisse proposto di fare l’affresco; Parson lo ha approcciato chiedendogli un’opinione sul modo migliore per rappresentare l’Italia in un singolo affresco.
Mentre Parson tentava, con poco successo, di disegnare l’affresco, Denis gli ha detto: Sai, Fratello Parson, l’Italia è per l’80% costa marina; [Le persone] a volte vanno in vacanza in montagna, ma la maggior parte va al mare.
Parson ha velocemente cambiato il design dalle alpi italiane con la costa del mare e questo sembra essere stato il fattore decisivo tra lui e gli altri competitori.
L’ultima grande benedizione è stata l’ Anziano Kent Allen, un missionario ritornato che aveva servito in Italia e che è stato in grado di assistere Parson durante un suo viaggio in Italia, dove sono stati ospitati da Vincenzo Modugno.
“[Vincenzo] ha preparato un movimentato e bellissimo tour dell’Italia; [siamo] passati dal fotografare caprioli in una riserva naturale, a un viaggio su un nave privata davanti alle coste di Napoli.
Siamo tornati a casa con circa tremila e cinquecento foto scattate nei cinque giorni spesi lì ed è stato meraviglioso!” ha dichiarato Parson con malcelato entusiasmo.
Parson ha completato l’affresco del Tempio nel 2015 e, pur non pensando di partecipare alle giornate in cui le porte saranno aperte, non vede l’ora di poter volare fino a Roma per poter supervisionare il montaggio dell’affresco.
Attuale lavoro di Tempio in Italia
Fatti veloci:
Tempio più vicino all’Italia: Tempio svizzero di Berna
Maggiore distanza percorsa dagli italiani: 1.830 Km
(Che equivale circa a viaggiare per metà degli Stati Uniti)
Partecipazione da parte degli italiani da: Settembre 1955
“I membri in Italia hanno aspettato il Tempio per anni” ha detto Vincenzo Modugno; il Tempio più vicino per la maggior parte degli italiani è quello di Berna, in Svizzera.
Per la maggior parte dei romani si tratta di un viaggio di dieci ore in macchina ma per molti che vengono dal sud il viaggio può impiegare più di ventiquattr’ore; anche solo il viaggio in traghetto dalla Sardegna all’Italia può durare tredici ore, ma nonostante la distanza molti membri italiani ritagliano un po’ di tempo per andare regolarmente al Tempio.
“Mi è stato detto che [quasi] il 90% del lavoro svolto nel Tempio svizzero viene fatto da membri italiani” ha spiegato Modugno.
Nonostante questa statistica non sia sicura, essa esprime sicuramente i sacrifici fatti dagli italiani per poter aiutare nel lavoro del Signore.
Modugno continua dicendo: “I sentimenti che si provano servendo nel Tempio e per a costruzione di un Tempio sono molto forti; si tratta di sentimenti davvero potenti”.
Il distretto del Tempio di Roma potrebbe includere coloro che vengono da paesi vicini quali il Nord Africa, la Grecia, il Medio Oriente, l’Albania, i Balcani e molti altri, ma questo deve ancora essere annunciato in modo ufficiale.
“I Santi in Sicilia dovranno ancora viaggiare per un giorno prima di arrivare a Roma” ha dichiarato Pacini senza giri di parole, concludendo velocemente, poi, con una nota positiva “..ma almeno non saranno due!”
Il Tempio non è un vantaggio solo per i membri italiani, ma anche per molti membri che arrivano dai paesi e dalle isole vicine.
La reazione dei non-membri verso il Tempio
“All’inizio erano molto frustrati per questa notizia” ha detto Vincenzo Modugno spiegando che i non-membri che abitavano vicino all’area del Tempio avevano all’inizio cercato di fermare il progetto.
“Hanno fatto alcune dichiarazioni, o alcune dimostrazioni, spiegando al sindaco che non volevano il Tempio in quell’area” ha continuato Modugno.
Molti temevano la sovrappopolazione dei turisti e dei membri che avrebbero visitato il Tempio. Ora i non-membri hanno una migliore comprensione del progetto e le obiezioni si sono calmate completamente.
A Vincenzo, non è mai successo di incontrare qualcuno che avesse da dirgli qualcosa di rude riguardo alla sua religione o al Tempio e ci spiega “Penso che i non-membri siano curiosi del Tempio e i presidenti dei pali stanno lavorando per informarli al riguardo”.
Un altro conflitto suggerito dagli altri articoli è quello delle interferenze religiose. Il Presidente Dini Ciacci dice:
“Certo, ci sono delle differenze dottrinali tra le altre chiese e la nostra, ma non è diverso per la Chiesa Cattolica; condividiamo molte delle cose in cui crediamo, ma alcune cose le vediamo in modo differente”.
La Chiesa Cattolica è stata, sin dall’inizio, di gran supporto per la Chiesa SUG (dei Santi degli Ultimi Giorni) nel suo tentativo di costruire il proprio Tempio e come atto di cortesia, il progetto del Tempio è stato presentato ufficialmente alla Chiesa Cattolica per informarla in modo completo, “come un vicino farebbe col proprio vicino” ha commentato Dini Ciacci con un sorriso.
“Per quel che ne sappiamo, non c’è mai stato alcun tipo di inquietudine, né si sono mai mostrati contrari a ciò che stiamo facendo… cooperiamo”. Pacini concorda sul fatto che non ci siano mai stati problemi tra la Chiesa Cattolica e quella Mormone.
La costruzione del Tempio non è mai stata un problema ecumenico. “La Chiesa Cattolica non ha mai avuto alcun problema con il Tempio” ha detto Pacini con tono pratico.
Come molti sapranno, la Chiesa Cattolica, in Italia, gestisce molti dei rifugi e delle mense per i poveri ed alcuni mesi fa una mensa romana necessitava di alcune ristrutturazioni.
Un sabato mattina, quaranta membri dei pali di Roma, si sono riuniti per smontare, pitturare e pulire l’intera area di servizio donando sedie e tavoli nuovi per rimpiazzare quelli vecchi.
“Non c’è alcuna targa che dica che [quelle cose] vengono dalla [Chiesa Mormone], non lo abbiamo reso pubblico da nessuna parte… eravamo felici di aiutare [i progetti di servizio della Chiesa Cattolica] e le persone” ha detto il Presidente Dini Ciacci, “Se possiamo cooperare lo faremo volentieri continuando comunque a credere ciò in cui crediamo”.
Quando sarà completato il Tempio?
Il Presidente Alessandro Dini Ciacci, Anziano membro dei Settanta di Area, è cosciente dei ritardi nel completamento del Tempio e in un’intervista privata ha dichiarato: “Certo, ci son stati alcuni ritardi”.
In un video promozionale della Chiesa era stato annunciato che il Tempio di Roma sarebbe stato completato nel 2014, ma ora, nel 2017, il Tempio di Roma non è ancora finito e sta sperimentando alcuni problemi di contratto; ad ogni modo, ora i lavori in corso sono tornati alla normalità.
“Riusciamo a vedere il traguardo, ma non sappiamo quanto tempo richiederà arrivarci” ha detto il Presidente Dini Ciacci.
Non c’è una data ufficiale, così come non ce n’è una stimata, che possa essere fornita dalle autorità della Chiesa o dai direttori dei lavori di costruzione; di solito sei mesi prima dell’apertura del Tempio viene annunciata la data in modo pubblico attraverso i canali ufficiali della Chiesa.
Cosa ne pensate di tutti questi eventi riguardanti la costruzione del Tempio di Roma? Avete altre storie da aggiungervi? Ci piacerebbe ascoltarle nella sezione dei commenti qua sotto.
A partire dalle ore 18:00 di lunedì 8 ottobre 2018 e fino a prima dell’inizio delle singole visite sarà possible prenotare una visita guidata gratuita del Tempio di Roma. SELEZIONA IL GIORNO IN CUI DESIDERI EFFETTUARE LA VISITA GUIDATA GRATUITA QUI.
Questo articolo è stato scritto da Nicole Modugno, pubblicato su lds.net e tradotto da Cinthia Macaluso.
Penso che questo Tempio portera’ grandi benedizioni e non solo ai Santi Italiani. Non sono in grado di dire perche’ ma vedo un lato positivo anche in questi ritardi nel portare a termine i lavori di costruzione del tempio, ovviammete non mi fa piacere ma, di sicuro ci sara’ un motivo valido per cio’ che sta accadendo che non capisco e che forse non capiro’ mai.
Mi piace pensare che era un sogno e che questo sogno ora, pian piano si sta materializzando.
GM